@ bella and edward italian forum -

A Girl's Dark Side, La parola vendetta non è mai stata così dolce

« Older   Newer »
  Share  
°She is..Ophelia°
TOPIC_ICON8  CAT_IMG Posted on 11/11/2011, 23:12




Rating: Verde,Giallo
Genere: introspettivo, drammatico.
Personaggi: Emma
note: Non si sa nulla dei personaggi di questa storia, ma solo della storia stessa. Emma, il personaggio che per ora conosciamo, decide di vendicarsi di una delusione amorosa rivelando quelli che sono i lati oscuri che si possono celare in una ragazza, quelli che non vorresti mai venissero fuori.
Può una ragazza arrivare a tanto? Può l'oscurità impadronirsi di un cuore così puro come quello di una ragazza innamorata? Seguite e lo scoprirete.


A Girl's Dark Side

Prefazione



Caro Diario
Ho ripreso a scrivere, e pensavo non sarebbe mai successo. E invece eccomi qui ad assaporare quella familiare sensazione di dolore alla mano, quella che provavo sempre quando le parole erano talmente tante che la loro velocità superava quella muscolare del mio povero arto. Eccomi qui, e devo riabituarmi ad avere qualcosa da dire perchè ora come ora, ho assoluto bisogno di dire qualcosa, devo perchè è..la mia cura. Sono stata io a prescriverla? Forse, visto che la necessità di fare qualcosa ti porta a cose che non vorresti ma che senti di dover fare. E da quando è successo tutto io sento esattamente quella necessità. Anche se non voglio, anche se non avrò niente da dire io devo farlo per me stessa, io devo continuare a scrivere, devo continuare a svuotare quel contenitore caotico che è la mia anima malata e stanca, anche se a volte sarà vuoto, io dovrò svuotarlo, lavarlo, curarlo, perchè anche il nulla fa male e forse è pure peggio del qualcosa, il niente indica che c'era qualcosa e che ora..non c'è più. Chi mi aveva rubato il qualcosa? L'essenza di quel contenitore così vitale? E' stato lui, caro diario, si è portato via tutto, si è preso la mia anima e non me la renderà più. Probabilmente si è preso anche il mio cuore, anche se non voglio ammetterlo, ma allora perchè questo vuoto? Perchè non sento più il mio petto? Si, ce l'ha lui, il mio petto. E senza petto, senza quell'involucro che contiene il mio cuore non sarò più capace di amare quanto ho amato lui, lui che sebbene sia tutt'ora uno sporco ladro non posso smettere di amare. Come posso scacciare il pensiero se quel pensiero è così eccitante e allo stesso tempo doloroso? Può il dolore essere eccitante, avere il sapore di un limone, il brivido di una vertigine, l'odore di un giardino in primavera, l'aspetto di una persona? Certo che può, il dolore può tutto. Un attimo prima ti bacia dolcemente sulle labbra, tanto che senti che un sapore simile non possa esistere, e un attimo dopo hai la certezza che quel sapore esiste, ma non è quello che hai assaporato nelle sue labbra, no..ha il sapore salato ed amaro delle lacrime calde, quelle appena scese dai tuoi occhi. E perciò continui a chiederti cosa fare, in che modo la tua mente si possa distrarre, smettere di cercare quel pensiero e poi..la vedi, la tua penna, e un pezzo di carta. E allora capisci che l'unico modo per dimenticare è proprio rievocare quel ricordo e intrappolarlo nella carta, dove non potrà mai farti del male. Verba volant, scripta manent. Verba volant, scripta manent. Le mani iniziano a formicolarmi e penso che in effetti anche la carta può farti del male, il ricordo intrappolato dentro ti potrà tagliare, potrà godere di quella singola goccia di sangue che uscirà, desiderandola. Ma cosa vuoi che sia una goccia di sangue? Sarà solo una goccia di te stessa, e cosa potrà ancora farti quel pezzo di carta? Niente. Perchè la tua penna sarà come il tuo scettro, come un'arma, e tu avrai il potere, sarai finalmente tu a comandare, finalmente, sul dolore.
Si, caro diario, il dolore alla mano, quello tanto familiare, mi ha fatto capire una cosa: Che è tempo di lottare, intrappolare il dolore. Si, caro diario, io ho deciso che lotterò e che mi riprenderò ciò che è mio: Il mio cuore. Mi riprenderò quel ladro. Vivo o Morto.
 
Top
Lucy's Lullaby
CAT_IMG Posted on 13/11/2011, 19:25




ah ecco qua la dolce Ophelia che ci delizia con le sue storie!! Prima ero lullaby ely ma ho cambiato il nick comunque prefazione molto interessante!
 
Top
°She is..Ophelia°
CAT_IMG Posted on 14/11/2011, 10:17




Ciao ely!! che piacere risentirti! Come sempre gentilissima =D Primo capitolo in arrivo!!! XD
 
Top
°She is..Ophelia°
CAT_IMG Posted on 18/11/2011, 23:19




Un bel respiro e...

Capitolo 1: L'inizio



Caro Diario,
non è facile spiegare come mi sento e non è facile spiegarlo da dove sono ora. I pensieri profondi spesso scaturiscono nei posti più impensabili, persino qui dove sono io, in una panchina. Perciò mi appello a te, tu che puoi capirmi anche se non puoi parlare, anzi, visto che nemmeno sei una persona grazie al cielo. Infatti credo che la persone non potranno mai capirmi quanto mi capisci tu. Non è incredibile?
Ma non mi interessa, perchè almeno tu non sei come gli altri, quelli che mi chiamano asociale, quelli che mi trovano noiosa solo perchè preferisco i libri alle persone, solo perchè le cose mi piacciono per davvero e non solo perchè sono di moda. Tu non mi giudichi, non è vero? Non puoi farlo.
Eppure è successo qualcosa di strano, qualcosa che mi ha sviato da quel mio odio verso le persone, o almeno CERTE persone.. Io l'ho visto. L'ho visto per la prima volta. Oggi. E se te lo scrivo ora, non è stato uno sguardo veloce seguito da aprezzamento. Io l'ho visto per davvero. E credo che non vedrò mai nessun altro.


"Terra chiama Emma!" Il colpetto alla spalla fece tornare Emma alla realtà, a malincuore. Solo Marzia sapeva come farla tornare, perchè lei sapeva benissimo cosa volesse dire viaggiare per rotte sconosciute. Lo sapevano entrambe, perchè entrambe giudicate. Sempre.
"Vorrei solo che il tempo passasse e basta. Perchè gli diamo sempre così tanta importanza?" chiese Emma, lo sguardo ancora fisso nel vuoto.
"Perchè è ciò che sappiamo fare meglio, insieme a giudicare" rispose Marzia, fissando le ragazze dei banchi accanto.
"Loro non lo sanno, che noi sappiamo intendo?" chiese Emma alla compagna di banco.
"Certo che lo sanno. Ma su una cosa si sbagliano: Credono di ferirci." rispose Marzia.
"E allora perchè non farglielo credere?" disse Emma e entrambe si misero a ridere, mentre finsero di piangere in modo drammatico.
La campanella suonò e l'ora, quella tanto temuta del compito in classe di matematica, arrivò. Emma fissò il foglio e i suoi pensieri si arrestarono, come solo la matematica sapeva fare. Sospirò e riprese il controllo. La penna non era veloce quanto voleva, così come la sua capacità di mettere in piedi un ragionamento matematico logico, ma scriveva, produceva, mirava al 6, e quella era la cosa più importante. Sollevò poi lo sguardo e, come faceva sempre, si divertiva ad analizzare le facce disperate dei compagni, tanto che ognugna sembrava possedere un tipo diverso di disperazione: C'era la faccia non-sapevo-ci-fosse-un-compito, o quella non-capisco-NIENTE. Ma c'era un volto completamente calmo, tra quella massa d'ansia e disperazione. Era quello del compagno nuovo, quello che aveva completamente ignorato perchè troppo presa dai suoi sogni ad occhi aperti. Non stava scrivendo niente e fissava il vuoto. Emma lo fissò e cercò di capirlo, per la prima volta, ovvero capire una persona, senza ignorarla, senza disprezzarla. E, ad u tratto, come se i suoi occhi fossero magneti molto potenti, lo sguardo del ragazzo si sollevò e incrociò quello di Emma. Supernova. Era questa la parola che venne subito in mente ad Emma. Supernova. Luminosità e potenza allo stato puro. Il ragazzo continuò a fissarla, come se la stesse sfidando al chi dei due ride prima. Ma nessuno rise, ed Emma non aveva mai provato nulla di simile, e pensò che i sentimenti più profondi scaturivano spesso nei luoghi più inaspettati, persino in una scuola, nell'ora di matematica. Assurdo.Illogico. Era tutto il contrario dei pensieri dell'ora di matematica, così razionali, così equilibrati. Quelli di Emma erano immobili su quegli occhi, nessun parola, nessun commento, ma solo quell'immagine. Sedeva nel cinema della sua mente e fissava l'immagine nel megaschermo, ancora e ancora e ancora. Senza audio, senza effetti speciali, a colori per preservarne la bellezza, senza spettatori, perchè quello spettacolo era solo suo, senza popcorn, perchè il cibo non aveva senso. Non aveva senso nemmeno definirli, e l'iride non aveva alcuna importanza, perchè quegli occhi sarebbero potuti essere benissimo persino rossi come quelli dei demoni. Così belli. Magnetismo. Fu la seconda parola che venne in mente ad Emma, e pensò che se quella fosse stata l'ora di fisica per una volta le cose si sarebbero potute allineare come si deve. Il ragazzo finalmente distolse lo sguardo e sorrise tra sè, sapendo di aver fatto centro.
Anche Emma sorrise e ripensò a quelle poche parole che le erano venute in mente.
Non vedeva l'ora di sedersi nella sua panchina, rilassarsi, e scrivere nel suo diario.


Il giorno seguente non ci sarebbe stata scuola, ma a Emma in fondo andava bene, visto che l'immagine degli occhi era ancora vivida nei suoi pensieri. Odiava quella parte di sè, quella parte di ragazzina che si entusiasma per una cotta. E odiava l'idea sentirsi così... così sola, così brutta, indesiderata. Era abituata all'idea di non attirare nessun sguardo e di essere piuttosto spettatrice di sguardi dedicati ad altre. Ci aveva fatto l'abitudine tranquillamente, nonostante non fosse una cosa piacevole. Un pò come le capitava sempre, ovvero di dover presentare persone, o assistere alla quotidianità di coppiette. Tutto ciò le faceva pensare che se si fosse innamorata non sarebbe mai diventata così, anche se in cuor suo sapeva che lo sarebbe diventata, che avrebbe perso la testa, che sarebbe cambiata. Dicono "l'amore ti cambia", ma lei non ne voleva sapere. Voleva stare se stessa e amare, ma non poteva avere entrambe le cose. Per ora comunque non poteva lamentarsi, visto che il destino -nel quale credeva ciecamente e su cui faceva affidamento- non aveva programmato ancora niente per lei. Navigava infatti in quella dolce libertà di chi disprezza la condivisione di un cuore con un'altra persona, ma sotto sotto sarebbe ben disposta. E navigava nella consapevolezza di un corpo e un viso che anche se non perfetti, facevano parte di lei, e che dopotutto, non avrebbe scambiato con altri. Anche se in effetti spesso si immaginava con tutte quelle caratteristiche che adorava e che avrebbe voluto avere: Un corpo snello, una cascata di lunghi riccioli rossi e due occhi di ghiaccio. Bello sognare. Emma si doveva però accontentare di due occhi nocciola, dei capelli castani chiari corti, un'altezza media e un fisico nella norma, forse un pò rotondo. Certo, a volte riceveva complimenti, ma non erano di certo quelli che servivano ad alzare l'autostima. Emma sapeva cosa ci sarebbe voluto, ma era esattamente la cosa che più temeva e bramava e stava in quella parola che disprezzava sempre, ma che in fondo, sognava di poter dire. Condivisione.


La seconda volta che Emma vide quel ragazzo era nel corridoio fuori dalla classe. Aveva finito prima il tema e così si era goduta la libertà fuori. Lui era uscito e l'aveva trovata lì, seduta, assorta.
"Che tema hai scelto?" le chiese lui.
Emma alzò di scatto gli occhi e non riuscì a crederci. Nella sua sala apparve un suono. Era una voce.. e di colpo all'immagine degli occhi si associò quella di una bocca che si muoveva, e dalla quale usciva una voce. Arrossì un pò e si maledisse di questo, ma poi rispose seria.
"Quello sull'inquinamento" rispose Emma e la sua voce risulto strana e poco musicale. Non si era controllata abbastanza e non aveva impresso abbastanza dolcezza nella voce. Era sembrata sgarbata? Scontrosa? Una secchiona? Troppo tardi per pensarci. Non le aveva nemmeno chiesto "E tu?". Che disatro.
"Anche io" disse il ragazzo dopo una breve pausa. E prima che potesse aggiungere altro le sorrise ancora, ma stavola in un modo che Emma non seppe decifrare. Rideva di lei? Le parve proprio di sì, anche se in modo divertito e non di scherno. Avrebbe voluto sorridere anche lei come aveva fatto lui, ma sentiva di non essere abbastanza brava, goffa sia nei movimenti che nel linguaggio del corpo, perciò ne uscì fuori un debole sorriso, che agli occhi esterni sembrava in effetti..un ghigno. Ecco, pensò Emma, ora penserà che sono una smorfiosa che crede di prendere più lui!. Ancora troppo tardi. Ma quando lui sparì con altri compagni, Emma sorrise ancora (e avrebbe voluto mostrare quello..di sorriso), perchè sapeva che il destino forse...si, forse si stava dando una mossa, e che la prossima volta le avrebbe regalato un sorriso decente,uno vero, uno sincero. Carpe Diem. Carpe Diem gridò dentro di sè, e per la prima volta... ci credette davvero.

 
Top
°She is..Ophelia°
CAT_IMG Posted on 20/11/2011, 22:28




Ed ecco una cosa che faccio per ogni nuova fan fiction: Il tag di avviso per ogni nuovo capitolo ^^

agirl
 
Top
CAT_IMG Posted on 21/11/2011, 13:11
Avatar

Advanced Member
°°°°°°

Group:
Member
Posts:
5,857
Location:
Bergamo

Status:


Ma... Ma è fantastica *-* mi piace un sacco!
Ti seguirò u.u
 
Top
CAT_IMG Posted on 21/11/2011, 18:26
Avatar

Member
°°°°

Group:
Vampiri
Posts:
751

Status:


hei bellissima questa nuova fan Fiction!!!!! xD
continuala!
 
Top
°She is..Ophelia°
CAT_IMG Posted on 22/11/2011, 11:56




Grazie ragazze!!! ^^ Sono contenta che vi piaccia! Il secondo capitolo è in fase di scrittura. Appena sarà postato vi manderò il tesserino di avviso che ho postato ^^
 
Top
°She is..Ophelia°
CAT_IMG Posted on 22/11/2011, 22:20




Quindi eccoci...

Capitolo 2: La prima parola



Caro Diario,
Non so se possa contare ma...ci ho parlato. Sono state solo poche parole, ma ti giuro (e dopo questo non avrei altro da dire) che sono state le più belle che io abbia mai sentito.



Emma pensò che molto probabilmente non sarebbe più stata attenta a nessuna lezione. Non dopo che era stata investita da una supernova, la luminosità e la potenza di quegli occhi.
Insieme a ciò tuttavia era assurdo che non si ricordasse nemmeno il nome del ragazzo, sebbene in un certo senso se ne stesse innamorando. Ma era nuovo, e in un certo senso era giustificata.
"Emma! Emma!" bisbigliò Marzia. Emma tornò dalle fantasie e sosprirò.
"ma a che pensavi? Ti ho chiesto se hai capito cosa dobbiamo studiare" disse l'amica. Ma ad Emma non importava più niente dello studio, voleva solo tornare alla sua fantasia, perchè in quella c'era lui, c'era lei, c'era tutto il necessario per costruire la felicità, anche solo con forbici e colla, baci e carezze, la semplicità di un abbraccio, l'essenzialità di uno sguardo di sfuggita, l'importanza di un sorriso..
Emma rispose distrattamente, e, di nascosto, come faceva sempre, lo guardò ancora una volta.
Parlava con i suoi amici e sorrideva. Una cosa così naturale, così dannatamente naturale che solo lui la rendeva bella.
Lui si accorse che Emma lo fissava, si zittì e poi le sorrise. Ed Emma...sperì.
Era sparita, perchè quel sorriso aveva aperto la porta della fantasia precedente, rendendo quel mondo ancora più vero perchè impresso dell'energie di quel gesto che proveniva dalla realtà. Si, quel sorriso era il diesel del suo piccolo mondo immaginario, il loro piccolo mondo insieme. Proprio ora quel sorriso alimentava una lunga distesa di fiori, man mano costruiva poi un cielo azzurro e gonfiava delle nuvole, esattamente come una scenografia. Dal prato si materializzarono dei piedi nudi, poi delle gambe e pian piano un abito bianco. La figura si completò..era una ragazza. Al suo fianco apparve un ragazzo, come fuso dal chiarore delle nuvole. Porse la mano sulla spalla della ragazza e la girò a sè.
Tu sussurrò dolcemente e la sua mano scivolò sul mento di lei. Il contatto fu bellissimo, ma se solo la sensazione fosse stata reale...


Caro Diario,
E se volessi vivere nella fantasia? Odio la realtà e odio il fatto di non esistere. Per lui.
Forse è solo una cotta, e se così fosse, spero che mi passi. Odio essere vulnerabile e sdolcinata come tutte le altre, ma non posso farci niente caro diario. Mi sembra di non avere più il controllo su niente, perchè i suoi occhi mi comandano. Mi sento una schiava, schiava di qualcosa che forse non è nemmeno reale.
E' tutto vero?



Il bus era quasi pieno, ed Emma contò due posti liberi. Uno era a fianco a lei, l'altro in fondo. Sperava che nessuno le si sedesse accanto. Adorava starsene da sola, magari canticchiare le canzoni che si susseguivano nel suo mp3..fantasticare..
Aveva ancora gli occhi chiusi quando sentì una voce che la chiamava.
"Scusa, è libero?"
Emma aprì gli occhi e rimase in silenzio, pietrificata. Fiumi di parole erano nella sua testa, ammucchiati davanti alla porta del linguaggio, pronte per essere pronunciate. Ma la porta non si aprì mai, vi passò solo un sussurrò debole. Un si, poco percettibile che il ragazzo interpretò come una affermazione poco convincente.
Ha un odore buonissimo pensò Emma e ne assaporò tutte le note, vergognandosi.
Non mi vuole a fianco a lei pensò il ragazzo divertito.
"Ti chiami Emma giusto?" chiese lui, ancora divertito e bramoso di continuare il gioco.
Lei arrossì terribilmente e si morse un labbro per aver ceduto in quel modo. Finalmente la porta si parì, forzata dalla razionalità di una ragazza che non voleva passare per una sciocca.
"Si. E tu?" rispose Emma. Ora penserà che non mi importa di lui..
"Oh..Chris" rispose lui.
"Scusa se non mi ricordavo... Io dimentico troppe cose" disse all'improvviso lei e si stupì di essere riuscita a dire una frase di senso compiuto. Il gelo imposto dalla sua razionalità finalmente, a poco a poco, stava svanendo. La stessa razionalità che la stava inchiodando nelle tenebre della negazione, e che la stava relegando alle fantasie, quando invece..avrebbe potuto avere di più.
"Figurati. Non mi aspettavo niente di più" la giustificò lui.
Non si aspettava niente da me, è ovvio. pensò Emma, avvilendosi. Era così assurdo pretendere qualcosa di più? In fondo ufficialmente si erano appena conosciuti.
Emma non riuscì a dire altro, ma grazie ad una mano divina riuscì a sorridere, ottendendo un gesto uguale di rimando.
Un sorriso non significa nulla, è solo un altro pò di carburante per le mie sciocche fantasie.
Alla fermata Emma scese subito senza dire una parola e delusa si incamminò. Come poteva essere stata così sciocca e infantile? Sbavare per quei pochi gesti tra estranei? Innamorarsi a prima vista? Non era da lei. Ma cosa le stava accadendo? Quel ragazzo -pensò- era una maledizione, la stava trasformando. Non era più lei.
Per alcune era la cosa più bella del mondo, innamorarsi, cambiare persino sè stesse per un'altra persona. Ma per lei no, per Emma innamorarsi equivaleva a restare fregata, a ricevere solo delusioni, a soffrire.
Stavolta non pianse, ma con occhi tristi fissò il cielo scuro sopra di lei e sperò che piovesse.. a prova che sugli occhi l'acqua può scendere, e non sempre di dolore.
Era solo delusione. E di colpo, con quei pensieri che si impadronivano di lei, quelli così familiari e comodi che l'aveva sempre pervasa, il gelo tornò su di lei, intorno al suo cuore triste. Quello che non sapeva amare, quello che aveva una paura tremenda.


Caro Diario,
Chi è la ragazza che scrive su di te? Sono io? Non so che mi succede. Conosco tutti i sintomi dell'innamoramento, ma ancora non posso credere di averli proprio io. Mi sento così..imbarazzata, così..stupida. Non sopporto l'idea di provare questi sentimenti, perchè sento che sono inutili, che sono da buttare. Perchè infatti dovrei essere ricambiata proprio io? Io non sono bella. Io sono strana, no? Non è quello che dicono tutti? La risposta è che io non sono ricambiata. Ma non perchè non lo meriti... La verità è che forse non sono destinata a vedere l'amore dai due lati dello specchio, perchè se lo guardo ora vedo solo me stessa, è sempre stato così. E fa male, caro diario, perchè vorrei che dall'altra parte ci fosse qualcun altro, che ci fosse lui.
Ma mi rendo conto che è impossibile. Ci sarò sempre e solo io, ci guarderemo entrambe tristemente e lentamente ci diremo parole di disprezzo, le stesse per entrambe..
Ci diremo che il vero amore...non ci è concesso.

 
Top
CAT_IMG Posted on 23/11/2011, 17:23
Avatar

Advanced Member
°°°°°°

Group:
Member
Posts:
5,857
Location:
Bergamo

Status:


Che bel capitolo =)
Quella ragazza somiglia a me qualche anno fa XD
 
Top
°She is..Ophelia°
CAT_IMG Posted on 23/11/2011, 21:56




Grazie! ^^ in un certo senso ho preso spunto da diverse situazioni che ho vissuto personalmente, e soprattutto anche da alcuni tratti del mio carattere che ho messo in Emma XD
 
Top
CAT_IMG Posted on 24/11/2011, 21:04
Avatar

Advanced Member
°°°°°°

Group:
Member
Posts:
5,857
Location:
Bergamo

Status:


Sì, come per tutte le opere che si scrivono è normale XD
 
Top
°She is..Ophelia°
CAT_IMG Posted on 24/11/2011, 22:04




anzi, direi essenziale..almeno nel mio caso. Non riesco a trovare l'ispirazione giusta se alla base non c'è almeno un'esperienza personale XD
Terzo capitolo in scrittura!
 
Top
CAT_IMG Posted on 25/11/2011, 19:29
Avatar

Advanced Member
°°°°°°

Group:
Member
Posts:
5,857
Location:
Bergamo

Status:


Fantastico non vedo l'ora! =D
 
Top
°She is..Ophelia°
CAT_IMG Posted on 25/11/2011, 23:22




Capitolo 3: Negare



Erano passati due mesi da quelle parole, quelle parole così caldamente eccitanti, pericolose. L'anno ormai stava finendo, e anche se sembra strano per una storia, era invece proprio di l'inizio. Solo l'inizio.
Tutti sono tristi alla fine di qualcosa, persino dell'anno scolastico. Perchè in fondo ciò che più si odia è sempre qualcosa che intimamente si ama, persino i compagni di scuola spocchiosi, le compagne gelose (o un pò false), i compagni dispettosi... Solo Emma sentiva di essere felice. Felice di abbandonare dalla mente quelle facce che era costretta a vedere ogni mattina, abbandonare quei pensieri che rimbombavano su di lei ogni giorno, quei giudizi. Per due mesi.. ci sarebbe stata solo lei, solo ciò che per lei contava: Le sue amiche, quelle vere, i suoi libri, la sua personale pace. L'ultima campanella finalmente suonò e furono tutti liberi da ogni impegno. Emma raccolse i libri in fretta e furia, impaziente di fuggire da quella prigione aperta solo per lei, quando alla sue orecchie arrivò una voce. Festa di fine anno.
Ecco. Un altro di quei momenti che una ragazza ama e odia allo stesso tempo. La festa di fine anno. Ebbene, per chi non lo sapesse, la festa di fine anno è un'occasione per fare due cose: Vestirsi elegante, e innamorarsi. Si, perchè solo in quella sala (la palestra della scuola) c'erano le caratteristiche perfette che potevano creare le circostanze per fare avverare queste due cose. Luci giuste, un portone d'ingresso aperto solo per te, solo per concederti quei pochi secondi in cui il tempo si ferma e nel quale tutti possono ammirarti nel tuo bell'abitino e pensare che mai si sarebbero aspettati che tu potessi essere così bella. Luci giuste. Occhio di bue al centro della pista, e lì, mentre il fruscio dell'abito si sposa con la musica lenta lui è dall'altra parte, a bocca aperta come la maggior parte della gente. E' immobile, e tu pensi che è davvero buffo, ma anche bellissimo. Non ti sei mai sentito tanto bella in vita tua e sei compiaciuta dell'effetto che hai fatto, e vorresti solo ballare e ricere sguardi, assaporare l'innamoramente che cresce e sboccia..
Ma quella era la triste realtà, dove quelle atmosfere non potevano esistere, dove la gente non si girava a guardarti, se non avevi una profondo scollatura, dove lui non poteva permettersi di restare ammaliato da te per non rovinarsi la reputazione... I balli erano cose da ragazza. le feste, quelle con la birra e la musica spaccatimpani, erano cose da ragazzi. Ed Emma, sorridendo a quella voce, già sapeva quale delle due versioni sarebbe stata la festa di fine anno. Raccolse l'ultimo libro e, grata di non avere una profonda scollatura e tanto tempo libero, uscì da quel posto chiamato scuola in direzione della libertà.


Caro Diario,
ora che quelle farneticazioni sull'amore sono concluse, sento di essere veramente libera. L'amore...si, l'amore ti rende schiava. Credo che sia questa la lezione che ho imparato quest'anno, caro diario e non avrei potuto imparare meglio la lezione. Non mi sono mai sentita così prigioniera di qualcuno in vita mia. Eppure..puoi spiegarmi perchè mi sento così? Sento che mi manca qualcosa, e quel vuoto è qualcosa che non mi fa bene, ma che ho bisogno di avere. E' come se fossi drogata.
Con l'amaro in bocca so di che si tratta. E' la cosa che sto cercando di dimenticare, la cosa che mi fa essere la persona che non vorrei mai essere, è la cosa che più vorrei.
E' lui, non è vero?



La morbidezza del letto non avrebbe placato quella malinconia nemmeno se fosse stato foderato di pace e armonia. Emma si sollevò, salì a carponi sul letto e iniziò a saltarci sopra. Pensò che forse era un modo efficace per scacciare l'inquietudine, ma oltre che farle spuntare un breve sorriso, non funzionò un granchè. Ma perchè non riusciva a godersi la libertà? Perchè pensava ancora alla scuola e a quella stupida festa? Era la cosa più frivola che ci potesse essere..e lei ci stava addirittura pensando. Qualcuno bussò alla porta e Marzia trovò l'amica che ancora saltava sul letto, anche se con lo sguardo perso nel vuoto.
"Hei! Ma sei pazza?" disse Marzia ridendo. Emma sorrise e fece un ultimo balzo atterrando sdraiata sul letto.
"Allora..che facciamo?" chiese Emma ancora ridendo. Forse erano le amiche l'antidoto perfetto.
"Andiamo alla festa di fine anno?" rispose Marzia. Silenzio. Si guardarono per un pò.. poi scoppiarono a ridere.
"Certo e mettiamo una maglietta credendo che sia un abito!" disse Emma ancora soffocata dalle risate.
"No dai, a parte gli scherzi..e se ci andassimo sul serio?" chiese Marzia.
"Smettila di scherzare, non fa più ridere" rispose Emma, stavolta serissima.
"Sono seria. Potrebbe essere divertente!" esclamò l'amica. Poteva avere ragione? Emma ne dubitava.
"Spiegati" disse quindi lei, alzando un sopracciglio, indispettita.
"L'idea malefica che ho avuto era quella di andare alla festa. E fin qui tutto ok. Ma la parte più bella è che se ci andremo mascherate non ci riconoscerà nessuno e questo..." lasciò ad Emma la fine della frase.
"ci permetterà di fare tutto quello che vogliamo! Si. Ok. Quindi parli di un sabotaggio?" finì lei, anche se con qualche dubbio nella voce.
"Andiamo! Non dirmi che non ti piacerebbe vedere le loro facce davanti alla loro preziosa festa rovinata! So che muori dalla voglia.." la stuzzicò Marzia.
"Certo. Ma io non sono quel tipo di persona, capisci? Io non rovino le cose agli altri, è sempre..." Emma non finì la frase. Calò di nuovo il silenzio, ma stavolta non ci furono risate.
La mano di Marzia si posò sulla spalla della sua amica, dolcemente e con tutta la sincerità che aveva.
"è sempre il contrario" finì Marzia, con una nota di tristezza per l'amica. Sospirò poi disse:
"Senti, ti sei forse dimenticata tutto quello che ti è stato fatto, detto? Ti hanno sempre trattata malissimo, come un'ermarginata, una sfigata di poco valore. Non è forse questo il momento per la vendetta? Andiamo! Facciamo vedere loro di che siamo capaci! So che non vedi l'ora.."
"Non c'è gusto! Tanto non sapranno mai che siamo state noi!" disse Emma scattando.
"Ma è proprio questa la parte eccitante! Vederli sprecare neuroni vitali per capire chi è stato, quando la risposta sarà sempre davanti ai loro occhi. Per una volta, tira fuori il tuo lato biricchino, e non essere sempre così razionale! C'è la vecchiaia per quello!" concluse Marzia, e vedendo l'amica ancora insicura, la prese per un braccio e la trascinò fuori dalla stanza.
"Basta..si va a fare shopping" proclamò Marzia.
"Che? NO!" protestò Emma.
"Che ti piaccia o no avrai una maschera e un bellissimo abito e sai che ti dico? ti divertirai un mondo, non è vero?" disse Marzia con voce ferma. Emma non l'aveva mai vista così determinata
Emma sussurrò un si poco convinto, e le sue forze non bastarono, dal momento che prima che potesse protestare ancora, erano già in un negozio. Le sue fantasie si sarebbero realizzate molto presto, ma con un esito positivo e l'altro, terribile.


Caro Diario,
Marzia non ha sentito ragioni. Dice, che mi farà bene sfogarmi, che prima o poi dovevo tirare fuori la rabbia, vendicarmi di quegli snob festaioli e superficiali dei miei (nostri) compagni di classi. Ma mi spieghi come posso farlo se tra loro c'è anche lui? Ho paura. Ho paura che lui possa vedermi, alla festa, che possa trovarmi.. bella. Ho paura, caro diario, e non so che fare. Devo nascondermi dietro la determinazione di Marzia? Imitarla? Devo scappare come faccio sempre? In fondo dovrò essere tutto ciò che non sono, o che in un certo senso ho sempre desiderato di essere: Bellissima, frivola, misteriosa, sensuale.
Sento di non farcela, sento che non appena sarò entrata le mie gambe cederanno dalla paura e tutti mi scopriranno. Marzia dice che devo essere forte e che un'occasione simile non ricapiterà più, e forse ha ragione. Perchè in fondo... quando mai ricapiterà di vivere il sogno di vederlo sentendomi bella? Quando mai capiterà l'occasione di essere notata da lui anche se non saprà chi sono?
Devo godermi quell'occasione fino in fondo, perchè anche se non saprà chi sono, finalmente...mi vedrà.
 
Top
84 replies since 11/11/2011, 23:12   1099 views
  Share