| Ok arriva il 3' capitolo!
Cap. 3 Forks
Ero riuscita ad imbarcarmi su un volo ed ero arrivata in America. E poi ero arrivata Forks correndo. Andavo a volte a scia , a volte ad istinto. Saltavo sui rami degli alberi. Però mi accorsi che sotto di me c’era un lupo nero. Enorme. Era di sicuro un licantropo. Il ramo iniziò a scricchiolare; non riusciva a reggere il mio peso. Il lupo alzò la testa , ed eccomi lì, impalata. Scesi dal ramo e corsi. Riuscì a seminarlo ma aveva lanciato un ululato poco rassicurante. Mi ritrovai sui margini della spiaggia. Avrei potuto buttarmi in acqua, e ricominciare la ricerca da un altro punto, se non fosse stato per dei ragazzi che giocavano a calcio. Tra me e me mormorai un imprecazione. Accidenti. Decisi di sfidare la fortuna e mi preparai al salto. Ma prima di saltare mi colpì in pieno qualcosa di grosso. Il lupo nero di prima. Finì proprio in mezzo alla spiaggia, avevo sbattuto la testa e sentivo uno strano formicolio alla testa. Mi tastai la fronte. Era sporca di sangue. No! Cavoli, cavoli! Il sangue sgocciolava sulla sabbia e faceva un rumore morbido. < Sam!> Gridò un ragazzo < Sei impazzito!?> < E’ umana!> Gridò un altro. Sam mugolava No, che non lo è , pensava, accidenti cosa aspettate a trasformarvi? Sam ululò. Finalmente, quando tutti prestarono attenzione a Sam, decisi di svignarmela e feci un balzo per allontanarmi. Unico particolare: avevo dimenticato di farlo in modo umano. Ops. Si sentì una vibrazione nell’aria. Come degli strappi, presi forza e mi voltai. Una dozzina – e dico una dozzina, 12!- di lupi era dietro di me, e mi ringhiava contro. Doppio ops. C’era solo un ragazzo in piedi e mi fissava. < Chi sei?> < Non sono affari tuoi!> E sparì lasciandomi dietro i lupi e il mantello nero. Ok, pensai, casa Cullen è dall’altra parte. Saltai dall’altra parte del fiume, qualche secondo di corsa ancora., ed eccomi davanti alla grande casa bianca. Camminai fino alla porta, ma prima di bussare mi ferma. Che stavo facendo? La porta si aprì e feci per andarmene, ma un colosso – Emmet di sicuro – mi trattenne per una spalla. Intanto si stavano avvicinando alte persone e udì una risata. Quella risata. No, non era possibile. Era Edward. Lui ci raggiunse, mi guardò e si bloccò, come tutti gli altri vampiri lì presenti. <elizabeth?> Chiese. Io annuì < No, non è possibile> < Sì , invece> s’intromise Emmet <sai chi è?> Edward sembro sul punto di ridere, ma ritorno subito serio , anche se con un ombra di un sorriso sul volto < E’ mia sorella> Silenzio assoluto. Poi Edward riprese a ridere < Eddai non dirmi che non noti la somiglianza! Carlisle! Vieni qui!> < Cosa c’è?> chiese lui. < Ho una sorpresa!> Carlisle arrivò. Strabuzzo gli occhi vedendomi < Elizabeth Allison Masen?> Uffa! Doveva proprio dire il mio nome al completo? Dopo quasi 500 anni di vita certe cose si sa che danno fastidio.<già, in persona> Alzai lo sguardo. E tutti i presenti mi fissarono. Sapevo cosa stavano guardando: Il mio viso, i miei capelli color bronzo , i miei occhi verdi. <elizabeth…> gemette Edward Anticipando ogni domanda e sentendomi ogni secondo sempre più a disagio parlai < Il processo non si è ancora concluso , procede a tentoni> Alzai le spalle. < Edward non avendo succhiato via tutto il veleno…> Lui sembro arrabbiarsi sul serio < Pretendi troppo da me! Volevi questo? Che succhiassi via il veleno, io , vampiro neonato assetato?> < Ma avresti potuto lasciarlo diffondere! Mi avresti eliminato un sacco di sofferenze inutili, 90 anni e più per aspettarti, ad aspettare di diventare vampiro. Un atroce dolore , per 90 anni!> < Questo non è colpa di nessuno> Disse Carlisle. Mi balenarono in mente tutti gli attacchi dei Volturi, tutti i morsi, tutte le ferite.. Edward si irrigidì, anche se non aveva capito il perchè di quegli attacchi< Be’ di qualcuno sì > mormorai. < Stanno per arrivare Sam e Jacob> disse Edward. In fatti poco dopo sbucarono fuori due ragazzi. Uno di loro aveva in mano la mia mantella. Triplo ops. Uno li loro stava per parlare ma mi vide. < Che ci fai qui? Se venuta a distruggere i Cullen ? eh! > < Sa m che stai dicendo? > chiese Carlisle < Questa è Elizabeth> < Sam lasciala stare!> si lamentò Jacob < No! > ruggì Sam < è una di loro!> Ed indicò la mantella. Sentì che tutti trattennero il respiro. Anch’io lo feci. < El… come hai potuto? > < Io … non ero al servizio dei Volturi!> Scoppiai < Non è colpa mia se Matthew ha deciso di arruolarsi !> Mi vennero in mente le sue parole:
Stavamo camminando, niente di più. < El, ho deciso di fare una cosa> Mi aveva annunciato. Sembrava su di giri. < Cosa? > di solito le sue idee erano divertenti, coinvolgenti. < Ho deciso di andare dai Volturi. Per arruolarmi.> Sbattei furiosamente le palpebre, sperando di svegliarmi , sperando che quello fosse soltanto un brutto sogno. Certo , il suo potere era speciale: riusciva a bloccare ogni segno vitale di una persona , il suo cuore non batteva , non reagiva agli stimoli, non respirava e non pensava per le persone che gli stavano intorno. Ovviamente era un’illusione. La persona in realtà poteva essere viva e vegeta, ma i suoi cari potevano seppellirla credendola morta. Ecco, il suo potere rendeva morte le persone. La persona sotto l’effetto del suo potere, era come in un limbo. < Oh, non pensavo che fossi interessato a questo tipo di… mantenimento> risposi cercando di mantenere la calma. Cercai di dissuaderlo , ma ogni proposta veniva ignorata.
Mi ripresi < Il mio potere, inoltre, piaceva molto ad Aro. Non riesco a togliermi dalla mente il suo entusiasmo, quando per la prima volta feci la dimostrazione dei miei poteri.> Rabbrividì al ricordo. < Qual è il tuo potere?> chiese Carlisle., forse non se lo ricordava. < Be’ , nella mia vita umana imparavo molto in fretta, ora so … duplicare i poteri degli altri vampiri, sottrarli per un periodo limitato ma anche riconoscerli. Altrimenti che senso avrebbe?> l’ultima frase fu un borbottio incomprensibile. < Come Eleazar> < Eleazar? Cosa sapete di lui? Come fate a conoscerlo?> < E’ in un clan vicino al nostro, vive in Alaska . Tu come fai a conoscerlo?> < Quando decise di andarsene dai Volturi, mi chiese se volevo andare con lui. Lui aveva visto come mi sentivo a disagio tra i Volturi> Scossi la testa < Se avessi saputo che sarebbe venuto qua vicino…> Tutti rimanemmo in silenzio. Il mio cuore iniziò a battere più veloce, un altro battito più veloce più doloroso. Poi, finalmente, il cuore perse un battito. Espirai profondamente. < Ah> fu il commento di Edward, alzai il collo per guardare la casa bianca. E sentì Edward irrigidirsi, fiissava il mio collo, la sua cicatrice.
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