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Io, Renesmee Cullen

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Shiri
CAT_IMG Posted on 6/7/2009, 09:34




Premessa dell'autore:
La Renesmee che ho creato è un po' particolare...forse non sarà proprio come ve la siete immaginata. Spero comunque che vi possa piacere.
Non fatevi problemi nel commentare o dare consigli ( sono molto accettati ).
Buona lettura twlighters!!


TITOLO: Io Renesmee Cullen
AUTORE: Shiri
GENERE: Fantasia
PERSONAGGI: Renesmee, Jacob, Edward, Bella, altri membri della famiglia Cullen, umani, Jayson e Violet

1 Capitolo -

“ Se vuoi la tessera della libreria devi darmi tutti i tuoi dati: nome, cognome, età, residenza..” mi disse la ragazza dietro alla scrivania, con aria disinteressata.
“ Sai che ti dico? Lasciamo stare, vengo un altro giorno” dissi girando i tacchi e andandomene. Sinceramente, non mi andava di stare lì un quarto d’ora per una stupida tessera. E poi avevo avuto sempre qualche problema a rivelare i miei dati personali, soprattutto l’età. In teoria avevo diciassette anni, ma quando sei immortale ha poi così importanza l’età che hai?
“ Sei sicura?” mi urlò la ragazza prima di uscire.
“ Sicurissima, grazie” risposi uscendo in strada.
In meno di cinque minuti fui a casa e non perchè abitassi lì vicino, anzi, la mia casa era a Forks mentre la libreria si trovava a Port Angeles, ma solo perchè avevo una capacità un po’ particolare: corsa fulminea, così la chiamavo io. Uno dei tanti vantaggi quando hai il padre vampiro.
Appena entrai dalla porta, mia madre, Bella Swan, mi chiamò dalla cucina.
“ Nessie, sei tu?”.
Oddio, lo odiavo quel soprannome, eppure tutti si ostinavano a chiamarmi così. L’idea era venuta a quel simpaticone di Jacob Black, amico di famiglia da sempre, per quel che ricordo. L’avrei odiato fino alla morte, per averlo inventato. Anzi, la morte non era affatto nei miei programmi...meglio, l’avrei odiato per l’eternità.
“ Sì mamma, sono io” risposi buttando la giacca sopra una sedia e incamminandomi verso la cucina. Come al solito, stava spadellando. Bè, lei non aveva bisogno di cibo normale, nessuno della mia famiglia si nutriva in quel modo. Ma io, essendo mezza vampira e mezza umana, avevo l’alternativa. Potevo o cibarmi di sangue animale, o di cibo normale. Avevo scelto la seconda, per semplice comodità. Avevo provato qualche volta a cacciare, insieme a mio padre, ma proprio non faceva per me.
Sapete, ero nella tipica fase di “crisi adolescenziale”, solo che, invece di voler far tardi la sera insieme agli amici o farmi un tatuaggio come una qualsiasi ragazzina, io avevo solo qualche problemino ad accettare la mia vera natura e cioè essere un mezzo sangue. Così, si chiamano quelli che nascono da un umano e un vampiro. Per qualcuno può sembrare una stupidata, anzi, magari anche una cosa divertente, ma credetemi, non è affatto così. È come se fossi rimasta a metà strada tra due mondi. Non sono nè completamente vampira e nè completamente umana. Un grande stress. Mi pare di essere come divisa, non riesco a trovare la mia vera identità. Non sono parte di nulla. Sono, lì, a metà strada, cercando di capire che razza di creatura potrei essere.
È terribile.
“ Dov’è papà?” chiesi sedendomi sulla sedia.
“ È fuori con zio Emmett e zio Jasper, torneranno questa sera” disse mettendomi davanti del pesce dall’aspetto delizioso.
“ Non ti fa schifo prepararmi da mangiare?” le chiesi mentre cominciavo a divorare tutto.
“ No, amore mio” rispose mia madre quasi seccata da quella domanda.
“ Lo faccio con piacere, sei mia figlia e se preferisci il cibo umano, continuerò a preparartelo finchè vorrai” continuò sorridente.
“ Sei insuperabile!” esclamai.
“ Hai fatto la tessera della libreria?” mi chiese poco dopo.
“ Emm..veramente no”
“ E come mai?”
“Ho cambiato idea e poi a casa ne abbiamo finchè mai di libri, mi basteranno”
“ Questo lato l’hai preso decisamente da me” sussurrò mia madre sorridendo.
Ed era vero. La passione per i libri era sua. Li divorava in un modo esagerato. E anche io non ero da meno.
“ A proposito di libri” riprese svegliandomi dai miei pensieri.
“ Io e tuo padre ti abbiamo iscritto a scuola”.
Feci cadere la forchetta sul piatto.
“ Stai scherzando?” esclamai in preda al panico.
“ No, anzi, siamo già in ritardo. Avresti dovuto cominciare ad andare a sei anni e invece ne hai diciassette e sei ancora a casa, fai un po’ tu”
“ Ma lo sai che non ne ho bisogno! Mi basta leggere un’inceclopedia per sapere già tutto”. Altra mia capacità: lettura memory. Sorpannominata così da me, naturalmente. Potevo leggere un intero libro e ricordarlo quasi tutto. La mia famiglia era davvero sbalordita da questa mia capacità. Era per questo che non ero mai andata a scuola, sapevo già ogni cosa. Avrei potuto sfruttare questa mia capacità, per fare grandi cose, ma avevo solo diciassette anni. Meglio rimanere con i piedi per terra. E poi ero ancora impegnata nella ricerca del mio “io” per mettermi dietro ai libri e diventare una cervellona.
“ Vorrà dire che sarai la prima della classe” scherzò mia madre.
“ Io non ci vado!” esclamai risoluta.
“ Non si accettano capricci. Ormai ti abbiamo iscritto, vedrai, ti trovarai bene”
“ Stare in mezzo agli umani non è mai un bene” borbottai. Era per questo che non avevo amici, a parte la mia intera famiglia. Tutte persone “ non persone”, così li chiamavo. Ed ero contenta di avere solo loro. Stare in mezzo agli umani mi rendeva inquieta. Ero così diversa che quasi mi spaventavo da sola. Sapevo già che non sarei riuscita ad amalgamarmi tra loro. Era impossibile. La diversità, gioca brutti scherzi. Anche solo andare a fare un giro a Forks o a Port Angeles, come quella mattina, mi metteva in seri problemi. Certo, lo facevo comunque ma se avessi potuto scegliere non l’avrei fatto.
“ Ma mamma...” ritornai all’attacco.
“ Ma mamma un bel niente! Lunedì inizi, e niente storie, capito?”
Sfrecciai in camera mia in meno di dieci secondi senza darle nessuna risposta. La sentii urlare qualcosa, ma sinceramente non m’importava.


Edited by Shiri - 5/11/2009, 17:01
 
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lety@@
CAT_IMG Posted on 6/7/2009, 09:48




wow interessante continua a postare...
 
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Miss caterina cullen
CAT_IMG Posted on 6/7/2009, 10:31




Beello:) Bravvaaaa ..continua presto :)
 
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Darla ;)
CAT_IMG Posted on 6/7/2009, 11:39




moolto interessante...posta presto!!
Darla
 
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dolce chicc@
CAT_IMG Posted on 6/7/2009, 11:44




wow è davvero interessante!!! posta presto, amo le storie di Nessie!!
 
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Shiri
CAT_IMG Posted on 6/7/2009, 14:58




Grazie ragazze! Ecco il secondo cap..buona lettura!

2 Capitolo -

Naturalmente non riuscii a convincere nemmeno mio padre che la storia della scuola era una stupidata. Anche lui era risoluto a farmi andare. Disse che lui e la mamma si erano consciuti lì e che stare in mezzo agli umani mi avrebbe fatto capire tante cose. Io non vedevo come poteva succedere, ma che altro avrei potuto fare? La scelta era loro, purtroppo.
Domenica pomeriggio ero seduta sulle scale di casa, davanti all’entrata, cercando di non pensare a nulla, soprattutto al giorno seguente che mi aspettava, quando sentii dei passi pesanti venire verso di me. Chi poteva essere se non Jake? Spalancai gli occhi e me lo ritrovai davanti che mi faceva ombra con la sua stazza.
“ Jake!” esclamai abbracciandolo.
“ Ehi ciao, Nessie”
“ Renesmeee” precisai indispettita sciogliendo l’abbraccio.
“ Ancora con questa storia? Rassegnati, ormai tu sarai Nessie a vita”.
Non gli diedi retta e mi andai a sedere di nuovo.
“ Come mai questo faccino triste?” mi chiese sedendosi al mio fianco.
“ Domani inizio scuola” dissi in un sussurro.
“ Wow” commento ridendo.
“ Non è che puoi convincere mamma e papà che è una gran stupidata? Lo sai anche tu che non mi serve a nulla andare a scuola”
“ E cosa vorresti fare nella vita, sentiamo”
“ Non lo so” risposi facendo spallucce.
“ Secondo me non è una cattiva idea. Tutti noi siamo andati a scuola. È un passaggio che bisogna vivere prima o poi, e tu sei già in ritardo”
“ L’ha detto anche mamma”
“ Perchè è la verità”
“ Pensavo che almeno tu fossi dalla mia parte” dissi acida.
Jake mi guardò con quel suo sorriso scintillante e mi accarezzò i capelli.
“ Io sarò sempre dalla tua parte ma forse questa volta dovresti dar retta ai tuoi. La scuola non è poi così male, credimi”.

Che cosa aveva detto Jake? La scuola non è poi così male? Appena arrivai nel parcheggio mi sembrò l’incubo peggiore della mia vita.
C’erano un mucchio di macchine e un sacco di ragazzi e ragazze che parlavano tranquillamente tra di loro. Mi feci strada sotto il cielo nuvoloso di Forks e cercai di tenere gli occhi bassi, anche se tutti mi guardavano incuriositi.
Appena entrai mi diressi in segreteria dove una donna molto gentile mi diede i miei orari. La prima lezione era matematica. Mi diressi verso la classe giusta, cercando di non imbattermi in nessuno di specifico e poi entrai in aula. I ragazzi che erano già seduti ai banchi mi squadrarono e facendo finta di nulla, presi posto in fondo all’aula. Una ragazza dai capelli corti neri con grandi occhi blu si girò per guardarmi e mi sorrise. Io ricambiai imbarazzata mentre tiravo fuori un foglio di carta e cominciavo a pasticciarlo. Per tutta l’ora non feci altro. Avevano appena iniziato il programma e gli esercizi che il professore aveva dato li finii in meno di dieci minuti. Le altre lezioni furono inglese e geografia. Un’altra noia mortale. Rimasi per tutta l’ora a guardare fuori dalla finestra e a sognare di non essere in quel buco, definito scuola.
In mensa presi un vassoio giallo, me lo riempii di cose da mangiare e mi sedetti ad un tavolo da sola. Cominciai a osservare gli umani. Che strane creature che erano. Ridevano sempre e dicevano un mucchio di stupidate. Ogni tanto qualcuno mi lanciava qualche strana occhiata ma poi ritornavano alle proprie attività.
“ Ciao” sentii una voce squillante rivolgermi la parola. Lentamente alzai lo sguardo e mi ritrovai davanti la ragazzina che all’ora di matematica mi aveva sorriso.
“ Ciao” risposi stranita.
“ Posso sedermi?” mi chiese con il vassoio in mano.
“ Certo” balbettai. Prese posto davanti a me e cominciò ad aprire la lattina di the che aveva davanti.
“ Come ti chiami?” mi chiese guardandomi con espressione curiosa.
“ Renes..” non riuscii a finire la frase. Era troppo strano che un umano mi stesse parlando. Com'era possibile che non mi guardasse dall’alto in basso come tutti?
“ Renes?” mi chiese confusa dal quel nome.
“ Renesmee” dissi infine.
“ Renesmee” ripetè sottovoce. “ È un nome davvero strano” commentò cominciando a mangiare.
“ Sì, lo è” dissi bevendo un grosso sorso di coca.
“ E tu?” chiesi con coraggio.
“ Mi chiamo Natalie” disse sorridente.
“ Natalie” ripetei sottovoce. “ È un nome davvero dolce” dissi imitandola.
“ Grazie” rispose sorridendo.
“ Posso farti una domanda?” le chiesi poco dopo.
“ Dimmi”
“ Perchè...mi stai parlando?”. La ragazza mi guardò confusa.
“ Non posso?” chiese triste.
“ No, non è questo..è solo che...sono nuova e nessuno mi ha rivolto la parola, non fanno altro che fissarmi...” cercai di spiegare sperando che le mie parole potessero avere un qualche senso.
“ Io non sono come gli altri” disse. “ Non discrimino nessuno. In questa scuola si ha il vizio di scartare gli ultimi che arrivano ma io non sono d’accordo. Comunque se preferisci che me ne vada...”
“ No!” esclamai preoccupandomi dal senso di panico che mi prese allo stomaco. Non volevo rimanere da sola.
“ Resta, ti prego” dissi sorridendo. “ Su, raccontami qualcosa di te” le proposi subito dopo. Natalie mi foderò un grosso sorriso e non riuscii più a fermarla. Mi raccontò della sua famiglia: aveva un fratello più piccolo, pestifero come non mai. Un cane minuscolo e due genitori meravigliosi. Una casetta non molto grande ma accogliente, amava leggere e il suo sogno era diventare una biologa.
“ E tu invece? Che cosa mi racconti di te?”. La campanella suonò, oggi la fortuna era dalla mia parte.
“ Scusa è suonata la campanella e non posso arrivare in ritardo alla prossima lezione” dissi a mo' di scusa.
“ Allora ci vediamo dopo la scuola”
“ Non ti prometto nulla, scusa. Ciao” urlai correndo fuori dalla mensa. Meno male, ero riuscita a scampare alla domanda che più mi terrorizzava. Raccontare di me mi faceva impazzire. Che cosa avrei mai potuto dire?
“ Sai Natalie, sono una mezzo sangue, nel senso che quando i miei mi hanno avuto, mia madre era un umana mentre mio padre un vampiro. Ho dei poteri speciali e il mio migliore amico è un licantropo”. Sì, certo, fattibilissimo. Che problema c'era?
Scossi la testa ed entrai nell'aula di biologia, magari mi sarei distratta.
Il pomeriggio passò molto in fretta. Come avevo fatto la mattina, seguii poco e niente. Anzi, più niente che poco.
Appena uscii dalla scuola vidi Natalie venirmi incontro.
“ Ciao sei venuta in auto questa mattina?”
Sono venuta correndo, pensai tra me e me.
“ Emm..no” risposi semplicemente con un sorriso.
“ Vuoi un passaggio?”
“ No, non ti disturbare”
“ Nessun disturbo, lo faccio con piacere”
“ No, grazie”
“ Eh dai! Non ti mangio mica!”.
Risi forzatamente.“ No, Natalie, abito qua vicino, vado a piedi”
“ Ma..”
“ Natalie!” esclamai irritata. Mi guardò stranita da quello scatto.
“ Scusa...è che non ho bisogno di nessun passaggio. Ci vediamo domani” dissi cercando di non farla rimanere male, ma probabilmente era troppo tardi.

“ Io l'avevo detto che non ero capace di stare con gli umani, non ci so fare. Non li capisco..” continuavo a borbottare tra me mentre tornavo a casa.
“ Povera Natalie, sono stata davvero un'idiota! Era poi solo un passaggio, uno stupido passaggio..”
“ Ehi, che brontoli?”. Alzai lo sguardo e vidi seduto sui gradini di casa Jacob.
“ Nulla” risposi distrattamente. Cominciai a salire le scale quando mi afferrò per la vita. Alzai gli occhi e lo vidi a pochissimi centimetri da me.
“ Sicura?” mi sussurrò.
“ Certo” dissi imbarazzata. Di solito, non si comportava così. Era molto discreto.
“ Sicura, sicura?” continuò ridendo.
“ Jake, finiscila!” esclamai cercando di divincolarmi. Ma lui mi teneva stretta, con la sua pelle bruciante.
“ Ti vedo triste” continuò.
“ Sai, ho appena finito il mio primissimo giorno di scuola e peggio di così non poteva andarmi”
“ Che cosa è successo di così grave?” mi chiese mollando un po' la presa. Ne approfittai per allontanarmi. Non mi piaceva averlo così vicino. Mi imbarazzava troppo.
“ Lascia perdere” dissi ricominciando a salire i gradini. Non mi andava di parlarne.
“ Perché sei sempre così sulla difensiva? Volevo solo fare un po' di conversazione, certo che sei davvero difficile!” lo sentii dire.
Ma non gli diedi retta e di filato andai in camera mia. Non sapevo nemmeno io il perché ma mi sentivo strana. Che parola aveva usato Jake? Triste? Ecco, sì, ero dannatamente triste e non potevo farci nulla.
 
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piccola96_2009
CAT_IMG Posted on 6/7/2009, 15:51




ho appena letto la tua ff! è bellissimaaaa ... cintinua a postare xfavore! =)
 
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****Sakura****
CAT_IMG Posted on 6/7/2009, 17:04




Uh che bella...continua presto, sono molto curiosa di leggere il 3 capitolo.....complimenti
 
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Miss caterina cullen
CAT_IMG Posted on 6/7/2009, 17:58




Bel nuovo chappy..Brava..complimenti..Posta presto.......kate :) image image image image image image image image image image image image image image image image
 
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Elly4ever...
CAT_IMG Posted on 6/7/2009, 17:58




Ciaaaaaaaaao!!!!
Ho letto ora il primo capitolo e il secondo...
fantastici!!!
Io adoro Renesmee!!!
Povera alla fine è triste...
Mi pace molto la tua storia... 6 molto brava!!
Sono molto curiosa di leggere il prossimo capitolo! ^_^

kiss
 
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dolce chicc@
CAT_IMG Posted on 7/7/2009, 12:10




bellissimo chappy!!! continua a postare!!!
 
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Shiri
CAT_IMG Posted on 7/7/2009, 14:38




Ecco a voi il terzo cap!

3 Capitolo-

La sera a cena ( bé, mangiai solo io) raccontai poco e niente del mio primo giorno di scuola. Annuivo alle domande curiose dei miei genitori e ogni volta che potevo cercavo di cambiare discorso. Non dissi nulla di Natalie, non avevo voglia di sentire le loro ramanzine. Avrebbero cominciato col dirmi che non avrei dovuto trattarla così, che ci vuole rispetto, che gli umani sono molto più fragili di noi, che avrei dovuto chiederle scusa...bla, bla, bla, bla. Cose che, non applicavo nella vita, ma che sapevo già.
“ Jake mi ha detto che eri un po' triste appena sei tornata” mi disse ad un certo punto mia madre prendendomi il piatto vuoto da sotto il naso.
“ Ero solo stanca” mentii.
“ Si è offeso, sai. Dice che l'hai trattato male e che non vuoi mai parlare con lui” continuò.
“ Eh dai, mamma! Non stare dalla sua parte. Lo sai che quando ci si mette è davvero insopportabile. Mi fa sempre mille domande e non mi lascia mai respirare” dissi irritata.
“ Sii gentile con lui, ti vuole molto bene” intervenne mio padre.
“ Ma se non l'hai mai potuto sopportare!” gli dissi alzando gli occhi al cielo.
“ Tanto tempo fa, quando faceva il filo alla mamma...” continuò sorridendo.
“ Appunto, perché non si trova qualcuno a cui fare il filo? Così non sta attaccato a me” sbuffai.
Mamma e papà si lanciarono un'occhiata e risero.
“ Che ho detto?” chiesi confusa.
“ Nulla tesoro. Solo cerca di essere carina. È un amico di famiglia e si preoccupa per te” disse mia madre sfiorandomi il viso.
“ Ci proverò” risposi guardando mio padre che sorrideva angelico.
Andai a dormire presto. Sì, io dormo. Mentre i miei genitori stanno svegli tutta la notte, io dormo beatamente e sogno anche. Incredibile vero? Questa parte di me l'adoro. Mia madre rimpiange quando poteva sognare. Dice che è la cosa che le manca di più.
Sognare papà per lei era uguale a vita. Per me sognare è uguale a libertà.

La mattina seguente, mi recai a scuola svogliatamente. L'idea di dover vedere tutta quella gente, quei professori inutili e Natalie...Oddio, mi venivano le vertigini.
Appena fui nel parcheggio, mi diressi immediatamente verso l'entrata. Vidi Natalie appoggiata al suo armadietto ma non mi rivolse nemmeno uno sguardo, probabilemente era ancora arrabbiata e non potevo darle torto.
La prima lezione fu inglese, niente di impegnativo. Quando finii il professore mi chiamò in disparte un momento.
“ Sì?” chiesi confusa mentre mi avvicinavo alla cattedra. Chissà che voleva?
“ Signorina Cullen, vedo che per tutta la lezione è rimasta del tutto...indifferente” disse l'ultima parola con una punta di acidità.
“ Ho dato a vedere questo? Oh, non era mia intenzione, assolutamente. Mi è piaciuta molto la sua lezione”dissi con un sorriso da far invidia a chiunque.
L'arte di ammaliare le persone l'avevo ereditata da mio padre. Molto utile.
“ Ah, davvero?” disse compiaciuto.
“ Ma le pare? Bè, sono appena arrivata e devo ancora conoscere tutti gli altri insegnanti ma le posso dire che fin'ora lei è il migliore”
“ Dice?”
“ Certo! E mi dispiace se ho dato l'impressione che fossi indifferente, non capiterà più”
“ Oh, non si preoccupi. Ora vada, se no farà tardi alla sua prossima lezione” disse sorridente. Ricambiai e poi uscii dall'aula. Non era da me comportarmi in quel modo ma dato che ero davvero stata indifferente per tutta la lezione, era meglio non avere problemi.
La seconda ora fu letteratura. Appena entrai nell'aula non badai a nessuno in particolare e mi andai a sedere in fondo all'ultimo banco. Il posto vicino al mio era vuoto. Meglio.
Il professore non era ancora arrivato così mi guardai attorno, cercando di trovare qualche buona scusa per prendere in giro qualcuno. Tutti si facevano i fatti propri: c'era chi parlava con il compagno di banco, chi scriveva, chi prendeva in giro i professori e chi faceva i piani per la sera o il week end. Mi girai svogliatamente verso la porta, in attesa che arrivasse il professore quando lo vidi. Anzi, li vidi. Entrarono dalla porta come due angeli: belli, alti, fisico scolpito, eleganza al settimo livello, occhi dorati e brillanti. Le avrei riconosciute in mezzo a mille quelle caratteristiche. Non potevano essere umani. Dovevano sicuramente essere...vampiri? No, era impossibile. Mamma e papà mi avevano sempre detto che a Forks noi, anzi, loro erano gli unici vampiri. E Alice non aveva visto arrivare nessuno. Che strano. Eppure quella bellezza insopportabile non poteva che andare a braccietto con dei vampiri.
Li guardai ancora un istante prima che prendessero posto: erano un maschio e una femmina. Lui era...non avevo parole per descriverlo. Ne avevo visti di vampiri ma mai con una bellezza così magnetica. Appena misero piede nell'aula tutti si girarono per guardarli e per qualche secondo un impercettibile silenzio calò sulla classe. Quando si sedettero, qualche fila davanti a me, il professore entrò.
“ Salve ragazzi!” la sua voce squillante mi feci risvegliare dai miei pensieri.
“ Come andiamo?” continuò appoggiando la borsa sulla scrivania. “ Oggi parliamo di libertà. Sono curioso di sapere che cosa ne pensate voi. Che cos'è la libertà?” lo scrisse alla lavagna e poi ci guardò uno per uno.
“ Chi vuole iniziare?” disse con un sorriso.
I ragazzi si guardarono senza dire nulla, poi uno di loro coraggiosamente alzò la mano.
“ Sì, Matt”
“ La libertà è fare ciò che si vuole, quando si vuole” disse facendo spallucce.
“ Emm non male, ma cerchiamo di essere un po' più profondi ragazzi. C'è qualcun'altro?”
Una ragazzina seduta una fila davanti a me fece scattare in alto la mano.
“ Prego Mya”
“ La libertà è qualcosa di forte, soprattutto quella mentale. Quella non te la può portare via nessuno” rispose con una vocina dolce.
“ Niente male Mya”. La ragazza sorrise contenta.
Io sospirai e guardai verso la finestra.
“ E tu la in fondo?” disse il professore. Mi girai verso la classe e notai che tutti mi stavano fissando: anche i due, " forse vampiri".
“ Dice a me?” balbettai.
“ Sì, dico a lei signorina...?”
“ Cullen” dissi in fretta. Con la coda dell'occhio vidi che i due bellissimi " forse vampiri " si erano guardati di sfuggita per un millesimo di secondo.
“ Che cos'è la libertà secondo lei?” mi disse il porfessore riproponendomi la domanda.
Deglutii lentamente e cercai di farmi venire in mente qualcosa.
“ Bè...” cominciai imbarazzata. “ La libertà è...un diritto e anche un..dovere. Ma può essere anche un inganno. Alcuni credono di essere liberi invece sono prigionieri di loro stessi e credo che non esista cosa più triste al mondo” dissi pensando alla mia situazione. Io ero così: prigioniera della mia stessa natura.
Improvvisamente fui travolta dalle mie stesse parole e un brivido mi percorse la schiena.
“ Molto bene, signorina Cullen, è proprio da queste sue parole che inizieremo...la libertà è un dovere..” ma già non lo stavo più ascoltando. Notai che tutti lentamente si erano rigirati per tornare alla lezione mentre qualcuno poco più avanti di me, mi stava fissando. Alzai gli occhi e vidi il " ragazzo misterioso" guardarmi con intensità. Il suo viso era perfetto. Sì, doveva per forza essere un vampiro.
Ricambiai lo sguardo per qualche secondo, confusa. Non capivo che cosa volesse. Poi scosse la testa, come se dovesse riprendersi da qualcosa e seguì la lezione senza degnarmi più di uno sguardo.
Mi accorsi che facevo fatica a respirare e la mia mano era stretta al raccoglitore. Mollai la presa e cercai di ricompormi.
Che diavolo mi stava succedendo? Anche se era un vampiro, perché dovevo reagire in questo modo? Tutta la mia famiglia lo era...eppure...eppure loro erano diversi, anzi, lui lo era. E avrei aggiunto anche: piacevolmente diverso.


Edited by Shiri - 7/7/2009, 16:03
 
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****Sakura****
CAT_IMG Posted on 7/7/2009, 16:07




Bello questo capitolo (mi state facendo appassionare a queste fan fiction) non vedo l'ora di leggere il 4 capitolo..u_u ti prego posta presto..
 
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Darla ;)
CAT_IMG Posted on 7/7/2009, 21:09




oooh..mucho interessanteee!!!continua presto!!!
Darla
 
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fravampire
CAT_IMG Posted on 8/7/2009, 00:51




davvero molto interessante continua mi raccomando!!!!!!!!!!
 
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188 replies since 6/7/2009, 09:34   17986 views
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