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New born, la mia rinascita, Perchè se il lupo perde di vista il suo agnello, la volpe ha via libera.

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§°Deidre°§
CAT_IMG Posted on 17/3/2007, 13:11




Disclaimer: I personaggi di questa serie sono stati creati da Stephenie Meyer…se fossero miei, Bella sarebbe un vampiro già da Twilight ed ora vivrebbe momenti felici con Edward…non essendo così, si dovrebbe capire che i diritti sono tutti suoi, ecco.



TITOLO: New Born – La Mia Rinascita (per la cronaca lo so che new born vuol dire nuova nascita e non rinascita, che è rebirth, è che il titolo è proprio così…).

CATEGORIA: Libri/Twilight

AUTRICE DELLA FIC: §°Deidre°§

RATING: R (già da ora…anche se non servirebbe…è in previdenza ai prossimi cap…).

COMMENTO: Ci sono solo due cose che Bella Swan vuole più di ogni altra. Diventare un vampiro per stare con Edward per l’eternità. E forse il suo desiderio si avvererà prima di quanto creda, peccato che il primo non comprenda necessariamente il secondo.

COMMENTO DELL’AUTRICE: questa storia è ad altissimo contenuto di Spoiler di New Moon.
L’ho letto in inglese anche se non sono molto brava, quindi se c’è qualche imprecisione fatemelo pure notare ed io provvederò.

Mi ha sempre appassionato moltissimo la storia tra Edward e Bella, ed essendo una grande amante delle fan fiction non ho resistito a farne una mia.

Questa storia parte dalla fine di New Moon, quindi immagino che fino ad Aprile quasi nessuno la leggerà (magari neanche uno…ma vabbè).

Ma ora basta, vi lascio al prologo ed al primo capitolo. BUONA LETTURA A CHIUNQUE STIA PER LEGGERE!





INTRODUZIONE
“New Born – La Mia Rinascita”
(§°Deidre°§)





“Guarda il muro

Ammira la tua ombra

Sei troppo giovane

Per essere nata di nuovo?


La tua nascita è diversa

Il tuo aspetto è cambiato un po’

Dentro di te il tempo rinasce

Ed ogni minuto che passa

Lo senti scorrere nelle vene


Come un veleno

Che pian piano si spande

E brucia


E non ti puoi salvare

Ormai è troppo tardi

Vattene


Vattene creatura nuova

Perché ormai sei rinata


Ed il passato è morto dietro di te

Quindi nascondi cioè che eri


E come una nuova nascita

Vieni nel mondo nuovo


Perché sei giovane

Ma non più neonata


E come una nuova nascita

Vieni nel mondo nuovo


Nel mondo a te nuovo


Gloria alla tua morte

Ode alla tua vita


Sei rinata”







PROLOGO

“Il piacevole dolore”
(§°Deidre°§)




Una bella giornata di primavera. Il sole entra timido dalle vetrate accarezzando la mia pelle e facendo brillare quella dei vampiri che sono seduti al mio fianco. Guardano la televisione, interessati ad un film.

Eppure non presto loro attenzione.

Senza che se ne accorgano mi alzo piano, scostandomi dall’abbraccio di Edward. Eppure nessuno di loro sembra aver notato nulla.

La mia mente passa oltre quell’informazione, ignora quel campanello dall’arme e mi volto, come se ci fosse qualcosa di più importante ora.

Mi avvicino piano alle enormi vetrate, affascinata da un’inspiegabile attrazione.

E lì lo vedo.

Di fianco a me, torreggiante e magnifico, mi fissa.

Mi volto di scatto, impaurita da quell’espressione così divina ma…crudele.

Ma dietro di me non c’è nessuno. Mi volto di nuovo e lui è ancora lì, il suo riflesso vicino al mio.

Scruto i suoi occhi magnetici, il suo sguardo inespressivo.

Sento il suo respiro avvicinarsi alla mia pelle, i suoi denti appuntiti mi solleticano la spalla.

Dentro di me avverto il desiderio, non ho più paura, è ciò che voglio, ciò che più desidero.

Vedo riflessa nel mio volto la grande aspettativa.

Tutto tace per un secondo, un silenzio sordo che cancella dalla mia mente il rumore della televisione e la presenza degli altri Cullen.

Poi il dolore, delizioso quanto forte.

Il mio respiro si blocca per un momento e la mia spalla comincia a bruciare.

E allora urlo, di gioia e di dolore.



-Bella, Bella tesoro, svegliati.-

Aprii gli occhi, confusa.

Davanti a me, riconobbi il volto del mio angelo che mi guardava preoccupato.

-Edward.-

-Ti fa male?-

Per un secondo non capii.

Poi mi accorsi del dolore pulsante alla spalla, che si faceva sempre più vivo.

Spalancai gli occhi, felicemente sorpresa. Possibile che…?

Edward si accigliò, scorgendo la mia strana espressione.

-Hai battuto anche la testa?-

Lo guardai, confusa.

-Co..come scusa?-

Pian piano misi a fuoco anche la stanza e mi accorsi di essere in camera mia.

Ero distesa a terra di fianco al letto. Edward mi prese in braccio, cauto, e mi poggiò sul letto.

-Stavi sognando, ti sei rivoltata, hai battuto la spalla cadendo dal letto e hai urlato.-
Scosse la testa, sorridendo tranquillizzato.
-Sei impossibile. Per un momento ho pensato che ti fossi rotta la clavicola o qualcosa di simile.-

Sospirai rassegnata. Lui tornò ad accigliarsi, sorpreso dalla mia reazione.

-Cosa c’è?-

Per qualche strano motivo avevo pensato di essere diventata una vampira, ma forse avevo solo sognato, anche se ora non riuscivo a ricordare nulla del sogno.

Cercai di assemblare i pochi frammenti che ancora ricordavo, casa Cullen, una vetrata, la sensazione di un morso alla spalla. Ma più ci pensavo, più mi sfuggivano.

Poi vidi l’espressione preoccupata di Edward e dimenticai tutto. Sorrisi, rassicurandolo.

-No, è che la botta che ho preso mi fa un po’ male.-

Ricambiò il sorriso, ma poi tornò serio.

-Scusa.-

I suoi occhi erano grandi, lucenti di colpa.
Lo guardai sorpresa.

-Per cosa?-

-Per non averti salvata.-

Il mio cuore accelerò all’improvviso, e l’immagine del sogno mi balenò per un momento davanti agli occhi.
I Cullen tranquilli ed ignari alle mie spalle, il mio riflesso sulla vetrata e dietro di me…

-Stavo pensando, ero in una sorta di…catalessi. Tu eri tranquilla, di fianco a me. Il tuo respiro era regolare, il tuo battito pure. Poi, di colpo, ti sei girata urlando e prima che me ne rendessi conto eri già per terra.-

Respirai profondamente, cercando di allontanare quelle immagini dalla mia testa.

-Non preoccuparti Edward, non è niente. Non mi fa più nemmeno male.-

Mi alzai con un salto dal letto e gli presi le mani, ridendo allegra.

-Che si fa oggi?-

-Non saprei, ti va di venire a casa mia?-

Il suo tono sembrava casuale, ma vidi che c’era qualcosa sotto.

-Cos’hai architettato?-

Mi mozzò il respiro con il suo sorriso sghembo.

-Vedrai.-




^_^ Che ve ne pare??? Beh, io ci ho messo impegno, stasera se volete posto il primo capitolo...eh eh...è da tanto che ci lavoro e ho un po' di cap pronti.





 
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c.cst
CAT_IMG Posted on 17/3/2007, 13:18




bella!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
mi incuriosisce parecchio!!!!!!!!!!!!!!
continua!!!
 
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niky_692
CAT_IMG Posted on 17/3/2007, 13:45




è straordinari!! Non vedo l'ora di leggere il seguto!
 
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CAT_IMG Posted on 17/3/2007, 13:58



Nonna Ggggì
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interessante, lo stile mi piace! il sottotitolo è uno spettacolo! -_-
 
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§°Deidre°§
CAT_IMG Posted on 17/3/2007, 14:02




GRAZIEEE!!! Sono contenta che vi piaccia e che qualcuno l'abbia letta...credevo che siccome contenesse spoiler nessuno la leggesse...beh, per ora gli spoiler non ci sono nemmeno...vabbè, se volete io tra un po' posto anche il primo capitolo, gli do solo una risistemata.

Spero di non deludere il vostro entusiasmo!!
 
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CAT_IMG Posted on 17/3/2007, 14:06



Nonna Ggggì
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improbabile, con un primo post del genere una ff non può deludere, brava!
 
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§°Deidre°§
CAT_IMG Posted on 17/3/2007, 14:37




Ok, lo ripeto…attenzione agli spoiler!!!

Grazie per i commenti favorevoli, sono contenta che il primo pezzo vi sia piaciuto. La prima parte di questo capitolo è un po’ riassuntivo, ma è una piccola parte iniziale poi la trama torna avvincente (spero….).


Bene, vi lascio leggere, io intanto vado a risistemare gli altri capitoli…eh eh…Un bacio a tutte!!!






CAPITOLO PRIMO

“Se il lupo perde di vista il suo agnello, la volpe ha via libera”(§°Deidre°§)




Era passata ormai qualche settimana dalla mia ultima avventura in Italia.
Dopo quell’ultimo scontro con Jacob non avevo più rivisto ne lui ne nessun altro dei Quileutes.
Non avevo nemmeno più provato a chiamarlo. Sapevo che non avevamo altro da dirci. Non adesso.

Amavo immensamente Edward, forse più di prima, ma non potevo dimenticare che mentre lui non c’era Jacob mi aveva consolata, mi aveva dato una ragione per continuare a vivere.
Non potevo negare, però, che la cosa che in questo momento desideravo di più era stare con Edward per sempre.
Non mi importava se la mia anima sarebbe stata dannata in eterno, come nei peggiori incubi di Edward, non mi importava se avrei dovuto abbandonare i miei genitori, la mia vita, forse non mi importava nemmeno se avrei perso il mio migliore amico. Probabilmente una volta diventata vampira avrei avuto dei rimorsi, certo, ma accanto a me ci sarebbe stato Edward e per l’eternità.

Non chiedevo altro.

Dall’ultima chiacchierata con i Cullen non avevo più accennato al fatto che di lì ad un anno sarei diventata immortale, ma dentro di me contavo incessantemente le ore che mi separavano dalla felicità eterna con il mio angelo.
Comunque questo non era l’unico problema a tormentarmi, a volte provavo a scavare nella profondità della mia mente cercando un qualsiasi spiraglio di ragione che avrebbe convinto Edward a mordermi lui stesso. Ma ancora di più, e questo è più difficile ammetterlo, cercavo una ragione plausibile per me stessa che spiegasse il mio quasi rifiuto alla sua proposta di matrimonio.

Lui non mi chiedeva una risposta ed io non accennavo al fatto che presto, come nelle sue peggiori paure, la mia anima sarebbe stata persa per sempre.

Sembrava che avessimo stretto una sorta di tacito accordo.

Come dicevo, a parte queste lotte interiori la mia vita era tornata alla normalità.

Charlie, comunque, era ancora arrabbiato per il fatto della motocicletta e non mi lasciava uscire se non per andare a scuola e a lavoro.
Non che me ne importasse, non c’era niente che potesse fermare Edward. Non un semplice essere umano almeno e poi, perché avrei dovuto desiderare di uscire quando potevo starmene comodamente sdraiata tra le braccia del mio ragazzo?

A volte Charlie, sotto lo sguardo ammaliatore di Alice o Carlisle, acconsentiva anche a farmi uscire con loro per qualche ora.

Un paio di volte assistetti alle famose partite di baseball dei Cullen, anche se questa volta non si presentò nessun vampiro assetato a reclamarmi.

Il mio legame con i Cullen si rafforzava sempre di più, ormai ero quasi “normale” per loro. Certo, bastava fare attenzione a piccole cose come la loro sete ed il pulsare del mio sangue caldo, ma la situazione sembrava essere gestibile per alcune ore.

Nemmeno la minaccia dei Volturi non sfiorò la mia mente, se non un paio di volte.




Quel pomeriggio mi trovavo nel soggiorno di casa Cullen, intenta ad ammirare le precise pennellate di Esme che ricopiava un quadro di Degas. Perfino un esperto l’avrebbe scambiato per l’originale.

Intanto Edward, Emmett e Jasper erano in cortile a “rimettere in sesto il pick up”.
Non sapevo precisamente a cosa si riferissero, ma il ghigno di Emmett non prometteva nulla di buono. In fondo però non avevo poi così tanta paura, Edward non mi avrebbe mai fatto del male.
Non volontariamente e non così.

L’unica cosa che mi avrebbe fatta soffrire sarebbe stata la sua partenza. Non avrei sopportato nessun’altra separazione, sarei morta di dolore, ne ero sicura.
Mi fidavo di Edward e avevo capito che lui mi amava proprio come lo amavo io ma a volte, fissando il suo volto perfetto o i suoi occhi color topazio, non potevo fare a meno di pensare a quanto dolore avrei provato se non avessi più potuto vederlo, se Edward, per salvarmi, se ne fosse andato di nuovo.

Non mi passava nemmeno per l’anticamera del cervello che un giorno sarei potuta essere io a lasciarlo. Era impossibile. Lo sapevo, sapevo che sarei morta se non l’avessi più rivisto.


Alice se ne stava stesa sul divano, leggendo concentrata alcuni fogli ingialliti pieni di date e nomi. Le uniche tracce del suo passato e della sua unica parente rimasta in vita.
Anche Carlisle era a casa, ma si era scusato per poi sparire nel suo studio.

Esme mescolò un altro po’ di bianco con il rosa per renderlo più pallido prima di stenderlo sulla tela in una perfetta copia della carnagione delle ballerine.
In quel momento Rosalie apparve dalla porta e si avvicinò silenziosa ad ammirare il lavoro di Esme.

Quando vide il quadro fece una smorfia, come per riconoscere la noiosità e l’inutilità che per lei aveva quella tela. Poi alzò il capo e fece un cenno di saluto. Cercai di ricambiare sorridendo un pochino.

Tra me e Rose non c’era ancora un vero legame come tra gli altri Cullen, ma entrambe facevamo del nostro meglio. Rose, dopo l’avventura in Italia in cui avevo salvato suo fratello, sembrava intenzionata a fare del suo meglio per accettarmi come membro della famiglia.


Quasi caddi dallo sgabello quando Edward si materializzò improvvisamente di fianco a me, afferrandomi prima che scivolassi a terra.
Il mio cuore batteva forte per lo spavento e cercai i suoi occhi rassicuranti, ma il suo sguardo duro e serio era puntato verso Alice.
Mi accorsi che anche gli altri Cullen erano apparsi nella stanza e tutti gli occhi erano puntati in una sola direzione.

-Quanto è lontana?-

La vampira si concentrò socchiudendo appena gli occhi. Una persona qualunque avrebbe pensato che Alice fosse incantata a fissare il pavimento, ma noi tutti sapevamo che nella sua mente si susseguivano le immagini di una visione.

-Poco lontano da Forks, sulle montagne. Sarà qui in meno di tre ore.-

Sentii i muscoli di Edward tendersi, la sua mascella serrarsi, ferrea.

Carlisle fissò i due per qualche frazione di secondo, poi alzò un sopracciglio.

-Victoria?-

Alice fece un piccolo cenno affermativo.
La paura mi invase improvvisamente e sarei crollata a terra se Edward non mi avesse sorretta.

-Non preoccuparti Bella, non vivrà ancora per molto.-

Il suo sguardo fisso nel mio bastò a farmi riprendere, ma le mie paure non erano ancora del tutto svanite. Non mi andava l’idea che Edward andasse ad uccidere Victoria, ma non avevo dimenticato le parole di Laurent poco prima che morisse per mani dei lupi mannari.
Lei voleva vendetta.
Voleva me.
E non si sarebbe accontentata di finirmi e basta.

In un batter d’occhio ogni membro dei Cullen era in posizione. Probabilmente persa nelle mie riflessioni non li avevo sentiti mentre prendevano le loro decisioni.
Carlisle, Rosalie, Emmett, Alice ed Edward erano pronti a partire. Jasper ed Esme confabulavano in disparte.
Edward tornò da me abbracciandomi. Non mi ero nemmeno accorta che si fosse allontanato.

-Andrà tutto bene. Questa volta la prenderemo e sarà tutto finito. Qui a Forks rimarranno Esme e Jasper e se ci saranno problemi ti porteranno via subito. Sei al sicuro.-

-Charlie?-

-Se ne occuperà Rose.-

Guardò il mio volto ansioso e cercò di rassicurarmi.

-Bella, lei è sola e noi siamo in numero maggiore. Saremo di ritorno domani mattina, forse questa notte stessa. Non succederà nulla di brutto, vedrai.-

Mi persi un momento in quegli occhi di caramello. Aveva appena cacciato e il suo sguardo era miele puro. Il mio cuore tornò a battere leggero, rassicurato.

-Torna presto-

Edward sorrise e mi baciò.

-Farò più in fretta che posso. Ho promesso che non ti lascerò mai più, e lo farò.-

Mi alzai in punta dei piedi e gli diedi un ultimo bacio. In un attimo sparì dalla stanza.

Esme mi si avvicinò piano.

-Ti accompagno a casa.-

-Grazie, ma posso andare da sola. Non c’è problema.-

Mi fissò ansiosa un istante, ma Jasper le fece segno di non preoccuparsi prima di avvicinarsi cauto per porgermi le chiavi del Pick up. Forse aveva avvertito che le mie paure si erano placate.

Prima che l’ansia riprendesse il sopravvento, però, e che Jasper la sentisse, afferrai le chiavi e il giubbotto mi avviai verso il Pick up.

Sembrava quello di sempre ma quando misi in moto non partì nessun ruggito.

Forse era rotto. Poi mi accorsi che le luci si erano accese. E che la mia auto era in moto.
Sorrisi, c’entravano di sicuro quei tre. Cercai sulla nuova autoradio la mia stazione preferita e presto, senza nemmeno accorgermene, mi ritrovai sulla strada verso Forks.
Strano, era presto, troppo presto.
Guardai il contachilometri e quasi mi venne un colpo.
Senza accorgermene avevo raggiunto i novanta!
Dovevano aver cambiato il motore, o una cosa del genere. Appena fosse tornato avrei rimproverato Edward a dovere. Sapeva che non volevo che spendesse troppi soldi per me. Non finché non sarei diventata un vero membro della famiglia e avrei potuto contribuire.

Charlie non era ancora tornato, ma non mancava molto al suo rientro. Se avesse scoperto che non ero in casa, avrebbe prolungato la mia punizione a vita. Mi affrettai a rientrare in casa quando sentii il telefono squillare. Sapevo che era un po’ improbabile, ma il mio primo pensiero fu per Edward.

-Pronto, casa Swan.-

-Bella?-

-Papà? Dove sei?-

-A lavoro. Ho alcune cose da sbrigare, una brutta faccenda, penso farò tardi.-

-Va bene, ti metto la cena da parte.-

-Senti Bella, c’è una cosa che vorrei chiederti.-

Questo atteggiamento non era da Charlie. Esitava e sembrava nervoso. Che avesse scoperto che prima non era in casa?

-Lo farei io, se non fosse che mi hanno incastrato qui con il lavoro, ma vedi, tua madre sta venendo a Forks.-

Oh no. Questa non se l’aspettava. Perché sua madre aveva scelto proprio quel momento per farle visita? E perché aveva avvertito Charlie e non lei?

-Che cosa? Perchè?-

La sua voce era salita di un’ottava buona.

-Tua madre sta venendo a prenderti. Vuole passare un po’ di tempo con te. Il fatto è che qualcuno deve andare a prenderla in aeroporto ed io non posso.-

Sospirò, rassegnata. Ormai sua madre era già lì, non poteva lasciarla in un aeroporto.

-Non preoccuparti, ci vado io.-

-Sicura? Non è troppa strada?-

-Stai tranquillo papà. Parto ora così vado con calma.-

-Vai da sola?-

Sapeva dove voleva arrivare suo padre.

-Edward e i Cullen sono fuori città. Vado da sola, so già la strada.-

-Bene, stai attenta però.-

-A dopo papà.-

-A dopo Bells.-

Prese la sua borsa e si mise un maglione più pesante, prima di tornare alla guida verso l’aeroporto di Atlanta.

Durante tutto il tragitto i suoi pensieri oscillarono tra Edward e sua madre, inconscia di cosa realmente la stava aspettando.









Ed ora? Cosa succederà a Bella? Ai Cullen?Vi è piaciuto anche questo capitolo?
Volete che più tardi posti anche il secondo cap?? Attendo…Un bacio a tutti!!
 
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CAT_IMG Posted on 17/3/2007, 14:40



Nonna Ggggì
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brava, brava complimenti, un consiglio, che amo dare spesso, evita di mettere la virgoletta finale quando chiudi il discorso diretto e non metti il verbo, è più comodo, e anche più giusto in ambito letterario
 
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Ilaria46
CAT_IMG Posted on 17/3/2007, 14:42




Bella!!!!!!! Sono curiosa! Brava!!!
 
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§°Deidre°§
CAT_IMG Posted on 17/3/2007, 14:46




Ok, faccio a meno di mettere il trattino finale...quindi questo - e cosa? Non ho capito la storia del verbo, mi puoi fare un esempio???

(Sono apertissima a questo tipo di suggerimenti....GRAZIEEEEE)

Grazie anche a te ilaria46!
 
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CAT_IMG Posted on 17/3/2007, 14:49



Nonna Ggggì
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allora magari tu ti trovi con un discorso diretto del tipo

-Ciao.- (no verbo)

sbagliatissimo in ambito letterario, elidi il trattino quindi ti trovi con un bel

-Ciao.

nel caso in cui c'è il verbo dopo

-Ciao- proferì con insistenza.

niente in questo caso resta il trattino perché c'è il verbo.

spero d'esser stata esauriente
 
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niky_692
CAT_IMG Posted on 17/3/2007, 14:57




E' bellissimo!! Aspetto con ansia il seguito.
 
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§°Deidre°§
CAT_IMG Posted on 17/3/2007, 14:57




Per G7:
Ahnnnnnn!!! Capito! Bene, d'ora in poi cercherò di seguire la tua dritta. Grazie, veramente, sono contenta che tu me l'abbia detto (nn sto scherzando, devo migliorare il più possibile nello scrivere). Se in futuro hai altri suggerimenti, io sono qui.
 
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CAT_IMG Posted on 17/3/2007, 14:58



Nonna Ggggì
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anche io aspetto eventuali suggerimenti sul mio stile ^_^
 
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§°Deidre°§
CAT_IMG Posted on 17/3/2007, 15:00




Per niky_692: Beh, grazie mille!! Mi fai arrossire...XDXD Il seguito lo troverai oggi nel tardo pome o qst sera...Ti aspetto!

CITAZIONE
anche io aspetto eventuali suggerimenti sul mio stile

Oh!! Hai fatto anche tu una fic?? Quale??????
 
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1051 replies since 17/3/2007, 13:11   40471 views
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