Capitolo 3: Negare
Erano passati due mesi da quelle parole, quelle parole così caldamente eccitanti, pericolose. L'anno ormai stava finendo, e anche se sembra strano per una storia, era invece proprio di l'inizio. Solo l'inizio.
Tutti sono tristi alla fine di qualcosa, persino dell'anno scolastico. Perchè in fondo ciò che più si odia è sempre qualcosa che intimamente si ama, persino i compagni di scuola spocchiosi, le compagne gelose (o un pò false), i compagni dispettosi... Solo Emma sentiva di essere felice. Felice di abbandonare dalla mente quelle facce che era costretta a vedere ogni mattina, abbandonare quei pensieri che rimbombavano su di lei ogni giorno, quei giudizi. Per due mesi.. ci sarebbe stata solo lei, solo ciò che per lei contava: Le sue amiche, quelle vere, i suoi libri, la sua personale pace. L'ultima campanella finalmente suonò e furono tutti liberi da ogni impegno. Emma raccolse i libri in fretta e furia, impaziente di fuggire da quella prigione aperta solo per lei, quando alla sue orecchie arrivò una voce.
Festa di fine anno.Ecco. Un altro di quei momenti che una ragazza ama e odia allo stesso tempo. La festa di fine anno. Ebbene, per chi non lo sapesse, la festa di fine anno è un'occasione per fare due cose: Vestirsi elegante, e innamorarsi. Si, perchè solo in quella sala (la palestra della scuola) c'erano le caratteristiche perfette che potevano creare le circostanze per fare avverare queste due cose. Luci giuste, un portone d'ingresso aperto solo per te, solo per concederti quei pochi secondi in cui il tempo si ferma e nel quale tutti possono ammirarti nel tuo bell'abitino e pensare che mai si sarebbero aspettati che tu potessi essere così bella. Luci giuste. Occhio di bue al centro della pista, e lì, mentre il fruscio dell'abito si sposa con la musica lenta lui è dall'altra parte, a bocca aperta come la maggior parte della gente. E' immobile, e tu pensi che è davvero buffo, ma anche bellissimo. Non ti sei mai sentito tanto bella in vita tua e sei compiaciuta dell'effetto che hai fatto, e vorresti solo ballare e ricere sguardi, assaporare l'innamoramente che cresce e sboccia..
Ma quella era la triste realtà, dove quelle atmosfere non potevano esistere, dove la gente non si girava a guardarti, se non avevi una profondo scollatura, dove lui non poteva permettersi di restare ammaliato da te per non rovinarsi la reputazione... I balli erano cose da ragazza. le feste, quelle con la birra e la musica spaccatimpani, erano cose da ragazzi. Ed Emma, sorridendo a quella voce, già sapeva quale delle due versioni sarebbe stata la festa di fine anno. Raccolse l'ultimo libro e, grata di non avere una profonda scollatura e tanto tempo libero, uscì da quel posto chiamato scuola in direzione della libertà.
Caro Diario,
ora che quelle farneticazioni sull'amore sono concluse, sento di essere veramente libera. L'amore...si, l'amore ti rende schiava. Credo che sia questa la lezione che ho imparato quest'anno, caro diario e non avrei potuto imparare meglio la lezione. Non mi sono mai sentita così prigioniera di qualcuno in vita mia. Eppure..puoi spiegarmi perchè mi sento così? Sento che mi manca qualcosa, e quel vuoto è qualcosa che non mi fa bene, ma che ho bisogno di avere. E' come se fossi drogata.
Con l'amaro in bocca so di che si tratta. E' la cosa che sto cercando di dimenticare, la cosa che mi fa essere la persona che non vorrei mai essere, è la cosa che più vorrei.
E' lui, non è vero?La morbidezza del letto non avrebbe placato quella malinconia nemmeno se fosse stato foderato di pace e armonia. Emma si sollevò, salì a carponi sul letto e iniziò a saltarci sopra. Pensò che forse era un modo efficace per scacciare l'inquietudine, ma oltre che farle spuntare un breve sorriso, non funzionò un granchè. Ma perchè non riusciva a godersi la libertà? Perchè pensava ancora alla scuola e a quella stupida festa? Era la cosa più frivola che ci potesse essere..e lei ci stava addirittura pensando. Qualcuno bussò alla porta e Marzia trovò l'amica che ancora saltava sul letto, anche se con lo sguardo perso nel vuoto.
"Hei! Ma sei pazza?" disse Marzia ridendo. Emma sorrise e fece un ultimo balzo atterrando sdraiata sul letto.
"Allora..che facciamo?" chiese Emma ancora ridendo. Forse erano le amiche l'antidoto perfetto.
"Andiamo alla festa di fine anno?" rispose Marzia. Silenzio. Si guardarono per un pò.. poi scoppiarono a ridere.
"Certo e mettiamo una maglietta credendo che sia un abito!" disse Emma ancora soffocata dalle risate.
"No dai, a parte gli scherzi..e se ci andassimo sul serio?" chiese Marzia.
"Smettila di scherzare, non fa più ridere" rispose Emma, stavolta serissima.
"Sono seria. Potrebbe essere divertente!" esclamò l'amica. Poteva avere ragione? Emma ne dubitava.
"Spiegati" disse quindi lei, alzando un sopracciglio, indispettita.
"L'idea malefica che ho avuto era quella di andare alla festa. E fin qui tutto ok. Ma la parte più bella è che se ci andremo mascherate non ci riconoscerà nessuno e questo..." lasciò ad Emma la fine della frase.
"ci permetterà di fare tutto quello che vogliamo! Si. Ok. Quindi parli di un sabotaggio?" finì lei, anche se con qualche dubbio nella voce.
"Andiamo! Non dirmi che non ti piacerebbe vedere le loro facce davanti alla loro preziosa festa rovinata! So che muori dalla voglia.." la stuzzicò Marzia.
"Certo. Ma io non sono quel tipo di persona, capisci? Io non rovino le cose agli altri, è sempre..." Emma non finì la frase. Calò di nuovo il silenzio, ma stavolta non ci furono risate.
La mano di Marzia si posò sulla spalla della sua amica, dolcemente e con tutta la sincerità che aveva.
"è sempre il contrario" finì Marzia, con una nota di tristezza per l'amica. Sospirò poi disse:
"Senti, ti sei forse dimenticata tutto quello che ti è stato fatto, detto? Ti hanno sempre trattata malissimo, come un'ermarginata, una sfigata di poco valore. Non è forse questo il momento per la vendetta? Andiamo! Facciamo vedere loro di che siamo capaci! So che non vedi l'ora.."
"Non c'è gusto! Tanto non sapranno mai che siamo state noi!" disse Emma scattando.
"Ma è proprio questa la parte eccitante! Vederli sprecare neuroni vitali per capire chi è stato, quando la risposta sarà sempre davanti ai loro occhi. Per una volta, tira fuori il tuo lato biricchino, e non essere sempre così razionale! C'è la vecchiaia per quello!" concluse Marzia, e vedendo l'amica ancora insicura, la prese per un braccio e la trascinò fuori dalla stanza.
"Basta..si va a fare shopping" proclamò Marzia.
"Che? NO!" protestò Emma.
"Che ti piaccia o no avrai una maschera e un bellissimo abito e sai che ti dico? ti divertirai un mondo, non è vero?" disse Marzia con voce ferma. Emma non l'aveva mai vista così determinata
Emma sussurrò un si poco convinto, e le sue forze non bastarono, dal momento che prima che potesse protestare ancora, erano già in un negozio. Le sue fantasie si sarebbero realizzate molto presto, ma con un esito positivo e l'altro, terribile.
Caro Diario,
Marzia non ha sentito ragioni. Dice, che mi farà bene sfogarmi, che prima o poi dovevo tirare fuori la rabbia, vendicarmi di quegli snob festaioli e superficiali dei miei (nostri) compagni di classi. Ma mi spieghi come posso farlo se tra loro c'è anche lui? Ho paura. Ho paura che lui possa vedermi, alla festa, che possa trovarmi.. bella. Ho paura, caro diario, e non so che fare. Devo nascondermi dietro la determinazione di Marzia? Imitarla? Devo scappare come faccio sempre? In fondo dovrò essere tutto ciò che non sono, o che in un certo senso ho sempre desiderato di essere: Bellissima, frivola, misteriosa, sensuale.
Sento di non farcela, sento che non appena sarò entrata le mie gambe cederanno dalla paura e tutti mi scopriranno. Marzia dice che devo essere forte e che un'occasione simile non ricapiterà più, e forse ha ragione. Perchè in fondo... quando mai ricapiterà di vivere il sogno di vederlo sentendomi bella? Quando mai capiterà l'occasione di essere notata da lui anche se non saprà chi sono?
Devo godermi quell'occasione fino in fondo, perchè anche se non saprà chi sono, finalmente...mi vedrà.