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MOONLIGHT RAINBOW, Collana: A cena col Vampiro

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folgorata
CAT_IMG Posted on 26/6/2009, 18:19 by: folgorata




Capitolo 3
L’immortalità




Tutti raccolti intorno al tavolo, i Rochester aspettavano solo che Zachary aprisse la discussione.
Il corpo di Liz si dimenò sulla sedia.
Si girò verso Ethan. Il volto lunare e imperscrutabile era a pochi centimetri. Gli occhi color della notte lampeggiarono nelle occhiaie profonde e le percorsero il viso millimetricamente.
«Riprendiamo la nostra riunione» mormorò Zachary. «È più che mai necessaria.»
Liz, Ethan, Tristan e Pamela sollevarono gli sguardi.
Liz rilasciò il corpo silenziosamente sullo schienale della sedia.
Le dita di Ethan le strinsero forte la mano sotto il tavolo.
La mano di Liz si serrò a pugno. Era il momento di raccogliere tutte le energie. Liz, si divincolò dolcemente dalla presa salda. Le dita sfiorarono morbidamente la pelle dura e forte.
La mano di Ethan si contrasse ad artiglio e gli occhi cerchiati le si fissarono nelle pupille.
Gli occhi di Liz impedirono che le iridi di scuro lapislazzuli del suo sposo si allontanassero. Ed esse divennero, a poco a poco, viola come il lampo nella notte.
Indugiò ancora un poco con la punta delle dita e la mano di Ethan che le afferrò la sua di scatto portandola alle labbra. Era come se Ethan temesse di non poterle più manifestare quell’ardore.

La sera passò.
Lo sguardo di Zachary volò al grande abbaino sul soffitto altissimo. La notte era diventata cupa come può esserlo una notte di temporale.
Lampi squarciavano il cielo, filtravano tra le chiome degli abeti. E, attraverso le finestre, gettavano bagliori lividi sui volti cerei attorno al grande tavolo.
La luce delle appliques e delle abatjours era fioca e la sala riprecipitava nella penombra tra una saetta e l’altra.
Ethan aveva parlato.
Il volto di Zachary, chiuso tra le mani giunte, era tirato.
Pamela teneva lo sguardo duro, fisso davanti a sé. Tristan con la testa tra le mani e gli occhi sbarrati. Ethan studiava le proprie mani come se non le avesse mai viste…
Liz, aveva le spalle cadenti e la fronte corrugata da un solco profondo proprio sopra il naso. Fissava un punto di lato, con aria assente.
Fu così che le parole di Ethan le arrivarono alla mente in ritardo.
Ethan aveva rotto il silenzio: «Sì, io credo che sia per questo che hanno potuto sopravvivere indisturbati tanto a lungo.»
Un mutismo inebetito accolse l’eco delle sue parole.
«Pensate ai controlli antiterrorismo… Come può passare inosservata una banda organizzata di mangiatori di uomini in piena Europa?»
«Non se la cosa dura da secoli! Effettivamente…» sibilò Pamela.
Ethan continuò: «E dunque le autorità non possono non sapere… Perché permettono ai Quirites non solo di sopravvivere ma di restare dove hanno sempre vissuto?»
«Beh, potrebbe essere una specie di patto.»
Il sussurro supplice di Zachary era stato lieve come un soffio.
Gli occhi di Ethan scintillarono: «E ti sembra che un semplice patto possa bastare?» E riprese con veemenza: «Oggi, se non hai in mano qualche cosa di concreto, non puoi contrattare un bel niente…».
«E tu pensi che questo “qualche cosa” di concreto sia…» lo sfidò Pamela con tono ironico.
«Sì, lo credo. Credo che sia il potere sulla vita.»
Nel silenzio attonito Ethan continuò: «Con la controtrasformazione, i Quirites avrebbero il potere dell’immortalità.»
«Trasformare un vampiro in essere umano?» Pamela scosse la testa lo guardò come se lo vedesse per la prima volta. «A forza di arrovellarti, Ethan ti sei davvero bevuto il cervello!»
«Zachary» bisbigliò Ethan.
Il padre sollevò il viso e trasse quello che in tempi lontani sarebbe stato un sospiro: «Sì ragazzi, questo forse potrebbe spiegare perché i Quirites sono determinati a distruggerci.»

La discussione si protrasse per ore.
Non una parola uscì dalle labbra di Liz e i sensi erano come attutiti.
Il viso di Ethan era straordinariamente bello. Era animato dalla passione. Illuminato dalle luci fioche appese alla parete. Illividito a tratti dai lampi che provenivano dalla foresta.
Rispondeva ad ogni obiezione. Incessantemente. Senza mai accusare un momento di stanchezza.
Lo faceva per lei.
D’un tratto, le proteste attorno al tavolo dei Rochester si affievolirono nella mente. Gli insulti velati di Tristan. Le affermazioni rabbiose di Pamela, l’unica che nonostante l’incredulità, tradiva un interesse malcelato per il segreto della controtrasformazione… Ogni rumore, ogni gesto: tutto era sfumato; scivolato in un secondo piano appannato…
Liz allungò una mano leggera. Le lunghe dita diafane, accarezzarono il profilo del ragazzo che l’aveva resa felice.
Ethan si girò come al rallentatore, in un tempo che parve infinito.
Le labbra si schiusero, gli occhi si dilatarono come quelli di un bambino.
Ethan sorrise circondandole le spalle con un braccio. E la attirò a sé imprimendole un bacio caldo sulle labbra.
La spina dorsale di Liz cedette come sotto un colpo ben assestato. Labbra morbide e piene si schiusero appassionatamente sulle sue. Una musica struggente risalì dentro fino a risuonare nelle orecchie. Eppure, non c’erano note. C’era l’umidità dolce della lingua di Ethan trattenuta un poco sulla sua.
«Non andare via, tienimi con te…» mormorò allora Liz quando si scostò. Chinò la testa: «Anche se sono un disastro, anche se i sensi di colpa ti tormentano… Tienimi con te…»
Ethan le abbracciò la testa e la tenne stretta al petto sotto il proprio mento.
Prima di chiudersi sul collo di Ethan, gli occhi di Liz avevano colto lo sguardo roteare disperato. Del tutto incurante delle espressioni interrogative che lo attorniavano.
Le palpebre di Liz si schiusero di nuovo. Gli altri avevano tutti abbassato lo sguardo. Qualche carezza fugace vibrò tra i cinque vampiri come in una catena spiritica. La catena dell’amore di Tristan per Pamela… Di Zachary per tutti i suoi figli.
La catena fu percorsa da una scarica elettrica. E i visi si sollevarono. Gli occhi brillarono.
Ognuno, fissava qualcosa di imprecisato e misterioso davanti a sé.
«Ok, tentate, ma se scoprirete mai la possibilità di fare il passo… Lo faremo tutti insieme.» Il ringhio di Tristan ruppe il silenzio e quelle parole diedero voce al pensiero di tutti.
Ethan la strinse a sé un po’ più forte.
La guancia di Liz sentì i muscoli di Ethan rilassarsi sotto la camicia. Che follia! Ma che soddisfazione per lui! Il muro dello scetticismo e del rifiuto infine si era sgretolato. Si erano arresi all’evidenza. Con in gioco la possibilità di tornare alla vita, nulla poteva essere lasciato intentato. I Rochester avevano accettato che Ethan e Zachary andasero a Roma dai Quirites.
Ethan si scostò da Liz di un battito d’ala e le accarezzò il viso. Sorrideva e gli occhi blu frugarono in quelli color petrolio.
Liz si scosse. «E ora vuoi dirmi che cosa hai letto negli occhi di Lenith?» chiese con voce roca. Questa volta, Ethan doveva fidarsi di lei.
«Quella volta, a Loch Ness, sulla riva del lago, ho visto la paura nello sguardo Lenith.»
Intorno al tavolo si levò un brusio di stupore.
Quando si fece di nuovo silenzio, Ethan continuò: «Un lampo veloce sfuggente, interrotto… E ho colto lo sforzo con cui Lenith ha cercato di trattenersi. È stato un attimo. Nelle iridi di Lenith si era dipinta la nostra immagine felice e… diversa, l’immagine è sfumata al suo posto, noi intenti alla nostra solita vita qua a Forres… E quel pensiero l’aveva rassicurata. Come a dire “I Rochester non ne sono consapevoli. Questa è la nostra sola fortuna…”»
«Noi? Ancora quella storia della profezia?» esclamò Tristan corrugando la fronte. Aveva l’aria preoccupata delle sue intuizioni più inquietanti.
«Pensavo che per quella storia Lenith si fosse messa l’anima in pace già a Loch Ness! In fin dei conti ha visto che malgrado la nostra vittoria non abbiamo tentato di detronizzarla. Non ha mollato ancora?» Domandò Pamela scandagliando gli occhi di Tristan.
Ethan riportò l’attenzione su ciò che nei Rochester poteva seriamente intimorire Lenith. «Potrebbe trattarsi di un’arma che non sappiamo di avere» azzardò.
«Un potere… di Elisabeth forse» convenne Tristan.
E Zachary propose: «E se fosse un legame di parentela, qualcosa che ci da dei diritti che non conosciamo?» E concluse da solo: «Sì, può essere una di queste cose. Certo deve trattarsi di qualche cosa di importante per spaventare Lenith.»
«Bisognerebbe sapere di che cosa si tratta» esclamò Tristan.
Ma Ethan taceva senza confermare alcuna delle ipotesi…
«Non è finita vero?» ipotizzò Tristan socchiudendo gli occhi.
«No. Questo ho udito. Ma mi sono fatto una domanda e ho continuato a farmela.»
Ethan aspettò che tutti avessero assorbito la prima affermazione poi riprese: «“Di che cosa, noi non siamo consapevoli?” » mormorò come parlando a se stesso.
Il silenzio congelò i pensieri e i gesti.
Liz trasalì. Dove voleva andare a parare Ethan?! Aveva un’espressione indecifrabile.
«Magari abbiamo il potere di dare agli umani ciò che fino ad ora hanno ottenuto da Lenith. Non solo salvarli dalla morte con la trasformazione, ma poi ritrasformandoli.»
Ethan guardò negli occhi tutti membri della propria famiglia e si fermò in quelli di Liz: «La mia conclusione la conoscete: al centro di tutto ci dev’essere il potere della vita.»
Ethan era seriamente convinto che i Quirites potessero invertire la trasformazione in vampiro e la utilizzassero per prolungare la vita degli umani. Ottenendo in cambio il silenzio e la protezione delle autorità. Le dita di Liz tormentarono il pacchetto di sigarette di Pamela.
Quella idea di Ethan era pericolosa. Invertire la trasformazione da vampiro ad essere umano... Un’ipotesi pazzesca. Un’onda di rabbia la pervase. E ora ci si sarebbe messa anche la cognata…
Pamela lo avrebbe spinto fin sull’orlo del precipizio. Liz ne era certa. Ethan sarebbe partito per Roma. Una sensazione di gelo la aggredì al petto.
Una saetta gettò ombre livide sul prato all’esterno.
Ethan intendeva lasciarla ancora una volta? Sacrificarsi per lei? Il cuore di Liz, o quel che ne rimaneva, divenne pesante come un macigno. Lo schianto di un fulmine ruppe l’aria. Rabbrividì di nuovo.
La mente scandagliò ancora una volta i motivi che spingevano Ethan a osare. Forse erano i fatti di sangue dei primi anni da vampiro a tormentare Ethan… Dovevano essere stati gli anni “della bestia” a instillargli la convinzione di doversi sacrificare. Gli anni dell’accudimento paterno di Zachary… Della paziente opera di consapevolizzazione del nuovo vampiro… Gli anni in cui Ethan, però, si lanciava di nascosto nelle notti del porto di Londra in cerca di malfattori… Che lo facessero sentire meno in colpa ma che, anche, placassero la sua sete…. Le spalle di Liz furono scosse da un tremito. «Quanto devi avere sofferto» bisbigliò sollevando lo sguardo. Ma il grande tavolo ormai era deserto.
Gli occhi della mente videro l’immagine di Ethan, immaturo, con le iridi opalescenti come pietre di luna. …Che si nutriva e, appena un istante dopo, lasciava ricadere un corpo straziato. Poi tornare da Zachary a testa bassa, come se niente fosse. Fingere un po’ d’umanità, con la crudeltà di un killer seriale ancora negli occhi.


IL PROSSIMO CAPITOLO: 4. E' IN FONDO A QUESTA PAGINA


Edited by folgorata - 5/9/2009, 18:26
 
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