Capitolo 3: 6 mesi di silenzio
Lo avrei mai considerato come qualcosa di realmente accaduto? Poteva davvero essere successo? Affidarmi ai postumi della sbornia mi sembrava la cosa più sensata, una cosa da Eric.. Ma non potevo più ingorare il mal di gola, quello che viene quando di urla tantissimo. Non potevo ingorare i tremori, la debolezza, lo smarrimento, gli incubi notturni, gli STESSi ogni sera: la bambina mi fissava con quegli occhi orribili, nei quali si rifletteva la luna viola, mi fissava senza parlare e io sentivo solo il desiderio di ucciderla, e quando le mie mani si serravano sulla sua gola lei parlava, come se sapesse che era proprio quello il momento di parlare... diceva sempre "Grazie, padre". Mi svegliavo sempre fradicio di sudore, tremante, e non poteva più ingorarlo: Era successo. Cosa avrei fatto, dopo aver commesso una simile atrocità? E soprattutto...cosa avevo creato? Cosa significava quella bambina con gli occhi viola? C'era una connessione con la luna, questo non lo mettevo in dubbio. Ma la vera domanda era..cosa c'era di particolare in quel viola, quel viola prodotto dal mio dolore, quel viola così potente che si era applicato alla luna quella sera? Impossibile dare risposte anche minimamente scientifiche, perchè in quel caso nemmeno la scienza poteva spiegare le mie azioni e le sue conseguenze. Il sonno era diventato un optional ormai pur di non sognare la bambina, i dubbi mi assalivano insieme al senso di colpa, non stavo vivendo. La mia vita cambiò, ed è strano dirlo visto che era palesemente e radicalmente cambiata, quando il 25 Luglio 1877 lessi un notizia sul giornale, in prima pagina, e un pezzo di carta con inchiostro sopra sembrò segnare definitivamente ciò che avrei dovuto fare per il resto della mia vita, spazzando via tutti i dubbi:
Coniugi trovati morti nella propria abitazione. Neonata sopravvissuta miracolosamente! Tragedia avvenuta la notte del 24 Luglio, si pensa ad un malore della coppia che non presenta segni di aggressione. Neonata sotto le cure dell'orfanotrofio.
Come era anche solo lontamente possibile che una neonata potesse sopravvivere? Poteva esserci stata una rapina in casa, un incendio, qualunque cosa..ma, perchè lei, così piccola e fragile era sopravvissuta? Solo dopo collegai una serie di elementi, molti inconsci, altri evidenti, elemente che componevano il puzzle del mio destino, costituendo pezzo dopo pezzo, il quadro della mia dannazione eterna. Lessi sul giornale i nomi della coppia. Primo pezzo: Erano i genitori della bambina che sapevo era nata quella sera, la chiamo così ormai non volendola rievocare. La gola mi bruciò ancora producendo una specie di scossa elettrica nel mio intuito. Si, avevo urlato, voleva ricordarmi questo la mia gola.. ma, cosa avevo urlato? Stavolta agì qualcosa di paraumano e di molto inconscio dentro di me, perchè mi trovai a sussurrare
"Voi avete il potere di uccidere! E così sarà!". Secondo elemento... Uccidere, hanno il potere di uccidere, così sarà..così sarà con..quel viola. Non so se la gola mi fece male come il quell'istante, dopo l'urlo ben diverso da quello di quella sera, era un urlo di assoluta consapevolezza, consapevolezza di ciò che avevo creato, del mio abominio.. Mi operarono alla trachea e alle corde vocali, e questo fu un bene perchè rimasi completamente muto per 6 mesi. Mi fece bene stare in silenzio, a meditare, a capire. Dopo 6 mesi e svariati articoli sul giornale di misteriose morti in orfanotrofio seppi esattamente cosa dovevo fare, seppi che non potevo cancellare niente e la cosa più sensata che avrei potuto fare nel resto della mia vita, anzichè continuare a star male, a rompermi ancora la gola con le urla e a spezzare il mio cuore con il senso di colpa, era quella di riparare. Dopotutto un vaso rotto è rotto per sempre, ma i suoi pezzi li puoi ancora incollare, puoi cercare di porre rimedio anche se..i segni restano. Eppure è orribile tutto ciò, lo scopo della tua vita dovrebbe arrivare inaspettato e piacevolmente per caso, accolto come un miracolo, un idea geniale piovuta dal cielo.. Il mio era nato da 6 mesi di silenzio nella bocca e nel cuore, il mio era nato da tutto ciò che di male può essere fatto, pensato, detto. Avrei cercato quelle bambine, le avrei cresciute, le avrei addestrate, le avrei controllate e soprattutto avrei fatto in modo di..riparare, e, finalmente avrebbero potuto ringraziarmi, proprio con in quell'incubo ricorrente.
L'orfanotrofio puzzava di pegno marcio e cane bagnato, ma tutto sommato non doveva essere profumato un luogo dove oltre che ospitare, serviva anche a traumatizzare i bambini. Chiesi della bambina sopravvissuta, certo che non ci sarebbero stati dubbi sulla sua identià. La suora impallidì pur tenendo la sua posa composta da severa nutrice, non rispose subito perchè ovviamente, come tutte le suore, non si fidava di me, l'uomo vestito di nero con lo sguardo maledetto. Ma poi deve aver pensato che solo uno scellerato come me viene a chiedere di una bambina che ha senza dubbio creato già grossi problemi, e perciò mi rispose.
"Ha idea di ..cosa... sia quella bambina?" disse la suora con voce gelida.
"Non so di che stia parlando, voglio solo una bambina, sono vedovo. E voglio LEI. Voglio che non sia più solo una sopravvissuta" dissi sudando per la farsa che stavo mettendo in scena. La suora parve bersi tutto anche se la sua posa autoritaria rivelava tutti suoi sospetti.
"quella bambina è una strega, è posseduta..dal..Dem..Demonio!" disse la suora facendosi rossa in viso facendosi velocemente il segno della croce, come se ci fosse il pericolo che possedesse anche lei senza quel segno di fede.
"E se a me non interessasse?" dissi scattando e mordendomi la lingua per essere andato vicino al farmi scoprire.
La suora se ne accorse e si fece ancora più sospettosa, ma pur di liberarsi di una creatura del diavolo, come pensò, mi acconsentì di accedere alle carte dell'adozione.
"Io l'ho avvertita. Strane cose accadono quando LEI è sveglia, vigile.. La gente muore, e muore solo in sua compagnia.. Quella bambina è la giustiziera del demonio.." disse la suora in preda ad un paura sfrenata, mai vista nelle donne come lei.
"Io la voglio. Mi creda preferirei morire..ma ormai non ho scelta, ormai non la ho più.." dissi, e quella firma sui documenti sigillò per sempre il legame con il mio peccato.