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Bella, the Vampire Slayer

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*Shahrazad*
CAT_IMG Posted on 22/6/2009, 12:48 by: *Shahrazad*




CITAZIONE (Miss caterina cullen @ 20/6/2009, 19:50)
Brava!!!! Bella ff! Continuala!

image Ohhh... ma grazie... sono felice che ti piaccia!! Continua a seguirmi se ti va.

CITAZIONE (*Edwardina_Cullen* @ 22/6/2009, 03:57)
che bello essere la prima fan di una fic.....voglio un titolo ufficiale eh????
comunque questa ff mi piace moltissimo ed è davvero originale....complimenti

P.S.però cerca di postare in fretta

:wub: Wow!! La mia prima fan?? Eccoti un premio. image.

CITAZIONE (**Kiss Me** @ 22/6/2009, 09:30)
mi piace!!!secondo me all'inizio bells edward si odianoX°°Dcome spike e buffy!!

Ehm... :rolleyes: non posso dirti nulla *me si chiude la bocca*, spero continuerai a leggermi XD.

CITAZIONE (*°* Lulù _ PoKer Face °*° @ 22/6/2009, 10:19)
BelliCCima! *-*
Adesso aspetto il momento in cui quei due si incontreranno. Perchè lei capirà subito chi sono loro ù.ù
Vero?
XDXD
Sono
SHono curiosa! *-*

:lol: :woot: Waaaa... ehhhh chi lo sà...

Ma bando alle ciance...vi lascio al nuovo capitolo!!


Benvenuta a Forks.


Trovare la scuola non fu molto difficile malgrado non ci fossi mai stata prima. Avvolta dalla vegetazione, l'edificio consisteva in una raccolta di case tutte uguali dai mattoni rosso scuro, svoltai a destra appena vidi la segnaletica "Forks High School".
Parcheggiai al primo edificio, tirai un grosso sospiro prima di lasciarmi andare sotto la pioggia, così riuscii a raggiungere la segreteria prima che potessi inciampare in qualcosa, o peggio ancora in qualcuno.
Da dietro il bancone una donna dai capelli rossi alzò lo sguardo -Isabella Swan?- schioccò. Annuii mesta, c'era qualcuno che mio padre non aveva avvisato della mia venuta qui?
Mi aspettava, mi aspettavano tutti, senza alcun dubbio ero già stata al centro dei pettegolezzi. La figlia dell'ex moglie fuggitiva dell'ispettore, che è tornata a casa dopo la turbolente carriera scolastica a Phoenix.
Rovistò con la mano nella pila dei documenti accatastati sulla scrivania -Qui c'è il tuo orario, assieme ad una pianta della scuola-. Mi indicò l'ufficio del preside, che avrei dovuto raggiungere a breve.
Poi firmai dei moduli e quando ebbi finito mi augurò di trovarmi bene lì a Forks. Sfoderai il sorriso più convincente che riuscii a consentirmi e mi incamminai osservando bene la mappa.
Quando ebbi finito di controllare la ficcai nello zaino che tenevo in spalla e feci un altro respiro, profondissimo. Svuotai ai polmoni e bussai alla porta del preside Fluite.
-Isabella Swan secondo anno, proveniente dal liceo Workinton di Phoenix, profilo interessante direi- disse vagliando le varie carte che documentavano la mia vecchia carriera scolastica.
Il suo sguardo si soffermò su di una in particolare, e gli occhi gli si strabuzzarano per qualche secondo -Che..- immaginavo già cosa stesse guardando.
-Signor Fluite..- dovevo trovare una scusa per salvare la situazione in extremis, mi ero arrovellata il cervello tutta la notte per trovare la giusta e plausibile spiegazione per quanto era successo -..lo so che la mia scheda è un pò..- non trovavo le parole - insolita ma..-
-Insolita?- mi domandò, togliendosi gli occhialini in tartaruga -sei sicura che questo sia l'aggettivo esatto?-
-Non è così terribile-
-Ma hai bruciato la palestra!- gridò.
-Si,ecco io..si ma..ecco c'è una spiegazione quella palestra era piena di vamp..di amianto-
-Va bene, lasciamo perdere Isabella. Conosco tuo padre, provieni da una buona famiglia e sono sicuro che un anno qui alla Forks High School e non ti riconoscerai più-
Degludii -Temo sarà lei a non riconoscermi tra un anno signor Fluite- risposi pronta, ma il suo sguardo non s'illuminò sintomo che non aveva colto la mia frecciatina.
Annuì lo stesso -Be' benvenuta a Forks, e attenta a quello che fai, qui non siamo a Phoenix le regole sono ben diverse-
-Lo terrò a mente- biascicai mentre mi alzavo per uscire dalla stanza. Ero già nel corridoio quando mentre stavo rovistando nella mia borsa mi scontrai con un ragazzo altissimo dall'aria impacciata.
Il risultato fu che tutte le mie cose volarono a terra, facendomi avvampare dalla vergogna. Merda.
-Posso aiutarti?- disse mentre raccoglieva il mio disastro.
-Lo stai già facendo-
Ridacchiò nervosamente -Io non ti conosco..-
-Sono Bella, sono nuova-
-Certo ho capito, la figlia di Charlie, ti stavamo aspettando- biascicò pensieroso -io sono Jacob, ma puoi chiamarmi Jake. Dov'è la tua prossima lezione Bella?-.
Dovetti controllare lo zaino -Professor Jefferson, educazione civica edificio 6-
-Io vado al 4, se vuoi posso accompagnarti- mi propose facendo strada, per tutto il tempo mi fece domande banali e scontate ma lo ringraziai mentalmente di non aver tirato in ballo il motivo del mio trasferimento, almeno per il momento.
-Be' buona fortuna- disse quando ci trovammo di fronte la porta -Magari ci vediamo a qualche altra lezione!- sembrava speranzoso.
Gli rivolsi un sorriso debole ed entrai.
Il resto della mattinata trascorse più o meno nello stesso modo, una ragazza dai capelli lisci si sedette accanto a me durante l'ora di geografia. Non ricordavo il suo nome, perciò mi limitavo ad ascoltarla mentre ciarlava sugli ultimi pettegolezzi, e sui professori.
Sembrava molto interessata più che alla mia persona, alla mia compagnia. Molti sguardi si rivolsero verso noi mentre raggiungevamo la mensa ad ora di pranzo.
-Jessica!- la chiamarono.
Ci sedemmo in fondo ad un tavolo pieno di suoi amici, poi mi presentò. Fu in quel momento, impegnata a parlare con estranei curiosi, che li vidi.
Erano cinque. Non parlavano e non mangiavano, benchè i loro piatti fossero stracolmi di robaccia della mensa. Non mi degnarono nemmeno di uno sguardo, a differenza del resto dei ragazzi della scuola.
Belli, troppo belli per essere terreni. Dei ragazzi uno era bruno e nerboruto, l'altro biondo dall'aria in agonia ma sempre muscoloso. Il terzo era più smilzo, con i capelli rossicci spettinati. Le ragazze invece sembravano direttamente uscite da una rivista per teen-ager, capelli biondi che le accarezzavano la schiena in una morbida onda una, mora dai tratti angelici e delicati l'altra.
Eppure c'era qualcosa che non mi quadrava. Non si somigliavano, ma avevano qualcosa che li accomunava tutti, gli occhi? Si forse erano gli occhi, li avevano tutti e cinque molto scuri e cerchiati da ombre pesanti, violacee, simili a lividi.
E la pelle? Simile al gesso, troppo bianchi anche per vivere in una cittadina come Forks.
Aggrottai la fronte pensierosa, che fossero..Ma no. Cosa andavo a pensare, dovevo smetterla di viaggiare con la fantasia una buona volta.
-Quelli chi sono?- mi ritrovai a domandare contro il mio volere.
Jessica seguì la mia traettoria, e mi accorsi che lui, il più magro, alzò il volto di scatto per guardare la mia vicina non più di qualche secondo e poi i suoi occhi scuri saettarono verso me.
Jessica sfoderò un sorriso da ebete, e così Angela una ragazza dai capelli ricci e dall'aria buona fu costretta a rispondermi -Sono i Cullen, i figli del Dottor Cullen e signora, si sono trasferiti dall'Alaska due anni fa..guarda loro sono Emmet e Rosalie, e quelli seduti accanto Alice e Jasper. Quello con i capelli bronzei lì giù è Edward-
Nomi strani, poco diffusi pensai. Il mio sguardo s'affilò involontariamente.
-Sono molto belli- ammisi. -Già però stanno insieme- s'affrettò a informarmi Angela -..voglio dire Emmet e Rosalie e Alice e Jasper. E vivono insieme. Non sono sicura che sia legale- constatò pudica arrossendo un pò e mettendosi una mano a coppa attorno alla bocca.
-Oddio Angie capisco la tua educazione da monaca di clausura. Ma svegliati, non sono fratelli sul serio! Sono stati adottati- proruppe Jessica risvegliandosi dal coma profondo.
Angela si chiuse nelle sue spalle curve, mi fece tenerezza. Era una ragazza buona e timida, non meritava di essere trattata in quel modo.
Durante la conversazione non potevo fare a meno di lanciare furtive occhiate al loro tavolo. Mentre li studiavo, mi resi conto che il più giovane continuava a fissarmi con espressione incuriosita.
Mi accorsi con la coda dell'occhio che Jessica fece un cenno a Angela, così tornai a guardare le mie interlocutrici -Ti piace?- mi domandò con sorniona Jessica -E' uno schianto ovviamente, ma non sprecare il tuo tempo. Non esce con nessuna. A quanto pare qui non ci sono ragazze abbastanza carine per lui-
Mi parve di veder dipingersi un sorrisetto sul volto di quell'Edward, come se potesse sentire ciò che Jess stava dicendo. Che idiozia, ero stata troppo a contatto con certe stranezze negli ultimi tempi.
-Non pensavo di farlo- risposi guardando il mio piatto.
Rimasi seduta a tavola con gli altri più tempo di quanto mi sarei trattenuta se fossi stata da sola. Avevo il terrore di arrivare in ritardo alle lezioni del primo giorno di scuola, questa volta volevo che tutto cominciasse e si concludesse nel più perfetto dei modi, le ombre che macchiavano il mio passato dovevano scomparire. Dovevo ancora passare dalla biblioteca a prendere un testo di biologia per la lezione seguente.
Riuscii a liberarmi prima del suono della campana, entrai nella stanza che aveva tutta l'aria di un posto buio e stantìo, con un grande e pesante tavolo in legno lucido al centro arricchito da delle lampade che non facevano di certo invidia alle antiche lampade ad olio.
-E' permesso?- domandai sentendo l'eco delle mie parole rimbombare -C'è nessuno qui?-
Mi avvicinai alla scrivania, dove doveva esserci sicuramente il bibliotecario, ma la trovai vuota. Mi ritrovai a fissare insistentemente i libri dai nomi mistici impolverati, ed un brivido mi corse lungo la schiena chiedendomi se non fosse il caso di tornare in corridoio. Ma di cosa mi preoccupavo? non ero certo una ragazza indifesa io.
Eppure sobbalzai lo stesso quando sentii qualcosa cigolare dietro di me, e mi voltai di scatto.
-Oh- sospirai -allora qualcuno c'è-
-Posso aiutarti?- domandò un uomo dai lineamenti scuri, da indiano, su di una sedia a rotelle. Aveva una faccia conosciuta, ma non riuscivo proprio a collegarla..
-Cercavo alcuni..come dire..be' libri.Sono nuova qui-
-Bella..- bisbigliò con sguardo interessato. Come faceva a sapere chi ero quell'uomo? Ma non era tanto quella la domanda da porgergli, quanto come faceva a conoscere come mi facessi chiamare.
-Sì..- dissi accigliata -forse sono l'unica nuova?-
-Io sono Billy Black, il bibliotecario, mi hanno detto che venivi- Capii finalmente dove avessi visto quell'uomo, lo vidi girare attorno alla scrivania non curante della mia espressione esterefatta.
Chi sapeva che sarei andata in biblioteca? Io non avevo di certo avvertito nessuno.
-Sei cresciuta molto dall'ultima volta che ci siamo visti Bella, ti è piaciuto il regalo di tuo padre? Ero sicuro che un mezzo per spostarti ti sarebbe stato utile- constatò con una strana espressione.
Annuii distratta.
-Allora non voglio farti perdere dell'altro tempo, adesso ti cerco quello che ti serve-
-Bene, allora mi serve le prospettive del..- cominciai spulciando l'elenco dei libri -Lo so già cosa ti serve- m'interruppe Billy sorridendo, mettendo sul bancone un volume marrone inpolverato.
Ci soffiò sopra per permettermi di leggerne il titolo a caratteri d'oro "Vampiro".
Alzai lo sguardo da quell'epigrafe che bene poco augurava di buono -Non è quello che stavo cercando- sussurrai preoccupata. Le fauci mi si erano seccate di botto.
-Ne sei sicura?- mi domandò.
-Si, sicurissima- risposi agitandomi.
-Be' ho fatto un errore- disse risistemando il libro sotto la scrivania -Allora cosa stavi cercand..-
Squadrai la sua figura ancora una volta prima di correre a gambe levate verso la lezione di biologia.
 
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