| Wow frasi davvero bellissime.. io ne avrei qualcuna da aggiungere...
Ecco, tu sei esattamente la mia qualità preferita di eroina.
Bella: Mi dirai la verità? - Edward: Probabilmente no. Preferirei sentire le tue teorie. - Bella: Ho preso in considerazione ragni radioattivi e la criptonite. - Edward: Tutte cosa da supereroi. E se non fossi l'eroe... Se fossi... il cattivo? - Bella: No... non lo sei.
Non desideravo altro che restare con il mio eterno salvatore.
Mi piaceva più di quanto fosse lecito
La nostra relazione non poteva continuare in quel modo, in equilibrio sulla punta di un coltello. Prima o poi saremmo caduti, da una parte o dall'altra della lama, e ciò dipendeva esclusivamente dalle sue scelte, o dai suoi istinti. Io avevo preso una decisione prima ancora di rendermene conto razionalmente ed ero pronta a rispettarla fino in fondo. Perché niente era per me più terrificante, più straziante, del pensiero di allontanarmi da lui.
Non mi sembra giusto". Si strinse nelle spalle, i suoi occhi però erano sempre intensi. Abbozzai una risata, ma non ero divertita. "Non te l'hanno ancora detto? La vita non è giusta".
Per qualche motivo, il mio umore e i miei occhi erano legati a doppio filo. Di solito, quando ero arrabbiata piangevo, una reazione umiliante.
Ogni tanto mi chiedevo se i miei occhi e quelli del resto del mondo vedessero le stesse cose. Forse il mio cervello era difettoso.
Li fissavo perché i loro volti, cosi differenti, così simili, erano tutti di una bellezza devastante, inumana.
Non so come spiegarlo... ma dietro la facciata è ancora più incredibile". Il vampiro che voleva essere buono, che andava in giro a salvare la vita delle persone per non sentirsi un mostro...
Forse non morirò subito... ma prima o poi succederà. Ogni giorno, ogni minuto, quel momento si avvicina. E diventerò vecchia.
Sarebbe carino se mi mostrassi almeno una cosa che non sei capace di fare meglio di chiunque altro al mondo.
Quando parlo con te mi lascio sempre scappare troppe cose. Questo è uno dei problemi. - Non preoccuparti, tanto non ne capisco una.
"I tuoi istinti umani... " m'interruppi, e lui attese che completassi la frase. "Beh, mi trovi minimamente attraente anche il quel senso?" Rise e mi arruffò i capelli quasi asciutti. "Non sarò un essere umano, ma un uomo sì".
"Quante volte" chiesi disinvolta. "Come? " Sembrava l'avessi distolto da chissà quale catena di pensieri. Non mi voltai. "Quante volte sei venuto qui? ". "Vengo a trovarti quasi tutte le notti". Mi voltai di scatto, stupita: "Perché?" "Sei interessante quando dormi". Lo diceva come se niente fosse. "Parli nel sonno". "No! " sbottai, rossa di vergogna fino ai capelli. Era dispiaciuto, glielo leggevo negli occhi. "Sei tanto arrabbiata con me?" "Dipende! " Mi sentii come se qualcuno mi avesse rubato l'aria. Aspettò che chiarissi. "Da... " mi sollecitò dopo un po'. "Da quel che hai sentito! " strillai. All'istante, in silenzio si materializzò al mio fianco e mi prese le mani con delicatezza. "Non essere così sconvolta" Si chinò su di me e da pochi centimetri di distanza mi fissò negli occhi. Ero imbarazzata, e cercai di distogliere lo sguardo. "Ti manca tua madre" sussurrò. "E che altro?" Sapeva dove volevo arrivare. "Hai pronunciato il mio nome" ammise. Sospirai, rassegnata: "Tante volte?" "Quante sarebbero precisamente - tante-?" "Oh, no! " chinai la testa. "Non prendertela con te stessa" mi sussurrò in un orecchio. "Se fossi capace di sognare, sognerei te. E non me ne vergogno".
Sollevò la mano, indeciso, esitante, stava combattendo con se stesso; accarezzò svelto il profilo della mia guancia, con la punta delle dita. La sua pelle era ghiacciata come sempre, ma la traccia che lasciò sul mio vso era bollente, una scottatura che non provocava dolore
Cercare di tenerti in vita vuole dire davvero lottare contro il destino.
Tutto a un tratto mi sembrò rassegnato. "Cosa vuoi sapere?" "Quanti anni hai?" "Diciassette" rispose istantaneamente "E da quanto tempo hai diciassette anni?" "Da un po'"
Ormai avrei dovuto esserci abituata, e tuttavia non era così. Avevo la sensazione che Edward fosse il genere di persona a cui era impossibile abituarsi.
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