@ bella and edward italian forum -

La Sedicesima Notte, Collana "A cena con il vampiro"

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folgorata
CAT_IMG Posted on 1/7/2009, 21:10




Anche Folgorato ci vive col mal di testa. :-)
 
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gaiottina1
CAT_IMG Posted on 1/7/2009, 21:58




CITAZIONE (Dartios @ 1/7/2009, 20:42)
Som er veldig flott, men er ikke lesbar. Hvor er handlingen? Hvor er effekter? Hvor er dusjen? Som på slutten av gaten, rett.

caro signor Porco, se scrivi nella lingua madre di questo topic sarò lieta di riponderti! :woot:
 
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folgorata
CAT_IMG Posted on 1/7/2009, 22:29




Gaia, sei grande

@ signor Porko:
 
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mi¢æla
CAT_IMG Posted on 1/7/2009, 22:43






ehi voi due che ne avete fatto di folgo e gaia?


ahahahahah che ridere ragazze mie ahahahah
 
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gaiottina1
CAT_IMG Posted on 3/7/2009, 18:59




Oddio RAGAZZE DEVO DIRLO!!!!!
TUTTO CIO' CHE E' POSTATO IN QUESTO TOPIC E' UN VERO LIBRO!!!!
folgorata lo ha fotografato e si trova nel topic delle bloody girls!!!!Sono emozionatissima!!!!
 
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folgorata
CAT_IMG Posted on 3/7/2009, 19:02




Quello che conta è il volto dell'anima, Willis. E la nostra anima, ahh ahh tremate...
 
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gaiottina1
CAT_IMG Posted on 3/7/2009, 19:05




Mi ha fatto effetto quella posa della ragazza con il libro in mano...
 
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*Nereide*
CAT_IMG Posted on 5/7/2009, 19:44




E finalmente ho letto pure l'ultimo capitolo... :rolleyes: Ce l'ho fatta...scusa per il ritardo gaia :( !!!

Adoro troppo il pezzo della gelosia di Etahan...e' cosi.... "potente"!!! :shifty:
Rebecca :angry: :angry: grrrr...Squ******!!!
Mi piace molto l'intesa comunicativa che c'e tra Tristan e Ethan...si capiscono subito grazie ai loro poteri...davvero bello!!!

CITAZIONE
Mi ha fatto effetto quella posa della ragazza con il libro in mano...

Che bello :wub:

 
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gaiottina1
CAT_IMG Posted on 5/7/2009, 20:39




@nereide
grazie cara so che può essere una palla rileggere...grazie tante. Mi sono fermata perchè folgorata sta vagliando il mio cap 6 maha un po' rallentato per ia della fiera.Io ho sistemato fino all'8 ...
 
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*Nereide*
CAT_IMG Posted on 5/7/2009, 20:43




No gaia,non e' una palla rileggere...e' una palla a volte non trovare proprio il tempo di leggere!!

 
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gaiottina1
CAT_IMG Posted on 7/7/2009, 18:48





Cap. 6



Notte



Elisabeth

«Sì, lo voglio»
Con queste tre semplici parole sono diventata la signora Rochester.
Non riesco a togliermele dalla testa mentre volteggio con Ethan sotto le stelle del giardino di casa Rochester a Littlemill, attorniata da mille fiori bianchi e profumati. È sera, la cerimonia oramai è terminata, rimangono solo pochi invitati che ancora indugiano e noi due naturalmente.
«A cosa pensi?»
Accostando piano la bocca al mio orecchio, Ethan interrompe le fantasie romantiche con la sua voce morbida. Poggio la testa sulla sua spalla, finalmente rilassata dopo una giornata costellata di emozioni.
«A tante cose, a come sia passato in fretta questo giorno, al fatto che solo ieri ero un’impiegata della Terisoft System e oggi sono la signora Rochester.»
Ethan sorride.
«Come suona bene questo nome.»
Poi, continua a carezzarmi sensuale con la voce:
«Concentriamoci sulla seconda parte del discorso, che mi sembra la più interessante. Vediamo un po’… Qual è sarà il tuo primo privilegio?» ride.
Oh mio Dio. Ethan mi sta di nuovo ipnotizzando con il suo tono basso e sensuale, mentre continua a tenermi stretta per la vita in un abbraccio del valzer. Fortuna che sono una brava ballerina; lo diceva mia madre che prima o poi mi sarebbe servito.
Gli invitati se ne sono quasi tutti andati, anche gli ultimi spariscono uno alla volta inghiottiti dal buio. Ormai più nessun assedio ai signori Rochester; ho già abbracciato tutti ed elargito così numerosi sorrisi, da rischiare la paresi facciale!
Non interromperei per nulla al mondo questo primo momento di intimità della giornata. Comincia davvero a piacermi la piega che sta prendendo la serata; lo stress accumulato si è dissolto e ora rimane ciò che attendo da sei mesi, dalla mattina in cui sentii per la prima volta sentii il corpo di Ethan contro il mio. Proprio qui, a Littlemill. Capii subito che sarei vissuta per lui, che per lui avrei potuto anche morire.
Non potrò mai dimenticarlo. Mi ero distaccata dal gruppo di colleghi della Terisoft con cui ero venuta nei dintorni per una scampagnata e mi ero imbattuta in una piccola sorgente termale. La tentazione di immergermi senza indumenti nelle acque isolate e tiepide era stata troppo forte, e vi avevo ceduto. Nel momento della risalita, tuttavia, la corrente mi spingeva in senso contrario e i lastroni di pietra erano talmente grandi e levigati, da non permettere nessun appiglio. Attimi di puro terrore, il panico più assoluto, la certezza di essere sola contro una forza irresistibile e di non poter vincere. Combattevo, provavo e riprovavo. Tutto inutile ed ero sempre più stanca. Ormai esausta, le forze mi avevano abbandonato, le dita scivolavano sulla pietra muschiata e il corpo sprofondava tra i flutti. Fino a che qualcuno non mi tese la mano…
Una presa salda, fredda e dura, che mi aveva afferrata e sollevata, su, sempre più fuori dall’acqua. Trascinandomi sulla pietra e in salvo dall’incubo.
La mano che mi restituiva alla vita apparteneva a Ethan Rochester, proprietario della più fiorente ditta informatica di tutta la Scozia, nonché capo dei capi dell’azienda in cui lavoravo. come giovane promessa della computer grafica. Al solo ricordo di quegli istanti i polmoni riangono di nuovo a corto di ossigeno, Il fatto è che lui era nudo, completamente, come appena venuto al mondo.
Era uscito a caccia nel terreni di sua proprietà.
Un sorriso mi si affaccia alle labbra. Ne è passato di tempo da quel giorno, e tante le emozioni, le paure, i dolori… Per non dire del giorno in cui ho scoperto che i Rochester erano una famiglia di vampiri.
«Allora?» Ethan mi richiama alla realtà.
«Non lo so, cosa si fa in genere dopo il matrimonio?»
Lo stuzzico innocentemente, stringendomi di più a lui. Ho veramente sviluppato per bene l’arte della seduzione; almeno ce la metto tutta. Per tutta risposta, Ethan si china lentamente a cercare con le labbra il mio collo, percorrendolo in quel gesto intimo che mi fa perdere il controllo di me stessa.
«Sarai tutta mia» bisbiglia con voce rotta.
Mentre sussurra quelle parole maliziose, è risalito con una mano lungo la mia schiena e accarezza la pelle tiepida e scoperta delle spalle. Basta questo tocco freddo ad accelerarmi il ritmo del respiro.
«Sei pronta a soddisfarmi stanotte?»
Ora mi guarda con occhi colore ametista, lo sguardo già anticipa ciò che il corpo desidera. La bocca sensuale è piegata in un sorriso mozzafiato e con l’altra mano percorre la mia guancia con una carezza di velluto.
A quel tocco la mente si vuota: sono pronta a tutto questa notte, a soddisfarlo come e quanto vorrà e a qualsiasi altra cosa mi chieda di fare. Forse il vuoto si riflette sul viso perché il suo sguardo si acciglia preoccupato
«Elizabeth , non ti senti bene, hai il cuore a mille e sei pallidissima!»
Poi mi stringe a sé e mi solleva in braccio con facilità.
«Sei stanchissima, ti porto a nanna.»
A nanna? Strabuzzo gli occhi
«Guarda che non dobbiamo fare tutto stanotte, sei al sicuro con me, qualsiasi imprudenza tu abbia la tentazione di commettere.»
Sono inebetita da ciò che mi tocca sentire. Lui invece sembra incoraggiato dal mio silenzio.
«Ora staremo sempre insieme e anche se gli altri vampiri avvertono il mio odore sulla tua pelle, nulla ti potrà succedere. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo per i nostri passi.»
Cosa? Ethan è impazzito se pensa che trascorrerò la mia prima notte da signora Rochester a dormire beatamente e vergine nello stesso letto con il marito da infarto che mi ritrovo. I nostri passi li faremo eccome!
Però visto che lui mantiene tanto contegno non voglio fare figuracce. È un bel problema.
Ethan, con me in braccio, spinge con un calcio il portone, ed entrambi ci ritroviamo nel salone delle feste.. Ora il maniero è anche casa mia, dovrò abituarmi al lusso e agli arredi, alle supellettili antiche. Non è escluso, che io dia qualche tocco personale, almeno alle nostre stanze nel torrione; a volte casa Rochester mi sembra così lugubre. Non vorrei che le mie amiche scappassero a gambe levate quando le inviterò per un tè a casa mia, pardon nel mio castello!
Tutte le futilità che sto pensando svaniscono immediatamente dalla testa quando vedo Zachary e Tristan in piedi vicino al grande tavolo di noce massiccio. Stanno aspettando noi, non c’è dubbio, i volti sono più pallidi del solito, se possibile, l’espressione è severa. Si, direi che aspettano proprio noi.
Ethan mi fa scendere con attenzione, i miei tacchi cliccano a contatto con il pavimento antico; i suoi occhi saettano in quelli del padre e poi rapidi in quelli del fratello per carpire loro il perché di quell’incontro. Passano solo pochi secondi, poi Zachary decide di parlare.
«E’ giusto che anche Elisabeth ascolti quello che abbiamo da dire.»
Lo sguardo del capofamiglia ora è concentrato su di me, che non so sinceramente quale espressione assumere, se curiosa o preoccupata; so solo che voglio sapere, tutto e subito.
«Abbiamo ricevuto una telefonata da Balthasar…»
«Il padre di Pamela e Rebecca!»
Lo sguardo corre veloce a Tristan, che dalla faccia mi sembra un po’ spazientito per la mia interruzione. Anche Ethan lo ha notato ed esercita una leggera pressione con la mano sulla mia spalla. Non lo capiscono che gli umani non hanno la loro pazienza. E va bene, aspetterò che Zachary finisca il discorso.
«È disperato, i Quirites hanno rapito Agatha e la tengono prigioniera.»
«I Quirites? Maledetta Lenith!»
La voce di Ethan è un sibilo di cattiveria. Lenith, la vampira antica e potente, nemica dei Rochester da sempre. I Rochester spesso ne avevano bisbigliato il nome e quello dei Quirites, la sua guarnigione di vampiri senza scrupoli.
Lo so che devo ancora finire di ascoltare il resto della storia ma non riesco a tacere:
«Perché è stata rapita?
Stavolta è Tristan a rispondere, avanza verso di me, il fisico snello e asciutto, un fascio di muscoli e nervi, stasera sembra ancor più teso del solito.
«Agatha è uscita di senno per l’uccisione Iago, il suo compagno, e ha cominciato ad esporre la nostra gente alla curiosità degli umani. Questo genere di condotta va punita è la legge.»
Tristan abbassa lo sguardo, starà pensando che Agatha è la sorella di sua moglie. Che razza di legge!
«Balthasar chiede il nostro aiuto per liberarla.»
«Se è nelle mani di Lenith è a Roma, maledizione!»
Ethan stringe i pugni, il viso è una maschera di rabbia e frustrazione. La voce risuona autoritaria e decisa nel salone.
«Non ci sono alternative Zachary, dobbiamo tentare il tutto per tutto per salvarla.»
Tristan annuisce, come se già sapesse di non poter ricevere altra risposta.
«Partiremo per Roma, domani stesso.»
Mille domande affollano la mente. Non voglio che Ethan corra pericoli non adesso e io che parte avrò in tutto questo? E la mia dolce notte con Ethan? la prima vera dolce notte che attendo da mesi… che cosa ne sarà?
Tristan e Zachary sembrano dissolversi nel nulla, tanto leggero è il loro passo. È come se non ci fosse mai stato niente da discutere, come se per i Rochester la decisione di partire per una missione pericolosa e lontanissima da noi, fosse un dato di fatto e del tutto privo di alternative.
Ethan mi prende per mano e insieme saliamo in silenzio le scale. Non si offre di prendermi in braccio, è troppo assorto. In silenzio schiudiamo la porticina che da sulla scala a chiocciola. In cima, il nostro regno ci aspetta.
Zachary ha fatto riadattare l’antico torrione apposta per noi, È il suo dono di nozze. Ma siamo nell’ala più antica del maniero ed è ancor più lugubre del resto. Il letto a baldacchino in legno scolpito è bellissimo, ma le tende di broccato color oro sono troppo pesanti e buie. Anche se ora l’intimità che potrebbero fornire mi conforta. Deglutisco ansiosa al solo pensiero.
«Mettiti pure a tuo agio, ti raggiungo tra poco, il tempo di prendere le tue cose nella valigia giù in macchina.»
La voce ancora seria e scossa, infila la porta e scompare con passo leggero. Ho riempito una valigia di cose indispensabili, almeno per i primi giorni, poi si vedrà.
Rimango sola e precipito immediatamente nel panico.
Cosa si aspetterà Ethan da me questa notte? Forse si sentirà troppo scosso dalla rivelazione di suo padre per abbandonarsi ad una nottata di passione con sua moglie? E’ improbabile ma chi può dirlo, i vampiri hanno molte stranezze. E poi, dal suo discorso mi è sembrato di capire che non vorrebbe per forza…Accidenti, lui forse no ma io sì!
Probabilmente teme di non sapersi controllare e che le conseguenze rischierebbero di compromettere la partenza per Roma. O forse vorrà impiegare la notte ad elaborare un piano con gli altri Rochester per salvare Agatha, che dopotutto è la cognata di Tristan…
O forse ancora, vorrà organizzare il viaggio per Roma?
Vagliare tutte queste possibili alternative mi rende troppo nervosa e in questo stato non sarò mai padrona della situazione, pertanto decido che, per prima cosa, devo assolutamente liberami del vestito che mi costringe la vita e il petto. Una volta a mio agio penserò meglio.
Non è un’impresa facile, armeggio con gancetti e bottoni per dieci minuti buoni ma alla fine ho la meglio. Rimasta in intimo prego che Ethan non entri proprio in questo momento. Libero la mia chioma riccia dalle forcine e la scuoto forte dando sollievo ai capelli indolenziti dall’acconciatura. Lancio un’occhiata nel grande specchio a figura intera. Ho un completo intimo color crema, in pizzo italiano che mi è costato una fortuna. Una pazzia, ma alla vigilia delle mie nozze risparmiare non era più un’esigenza tanto pressante. Un sorriso tradisce il pensiero venale. Questa sarà stata l’ultima spesa della mia vita con i soldi contati. la bocca poi si storce insoddisfatta. Se dimagrissi un paio di chili starei molto meglio, ma le mie forme sono piene e sode, sono tornita nelle braccia e nelle gambe, e un po’ troppo bambina. Tuttavia, sono talmente scandalosa con quel copletino da scandalizzare perifino me stessa.
Gli occhi sgranati mi osservano dallo specchio e un brivido di vergona percorre il corpo. In un guizzo vado a rifugiarmi sotto le coperte.
Le lenzuola sono scure, finemente ricamate con motivi preziosi dalle sfumature bordeaux, profumano di buono e fresco. No, Ethan non mi farà del male, né in nessun altro posto.
Mi giro su un fianco rabbrividendo un po’…Come mai Ethan non arriva? Forse ho capito male, forse intende dormire in un’altra stanza e tutta la mia attesa sarà inutile…Forse…
Le mie paure si rivelano presto del tutto infondate .
Un fruscio improvviso delle coperte. Chiaramente non l’ho sentito ma ora scosa il lenzuole e scivola accanto a me; già solo l’odore del corpo è inebriante e mi fa perdere quella poca lucidità che ancora posseggo.
Rimango girata di fianco, paralizzata dall’ansia. Naturalmente Ethan sa benissimo che sono sveglia perché il mio cuore batte come un tamburo impazzito nel petto e non potrei mai nasconderlo. Con il suo corpo freddo si sistema dietro il mio, lo percepisco bene in tutta la sua perfezione. La muscolatura tonica di robusto ventenne è contro le mie gambe nude, la mia schiena calda e il fondoschiena fasciato dal pizzo. Questo contatto così naturale e la mia gola deglutisce ripetutamente.
Poi, la sua mano vellutata percorre la mia gamba flessa, risalendo lungo la coscia e indugia sull’orlo del mio perizoma di pizzo. Ho la netta impressione che si sia lasciato alle spalle la conversazione di poco fa con i suoi familiari.
Ardo dal desiderio e sono nello stesso tempo paralizzata dalla paura, mi sembra di non avere più saliva in bocca ma di una cosa sono certa: non posso continuare a stare impalata in questo modo, devo fare qualcosa, sperando di capire la cosa giusta da fare.
Mi giro piano e la prima cosa che incontro sono gli occhi viola come l’abisso marino tra le ciglia nere che gli illuminano il volto pallido, mi sorride e sembra sollevato dal constatare che sono ancora viva. Ma questo non vuol dire che riesca a parlare.
«Sarai sempre abbigliata in questo modo quando verrai nel letto con me Elisabeth? Non credi che sia un po’ troppo…»
Il mio sguardo deve essere confuso e smarrito.
«Troppo cosa? Come?»
«Troppo seducente.»
Dicendolo mi mette una mano dietro la nuca e mi attira con dolcezza ma con determinazione verso la sua bocca. Sento il suo odore fresco, poi le labbra morbide prendere possesso delle mie, poi la lingua sicura farsi strada nella mia bocca. È forte questo bacio, è un modo per farmi capire che gli appartengo, è lui che mi sta baciando io lo ricambio, capace solo di assecondare la sua volontà. Le mie mani si muovono di propria iniziativa e si posano sul suo petto duro e freddo.
Non riesco a saziarmi del contatto con la sua bocca, è da quella maledetta sera che non abbiamo momenti di intimità. Poi Ethan dolcemente sigilla le mie labbra con un bacio a stampo e mi sistema ben bene sopra di lui.
«Liz, sul serio, vorrei che non fossi così preoccupata, e lo sei perché il cuore ti uscirà dal petto fra poco; vorrei che riflettessi bene su quello che potrebbe succedere se…»
Ancora riflettere! Non posso crederci che voglia ancora rimandare, che è disposto anche a sacrificare la prima notte di nozze e trascorrerla guardandomi dormire, pur di non correre il rischio di trasformarmi. Illuso! Lo ha voluto lui, lo persuaderò sottilmente, sarà ancora più piacevole, se mai io possa immaginare qualcosa di più appagante che stare distesa sul corpo quasi del tutto nudo di mio marito.
Gioco d’astuzia ancora una volta.
«Forse hai ragione Ethan, per oggi sarebbe meglio che ci fermassimo qui, meglio non esagerare con le emozioni e poi mi sento molto stanca…Ti do fastidio messa così?»
«Non dirlo neanche.»
Mi sento una strega ma ormai non posso tornare indietro. Stesa sul suo corpo, cerco di far rallentare i battiti del mio cuore inspirando lentamente, mi accoccolo con la testa sul suo petto scivolando un po’ di lato mettendo la mano aperta sui muscoli definiti del suo addome, un po’ sotto l’elastico dei boxer. Ethan si lascia sfuggire un sospiro forte pur rimanendo immobile. Resto ferma anch’io pochi minuti in quella posizione, poi mi stringo di più e con una gamba gli circondo i lombi premendo con la coscia sul basso ventre.
A quella leggera pressione Ethan emette un ringhio che mi fa bloccare il movimento.
«Signora Rochester cosa mi stai facendo?»
La voce bassa e sensuale mi fa impazzire e spinge la mano a insinuarsi in basso, su me stessa.
«Continuo a prendere confidenza con ciò che è mio, com’era nei patti.»
Sono ancora un po’ scossa e la voce non mi esce ferma.
«Allora lascia stare ciò che appartiene a me.»
Con un colpo di reni si riscuote e si mette sopra di me, sovrastandomi e tenendosi sugli avambracci. Mi fissa con occhi che non hanno più alcuna traccia dell’originario colore blu e la mano toglie piano la mia. La porta al naso inspirando forte e poi alla bocca. Mi sembra di impazzire, il desiderio mi sta squassando. Ma Ethan mi tiene ben ferma con le mani, poi mi fa aprire le gambe con la pressione decisa del ginocchio, infine, si posiziona comodo tra le mie cosce e con il viso scende e si abbassa.
«Basta chiedere Elisabeth.»
Per come mi tiene non potrei fare resistenza neanche se volessi e debbo ammetterlo, non voglio assolutamente.
«Stai ferma così.»
Quell’ordine intimato con voce roca e sensuale non fa altro che aumentare i miei ansiti. È piacevole e doloroso nello stesso tempo resistere a quell’attesa. Gli afferro con decisione i capelli spingendolo ancora di più verso di me. Lui mi accontenta e non si stacca fino a quando non si fa strada dentro di me quell’onda di piacere insostenibile che mi travolge irrimediabilmente, piacere lungo e intenso che mi lascia senza forze.

Quando si risolleva mi guarda con occhi che mi fanno paura, come si guarda qualcosa da…. Gustare piano
«Sei soddisfatta signora Rochester?»
Oh cielo! Soddisfatta è poco: sono estasiata e poi sentire il mio nuovo nome, rafforza il senso di appartenenza che provo verso di lui. Sono inebriata da sentimenti contrastanti; so di cosa è capace Ethan , so che in passato ha ucciso anche esseri umani. E ora quest’assassino spietato è mio marito, sono nel suo letto, sono sua alla sua mercé e soprattutto desiderosa di donarmi incondizionatamente a lui.
Risale su di me e si ferma sui seni, guardandoli rapace.
«Tu sei così….. tenera.»
Prende un capezzolo fra le sue labbra e comincia a succhiarlo piano poi con più forza, è vicinissimo ai suoi denti micidiali, gli basterebbe una piccola distrazione per mutilarmi ma io mi fido, mi sento al sicuro tra le braccia del più pericoloso dei predatori. Cerco di cambiare posizione ma lui ancora una volta non me lo permette e continua a prendere e a darmi piacere.
«Ethan io voglio…»
«Anch’io.»
E’ la risposta. Con un movimento felino e aggraziato balza in piedi e me lo trovo di fronte, mentre io mi accomodo seduta sul letto. Completamente nudo è uno spettacolo di lussuriosa perfezione, ogni muscolo è definito al punto giusto, somiglia a una fiera e lo è; io lo avevo visto trasformato in animale pericoloso e sanguinario. Ha le mani sui fianchi e al chiarore argentato della luna riesco a vedere nitidamente il suo profilo incredibilmente eccitato, aspetta che io mi decida. Sono ansiosa e intimidita nello stesso tempo, il suo odore acre mi entra subito nelle narici e mi inebria, è odore di sesso, di desiderio. Accosto la mia bocca e lo accolgo, prima timidamente, poi a mano a mano sempre più sfacciata, con l’urgenza che ora è di entrambi. Mi faccio guidare dall’istinto. Ethan ha la bocca socchiusa e gli occhi spalancati su quel quadro sconvolgente, lo sento ansimare e ringhiare mentre lo conduco verso il traguardo. Quando penso che non potrà più resistere, le sue braccia fredde immobilizzano le mie e mi adagiano decise sul letto.
Ecco, ora ci siamo davvero. È il mio ultimo pensiero.

Ethan

Mi stendo sopra di lei puntellandomi con le mani sul materasso.
Mia moglie sotto di me aspetta che io mi decida. Ecco, lei, il mio completamento e la fonte del mio tormento. Sento forte il suo odore, di femmina e di umana, che si impone prepotente nella stanza e mi ubriaca. Se fossi umano anch’ io, avrei i palmi sudati per l’eccitazione che ottenebra la mente; non riesco a pensare con lucidità, non riesco a pensare e basta.
Ha paura, lo sento dall’intensità del profumo; bene, è così che deve essere, deve avere paura di me, è la cosa più naturale del mondo, potrei ucciderla in qualsiasi momento. Conosco bene l’odore che hanno gli umani che temono per la loro vita. L’ho sentito tante e tante volte… Ma io stasera voglio farla mia, anche se ancora, non so cosa questo comporti.
Rimango con gli occhi incollati sui seni meravigliosi che infinite volte mi sono immaginato sotto le magliette attillate e che urtati, anche solo per caso, hanno tormentato le mie notti solitarie. E ora, è tutto mio, tutto di lei mi appartiene, è mia moglie, mia, mia, mia, non riesco a togliermi questa smania di possesso dalla testa.
«Sei sola, completamente sola con me Liz.»
«Ethan, ti prego, fa’ l’amore con me.»
Ma la voce tradisce tutta la sua paura.
«Sei il mio tormento, la mia ossessione.»
Entro poco in lei; Elisabeth geme e avvampa di più sul viso, vado ancora un po’ giù strappandole un grido.
Ecco, finalmente gridi.
Lascio che si abitui a me ma non posso certo resistere più di tanto e poco dopo affondo con forza, in due riprese, tutto me stesso dentro di lei.
Elizabeth ansima e grida più forte, girandomi il viso e due lacrime le scendono calde, posso sentire l’odore del sale. Ma più forte è quello del sangue, è più intenso di uno schiaffo in faccia, peggio del sale gettato su una ferita aperta. È un marchio a fuoco sul mio cuore, il marchio della belva che sono e che rimarrò sempre.
Lo sento, lontano, dal centro del suo ventre fluire calmo su di me che sono dentro di lei, e poi un piccolo rivolo anche fuori, piano, dolce miele per la mia bocca, acqua fresca per spegnere l’incendio del veleno.
Ancora giù, giù e ancora più a fondo, non posso essere delicato, sento tutta l’urgenza del desiderio che deve essere soddisfatto e la frenesia che il suo flusso continua a scatenare. Elizabeth mi fissa con occhi sgranati e bocca socchiusa, il viso arrossato dallo sforzo di accogliermi assecondando i miei movimenti.
La prendo forte per il bacino e la tengo ben stretta, deve essere parte di me mia, mia fino alla fine.
«Ethan ti prego…»
No, ancora, ancora, affondo dentro di lei senza fermarmi, sempre di più, è lei che mi rende così, è il suo sangue che mi rende belva.
«Ti amo Ethan.»
All’improviso una scossa, ancora uno schiaffo alla furia che mi abita dentro.
Di nuovo quelle parole a riscuotermi, rallento il ritmo, piano.
Ancora una volta il mio amore mi strappa dall’orrore che potevo compiere, mi risolleva dalla natura egoista e famelica e mi rende umano, quasi come lei.
Risponderle è come soddisfare un’esigenza, l’unica rimasta vitale nella mia natura, amarla.
«Ti amo Elizabeth.»
Cerco il suo collo pulsante mentre continuo a farla mia sempre più piano. Lo percorro con le labbra deliziandomene e venerandolo come ciò che di più prezioso io possa avere, come ciò che non potrei mai violare.
Poi lei inizia a venire incontro ai miei movimenti con più forza, cercandomi più in profondità e accelerando il ritmo: capisco che è pronta.
La aspetto ancora un po’ e quando grida forte, non posso fare a meno di condividere quel momento con lei.
Come due fuochi che si alimentano a vicenda, così le nostre passioni danno forza una all’altra per un momento lunghissimo e dall’intensità quasi insopportabile.
Ricado sul letto ad occhi chiusi e la trasporto con facilità, facendola stendere su di me.
È accaldata, tiepida più del solito, tenera carne tra le mie braccia, sangue pulsante sul mio cuore fermo. Passiamo così qualche minuto in silenzio, poi Elizabeth alza il viso cercando la mia bocca e prende a giocare con le mie labbra.

Elizabeth

«Ho bisogno del bagno.»
È vero, sì e no.
«Non metterci troppo o verrò a prenderti.»
Ho un brivido di desiderio e paura perché la voce è suadente ma il tono è fermo. Si, sta dicendo la verità, sarebbe capace di venirmi a prendere. Mi alzo con movimenti misurati e mi avvolgo nel lenzuolo del letto di Ethan, infilo dritta la porta della sua stanza e da lì riesco a entrare nel bagno, che è vicinissimo.
Cerco di assumere un’andatura normale, non voglio dargli a vedere quanto mi senta fisicamente provata.
Fare l’amore con Ethan è stata l’esperienza più incredibile e sconvolgente della mia vita, piacere allo stato puro mescolato ad un’eccitazione incontrollata.
Accendo la luce e dò decisa un giro di chiave.
La prima immagine che vedo è il mio riflesso nello specchio, ho un’espressione agitata, il colorito rosso pomodoro, i capelli sono arruffati e la lingerie è naturalmente svanita.
Con timore apro il lenzuolo e dò un occhiata a come sono messa.
I miei dolori sono confermati dai segni rossi e violacei che riporto sulle braccia e sul seno. Mi volto sconfortata, anche i glutei non sono da meno e neanche le cosce.
Ma soprattutto, ho un forte bruciore in mezzo alle gambe e non oso guardare per paura di scoprire le conferme ai miei sospetti. Timidamente vi poggio una mano e poi la esamino. Temo di sapere. Il sangue c’è ma non tanto come immaginavo, però mi fa un gran male.
Ethan c’è andato giù pesante, o forse c’è andato normale, sono io che sono troppo fragile. Ma nonostante questo, nonostante le contusioni e il bruciore, non riesco ad immaginare niente di più meraviglioso. Mentre passo in rassegna la situazione, due colpi decisi alla porta mi fanno sobbalzare.
«Aprimi Liz.»
E’ lui, oddio cosa avrei fatto? Desidero fare di nuovo l’amore ma ho sinceramente una gran paura di ciò che può fisicamente succedermi.
«Elizabeth, sai che posso aprire.»
La sua voce è un ordine. Certo che può, anzi, sono meravigliata che non l’ abbia già fatto. Timidamente vado alla porta, la apro e lo trovo in piedi appoggiato allo stipite, braccia conserte, ha indossato un pantalone largo e mi guarda, con occhi viola come l’abisso marino e penetranti.
«Non vuoi tornare a letto con me?»
Non è certo una domanda. Per tutta risposta mi tuffo tra le sue braccia fredde; questo movimento mi scopre lasciandomi completamente nuda e offrendo a Ethan la visione allo specchio del mio corpo tormentato .
Un ringhio soffocato gli esce dal petto e mi fa avvinghiare impaurita a lui ancora di più.
«Ethan voglio ancora fare l’amore.»
«Fare l’amore? Farti seviziare da me vorrai dire!»
E’ feroce e sprezzante nella voce, il volto pallido e tirato reprime a stento la furia.
«Ethan mi abituerò a te ai tuoi ritmi, alla tua forza te lo assicuro.»
«Vuoi abituarti alla brutalità? Vuoi avere paura al solo pensiero che io ti sfiori?-
Sembra quasi isterico, è in preda ad un attacco d’ansia ma in questo momento so ciò che voglio. Malgrado tutto lo desidero ancora e ancor di più.
«Ethan ti prego fa l’amore con me, di nuovo.»
Senza parlare lo prendo per mano e lo riporto a letto distendendomi, poi mi sdraio su di lui. Sono diventata improvvisamente di nuovo smaniosa, non posso più aspettare, non potrei concentrarmi su alcuna tenerezza, ho troppo bisogno sentire la sua fisicità.
Lo guido dentro di me, stavolta sono pronta e non mi faccio ingannare, lascio che affondi piano fino in fondo e anche stavolta mi strappa un grido. Comincio a muovermi al ritmo che mi è congeniale e lui mi asseconda in tutto attirandomi a sé con le mani.
«Voglio che tu ti senta al sicuro quando fai l’amore con me, imparerò a controllare i miei istinti.»
Ancora la voce calda e suadente che mi ammalia e ipnotizza i miei sensi.
Inspira forte chiudendo gli occhi, il viso contratto, capisco che in questo momento lotta contro il desiderio di prendere anche la mia vita.
Con destrezza mi alzo e mi abbasso su di lui e avida faccio mio ogni centimetro della sua pelle con lo sguardo e con le mani.
Lo percorro con i palmi aperti sulle braccia forti, sul collo, sul viso. Fuori è freddo e teso, dentro di me lo sento dentro potente e deciso. Ma soprattutto lo sento mio, sono inebriata dal fatto che sia lì sotto di me, immensamente più forte di me, sottostà al mio corpo e alla mia volontà, traendo piacere e dandomene allo stesso tempo.
Quando aumento il ritmo, con le mani gelide cattura i miei seni e inizia a massaggiarli con decisione. Questa carezza forte e prolungata mi fa esplodere e lui con me.
Questa è la prima notte di sesso con mio marito e ancora nulla dello sconvolgente futuro è giunto a travolgere le nostre esistenze.


Edited by gaiottina1 - 14/7/2009, 17:50
 
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gaiottina1
CAT_IMG Posted on 7/7/2009, 21:26




@folgorata
Il tuo lavoro sul mio caitolo sei è piaciuto su EFP. E' vero, i capitoli, dopo la tua revisione assumono una scorrevolezza naturale. Veri complimenti
 
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folgorata
CAT_IMG Posted on 7/7/2009, 23:32




Grazie! Ma sei tu la regina delle emozioni:-)
 
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*Nereide*
CAT_IMG Posted on 8/7/2009, 18:41




Che capitolo passionale,intenso :rolleyes: :wub: !!
Oh my Ethan!
Tra un po inizia l'azione eh!! :ph34r:
 
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gaiottina1
CAT_IMG Posted on 8/7/2009, 18:47




Mamma mia si!!!!!!
 
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178 replies since 24/6/2009, 17:29   9418 views
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