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A Girl's Dark Side, La parola vendetta non è mai stata così dolce

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CAT_IMG Posted on 26/11/2011, 18:17
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uhmmmm
chi vivrà, vedrà!

E io voglio vedereeeeeeeee
posta posta posta!
 
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°She is..Ophelia°
CAT_IMG Posted on 26/11/2011, 22:02




Certo che si! Sono in fase di progettazione del capitolo poi...scrivere scrivere XD
 
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CAT_IMG Posted on 27/11/2011, 22:12
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è fantastico *-* scusa se ho letto solo ora il capitolo, sono stata impegnata >.<
Però bellissimo, voglio proprio vedere come si evolverà la cosa XD
 
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°She is..Ophelia°
CAT_IMG Posted on 28/11/2011, 09:48




Figurati! ^^ Potete leggere quando volete ^^
Comunque Grazie! XD Sto iniziando a scrivere il nuovo capitolo XD
 
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Lucy's Lullaby
CAT_IMG Posted on 28/11/2011, 14:55




Bellissimo come al solito! Non vedo l'ora di vedere un nuovo capitolo!
 
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°She is..Ophelia°
CAT_IMG Posted on 28/11/2011, 22:08




Grazie Lucy! ^^
 
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°She is..Ophelia°
CAT_IMG Posted on 29/11/2011, 22:44




Capitolo 4: La sconosciuta




capitolo4


"Se il più puro sogno d'amore fosse vero Allora, amore dovremo essere in paradiso, Invece è solo la terra mio caro, Dove il vero amore non ci è concesso."

(L.Siddal)


Ogni storia come si deve ha un inizio. La storia di Emma, sebbene sia già iniziata-con il suo innamoramento e la sua negazione- non è ancora ufficialmente una storia. Si, perchè una storia vera e propria è fatta di immagini, è fatta di ricordi, testimonianze, è fatta di fibre e cellule. Ogni persona può contribuire con le proprie, chi legge, chi ascolta, chi scrive...chi racconta.
E tu...vuoi contribuire?



Così Emma aveva rinunciato a quella che considerava solo una cotta, una stupida cotta, negando i suoi sentimenti verso Chris, il suo nuovo compagno di classe, negando quella supernova che aveva percepito nei suoi occhi. Aveva deciso di seguire la ragione, così come molte altre prima di lei avevano fatto, quelle donne che avevano semplicemente paura di amare, quelle donne come Elizabeth Bennet, la fredda Liz che per colpa del pregiudizio si stava facendo scappare l'amore della sua vita, Mr Darcy, o come un'altra Liz, ma stavolta è la Siddal, la modella, la più ricercata tra i preraffaellitti, la bellezza che tutti volevano, quella donna così triste e innamorata del suo pittore, morte nel dispiacere di non essere amata completamente.
Aveva scelto quella strada, ma forse non era tardi per cambiare. E il destino, in un certo senso, gliene aveva dato prova: Aveva infatti dato una mente acuta a Marzia, insieme a quella dose di sperimentazione del proibito sufficiente a proporre ad Emma l'incursione alla festa di fine anno, sotto mentite spoglie, e aveva fatto un ottimo lavoro, visto che Emma, incredibilmente e dopo un pò di fatica, aveva accettato.
Era un segno? Difficile stabilirlo. Eppure sembra davvero fatto a caso, una festa, un'occasione. Lui ci sarà. Emma pure. I fili sono stati intrecciati. Chi ha voglia di seguirli? Dove porteranno? Si incontreranno?
Che il grande spettacolo abbia inizio...così direbbe chi non vede l'ora di scoprirlo.


Caro Diario,
l'ho sempre detto e continuerò a dirlo...io non sono bella.
E per andare ad una festa la bellezza è un requisito a dir poco necessario. Insomma..io non sono come le mie compagne! Loro sono...esuberanti. Sanno come comportarsi con i ragazzi, io no. Loro sanno flirtare, io no. Loro sanno vestirsi assecondando i gusti maschili, io no. Loro sanno ballare come se non sapessero fare altro, io no. Quanto potrò essere credibile, in quella sala, con una maschera, un abito che non mi fa sentire a mio agio, e gli occhi di tutti che forse mi cadranno addosso?
Forse...non è troppo tardi per ritirarsi.
Ma Marzia mi ha rassicurato. Dice che il tema della festa è il Carnevale veneziano e che quindi tutti avranno la maschera, e che nessuno mi riconoscerà. Questo mi ha calmato. Se nessuno mi riconosce, allora è come se alla festa nemmeno ci andassi. Si..sarà un'altra ad andare al posto mio. Voglio che prenda il mio posto, questa sconosciuta, e che faccia di me quel che vuole.




"Te la dico io la differenza tra questo vestito e me: Lui ha le tette!" scattò Emma. Marzia reggeva l'abito tra le braccia e sorrideva. Era bellissimo, non c'è che dire, ma era decisamente...troppo.
"E quando mai ti capiterà di avere le tet.. hem, cioè.. di essere così bella!" controbattè Marzia, appoggiando l'abito al letto. Bella. Non era una parola che Emma si sentiva dire spesso. Non si considerava bruttissima, ma piuttosto non si considerava desiderabile. Era sempre stata durissima con se stessa, e ogni difetto che si trovava, davanti a quello specchio che pareva riflettere l'oscurità della sua anima, si moltiplicava fino a sfigurarla. Poteva davvero essere come diceva Marzia? Poteva davvero..essere bella?
"Considerato che nessuno mi riconoscerà...e se è solo per una sera..." disse Emma, con una nota di insicurezza nella voce. Non riuscì nemmeno a finire la frase che Marzia fece un gridolino e applaudì come una bambina.
"Bene! Mentre fai amicizia con il tuo splendido- e difficilmente reperibile- abito vintage originale anni '40 (che tra l'altro devo rendere o mi uccidono), io vado a prendere il mio dal guardaroba" disse Marzia e poi scomparve, lasciando Emma sola con il vestito, come se quest'ultimo fosse una persona ed Emma dovesse rompere il ghiaccio.
In effetti l'abito era molto bello, e dopotutto ad Emma sarebbe dispiaciuto deludere Marzia, visto che l'amica aveva faticato molto per trovarlo. L'abito era lungo fino alla punta dei piedi (ed essendo appartenuto ad una donna alta, addosso ad Emma sembrava più lungo), blu scurissimo, morbido in vita e ampio sui fianchi, dai quali poi si apriva formando alcune pieghe nel tessuto prezioso. Emma deglutì, poichè la schiena risultava completamente scoperta fino alla fine della schiena, e il davanti non fu da meno, con la sua scollatura ad U ampia che lasciava scoperte le scapole. Le maniche, almeno quelle lunghe erano aderentissime e terminavano con un risvolto di pizzo intricato. L'intera stoffa era cangante, mostrando così due sfumature diverse alla luce: blu scuro, quella del colore principale, e verde smeraldo, quella che saltava all'occhio con un pò di luce.
Marzia entrò nella stanza con il suo abito, ancora avvoltò dalla copertina trasparente. Anche senza quella Emma sospirò di meraviglia vedendolo. Era meraviglioso e sicuramente Marzia poteva permetterselo. L'abito era in perfetto stile greco, appena uscito da un quadro di Godward. Il tessuto leggero era nero e trasparente, anche se il volgare era evitato dalla fodera sottostante di seta bianca. La cintura rossa in vita avrebbe snellito la figura dell'amica rendendola ancora più aggraziata, e la scollatura a V avrebbe risaltato ancora di più il suo portamento invidiabile. Si, Marzia avrebbe potuto senz'altro competere con altre ragazze. Io no- pensò Emma tra sè- ma non ne fu affatto delusa. Avere la vincitrice come amica era una consolazione più che valida.


Sebbene le luci fossero forti, nessuno notò che i gioielli erano dei falsi, nessuno notò che una ciocca della raffinata acconciatura era leggermente fuori posto, nessuno notò che lo smalto blu di una delle unghie era scheggiato. Nessuno notò che la ragazza bellissima che entrò nella sala, la sconosciuta con la maschera, era Emma. Emma sospirò per questo ed entrò lentamente nella sala, più per la paura che per il voler creare suspense. Marzia era impeccabile ed Emma la invidiò tantissimo: Camminava spedita e il suo sorriso ammaliò tutti, perchè lei, almeno lei, era sicura di quel che faceva. E la ragazza timida che quasi annaspava? Emma, la sconosciuta, non era affatto sicura.
Le pelle intorno alla schiena era fredda, scoperta e vulnerabile. Senza corazza. Non aveva niente per nascondersi, non aveva un muretto dietro il quale nascondersi e sedersi a leggere, non aveva una panchina isolata, quella che adorava occupare nella piazza della torre, e non aveva una corazza. Si sentiva così..debole. I suoi difetti erano ora esposti, dove tutti avrebbero potuto ancora una volta deriderla, farla sentire piccola e insignificante. Ma stavolta nessuno fiatò. Non c'erano parole, ma solo sguardi. Ammutoliti. Emma abbassò gli occhi per non incontrarne nemmeno uno, ma non servi, perchè l'energia di essi l'aveva pervasa, si allungava come mille mani pronte a toccarla, aggredirla.
Lentamente si allontanò dalla folla e si diresse nel posto dove si sentiva più al sicuro: l'oscurità. Una lacrima scese dall'occhio truccato, ma non raggiunse mai la guancia incipriata, bloccandosi nella maschera di pizzo. Ma quando poi la lacrima non fu più sola e le sue sorelle la raggiunsero, la diga della maschera cedette e il resto del viso venne inondato.
Emma pianse. Non si era mai sentita tanto debole. Come avrebbe potuto affrontare l'amore, il mondo, la vita, se nemmeno riuscire a sostenere gli sguardi di una folla? Era davvero arrivata a tanto? Essere...agorafobica? No, quella non era paura, si disse, quella è debolezza, si corresse duramente. La durezza verso se stessa non sarebbe mai finita, non avrebbe mai trovato pace, almeno finchè una forza esterna non avesse interrotto quel flusso di negatività interiore.
Perchè doveva andare così? Perchè doveva sempre rovinare tutto con quella maledetta paura? Con quella maledetta debolezza? Nessuno sa chi sei!- pensò- Queste lacrime sono di Emma, la sicurezza invece...quella può essere della sconosciuta! Fai che sia solo sua!
Emma singhiozzò e si sedette nel prato umido, fregandosene del vestito. Sii la sconosciuta-pensò ancora- lascia che sia lei a comandare, almeno per stasera. Lascia che ci sia solo lei...
Era quindi giusto scappare, come aveva sempre fatto? Non ce la faccio...si disse. Io da sola non posso farcela. Chiuse gli occhi, convincendosi che in fondo quella era una prova di forza, sforzarsi di essere una sconosciuta, annullare se stessa e i suoi fragili sentimenti per far spazio ad una persona nuova il cui viso non sarebbe stato reale, dotato di maschera, e il cui carattere sarebbe stato un semplice aiuto.
Emma non c'è- fu l'lutima cosa che pensò. Si asciugò le lacrime da sotto la maschera e rientrò dentro. Marzia era scomparsa, chissà dove a fare chissà quale sabotaggio. Ma la sconosciuta non conosceva Marzia, lei era solo una ragazza..
La sconosciuta ripercorse la sala e fece tutto il possibile per sostenere gli sguardi, anche se quando arrivò al centro della pista, le bastò sostenerne uno solo, fisso, e completamente stravolto dall'emozione.
Chris.
Sembrava che non avesse mai visto una ragazza prima, o una così bella. Anzi, come se stesse sognando e non volesse più svegliarsi. Emma si risvegliò per un attimo e sorrise tra sè, considerando quello sguardo meravigliato come una conquista, dopotutto.
La sconosciuta sorrise abilmente, controllando che le labbra si incurvassero nel modo più aggraziato e dolce possibile. Chris rispose con un sorriso enorme, e nonostante la maschera, chiunque l'avrebbe riconosciuto. Erano per via dei suoi occhi. Inconfondibili.
La sconosciuta fece un passo...
Chris ne fece un altro..
Si stavano incontrando piano, gustando ogni singolo momento precedente al contatto..
Magico.
Il tempo si ferma.
La musica non esiste più. Niente esiste più. Esistono solo loro due e i loro passi, la distanza che si accorcia, il cervello che cerca di formulare una frase sensata, gli occhi che non si muovono di un millimetro perchè temono che sbattendoli possano perdere un dettaglio della figura davanti a loro, i reciproci profumi si fanno via via più intensi, iniziano a mescolarsi creando una nuova fragranza perfetta, mai scoperta dai profumieri. E poi succede.
Poi si incontrano, sono ad una distanza sufficiente per parlare, nonostante ai loro cuori non basti affatto, e ne vorrebbero sempre meno.
"Come ti chiami?" Fu tutto quello che Chris riuscì a dire, sussurrando, rapito.
La sconosciuta sorrise e non si era mai sentita così sicura di sè. Emma invece non sapeva come descrivere quella sensazione, ammesso che avesse un nome. E ora che poteva fare? In quella nebbia di irrazionalità avrebbe dovuto decidere se rivelare la sua vera identità o mentire. La sua mente era troppo annebbiata, e la debolezza di Emma troppo forte per prevaricare sulla sicurezza della sconosciuta, tanto che, chissà per quali reazioni chimiche, chissà per quale decisione del destino, dalle labbra rosse della sconosciuta uscì una bugia, una parola che sapeva di limone:
"Elizabeth" sussurrò la sconosciuta.
"Vuoi ballare?" chiese Chris educatamente e la sconosciuta, senza nemmeno rispondere, e con un gesto che Emma non si sarebbe mai sognata di fare, gli mise la braccia intorno al collo e iniziò ad ondeggiare dolcemente.
E poi successe ancora. Non c'erano le luci, non c'era la musica. C'erano solo due corpi che danzavano, due profumi che si stavano innamorando l'uno dell'altro. Nella mente di Emma non c'era nemmeno la maschera. Nella sua mente lei non era più la sconosciuta, era Emma e Chris la amava lo stesso.
Ma la realtà è spesso dura e non permette sempre di rivelare la verità, non permette sempre ai sogni di realizzarsi, alle ragazze timide di rivelarsi per ciò che sono. Spesso permette alle labbra di dire bugie, ad un Chris di danzare con una Elizabeth, di farli venire a contatto, di creare un esplosione e le sue future conseguenze. Quelle si che sono inevitabili. Elizabeth era evitabile, ed Emma lo sapeva. Ma il cuore in quel momento le faceva meravigliosamente male e la ragione non la sentiva nemmeno. Ne era valsa la pena? Emma pensò di si, e se avesse dovuto vendere l'anima, anzichè mentire su di sè, l'avrebbe fatto. Tutto per quell'unico, intenso ballo. Tutto prima che la mano di Marzia la afferrasse allontanandola da Chris, da quella magia, quella bolla di sapone profumata e perfetta. Tutto prima che l'allarme anti-incendio scattasse facendo spruzzare acqua dai sistemi di sicurezza, prima che l'incanto finisse per allagarsi.
Il posto era diventato un inferno di urla e acqua, ma non poteva essere più bello. Con il corpo immobilizzato dal tocco leggero di quel ballo, Emma non sentì nemmeno che stava scappando, trascinata da Marzia, e non sentì nemmeno ciò che le disse, ansimando, durante la corsa. Le sembrò di sentire:

"...Chi era quella sconosciuta?"








Bene. Spero che vi sia piaciuto ^^ Come vedete ho introdotto l'uso delle immagini, che ho deciso di inserire ad inizio capitolo con funzione evocativa di una scena o una frase chiave. Spero che aprezziate anche questo. ^^
al prossimo capitolo!
xoxo

Edited by °She is..Ophelia° - 2/12/2011, 20:20
 
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CAT_IMG Posted on 30/11/2011, 11:14
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Ma è... Bellissimo! *-*
Fantastico! *-*
Avevo visto un errore ma non me lo ricordo più XD
Continua a postare! *-*
 
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°She is..Ophelia°
CAT_IMG Posted on 30/11/2011, 11:36




Wow Grazie!! ^^ Caspita, quanto mi fa piacere quando vi piace un capitolo! XD Se trovate errori dite pure!! Correggo subito! (anche perchè ammetto di farne tanti -.-)
 
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Lucy's Lullaby
CAT_IMG Posted on 30/11/2011, 15:18




W...O..w...!....
Come fai!!!! è troppo bello!!!
 
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°She is..Ophelia°
CAT_IMG Posted on 30/11/2011, 20:30




Grazie Lucy!! XD ehh additittura! così mi fai arrossire! e devo restare lucida per scrivere il nuovo capitolo XD Comunque grazie ancora..a tutte! ^^
 
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°She is..Ophelia°
CAT_IMG Posted on 2/12/2011, 23:00




Sto finendo di preparare per il capitolo 5! ^^ a breve posterò.
 
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°She is..Ophelia°
CAT_IMG Posted on 3/12/2011, 23:05




Capitolo 5: Fuga



capitolo5


"La verità è una coperta che ti lascia scoperti i piedi..
Tu la spingi, la tiri e lei non basta mai,anche se ti dibatti, non riesci a coprirti tutto."

( da L'attimo Fuggente)




Quali piedi? Quali gambe? Quali occhi che si socchiudevano al contatto con l'aria fresca della notte? Quali parole? Quale affanno? Quale terra sotto ai piedi? Emma non sentiva niente, perchè Emma non c'era. Emma era ancora con Chris, e stavano ancora ballando insieme, forse si stavano persino baciando, e forse, forse lei le stava dicendo la verità prima che fosse troppo tardi. Realtà, che brutta bastarda. Aveva infatti permesso che la vera Emma non si trovasse in quel meraviglioso sogno, e che quindi la sua anima non si fosse smaterializzata, no. Aveva permesso che questa restasse attaccata al corpo in fuga, che venisse privata di tanta beatitudine. Voglio morire- fu il primo pensiero di Emma, l'unico che riuscì a formulare nella fuga.
Marzia si fermò piano per riprendere fiato e la sua povera acconciatura era ormai disfatta. Emma non si preoccupò nemmeno della sua, ma solo delle sue braccia, le stesse che avevano toccato Chris, che stavano tremando. Dolce tremore. Era il segno che quindi era successo per davvero, per una volta niente era il frutto della fantasia di Emma. Nessuna delle due parlò, c'erano solo i loro respiri accelerati dalla corsa, ma quando la sconosciuta andò via, portandosi con sè un pezzetto di quella meravigliosa esperienza, ed Emma tornò finalmente insieme alla sua razionalità non potè fare a meno di scattare.
"Ma che cavolo hai fatto? Sei pazza?" chiese sbraitando all'amica.
"Non l'ho fatto apposta! Volevo solo spaventarli con una piccola fiamma, ma il fumo ha fatto scattare i rilevatori...cazzo" ansimò Marzia in risposta. Il respiro della ragazza si bloccò di colpo e i suoi occhi, illuminati da un pensiero improvviso si diressero verso l'amica.
"Ehi, aspetta un attimo...TU cosa stavi facendo piuttosto?" chiese Marzia ad Emma. Lei abbassò lo sguardo, imbarazzata perchè in effetti..non sapeva la risposta. La conosceva solo la sconosciuta, ma lei ormai era andata via e chissà quando sarebbe tornata.
"N-niente" borbottò in fretta Emma. Voleva già cancellare tutto. Via il ricordo! Via il tremolio, via quella smania di rivederlo ancora e di desiderare ancora quel contatto. Si stava già pentendo amaramente di essere stata così debole, ancora una volta, e ancora una volta era sicura che il motivo era la mancanza della sua corazza, della sua immancabile corazza di freddezza e indifferenza. Lo sapeva che sarebbe successo, ma ci era cascata ancora, e improvvisamente la pelle nuda della schiena le sembrò così logorante, tanto che il freddo le pungeva più che mai. Non si era mai sentita così debole, così allo scoperto, così dannatamente sotto i riflettori dei suoi sentimenti, i peggiori poliziotti. Già li vedeva, lo sbirro buono e quello cattivo, che la osservavano interrogativi con una sola domanda terribile da chiederle, quella che aveva terrore di rispondere: Cosa provi?
"Ti ho visto.. ammettilo. Stavi ballando con Chris!" continuò Marzia, determinata. E ora?- pensò Emma- Che cosa dico?
"Non ero io." fu tutto quel che riuscì a dire e almeno non era del tutto una bugia, visto che in quella breve serata aveva detto e fatto cose che mai si sarebbe sognata di fare e che sicuramente erano state fatte da un'altra ragazza.
"Riconosco la mia amica quando porta l'abito che le ho dato e quando balla occhi negli occhi con un ragazzo.. Avanti, confessa" stavolta il tono di Marzia era cambiato. Era diventata l'amica, e non più uno dei poliziotti. Si sedettero in un marciapiede vicino e ormai non contava più lo stato dei vestiti, perchè se c'era qualcosa che non andava Marzia abbandonava tutto e tutti per risolvere il problema. Era una amica, e non avrebbe mai riso della paura di Emma, perciò Emma si lasciò andare pensando che tanto non aveva niente da perdere dopotutto. Non avrebbe potuto resistere oltre, non avendo nè forza di volontà nè voglia di tacere con lei. Era già abbastanza difficile tacere con sè stessa, reprimendo così ogni sentimento (come del resto faceva sempre), figuriamoci se avrebbe dovuto farlo con la sua amica. No, a lei, almeno a lei, lo devo dire.
riflettè.
"Mi sa che ho fatto una merdata" iniziò Emma, asciugandosi la prima, solitaria lacrima in arrivo.
"Ehi..cosa è successo?" chiese Marzia, premurosa.
"Mi sono innamorata" sussurrò Emma, quasi senza voce. Quelle erano infatti parole nuove per lei. Si sentiva come una bambina che deve imparare a parlare e che non riesce a pronunciare le parole più complicate e nuove.
"Ma è bellissimo! Dovresti esserne contenta!" esclamò Marzia, sinceramente commossa per l'amica. La abbracciò con forza ma era come abbracciare un muro di marmo. Guardò l'amica e vide solo dolore.
"Emma..." mormorò "chi è lui?" e il sospetto si fece più forte ad ogni nuova lacrima di Emma.
"C-chris" ansimò Emma, e Marzia quasi non la capì. Per afferrare dovette usare l'intuizione femminile e da amica per capire.
"Oh" fu tutto ciò che disse Marzia. Collegò tutto in un istante. Tutti sapevano che Chris non era esattamente il ragazzo ideale, certo era un bravissimo ragazzo, ma con il gentil sesso non poteva dirsi esattamente la stessa cosa.
"Non è giusto! Perchè lui? Me lo dici perchè, eh? Perchè lui?" gridò Emma alzandosi di scatto. Tremava tantissimo e non riusciva a fermarsi più. Le parole avevano preso il sopravvento sul suo corpo, sulla sua stessa volontà, collegandosi alla gola, squarciandola di suoni, collegandosi al cuore dolorante e implorante.
"Doveva succedere. E forse il destino ha davvero il senso dell'umorismo.." scherzò Marzia.
"Siamo il giorno e la notte, che razza di fantasia..." singhiozzò Emma, sentendo di stare per esaurire le lacrime. Quando si fu calmata si risedette al fianco dell'amica e volle solo tornare a casa. E restarci.
"E non è tuttto. Le ho detto che mi chiamo Elizabeth!" disse Emma con disprezzo. Solo ora capiva le conseguenze delle sue debolezze.
"Cosa? Perchè?" chiese Marzia anche se già intuiva la risposta.
"Perchè ho avuto paura, come sempre. E ora che faccio?" richiese, in risposta all'amica.
"Devi dirglielo. O avrai paura per sempre. Devi avere il coraggio Emma, o non lo avrai mai. Se non glielo dici andrà sempre peggio, perchè quando ti dichiarerai sarai anche una bugiarda" rispose Marzia, seria.
"Ma se gli dico la verità questo significa che dovrò..."
"dichiararti" finì Marzia "si, dichiararti. Senti, sapevi che sarebbe successo. Puoi farcela, Emma."
"E se mi rifiutasse? E se preferisse quella sconosciuta che ha ballato con lui piuttosto che me?" chiese Emma
"Senza di te quella sconosciuta non è nessuno, la sconosciuta non esiste. Tu sei l'unica e lui lo capirà" rispose Marzia e continuò scherzando " e poi una che sparisce così misteriosamente non è forse tremendamente sexy e accattivante? "
"Ho bisogno di te, lo sai vero? In caso ci ripensi..." aggiunse Emma, rivolgendosi all'amica come se fosse la madre che la accompagna al primo giorno di scuola.
"Forse non hai capito. Io sarò sempre come un'ombra: Al tuo fianco" le sussurrò Marzia ed entrambi sorrisero, mentre gli allarmi smisero di suonare e la notte fu di nuovo serena.


Caro Diario,
Hai mai avuto la sensazione di potercela fare? Hai mai ricevuto una speranza talmente forte da cancellare ogni paura? Io si. E grazie a Marzia, ho deciso che dirò la verità. Senza paura. Senza paura di diventare una stupidotta che si confessa al suo innamorato per cui ha una cottarella. Voglio farlo bene e senza rimpianti, dirò la verità perchè è giusto farlo, perchè non voglio avere segreti con lui, non voglio che la mia corazza sia più spessa di quanto non lo sia già. Voglio rendere le cose un pò più facili, e soprattutto non voglio essere più triste. Ho dato retta a Marzia per una ragione: Stasera, al ballo, mentre ballavo con lui, nel momento preciso in cui ci siamo toccati, ho sentito qualcosa. Una tremenda scossa. Ho sentito una speranza, e le parole di Marzia l'hanno consolidata. La speranza di potergli piacere davvero. Faccio male? Io mi sto fidando per una volta del cuore, per la prima volta! Ho il terrore di restare delusa, ma ho Marzia, ho quella scossa elettrica dalla mia parte! La prima è una spinta, la seconda è un segno che mi rassicura. Forse...forse andrà bene. Ho paura, caro diario, ho veramente paura, ma ho deciso di provarci. Quella scintilla è ciò che mi lega a lui, non ho altro. E se l'ha sentita anche lui, allora...andrà bene.
Spero solo che stavolta il destino sia professionale. Almeno stavolta, la prima volta, almeno per me. Me lo deve.




Tra il disastro di acqua, festoni, cibo, bevande e terra, la palestra sembrava la rovina di un antico salone romano pronto da scoprire. I pompieri erano arrivati giusto in tempo per trovare il caos e sistemare tutto, per così dire. Il responsabile non era stato trovato, e chissà quando lo sarebbe stato. Erano andati quasi tutti via, chi un pò sconvolto, chi eccitato per il gossip fresco di serata, chi infuriato per il ballo rovinato, chi deluso. Ma in mezzo alla pista c'era qualcosa che non provava nulla di tutto questo. Provava solitudine e mancanza e preoccupazione per chi l'avrebbe trovata da sola lì, sperduta, senza nessuno. Le mancava il calore di quel viso, le sue lacrime calde di quella sera... E ora se ne stava lì, bagnata e desolata tra il caos e la tranquillità.
La maschera blu scurissimo di Emma giaceva a terra, abbandonata. Poteva sembrare un rifiuto, un pezzo di personalità lasciato al caso, ma nessuno sapeva che quel semplice oggetto, perduto come solo succede nelle migliori favole, non porta sempre al lieto fine.. Soprattutto se racchiude qualcosa che brucia più del fuoco e che bisogna maneggiare con molta cura: La verità.

Edited by °She is..Ophelia° - 4/12/2011, 19:29
 
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Lucy's Lullaby
CAT_IMG Posted on 4/12/2011, 17:06




fantastica!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 
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°She is..Ophelia°
CAT_IMG Posted on 4/12/2011, 19:23




Davvero? wow Grazie! =D pensavo di aver staccato troppo e di aver esagerato con la trama, mandandola troppo avanti, ma il tuo commento basta e contrariarmi XD
Ovviamente se ci dovessero essere cose che non vi piacciono, o se avete critiche, siete liberissime di farle presenti ^^ Sono qui anche per questo!
 
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84 replies since 11/11/2011, 23:12   1099 views
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