Capitolo 2 - L'incontro del diavolo
La vita per me aveva preso una piega strana, realizzai quando ero in volo, perchè solo allora mi resi conto di ciò che era successo, di ciò che stavo facendo, di com'è ora la mia vita. Ma la vita è strana di suo, pensaii poi, scendendo dall'aereo, è strana per tutti, perchè la vita, mi dissi guardandomi intorno, è una bastarda.
Perchè se così non fosse il mio sguardo non avrebbe mai incontrato il suo, e i miei occhi color cioccolato non si sarebbero fusi nei suoi, e il mio lato femminile non gli avrebbe sorriso civettuola.
<< Se non aspettassi gia' qualcuno - disse quando gli fui abbastanza vicina da poterlo sentire - ti darei un passaggio >>
<< Se non avessi gia' un accompagnatore accetterei >> Risposi facendogli l'occhiolino.
Mi fermai poco distante da lui, proprio sull'entrata, dove mi disse di aspettare Rosalie.
Ripensai alla descrizione dettagliata che mi aveva fatto: Alto, capelli rosso ramati, occhi verdi, naso perfettamente dritto. Abiti: Una camicia a quadri e un paio di jeans.
La mia mente ebbe un'illuminazione e il mio sguardo torno' sul ragazzo di poco prima.
La descrizione corrispondeva al cento per cento.
Diamine, pensaii, avevo flirtato con il ragazzo della mia migliore amica.
Si, mi ripetetti ancora, la vita è una stronza, altrimenti Rosalie sarebbe venuta a prendermi senza mandare il suo... strafighissimo ragazzo ad incontrarmi.
Presi un profondo respiro cercando di calmarmi e a passi lenti, tanto lenti che mi sembrava di retrocedere invece di andare verso il mio interlocutore, mi avvicinai a lui con faccia da ebete e rossa in viso << Sono Isabella >> Dissi con voce ferma, come per convincere me stessa che quello fosse il mio vero nome, perchè incrociando il suo sguardo, lo sguardo del diavolo, non ero più sicura di nulla.
Sorrise sghembo. << Lo so - disse disinvolto - piacere , Edward >> Sapeva. Lui sapeva e mi aveva presa in giro. Lui sapeva e si era preso gioco di me. Lui sapeva, sapevo che ero un amica della sua ragazza, e ha fatto l'idiota con me.
Lo guardai male, probabilmente, perchè scoppiò a ridere senza contegno e questo non fecve che aumentare ancora di più la mia ira.
<< La macchina è qui fuori - annunciò tornando, finalmente, serio - a quanto pare sarò il tuo accompagnatore >> E ancora una volta rise della mia espressione.
Ringraziai i più santi cieli, e dio, in cui non ero nemmeno sicura di credere, quando seppi che Rosalie era già a casa.
Non sapevo, e non volevo pensare, a ciò che sarebbe successo se fossi stata un minuto di più con Edward. Durante il viaggio in macchina non fece altro che prendermi in giro e fare allussioni maliziose, per poi ridere del mio imbarazzo.
Mi commossi quando Rose mi abbracciò tanto da strozzarmi e disse quanto le ero mancata.
<< Mi sei mancata da morire anche tu >> Le disssi con le lacrime agli occhi.
Fui sorpresa quando Edward si congedò lasciando me ed Rosalie in salotto e andando a cucinare. Preparò le lasagne; il mio piatto preferito.E mi stupii ancora quando assaggiai il cibo e scoprii che era delizioso.
<< E' squisito - dissi a fine cena - le lasagne sono il mio piatto preferito >>
<< So anche questo >> Disse lui.
Alzai un soppracciglio guardandolo torvo, ma prima che potessi pensare che fosse un maniaco realizzai che era Rose ad averglielo detto.
<< Rosalie - disse volgendo uno sguardo dolce alla sua ragazza - mi ha parlato molto di te >>
Dopo cena andai a farmi una doccia rinfrescante, ne avevo davvero bisogno.
L'acqua che scivolava lungo il mio corpo sfinito era una sensazione piacevolissima, massaggiai a lungo la cute lavandomi i capelli e poi li risciaquai con cura godendomi il dolce profumo dello shampoo alla fragola. Il mio preferito e quello di Rose.
Uscita dal box doccia mi spazzolai i capelli innervosendomi dei nodi che non se ne volevano andare, poi mi avvolsi nell'asciugamano e aprii la porta.
Spalancai gli occhi a quell'incantevole visione.
Edward, con solo un'asciugamano avvolto attorno alla vita, i capelli bagnati, e qualche goccia d'acqua che gocciolava sul viso, lungo il torace scolpito e poi all'interno dell'asciugamano.
Mi leccai le labbra, e lui fece lo stesso osservando me.
<< Isabella >> sussurrò con voce roca schiarendosi la voce.
Isabella fu l'unica cosa che disse, perchè poi le parole non servirono più.
Perchè Rosalie era uscita, e noi eravamo soli in casa.
Rabbrividii, e non di freddo.