@ bella and edward italian forum -

La Sedicesima Notte, Collana "A cena con il vampiro"

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heidi.96
CAT_IMG Posted on 15/7/2009, 07:49




oki, allora mi leggo anche quella della folgo così magari ci capisco qualcosa.

baci
 
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heidi.96
CAT_IMG Posted on 15/7/2009, 14:07




allora sono un po' lenta di comprendonio ma magari entro il prossimo cap riesco a farmi lo schemino mentale dell'alber genialogico.
ma cos'è successo prima?????? si trova un resoconto da qualche parte oppure bisogna inventarselo???

ho letto un po' della ff di folgo e volevo lasciare un commento ma non riesco a trovarla come ci arrivo?????

baci
 
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Dubhe.~
CAT_IMG Posted on 15/7/2009, 18:45




aaaaaaaaaaaaaaa
ho letto adesso.. terribile.. poverini.. =(
ovviamente scrivi benissimo =D
 
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gaiottina1
CAT_IMG Posted on 15/7/2009, 18:47




wow grazie!!!
Domani posto la seconda parte
 
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folgorata
CAT_IMG Posted on 15/7/2009, 21:30




Ma i problemi di spaesamento di Heidi nascono dal fatto di aver letto prima le PPP oppure ci sono omissioni da sanare?!?!
 
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gaiottina1
CAT_IMG Posted on 15/7/2009, 21:31




heidi dillo tu
 
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heidi.96
CAT_IMG Posted on 15/7/2009, 21:45




di sicuro è perchè ho letto prima le PPP non c'è nessuna omissione da sanare.

@folgo
(scusa gaia se glielo dico qui ma il mio collegamento wireless è impallato e non mi trova la pagina.)
ho letto un po' dellla tua ff e mi dispiace dirti che il tuo stile non mi piace.

baci

buonanotte a tutte
 
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gaiottina1
CAT_IMG Posted on 15/7/2009, 22:11




CITAZIONE (heidi.96 @ 15/7/2009, 22:45)
di sicuro è perchè ho letto prima le PPP non c'è nessuna omissione da sanare.

@folgo
(scusa gaia se glielo dico qui ma il mio collegamento wireless è impallato e non mi trova la pagina.)
ho letto un po' dellla tua ff e mi dispiace dirti che il tuo stile non mi piace.

baci

buonanotte a tutte

Direi che heidi non ha peli sulla lingua!
 
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folgorata
CAT_IMG Posted on 16/7/2009, 00:41




@ Heidy
CITAZIONE
ho letto un po' dellla tua ff e mi dispiace dirti che il tuo stile non mi piace.

Hai ragione cara così si fa. Poche parole e chiare. Mi spiace, stella. Cercherò di migliorare :-)
 
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heidi.96
CAT_IMG Posted on 16/7/2009, 07:11




BUONGIORNO

@folgo
va bene ogni tanto passerò lo stesso a leggere

@gaia
quando posti??????? me lo dici???????? quando postiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii???

baci
 
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Dubhe.~
CAT_IMG Posted on 16/7/2009, 09:36




buongiorno a tutte!!

gaiaaaaaaaa non vedo l'ora che siano le 16.30!! =) =)
 
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Dubhe.~
CAT_IMG Posted on 16/7/2009, 09:40




ihihih.. fai bene!!! =)
 
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Dubhe.~
CAT_IMG Posted on 16/7/2009, 15:23




sono le 16.25.. io attendo con moooooooolta anzia...
 
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gaiottina1
CAT_IMG Posted on 16/7/2009, 17:31




Cap 8


Roma – Seconda parte



Ethan
Mi hanno strappato Elizabeth dalle braccia quei luridi bastardi, pagheranno anche per questo.
Mi monta dentro una rabbia cieca; chi osa allontanare mia moglie da me?
Hector e l’ altro mi trascinano a forza attraverso il corridoio.
Oppongo resistenza facendo appello a tutte le energie che ho in corpo ma non posso evitare di essere sospinto. Mi gettano in malo modo in una delle camere che si affacciano sul corridoio e si allontanano sghignazzando. Poi, un doppio giro di chiave. L’impatto con il pavimento mi è indifferente, mi rialzo in fretta.
È un salotto lussuosamente arredato, non tanto diverso da una delle stanze del mio maniero a Littlemill.
Ancora mille domande nella testa, perché tutto questo?
Poco tempo per riflettere: dei passi nel corridoio, mi volto di scatto verso la porta, i muscoli irrigiditi. Un odore forte, due di noi che si avvicinano.
L’odore è forte, sono delle femmine. La porta si apre cigolando e si materializza Lenith, l’essere senza età che ci governa e un’altra di noi, una specie di valchiria dagli occhi di ghiaccio.

Elizabeth
Quel bastardo di Iago continua a spingermi con prepotenza verso un corridoio buio. Mi dimeno come posso, l’ ho anche morso suscitando in lui solo una risata sadica, il mio tentativo deve essergli risultato sicuramente patetico.
Ora però ho desistito, questa bestia insensibile mi ha strappato senza pietà dalle braccia di mio marito e si è reimpossessato di me: ora mi sta toccando con mani ghiacciate e viscide.
Sarà l’ultimo godimento che potrà permettersi il verme schifoso prima che Ethan lo faccia a brandelli da vivo, perché lo farà. Non avrà pietà di lui. Invece di essere impaurita come dovrei, mi scopro ad aspettare il momento della vendetta con una cupidigia che non pensavo di poter provare.
Ma la certezza della vendetta non basta a calmarmi.
Iago mi spinge brutalmente oltre una massiccia porta di legno. L’interno è illuminato da fiaccole che spargono una luce fioca; potrebbe essere anche un’ atmosfera romantica in altre circostanze. Quelle in cui mi trovo non possono certo definirsi tali.
Dall’altra parte c’è Ethan, il mio cuore ha un tonfo nel vederlo, è proprio lui è ancora incolume dopo il nostro fugace incontro di questo pomeriggio nel corridoio.
I suoi abiti non sono impeccabili come sempre, mi sembrano anzi un po’ sgualciti.
Anche in questa circostanza dolorosa è…meraviglioso, no, è troppo poco; qualsiasi aggettivo non potrebbe rendere bene l’idea di quanto potente sia la sua bellezza anche in questo disperato momento. E questa creatura così perfetta e ammirabile avrebbe lottato per la mia salvezza, fino alla fine se fosse stato necessario.
Qualcosa dentro mi si scioglie… Ethan mi ama talmente tanto che andrebbe incontro ad occhi chiusi alla morte pur di stare con me e io posso capirlo, perché farò lo stesso per lui. Presto.
Tuttavia c’è qualcosa di diverso, un particolare che percepisco ma che fatico a mettere subito a fuoco, ha il volto tirato e un’espressione che non riesco a leggere e i suoi occhi…Oh mio Dio, i suoi occhi, ecco cos’ è!
Sono cremisi, di un rosso acceso come rubino; lo fisso ammutolita dalla sorpresa e incredula di quel che vedo io stessa. Lui mi ricambia con un’intensità che sostengo a fatica, sicuramente riesce a leggere tutti gli interrogativi sul mio viso ma il suo sguardo rimane impassibile.
Appena lo vedo faccio ancora una volta per andargli incontro, ma stavolta Iago non ha esitazioni:
«Stai qui fino a nuovo ordine.»
Strattona forte il braccio e mi sfugge un gemito di dolore, l’energumeno me lo ha sicuramente slogato.
Ethan dall’altro capo della stanza tuona:
«Questo non rientra nel patto.»
Ho paura a sentire quella nuova voce, niente a che vedere con il tono morbido a cui sono abituata nei nostri momenti teneri o a quello sussurrato delle nostre passioni o a quello arrabbiato quando siamo in contrasto. Ecco, ora anche la voce mi rivela che Ethan è diverso, l’odio è palpabile.
È furioso, si dibatte fra le mani di due carcerieri nerboruti che subito raddoppiano la stretta su di lui.
Una voce stridula echeggia nell’oscurità.
«Iago, il giovane Rochester ha ragione, il tuo comportamento è deplorevole, lascia piuttosto libera Elizabeth di conoscerti come suo nuovo sposo.»
Edward è al mio fianco l’ho visto sbiancare alla vista di un’anziana dall’aspetto innocuo. La vecchina ha un’apparenza ordinata, di signora comune con i capelli tinti di giallo che si intrattiene a parlare facendo la spesa.
La osservo attentamente. So che malgrado l’aspetto deve trattarsi di lei. La temuta Lenith dei Quirites.
Metto a fuoco un trono di legno antico addossato alla parete più buia. In esso siede la vecchietta con i capelli impagliati, senza riuscire a toccare con i piedi per terra. In un guizzo però Lenith è a terra e avanza, tentennando, sorreggendosi a un bastone. D’improvviso, con uno scatto che non ti immagineresti, la veletta calata sul viso si alza.
La faccia più raggrinzita che ho mai visto. Al centro due occhi piccoli rotondi, vitrei… grigio perla, senza iridi. Eppure il suo sguardo è come una lama conficcata tra i miei occhi. L’espressione della megera si deforma gradualmente ma ineserabilmente. Passa dalla bonomia apparente, allo stupore e infine alla malvagità evidente. Sempre più accentuata dalle rughe che vanno raccogliendosi a gomitolo attorno agli occhi.
E le piccole biglie grigie mi fissano cattive, sempre di più.

Ethan
Più passa il tempo più la malvagità segna con ferocia il volto della megera. Lenith, il vampiro improvvisamente invecchiato per la crudeltà con cui ha affiancato le follie di Hitler nel secolo scorso. Ora quel mostro fissa Elisabeth. Direttamente negli occhi e l’espressione dice che ciò che vede la terrorizza e la disgusta insieme.
Sono terrorizzato. Elisabeth al mio fianco attira ogni sguardo di Lenith. Quest’essere antichissimo che non posso definire né uomo né donna, l’essenza della stessa della cupidigia e dello spirito sanguinario, avanza nella stanza trascinando un passo dopo l’altro.
Con la chioma biondo stopposa poggiata sulle spalle, la pelle incartapecorita di solito coperta pietosamente dall’immancabile veletta, gli occhi vacui. orrendamente bistrati di trucco: è un’immagine ributtante.
«Benvenuto mio caro Ethan Rochester.»
Anche la sua voce è ributtante, un falsetto ibrido e affettato. Mi concentro sui suoi occhi e immediate mi arrivano ondate di desiderio perverso. Sono costretto ad abbassare le palpebre ma subito le risollevo corrugando la fronte nello sforzo di concentrarmi. Sento un defluire di energia dal corpo.
Solo allora noto la posizione innaturale della mano. Il dorso è proteso verso di me. Come se si attendesse un baciamano. Ma forse non è questo ciò che vuole. Non è questo che intende fare. Sulle nocche ossute brilla una gemma che a tratti, mi abbaglia. Il famigerato sigillo di Abraxas è rivolto verso di me! Maledetta.
Le è sufficiente indirizzare quel granato malefico verso qualcuno per depredarlo delle emozioni e dei sentimenti.
«Non essere in collera Ethan Rochester, sei qui per presentarmi tua moglie. Come mai non lo hai fatto? Tu conosci la mia legge. Ogni moglie umana deve essere condotta a palazzo.»
Continua ad avvicinarsi. Un fetore di putrido mi assale impietoso
«Daya, ascolta anche tu.»
Si rivolge con un sorriso malefico alla vichinga al suo fianco. Poi torna a concentrarsi su di me
«Tua moglie, è molto interessante. Non sarà per questo che la volevi tenere nascosta tutta per te?! Non avete notato tutti il colore cangiante dei suoi occhi?!?» Lo sguardo vitreo di Lenith abbraccia la sala. L’angoscia e la rabbia hanno formato un'unica pietra che mi chiude la gola. Che cos’hanno di tanto interessante per Lenith, gli occhi della mia Liz?
Poi l’ermafrodita antico si avvicina con fare che vuol essere sensuale e il ribrezzo mi sale potente alla gola.
«Elisabeth andrà sposa a uno di noi.Tu, arricchirai il mio stuolo di compagni devoti. Ethan. Ho fatto grandi progetti per te. Mi perdonerai. Comprenderai che dovevo sparigliare le carte del destino.»
Con due frasi secche la sua mente traviata crede d’aver deciso del destino dei Rochester.
Dovrei saltarle addosso. Si sta avvicinando troppo, con un’unghia laccata mi solletica il mento. Sostengo lo sguardo, resisto al folle impulso di staccarle il dito con un morso.
«Libera Agatha prima.» dice la mia voce in un ruggito sordo.
Sto bluffando, non so neanche se Agatha sia davvero prigioniera, non so neanche se sia mai stata prigioniera, ma devo tentare.
Un sorriso beffardo si allarga sul viso rugoso, una fila di denti guasti si rivela.
«Ogni cosa a suo tempo.»
Poi, come se la discussione si potesse ritenere conclusa, si volta. Daya mi concede uno sguardo eloquente e ancora più eloquenti i suoi occhi fissi nei miei. Mille interrogativi balenano nella testa.
Perché Balthasar ha fatto questo? Agatha è davvero prigioniera? E Liz, che ne sarà di Liz? Che cosa ha di male per meritare tutto ciò?
Elisabeth
Guardo Ethan disperata e trovo il suo sguardo duro e minaccioso rivolto verso Lenith e la bocca contorta in un’espressione feroce.
«Questa farsa deve finire. Siamo qui solo per Agatha, vogliamo solo negoziare la sua libertà.»
«Ma lo stiamo già facendo mio caro Ethan, non lo comprendi? Tu lo stai rendendo ancora più interessante; ora avrai una lezione sul mio concetto di negoziazione.»
Non capisco il senso di quello strano discorso ma non mi piace affatto.
«È di Agatha che dobbiamo trattare, è per lei che siamo venuti fin qui.»
Iago mi spinge ancora un po’ e riluttante faccio un passo verso quell’essere abietto di Lenith.
La faccia maligna mi osserva come se fossi un insetto. Avvicina il viso e insieme la mano con uno strano anello rosso. La gemma brilla improvvisamente e il suo raggio mi colpisce direttamente negli occhi.
«Occhi marroni e verdi. Gli occhi di Zoroastro. È lei… È lei…» bisbiglia Lenith con espressione rapace e con la voce stentata.
Sono parole senza senso. Che cosa significa tutto questo? Che interesse può avere una comune ragazza della Moray Coast per una sacerdotessa etrusca di migliaia di anni?
La mano di Lenith si abbassa. L’anello smette di brillare. Le labbra avvizzite tremano senza alcun suono. Poi…
«È la figlia di Zoroastro…» nella sua voce uno stupore strano, una sorta di incredulità. Simile a quella di chi si trova dinnanzi a una leggenda vivente. Ma è solo un’ istante.
L’istante successivo il volto antico si deforma in un’epressione di orrore e di odio.
«Come prevedevo è successo. La profezia infine si è avverata!»
Lo stupore mi sale alle tempie. La profezia? Che cosa c’entra ora una profezia? E quale profezia poi? Ma non c’è tempo di interrogarsi.
L’essere abietto di fronte a me sembra in preda alle convulsioni mentre Ethan, intanto, pare diventato un blocco di marmo. Il suo profilo al mio fianco è fotografato dalla coda dell’occhio. Mai stato più pallido di così. Mai più immobile. Sembra che la menzione della profezia lo abbia conglobato alla pietra che ci circonda. Invece le labbra fremono e la voce gli esce dal petto più profonda e decisa che mai.
«Non è lei, Lenith. Elisabeth è l’essere più buono che abbia conosciuto nella mia vita.»
A questo punto la confusione è massima nei miei pensieri. Che cosa sarei stata in base al maledetto anello? Un essere mostruoso al punto da spaventare un vampiro di migliaia di anni?
La verità non è poi così lontana.
La faccia di Lenith si è ridotta a un chicco d’uva passa e il corpo lentamente, molto lentamente si ritrae da me. Fissandomi con espressione impaurita.
Recuperati diversi passi di distanza, l’anziana fa scendere la veletta sul viso e si arrampica sul trono come un ratto. Dalle labbra esce un suono soffiato e cupo.
La voce vuota, la tonalità inespressiva accompagnano quella che è evidentemente una sentenza.
«Tu sei la sposa umana della profezia. Tu sei la figlia di Zoroastro… Tu sottrarrai gli inferi al regno dei vampiri. E Ethan, tuo sposo, mi ucciderà e prenderà il mio trono.» Termina Lenith in un lamento lugubre.«No. Non devo dirlo. Ma ho parlato per il futuro. Meglio così…» Poi, un farfugliare incomprensibile di formule magiche. Gli occhi vitrei si sollevano e mi fissano nuovamente con un’aggressività che trafigge il cuore.
«No, come deciso. Come deciso… sparigliare le carte… Ucciderti no, perché anche questo potrebbe essere già stato previsto dal destino.» Gli occhi di Lenith si socchiudono.
«Ecco allora …il mio piano.» La voce è febbrile, ora sembra quasi contenta come pregusti qualcosa di succulento. Ogni parte del corpo, dalle palpebre alle dita, si muove a piccoli scatti…
«Ecco allora faremo come pianificato. Un matrimonio sacro, anzi due. Così il destino si confonderà e tu ti troverai con due sposi. E Rochester si troverà con due mogli.» La frase senza senso termina in una specie di risatina convulsa.
Poi, il bastone di comando batte due colpi sulla pietra e d’improvviso echeggia un rumore di legni spostati, proveniente dal soffitto.
Lo sguardo va istintivamente al tavolato che ci sovrasta. Le assi sopra di noi si aprono.
In alto, a molti metri d’altezza c’è una grandissima cupola e sulla sommità un grande buco rotondo da cui filtra un fiotto abbagliante di luce solare. Tutto in quest’ istante è trasfigurato. I corpi di Ethan, Iago e Daya sono divenuti all’istante come di fiamme. Ferro incandescente, rubini attraversati dal fuoco. Tutti i corpi tranne il mio e… quello della vecchia, che si è ritratta nell’ombra.
I miei occhi spaesati cercano Ethan…
Cosa vuol dire che io avrò due sposi e Ethan due mogli? Con la disperazione nello sguardo cerco gli occhi di Ethan e li trovo. Mi guardano con intensità, sono insondabili, freddi come il ghiaccio. Non so cos’altro aspettarmi. Sta per succedere qualcosa di terribile e io non ho idea di cosa sia…
Poi lo sguardo si solleva. Qualcosa di indistinto per la luce fortissima sta calando verso di noi lentamente. Le palpebre sbattono più volte. È un uovo gigantesco quello. E, all’interno, contro la luce del sole, sembra contorcersi un piccolo serpente.
Quando l’uovo raggiunge l’altezza delle nostre teste, l’ordine di Lenith è un sibilo secco.
«Iago ed Elisabeth celebrate la ierogamia antica come il sole sposa la terra.» Lenith fa un sospiro profondo.
« Ethan e Daya celebrate la ierogamia antica come il sole sposa la terra.»
Tutto è silenzio improvvisamente. Silenzio come può esservi in un luogo sotto terra dove l’unico essere umano è paralizzato dal terrore e le altre creature sono vampiri. Che cos’è la ierogamia? Faccio appello alle reminiscenze scolastiche. È così difficile concentrarsi ora, sono talmente terrorizzata…Ecco cos’è: matrimonio sacro. Ierogamia vuol dire matrimonio sacro…Dovrà esserci un’ unione sacra tra me e Iago e Ethan e Daya! Ma cosa intendono questi folli per matrimonio sacro?
Non dovrò aspettare troppo per scoprirlo.
Il vampiro asiatico mi squadra girandomi attorno come una fiera, saetta con lo sguardo su di me e poi sulla sua padrona. Continua a girarmi intorno per qualche minuto, con intensità, costringendomi a girarmi per non dargli mai le spalle. Poi, finalmente si ferma con lo sguardo frustrato e furente.
Non capisco cosa stia succedendo. Cosa prevederebbe adesso il matrimonio sacro?I secondi che passano sembrano infiniti. Poi sibila fra i denti.
«Non adesso.»
Ethan mette le mani sui fianchi fingendosi a suo agio e con voce tagliente e malevola interviene:
«E’ un bene per te che tu non ce la faccia Iago, forse per questo ti darò una morte meno dolorosa di quella che riserverò agli altri.» Ethan deve aver capito perfettamente quello che sta succedendo. O meglio quello che dovrebbe succedere.
Per me è ancora mistero. È un’altra volta Ethan a venirmi in aiuto, guardandomi fisso e serio con i suoi occhi di brace.
«Credo che il nostro Iago non possa prendere parte alla ierogamia perché è come dire … impotente.»
Rimango scioccata da quell’affermazione, cosa? Ma… Lo stupore è tale da paralizzare per un lungo istante i pensieri. Il matrimonio sacro consiste nel congiungersi con quell’orientale brutale, consiste in un rito da consumare in pubblico… Non posso crederci.
Lo sconcerto sopraffà ogni possibilità di riordinare le idee e di mettere le cose nella giusta priorità. Dover sposare un altro che non sia Ethan, esser brutalizzata e in più come un fenomeno da circo… Tutto prende a ruotare vorticosamente.
La voce mi esce da non so dove e non so come:
«Vorrei tanto dire che mi dispiace brutto bastardo, ma viste le circostanze non mi fai affatto pena.»
Nel vorticare del sotterrano e degli esseri che contiene, l’immagine dell’espressione di Iago mi raggiunge. Iago è furente ed pur nel disastro incombente, un’intima soddisfazione mi risale dalle viscere. Del tutto sconsideratamente, in un momento così tragico, gongolo per la sua debolezza.
Guardo verso Ethan speranzosa che le cose per noi possano mettersi al meglio ma ciò che leggo sul suo viso non è affatto di buon auspicio.
Iago rimane con espressione frustrata e irritata sul volto, io non so quale santo ringraziare per la tregua inaspettata ma si tratta appunto di una tregua, tutto è solo rimandato.
Il locale sembra improvvisamente più vuoto. Ethan dov’ è Ethan? Mi sono distratta solo un momento e l’ hanno portato di nuovo via da me.
Mi strattonano senza convenevoli. Ci inoltriamo nel corridoio per raggiungere la mia stanza, sono sempre scortata da Iago.
«Devo andare in bagno.»
«È là»
Mentre mi avvio, con la desolazione nel cuore, dal buio escono due mani che mi afferrano con forza e mi tirano dentro una nicchia completamente priva di luce. Qualcosa di freddo mi tappa la bocca. Ho voglia solo di piangere, non solo un lurido pervertito ha cercato di abusare di me, ora qualcun altro tenta di farmi del male.
Il pianto sale inesorabile alla gola. Ma il singhiozzo porta alle narici un’odore inconfondibile.
Inspirando riconosco subito l’odore della sua pelle proprio sotto il naso, riconosco senza incertezze il tocco dell’altra mano sul mio fianco.
I polmoni si svuotano e i muscoli si decontraggono.
«Shh… non gridare non devono sentirci.»
È la sua voce, un sussurro basso e sensuale che suona come musica celestiale nelle mie orecchie .
«Non fiatare.»
Non potrei, sono talmente sorpresa e impaurita che la voce non mi uscirebbe neanche se volessi.
Senza farmi voltare e senza togliermi la mano dalla bocca, Ethan avvicina il viso ai capelli e continua a parlarmi all’orecchio.
«Stanotte ci sarà una carneficina, li punirò per averci ingannati e per avere osato pensare di poter mettere le mani su di te. Pagheranno con la vita e ti assicuro che sarà molto, molto doloroso.»
Mi dà il tempo di fare mie le sue parole poi, quando è sicuro che abbia capito prosegue:
«Dovremo stare molto attenti. Agatha potrebbe davvero essere prigioniera qui dentro, anche se non capisco il perché del tranello di Balthasar.»
La sua voce ha una nota diabolica, ho un fremito per ciò che sta dicendo ma soprattutto è immenso il piacere del suo corpo incollato al mio. E mi tiene sempre stretta con una mano sulla bocca... La gratitudine è soverchiante, …la sensazione finalmente di essere protetta… Nulla è più forte di ciò in questo momento. E il desiderio di lui sommerge qualsiasi altra sensazione.
Questo contatto inaspettato, la sicurezza della sua voce, la promessa di vendicare quanto mi hanno fatto, mi scatenano un brivido che non vuole finire.
Devo girarmi e con mia sorpresa riesco a farlo. Di nuovo vicini, corro incontro con le mie labbra alle sue e lo bacio avida, della sicurezza che mi dà abbandonarmi al freddo delle sue braccia. Poi mi stacco e gli faccio la domanda che mi preme e mi spaventa nello stesso tempo:
«Ethan i tuoi occhi…»
Lui sostiene il mio sguardo e con improvvisa determinazione mi schiaccia contro il muro e si appiattisce su di me, quasi fatico a respirare, scende con le labbra sul collo sussurrando:
«Non li hai mai visti così rossi Elisabeth? Rosso è il colore della rabbia e dell’ odio. Tu mi appartieni Elizabeth, tutto di te è mio e chiunque cerca di appropriarsi del mio non merita di vivere.»
Lo dice come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se fosse stato anche superfluo il domandarlo.
Il mio fervore aumenta a queste parole, tanto è inaspettata una reazione così appassionata, sia in me sia in lui, proprio in un momento angoscioso come quello.
Mi abbandono alle sue labbra, incosciente del mondo esterno, tutto il mio essere è attratto solo da lui, il mio centro di gravità, il mio polo d’attrazione irresistibile. Non posso oppormi neanche in questo momento, se Ethan mi chiama con la sua bocca, posso solo obbedirgli ricambiandolo con la sua stessa urgenza.
Mi stacco per un attimo, il tempo di riprendere fiato:
«Oh Ethan se penso a quando Iago…»
I suoi occhi rossi hanno un luccichio maligno nel buio.
«Iago pagherà molto più degli altri.»
Dicendolo mi sistema con meticolosità un ricciolo dietro l’orecchio.
«Non avrò clemenza Liz, questa sarà l’ultima volta che qualcuno oserà sfidarci.»
Il mio respiro diviene affannoso, a contatto con la sua pelle sento la mia ribollire, mentre percorro con le mani avide il suo ventre piatto e il suo petto scolpito. Mi soffermo sulle braccia forti e muscolose capaci di abbracciare me e di uccidere altri.
«Ti hanno fatto del male?»
Le sua voce è piena di rabbia contenuta.
«Ethan non voglio pensarci, voglio solo stare con te.»
Mi rifugio tra le sue braccia che mi stringono potenti e delicate nello stesso tempo. Sono finalmente al sicuro.

@dubhe
chiedo umilmente pedono per l'orario ma il PC mi ha tradita, era morto completamente, forse era surriscaldato...solo ora è risuscitato!


Edited by gaiottina1 - 16/7/2009, 21:19
 
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*Nereide*
CAT_IMG Posted on 16/7/2009, 18:20




Inspiro...espiro!!! :rolleyes:
Questo capitolo e' intensissimo:prima la rabbia di ethan,poi la confusione e il ribrezzo(nei confronti di iago) di Elisabeth,la rivelazione del piano viscido e orribile di Lenith,la profezia...e poi la scena della nicchia :wub:
Ethan e Elisabeth che,nonostante tutto quello che sta succedendo, trovino un momento piccolo ma potente di contatto fisico,la loro passione trattenuta troppo mescolato con la rabbia di Ethan che lo fa diventare severo e sensuale!wow! :rolleyes: :rolleyes:



Edited by *Nereide* - 17/7/2009, 19:27
 
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178 replies since 24/6/2009, 17:29   9418 views
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