@ bella and edward italian forum -

MOONLIGHT RAINBOW, Collana: A cena col Vampiro

« Older   Newer »
  Share  
folgorata
CAT_IMG Posted on 22/7/2009, 13:41





Capitolo 9
Visite



Quando Ethan, Liz e i tre Erranti incontrati nel bosco fecero il loro ingresso nel salone del maniero, tutti si voltarono. Il primo a parlare ovviamente fu Blake.
«Tre nuovi arrivi, vedo!» Esclamò Somerset in tono pomposo.
Liz, non fece commenti, era troppo stanca per reggere il narcisismo degli immortali. In silenzio, si sciolse dalla stretta di Ethan e si diresse al torrione.
La mano di Ethan la liberò a malincuore e gli occhi percorsero i volti dei forestieri. Il salone era illuminato come per le grandi occasioni e gremito come per un grande ricevimento. Oltre agli ultimi tre vampiri intercettati nella foresta, c’erano stati molti altri arrivi: i Tessali parenti di Metthew, poi gli Islandesi… E non solo. La fronte si aggrottò.
Una voce lo riportò alla realtà.
«Dove sono Tristan e Zachary?» Chiedeva Conlan, il gigante biondo degli Islandesi.
Pamela sollevò l’indice verso l’alto.
«Sono da Christabel, vi ho parlato della nostra figlia adottiva?»
Gli occhi verdi della piccola Ayra d’Islanda brillarono.
«Oh! Tesoro, ha circa la tua età …ma è umana…» spiegò Pamela.
Gli occhi di Ethan scandagliarono quelli verdi della ragazzina. C’era un’ombra scura, c’era il dolore di essere poco più di una bambina destinata a rimanere tale per sempre. Qualcosa gli graffiò il cuore di pietra.
Frattanto, la voce fredda di Pamela si addolcì: «Ma tra non molto Christabel diventerà una di noi, puoi starne certa…» sorrise…
Ayra aggrottò le sopracciglia e si voltò verso Conlan.
«Chris ha una malattia, Ayra, – spiegò allora Pamela – la trasformeremo quando…» e il sorriso di Pamela si intristì un poco. «Dobbiamo tenerla a riparo se non vogliamo che a noi venga tutti troppa acquolina in bocca.»
«Le vuoi molto bene!» gli occhi verdi di Ayra frugarono pensosi in quelli di Pamela e infine il capo assentì. Gli occhi adulti e riflessivi della più giovane degli Islandesi contrastavano fortemente con le trecce rosse e il naso lentigginoso. Ethan le sorrise in silenzio.
Ayra possedeva il dono di saper riconoscere la verità nelle parole delle persone e Ethan non potè non dire a sé stesso che quel potere doveva esserle molto di peso… ma Pamela interruppe il filo di quei pensieri. Il veloce lampeggio delle ciglia verso di lui gli comunicò un breve messaggio: “Dì a Zachary di scendere. Qua la metà non so nemmeno chi sono! È di sopra a parlare con Tristan.”
La comunicazione raggiunse la consapevolezza di Ethan spingendolo a percorrere la scala verso i piani soprastanti. Frattanto la mente formulava quesiti. Zachary appartato con Tristan? Dovevano esserci novità. Di che cosa poteva trattarsi?
Non dovette attendere molto per soddisfare la curiosità, perché appena giunto sul ballatoio, la voce di Tristan gli arrivò forte chiara:
«Sì, Ethan, entra.»
La mano spinse la porta, Tristan era seduto su un pouff mentre Zachary, in piedi, fissava il viso ascetico con espressione buia.
«È una cosa orrenda, non dobbiamo permetterla. – stava dicendo il padre – Non hai visto chi erano quei criminali?»
Il tono e le parole di Zachary non promettevano nulla di buono ed Ethan si concentrò sul fratello. Nel viso d’asceta, brillavano cornee lucide su cui leggere per Ethan non fu certo un problema. Tristan del resto non deviò lo sguardo e gli permise di individuare con calma l’immagine, nella confusione delle pagliuzze dell’iride.
Riflessa negli occhi di Tristan, Ethan vide delinearsi la sagoma di alcuni cadaveri riversi sul pavimento di un corridoio.
La reazione di Ethan fu immediata. Un fischio di panico gli ottuse i timpani mentre la mente si era bloccata su un unico interrogativo. A chi appartenevano quei corpi? Le immagini però non si erano fermate. Ora sulle cornee di Tristan, Ethan vedeva distintamente un uomo alto con un giubbotto blu… che correva, era di spalle… Mentre Ethan già si chiedeva se potesse trattarsi dell’assassino, Tristan sollevò una mano per fermarlo.
«Inutile che scandagli, adesso ti dico tutto…» mormorò. L’espressione desolata dava al viso magro un aspetto tormentato. «E ti devo parlare di Liz.»
«Lo so» Ethan crollò su una sedia e la testa andò a cercare rifugio tra le mani mentre la voce portava a termine l’ambasciata. «Zachary, Pamela ha bisogno di te di sotto, ne sono arrivati degli altri.» La voce lugubre di Ethan si estinse mentre il padre, annuendo col capo, si dirigeva verso la porta.
Con l’uscita di Zachary, la camera precipitò in un silenzio che fu Ethan, dopo qualche istante, a interrompere: «Allora sentiamo quale altra tragedia si profila…» Il sarcasmo sfuggì alla gola prima che la mente potesse addolcirlo. Della felicità vissuta con Elisabeth nella foresta non c’era più traccia. «Sentiamo» disse ancora.
Tristan incrociò le gambe sotto di sè: «Cominciamo da Liz. Ethan, guardami.»
Ethan obbedì. Gli occhi castani del fratello dicevano già tutto. Erano carichi di rimprovero.
«Non deve più accadere. Liz non è in grado di restare senza di te. L’amore è anche responsabilità, Ethan. Capisco che questo ti limiti ma…»
«Che cosa è successo?» tagliò corto Ethan.
La voce di Tristan non rispose. In compenso, Ethan lesse i riflessi sulla superficie umida degli occhi del fratello. Liz che inseguiva Tristan su per le scale supplicando. Liz che stava, ore e ore, seduta sul divano immobile, con lo sguardo sbarrato. Liz che non rispondeva alle domande infantili di Christabel.
«Che idiota che sono» mormorò. Il cuore di pietra era un sasso piccolissimo. Quel dolore era così famigliare... Erano le stesse sensazioni esatte di quando era Liz, ancora umana, ad allontanarsi ed era Ethan ad aspettarla. Senza poterla vedere, senza poterla sentire…
Gli occhi di Tristan tuttavia non cessarono di riflettere immagini. C’era lo smarrimento di Christabel, c’era Liz che piangeva...
«Ho capito» ruggì Ehan.
«L’amore è anche una responsabilità » ripeté Tristan e la voce ferì l’aria. «Non puoi pensare di partire tranquillo per i tuoi esperimenti, perché tanto Liz è a casa. Tu non eri al sicuro… Tu eri in mezzo ai nostri nemici… Ok, Liz è patologica ma…»
Le sopracciglia di Ethan si raccolsero corrucciate…
«Ma bisogna pure capirla!» l’enfasi di Tristan era segno che aveva finito.
Un sospiro lunghissimo gonfiò il petto di Ethan.
«Lo so. Ho visto. Non so che cosa dire.»
«Beh intanto tutto questo ha un unico importante significato…»
«Quale?» chiese Ethan.
«Non importa che cosa Liz dica quando va in trance. Senza di te non può vivere.»
Le labbra di Ethan si distesero in un sorriso involontario: «Sì, questa dopotutto, è una splendida notizia» ma mentre le parole uscivano di bocca, la mente era già andata oltre. Come avrebbe fatto a lasciarla sola durante i mesi da passare a Roma? Perché una cosa era certa… Bisognava far di tutto per dissipare ogni equivoco. I Rochester si sarebbero riconciliati con i Quirites e questi ultimi avrebbero rispettato i patti. Non si poteva perdere un’occasione simile.
«No, no, no.» Tristan lo fissava con lo sguardo più arrabbiato che mai. «Non pensarla nemmeno una cosa del genere Ethan Rochester.»
Ethan sbuffò: «Tu non sai…»
«Sì, c’è un buco nelle mie permonizioni - ammise Tristan - Ma Non pensare di poterla lasciar sola per mesi… E soprattutto …di andare dai Quirites!»
Ethan alzò le spalle.
La mano di Tristan si abbattè sulle ginocchia: «Ma, dico, hai visto che cosa c’è qua sotto? Tutto il nostro mondo è sul piede di guerra!» Il viso si contorse in una smorfia angosciata.
«Troverò il modo…» le parole di Ethan uscirono biascicate.
Un sopracciglio di Tristan si sollevò: «Non penserai che basti una chiacchierata a rimettere a posto le cose?»
Ethan non rispose.
Tristan sibilò: «Forse è meglio che tu dia un’occhiata un po’ più da vicino all’orrore che si sta preparando.»
Negli occhi di Tristan cominciarono a dipingersi immagini in sequenza rapida. Immagini raccapriccianti di ragazzi… e ragazze… Venivano assaliti da dietro. Spezzato il collo. La nuca addentata da …due vampiri... Uno era alto con il giubbotto, l’altro, smilzo con un soprabito beige… C’era un corridoio… Degli uffici… Era la Therisoft System! Ecco i computer a terra sporchi di sangue… Sul pavimento c’erano una ventina di corpi …almeno…
Nessuno parlò.
Gli occhi di Ethan e di Tristan rimasero fissi gli uni negli altri per un tempo indefinito.

Era quasi l’alba quando Ethan entrò di soppiatto in camera. La luce della luna rischiarava la stanza e rendeva tutto azzurro. Il corpo magnifico di Liz, adagiato e nudo sulle lenzuola, era immobile ad occhi chiusi. Sembrava proprio come se dormisse! Le ciglia di Ethan palpitorono stupite. Invece non poteva trattarsi d’autentico sonno, doveva trattarsi di quella specie di trance in cui Elisabeth era solita scivolare durante la notte. Qualcosa d’umano le era rimasto. Anzi più di qualcosa…
Le labbra di Ethan si piegarono in un lieve sorriso.
La testa si inclinò di lato per guardarla. Era proprio come ai tempi in cui lei era ancora solo una giovane designer appena assunta e del tutto ignara. Quando lui andava di nascosto a vederla dormire.
Tutto sembrava tranquillo. Christabel protetta a vista da Matthew… I vampiri in visita intrattenuti da Zachary, Pamela e Tristan…
Ethan si distese. Il corpo si accostò un poco all’altro sinuoso. Non voleva svegliarla. Liz bisbigliava, come sempre, trasognata. Il viso però, stranamente, aveva un’espressione serena. Non sembrava tormentata come sempre era stato dopo la trasformazione. Le labbra di Ethan si piegarono in un sorriso. Chissà… forse era perchè lui era tornato. Se così fosse stato, la breve separazione aveva anche portato qualche vantaggio, non solo danni.
Che cos’era quel respiro pesante? Ah già! Matthew! Doveva essersi accucciato nella forma di un qualche animale ai piedi del letto di Christabel negli appartamenti di Tristan non molto distanti, di sotto. Povero Matthew! Come dargli torto? In quel momento c’erano più vampiri a Rochester Manor che nel resto del Regno Unito. Le labbra di Ethan sorrisero ancora. Il rapporto di Matthew con Christabel sarebbe presto divenuto molto simile a quello con Elisabeth. Stare vicini senza mai oltrepassare il limite… la paura di tutto, l’attesa e la paura che arrivasse il momento della trasformazione. E senz’altro Christabel si sarebbe adattata meglio. La ragazza non aveva mai conosciuto genitori che non fossero Pamela e Tristan. Christabel non aveva mai goduto di una vita normale come era stato per Liz.
La testa si appoggiò sul dorso della mano. Così, poteva continuare a guardare il suo amore. Chissà che cosa stava sognando…
«Ethan» bisbigliò Liz con un sorriso. E in trance allungò una mano dietro di sé. Le dita sottili di Elisabeth gli percorsero il ventre. Ethan non si mosse. Lei non doveva destarsi. Magari questa volta gli incubi non sarebbero ritornati. A vederla così serena, c’era quasi da pensare che non fosse più tanto urgente trovare una soluzione… Ethan adagiò il capo sul cuscino.
Senza aprire gli occhi, Liz girò il corpo e si rannicchiò contro il suo. Ethan con mano leggera percorse i riccioli bruniti. Pure ammettendo che per Elisabeth le cose potessero improvvisamente andar meglio… Era difficile lasciar perdere tutto, ora. Era impossibile dopo le parole del Guardiano …
L’immagine dell’uomo alto con i capelli bianchi gli si presentò ancora una volta alla mente.
Gli toccava la spalla e faceva correre lentamente la mano sotto il braccio.
Nella breve durata di quel gesto la voce dell’uomo gli era vibrata direttamente nella scatola cranica. Una voce indescrivibile, baritonale. Lenta, come quella di un giudice che esprime la sentenza. E come tale, era rimasta scolpita nella memoria.
«Sai che a volte si immaginano cose incredibili che invece sono vere?» il Guardiano aveva sorriso.
Poi si era schiarito la voce: «Lenith teme tutti coloro che sono vicini a scoprire come si ritorna umani.» La pausa si era addensata in un sospiro. «E quando qualche vampiro riesce a ritornare umano, la prima cosa che fanno è ucciderlo.»
Gli occhi del Guardiano avevano cercato i suoi. Quanto erano azzurri! Ma perché aveva sorriso?
«Tutti coloro che contano sanno degli esseri immortali e feroci…» aveva continuato.
La voce si era trasformata in un bisbiglio: «I Quirites garantiscono di tenere basso il numero dei vampiri e si prestano a trasformare qualche persona importante.» L’uomo aveva cercato ancora lo sguardo di Ethan. «Curioso no? Vip Vampiri! Elvis… Michael Jackson…»
Le parole dell’uomo erano sfumate in pensieri e lo sguardo azzurro si era puntato lontano.
E poi quella frase: «Non dovete aver paura. Abbiamo degli amici che in passato erano come voi e… sono guariti.»
La gioia che Ethan aveva provato si rinnovò. Quel ricordo era talmente vivido! Tutto sembrava accaduto solamente cinque minuti prima!
Gli occhi frugarono tra le poche stelle lasciate visibili dalle nubi. Tra poco, avrebbe albeggiato.
Quando però, lo sguardo tornò a posarsi sulla moglie, Elisabeth aveva gli occhi spalancati.
«Ti ho disturbato?» mormorò Ethan.
«No. Ero in contemplazione, avevi un’espressione così felice!»
«Pensavo…» sorrise Ethan..
«Anche io» disse Liz sfiorandogli le labbra con un dito. E aggiunse: «Se resterai tre mesi con i Quirites dovrai uccidere e bere sangue umano…»
Ethan non rispose. Gli occhi viola cupo la fissarono nel silenzio finché Liz non scivolò di nuovo nei sogni senza sonno.

La breve veglia di Elisabeth si era chiusa in quello strano stato ipnotico. Un sospiro gli emerse dal petto e il richiamo della brezza notturna lo attirò alla finestra. Ethan si accucciò sul davanzale di pietra e si smaterializzò nel vuoto in direzione dell’oscurità.
Si rimaterializzò lungo il viale, la ghiaia scricchiolava sotto i piedi. Sotto qualche rado raggio di luna, la foresta palpitava dei sussurri dei vampiri. Le luci di Rochester Manor erano tutte accese oltre le vetrate aperte sul buio. Il brillio si riverberava sul prato; i vampiri ancora, erano presi a far piani. Che cosa fare? Lenith a un passo… La soluzione dell’enigma a portata di mano… E quei giovani della Therisoft morti nella premonizione di Tristan… Da una parte, il desiderio di scoprire il segreto di una possibile trasformazione per Elisabeth… Dall’altra, la previsione di un eccidio. Solo due anni prima, la brillante Elisabeth Campbell promessa della grafica digitale, sarebbe stata tra quei giovani uccisi.

Quando Ethan lentamente entrò nel salone delle feste, le voci tacquero.
Ethan si avvicinò piano e sorrise. C’erano i membri dei clan Norvegesi, Tessali, Islandesi, Valacchi, Erranti e Caldei…
C’erano proprio tutti… E anche tanti vampiri mai visti. Le palpebre di Ethan sbatterono ripetutamente. Come spiegare la morte di Hector e di nove militi Quirites a tutta quella gente? E senza poter chiamare a conferma un testimone che uno? Come conciliare la sopravvivenza di Ethan e Zachary con l’attacco dei Guardiani? La mascella si contrasse e gli occhi si socchiusero.
Ethan fissò i volti pallidi che lo circondavano. Avevano la bocca schiusa e lo sguardo fisso. Aspettavano qualcosa da lui. Ma la nebbia nei pensieri non si era ancora diradata. O …l’ammissione di aver deliberatamente ingannato i Quirites con la storia del sangue… O restare nel vago… Ribadire tutto, senza spiegare…
Mentre i quesiti gli si accavallavano nella mente, Ethan passava in rassegna i nuovi arrivati dando la mano a tutti, uno ad uno.
Le strette ricambiate erano forti. Sembravano dire: “Siamo con te.”
Una volta assolti i doveri richiesti dalle convenzioni sociali, Erittone dei Tessali, sorella di Matthew, lo fissò: «Stavamo parlando delle ninfe… Ethan. Non sono creature antiche, questo dicevamo.»
«Non capisco…» obbiettò Ethan lanciando a Zachary uno sguardo interrogativo.
Zachary annuì.
La Tessala riprese: «Lenith ha ricreato le ninfe con degli incroci...»
Gli incroci non si limitavano a far figliare le Alseidi con gli umani? Anche le stesse ninfe erano un prodotto della mente malata di Lenith?
Somerset, si arricciò i sottili baffi neri e non lasciò terminare la sorella di Matthew.
«Che cosa intendi per “incroci”?» chiese con intonazione shakespeariana.
Era evidente che la discussione riprendeva dal punto in cui l’avevano interrotta. Ethan si spostò verso l’esterno del gruppo; gli occhi tornarono a perdersi tra le punte scure dei pini contro la luna filtrata dalle nubi. I pensieri andarono a ciò che Erittone aveva appena rivelato. La Tessala poteva anche avere ragione alla luce di ciò che aveva detto il Guardiano. Lenith aveva davvero grandi conoscenze segrete… Poteva aver dato vita a una nuova specie di esseri soprannaturali. Il pensiero di tanta potenza lo spaventò. Ma che cos’era Lenith? La si poteva ancora ritenere ancora un semplice vampiro o era qualcosa di più… inquietante?
«Non sto parlando di laboratori di genetica evidentemente…» aveva ripreso Erittone frattanto in tono piccato.
Ethan sbuffò. I sordidi maneggi dei Quirites potevano davvero essere la risposta per riportare Elisabeth a una vita normale? …E chissà a che prezzo! Un’ondata di nausea gli chiuse la gola. D’un tratto, il viso incartapecorito della anziana di Roma… Gli occhi grigi, opalescenti, privi d’iride e di pupilla, di Lenith brillarono avidi… Le mani adunche… La brama di potere… All’immagine, si sovrappose quella di donne giovani e indifese come le ninfe.
La mascella di Ethan si contrasse. Basta vittime… Sangue versato alla terra che la terra non chiedeva. Lenith troppo a lungo era sopravvissuta a se stessa…
Lo sguardo andò istintivamente a Balthasar. Potevano i Rochester chiedere apertamente il suo aiuto per sventare l’eccidio alla Tehrisoft?
Non era semplice neppure il solo pensarlo. Se il clan scozzese e quello norvegese erano uniti dalla parentela con Pamela, erano infatti, tuttavia separati da una tragedia ancora recente. Tutto risaliva al potere per cui Balthasar ora sarebbe stato tanto prezioso. Il potere di modificare il futuro solo immaginandolo. Un potere strabiliante per il quale la stessa Lenith aveva mostrato rispetto nella tenzone di Loch Ness. Un potere che limitatamente alla vita sentimentale delle persone, aveva detenuto anche la figlia di Balthasar, Rebecca. Un potere che Rebecca aveva usato contro Elisabeth e che l’aveva condotta all’estinzione per mano di Ethan. Le sopracciglia si inclinarono pietose. Un moto di contrazione si propagò al torace. Non sarebbe stato questo a fermare il senso di giustizia del vecchio Norvegese. Balthasar sapeva bene che Rebecca aveva tralignato e che non c’era stata scelta. Ma la risposta nella mente di Ethan apparve ineluttabile. Non c’era modo per lui, né per alcuno dei Rochester, di chiedere apertamente l’aiuto del padre di Pamela.
Il capo di Ethan annuì impercettibilmente. Ora avevano bisogno del potere di Balthasar più che mai eppure non potevano farvi ricorso. E il massacro alla Therisoft era lì, incombente come un macigno.
I timori di Ethan si cristallizzarono in una pellicola ghiacciata attorno al cuore. Emise un sospiro profondo e le gambe lo guidarono nel mezzo della cerchia…
«Signori, chiedo la vostra attenzione…» annunciò.
Il battibecco si interruppe.
«Come sapete, – riprese Ethan – Tristan ha il dono di cogliere i segnali della natura… di avvertire i cambiamenti che si preparano. In una parola, è un aeromante. Sente il voltare del vento e …in breve, il nostro futuro» Ethan si voltò verso Zachary.
Il pensiero del capofamiglia si riflettè chiaramente sulla congiuntiva: “Non so se è il caso di dire del massacro alla Therisoft.”
Ethan fece un cenno col capo e proseguì: «Tristan ha sentito l’imminenza di eventi molto gravi per la popolazione… umana.» La voce di Ethan aveva tremato. Un flash e i monitor insanguinati a terra erano di nuovo di fronte agli occhi.
Zachary si inserì: «Spero che siate tutti d’accordo sulla necessità di non coinvolgere umani.»
Ci fu qualche alzata di spalle.
«Beh è sempre più prudente non dare nell’occhio» ammise, il decrepito Dracula, alla fine.
Anche altri assentirono con un cenno.
«Bene.» Ethan tirò un sospiro. Non si poteva pretendere che un raduno di vampiri fosse dominato da buoni sentimenti… «Ma… – riprese Ethan – Allora chiedo, a tutti, collaborazione.» Istintivamente gli occhi di Ethan si mossero verso Balthasar.
Il volto affilato, incorniciato tra due falde di capelli corvini sorrise tristemente: «È cosa molto grave?»
«Un massacro… » mormorò Tristan abbassando lo sguardo.
Zachary si fece avanti: «Non entreremo nel merito ovviamente, per ragioni di prudenza…»
Ethan non potè che ammettere con se stesso che il padre aveva ragione. Sì. Era pieno di sconosciuti là dentro. Non era prudente dire di più. C’erano troppi vampiri la cui lealtà verso i Rochester non era ancora stata messa alla prova e, proprio per questo, una cosa andava fatta prima d’ogni altra. Bisognava rispedire tutti a casa. Gli occhi di Ethan vagarono sui visi cerei: «Ora chiedo il vostro aiuto per comprendere l’esigenza che ritorniate alle vostre case quanto prima…»
Zachary annuì.
E Tristan: «Dovete capire che non vogliamo che lo scontro con i Quirites avvenga qui.»
«Ma non si tratta solo di questo!» Ethan si guardò in giro. «Solo tornando ai vostri paesi, potrete diffondere la voce, far sapere ai Quirites che si tratta di un errore. Non siamo noi i responsabili della morte di Hector e dei nove militi!»
«Nessuno di noi ti crede tuttavia…» la voce si era levata da un angolo in ombra della sala. A parlare era stata nuovamente Erittone. «Ne sei consapevole?»
Gli occhi di Ethan passarono in rassegna l’assemblea. Lo scetticismo, effettivamente, campeggiava su ognuno dei visi diafani.
«Un momento…» la voce di Zachary risuonava piena di speranza. «C’è sempre Ayra. Nessuno metterà in dubbio il suo potere!»
La mano di Ethan andò alla fronte. Ayra! Come aveva fatto a non pensarci! Si voltò lentamente e andò verso la ragazzina dalle trecce rosse, verso il membro più giovane del clan islandese.
La ragazzina era seminascosta dietro la mole di Conlan.
Gli altri si scostarono ed Ethan potè fissarla negli occhi.
«Ayra guardami» disse.
Nella sala, scese un silenzio “tombale”.
La voce di Ethan risuonò lenta e forte: «Io e Zachary n-o-n abbiamo ucciso Hector e gli altri militi dei Quirites!»
Ayra abbassò le palpebre e rimase immobile per qualche secondo.
«È vero… quanto ha detto Ethan» mormorò infine.
Ethan spiò di sottecchi la reazione generale. Una trentina di vampiri di ogni parte del mondo frugarono uno nello sguardo dell’altro.
Il silenzio vibrò denso di pensieri… e si prolungò al punto da indurre Ethan a ritenere che il consesso avesse finalmente ceduto alle proteste di innocenza dei Rochester. Ma una voce si levò presto a smentire la speranza.
«Potreste esservi messi d’accordo!» Esclamò un Errante sconosciuto.
«Sì – incalzò Dracula – Tutti sanno che Zachary è molto amico degli Islandesi.»

Lo sguardo di Ethan si volse stancamente d’intorno. Non gli volevano credere… Pur di non abbandonare la prospettiva di muovere guerra a Lenith, mettevano in dubbio perfino la correttezza di Ayra. C’era da aspettarsi la reazione offesa di Conlan, il capo del clan Islandese.
Ma questa non venne.
Conlan fissava Ethan con occhi inquieti.
«Hai detto la verità… – chiese calmo – …ma hai detto “tutta” la verità?...»
Un brusio di disapprovazione esplose nel salone delle feste.
«Che cosa poteva nascondere il giovane Rochester?»
«È stato il mandante!»
«Qualcun’altro ha eliminato i Quirites per loro?»
«Forse quel Matthew dei Tessali?» Le ipotesi si accompagnavano alle espressioni sospettose.
Ethan ruggì.
«Vi chiedo solo di aiutarci a evitare una strage» sbottò.
Le speculazioni degli ospiti s’interruppero improvvisamente.
La pelle si tese sulle tempie di Ethan. Forse ora l’assemblea si sarebbe infuriata… Ma il gioco valeva la candela… Se si fossero convinti a collaborare, forse c’era una possibilità di evitare il peggio. La speranza tuttavia si rivelò del tutto infondata.
Dracula, il Valacco, già si faceva avanti raccogliendo con le mani i risvolti della giacca di velluto.
«Napee… - annunciò pomposamente - Ecco che cosa mi sfuggiva!»
I vampiri mugugnarono.
«Napee?» si chiedevano tutti.
E anche Ethan se lo chiese: che cos’erano queste napee? Un altro nome delle Nephentes? Gli occhi di Ethan incenerirono il vecchio Valacco.
Niente e nessuno tuttavia, sembrava poter levare il sorriso dal volto di Dracula.
«“Napee”, è un altro nome che indica le ninfe “Alseidi”… Era questo che stava dicendo ieri Pamela!» esplose Dracula… La voglia di scontrarsi con Lenith trapelava da ogni poro.
«Vero! Ieri Pamela si era lasciata sfuggire qualcosa…» almanaccò Somerset.
Inutilmente Zachary lampeggiò con gli occhi in direzione del vampiro di Warwick.
Somerset continuò imperterrito: «Pamela aveva detto questo: “Forse non sapete nulla delle nap”….»
Si intromise Sofia: «Stavamo parlando dei Guardiani... come degli autori del misfatto». La compagna di Dracula spiegò: «Somerset aveva chiesto a Pamela che cosa intendesse dire! E lei ha incominciato a rispondere dicendo “Nap”! »
Dracula esultò: «Zachary ha impedito a Pamela di rispondere!» Fece una pausa e infine sentenzio in tono trionfale: «Dunque voi Rochester cercate di proteggere le ninfe! Sono state loro, a distruggere i dieci Quirites, per ordine vostro!»
Napee? Che cosa c’entravano ora le ninfe? Gli occhi di Ethan minacciarono di uscire dalle orbite. Semmai Pamela aveva pronunciato la sillaba “Nep”. Vecchi sclerotici.
«È possibile che le ninfe abbiano agito per ordine vostro…» concluse Erittone. E Circe, l’altra Tessala, annuì.
Ormai era chiaro, l’intero consesso la pensava come Dracula. I margini per convincere i vampiri che i Rochester e le ninfe non avevano avuto parte nell’eliminazione della scorta di Quirites erano nulli.
Ethan mormorò con voce debole: «Erittone… Anche tu!» Quindi, fece un sospiro e si rimise in piedi. Fissò gli ospiti a uno a uno, e articolò lentamente: «Vi ripeto che non siamo noi i responsabili della morte di Hector e degli altri…» La voce di Ethan era stentorea e rimbombò tra le mura. «Se non vi basta la parola di Ayra, - aggiunse con tono rassegnato - non so che altro fare!»
«Non ti sottoporresti a un’altra prova?» la domanda era venuta da Nept. L’amico di Tristan incontrato nella foresta era stato zitto fino a quel momento.
«Su che cosa?» ringhiò Ethan.
«Affermeresti di aver rivelato tutto sulla distruzione dei dieci Quirites?»
I vampiri si voltarono all’istante.
La pelle di Ethan si tirò sulle tempie.
«Quello che dovevo dire l’ho detto!» tuonò. E senza aggiungere altro si diresse alle scale.
Mentre le gambe conducevano Ethan verso il torrione, le orecchie rimasero in attesa di ascoltare l’offerta del padre. Ma ogni aspettativa andò delusa, nessuna proposta giunse da Zachray per testimoniare in luogo del figlio. Il silenzio di Zachary era denso di significato e foriero di dubbi.
Perché il padre non replicava: “Io sì! Ve la do io questa prova”? Anche Zachary custodiva un segreto? Le domande si accavallarono nella mente di Ethan. …Forse i Guardiani avevano parlato anche a lui.


Edited by folgorata - 5/9/2009, 18:41
 
Top
gaiottina1
CAT_IMG Posted on 23/7/2009, 07:37




Ma come? Un pezzetto così piccolo!
 
Top
folgorata
CAT_IMG Posted on 23/7/2009, 13:42




È il supplizzio del goccia a goccia!
 
Top
*Nereide*
CAT_IMG Posted on 23/7/2009, 19:50




Che brutto supplizio!!! <_< :P
Grande come sempre!
 
Top
folgorata
CAT_IMG Posted on 23/7/2009, 23:24




Grazie NeryMary :-)
Ti ho postato un vademecum zanzare in bacheca BRSS
 
Top
gothika85
CAT_IMG Posted on 24/7/2009, 01:06




*___________* stupendo *_*

folgo :wub: sei da BACIO
 
Top
folgorata
CAT_IMG Posted on 24/7/2009, 09:56




Non so per che cosa Simo, ma lo prendo volentieri e ricambio :-)
 
Top
gaiottina1
CAT_IMG Posted on 25/7/2009, 20:59




Credo volesse essere uncomplimento alla tua abilità di scrittrice
 
Top
folgorata
CAT_IMG Posted on 25/7/2009, 21:15




Beh ma povera Simo lo avra già letto trenta volte sto pezzo!
 
Top
gaiottina1
CAT_IMG Posted on 25/7/2009, 21:52




Allora sto postamento?????
 
Top
gothika85
CAT_IMG Posted on 26/7/2009, 17:50




*__________*

"«Sì, anche io credo.» Zachary fece una pausa. "
suggerirei
si, anche io lo credo...
 
Top
folgorata
CAT_IMG Posted on 26/7/2009, 20:24




@ Goth
fatto
Grazie! :-)
 
Top
*Nereide*
CAT_IMG Posted on 27/7/2009, 21:51




Come stara ethan una volta attraversata quella porta???
Eh si...Endora va tenuta sotto controllo ^_^


Ma quindi zachary e' uno scienziato??
Concludere il capitolo cosi pero' e ' crudelta' ma ti mette curiosita'!! :)

Chi e' "Mr. Peabody"???
 
Top
folgorata
CAT_IMG Posted on 28/7/2009, 22:21




@ Nery Mary
Se torni indietro nei primi capitoli e metti in ricerca Archie, Archibald o Peabody... dovresti trovarlo... Tieni conto che man mano andando avanti ho messo a punto vari dettagli...
 
Top
gaiottina1
CAT_IMG Posted on 30/7/2009, 07:30




Sento che oggi arriva un postamento...
 
Top
176 replies since 25/6/2009, 01:39   5741 views
  Share