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DIMMI CHE ERA DESTINO

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CAT_IMG Posted on 31/8/2011, 15:44
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meno male, pensavo che avresti potuto fraintendere!

:rolleyes:

aspetto con ansia il prossimo capitolo!! :wub: :wub:
 
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coccinellazzurra
CAT_IMG Posted on 1/9/2011, 10:06




HUUUUU!!!!Sei bravissima!
Deve mollarlo edoardo così c'è un problema in meno! :P Posta eh!
Ire
 
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Bright star93
CAT_IMG Posted on 1/9/2011, 12:00




CAPITOLO 6

NOTTI DI FINE AUTUNNO



Mi svegliai con il suo odore sulla pelle e il suo respiro che mi cullava. Quando aprii gli occhi dormiva ancora e non accennava a svegliarsi tanto presto. Era stanco: lo si vedeva dalle occhiaie e dal modo in cui aveva abbandonato il corpo sul letto. Gli sorrisi e cercai di alzarmi senza svegliarlo, indossai la camicia da notte e scesi in salone.
Oliver era al tavolo con una tazza di caffè in mano e le valigie fatte.
"Dove vai?" Gli dissi mentre cercavo di abituare gli occhi alla luce.
"Vado dal mio ragazzo" Disse sorridendomi:" Credo poi di essere di troppo" Mi fece l'occhiolino e mi baciò sulle labbra.
"Lo vorrei conoscere" Gli dissi abbracciandolo.
"Certo!" Disse entusiasta: "Ma ora goditi il week end e la casa libera" Afferrò la valigia e uscì in strada salutandomi senza voltarsi.
Ero contenta per Oliver. Non aveva mai avuto una storia seria e sentigli pronunciare la parola "ragazzo" mi riempì il cuore di gioia.
Andai in cucina e presi un bicchiere d'acqua.
"Pronto?" Il cellulare aveva squillato: Edoardo.
"Ciao amore come stai?"
"Sei un pazzo da te è l'una di notte."
"Sono uscito e ho pensato a te" Mi disse con voce dolce.
"Già..."
"Manca ancora molto a dicembre vero?" Mi disse con la voce sconsolata.
"Arriva presto, arriva presto" Gli disse per tranquillizzarlo.
"Ti amo"
"Ti...amo anche io" Gli dissi cercando di essere il più passionale possibile. Attaccammo e io rimasi pietrificata. Dovevo decidermi e alla svelta. Lui era tanto dolce e meritava di trovare l'amore o almeno meritava che io gli stessi accanto in maniera seria. Chi scegliere? Come potevo scegliere? Scossi la testa e mi diressi al piano di sopra dall'unica persona che mi faceva stare bene.
Trovai Lorenzo che abbracciava il cuscino dove avevo dormito. Sembrava un bambino. Mi rimisi a letto e mi strinsi a lui. Il ritmo del suo petto mi cullò e lo raggiunsi lì dove eravamo sempre stati. Nei nostri sogni.

LORENZO

Mi svegliai piano piano con il suo odore nelle narici. Chi l'avrebbe mai detto che ci saremmo ritrovati? Aprii gli occhi e la vidi accoccolata contro il mio fianco. Era bellissima quando dormiva: era serena e sorrideva, senza pensieri, senza paure, senza problemi. Chissà chi aveva avuto il piacere di averla accanto in quegli anni in cui l'avevo abbandonata. Quando la lasciai ero un vero e proprio coglione: esperienza, libertà...questo era per me essere uomo. Non volevo una storia seria e con lei lo era stato fin dall'inizio. Troppo preso, troppo impegnato, troppo coinvolto. L'amavo troppo, pensavo, avevo perso tutta la mia freddezza, tutto il controllo con lei. Eppure quello che ho provato per lei non l'ho più provato e mai più ero stato così felice fino a quando mi hanno dettoc he sarebbe venuta in America.
L'avevo fatta soffrire e non me lo sarei mai perdonato. Come avevo potuto perdere una creatura tanto preziosa?
- Te ne pentirai. Io sono l'unica che ti capisce veramente. Sono io la donna della tua vita. Non ti distruggere ti prego...-
- Sei presuntuosa e arrogante...-
Sì, lei me lo aveva detto e io non l'avevo ascoltata. Mi sono dannato sul serio alla fine. Ma dal momento in cui l'ho rivista ho capito che aveva ragione. L'amavo e l'avevo sempre amata. Un amore malato era stato il mio ma ora non più. Ora volevo esserci per lei, sempre. Non sarei più scappato.
Beatrice era sfuggevole e nervosa e non riuscivo a capirne il motivo. Si frenava ogni volta...solo quando facevamo l'amore era lei, la mia amata Beatrice.
La guardai ancora. Si era messa il dito in bocca e si toccava l'orecchio: in questo non era cambiata. Ora era una donna, una giovane donna nel pieno della bellezza anche se sapevo che ancora si sentiva come un brutto anatroccolo: lo vedevo quando le facevano i comlimenti, la guardavano ammirati, lo vedevo nel modo tutto inconsapevole di essere sensuale e di apparire anche se lei faceva tutto il contrario per esserlo; lo vedevo nei suoi occhi blu così malinconici e pensierosi. Non era cambiata. Era ancora lei. E l'amavo sperando per la prima volta che lei mi ricambiasse.
La volevo, la volevo ora, così indifesa, così persa, così mia. Le tolsi il dito dalla bocca e le posai le mie labbra sulle sue. Ci volle un po' perchè rispondesse al mio bacio ma alla fine la sua bocca fu mia. Bea era ancora nel sonno quando iniziai ad assaporare il suo corpo. Lei teneva gli occhi chiusi e assecondava i miei movimenti: le tolsi la camicia da notte e ne assaporai la pelle. Prima il collo, poi la clavicola nuda e infine il seno prospero, così morbido, così pieno. Il respiro le si fece più affannoso e dalla bocca uscivano piccoli sospiri di piacere. Mi avventurai con la bocca sul suo ventre e arrivato appena sotto l'ombelico Bea sussultò. La guardai mentre lei tesa dal piacere cercava di apripre gli occhi annaspati. Non ci riuscì e si accasciò inerme rilassando il corpo. Le tolsi le culotte di seta e la assaporai. Aprì le gambe lasciandomi fare mentre le sue mani finivano nei miei capelli. Non le piacevamo molto, lo sapevo che sopportava per me, ma sentire il suo sapore era una delle cose più intime che potevano avvenire tra un uomo e una donna. Mi tirai su e mi avventai sulla sua bocca mentre le mie mani facevano il resto. I suoi gemiti si fecero più forti a mano amano che le mie dita si muovevano più veloci. Iniziò a piangere e io mi brloccai.
"Qualcosa che non va?" Le dissi non mollando la presa dentro di lei.
"Uhmmm....troppo...il cuore" Disse con una voce da bambina toccandosi il petto. Sorrisi.
"Troppo piacere?"
"Ti" Mi disse ancora nel sonno avvinghiandosi a me come un koala. Era dolcissima. Sapevo che stava per crollare ancora nel sonno ma io la volevo. Con delicatezza mi misi sopra di lei.
"Vuoi fare l'amore con me?" Le chiesi.
Lei mi sorrise e fece un cenno di assenso con le testa. Mi prese la testa con le mani e l'avvicinò alla sua. Mi baciò con delicatezza, cercando con la lingua a mia. Lei fui dentro dolcemente. Volevo sentirla, volevo assaggiarla, volevo donarle me stesso. Me la misi a cavalcioni e lei aprì piano gli occhi. Gli occhi più dolci e profondi che avessi mai visto. Quanto mi mancavano i suoi occhi.
"Amore..."Mi disse poggiando la testa sulla mia spalla continuando a muoversi. Assaporai il suono di quella parola più e più volte, come un'eco meravigliosa che era tornata nella mia vita.
"Amore" E venimmo, insieme, come un tempo. Perfettamente uniti, perfettamente completi. Ed era tutto ciò che volevo.

BEATRICE

Fu il risveglio più bello della mia vita.
"Buangiorno" Gli dissi ormai sazia.
"Buongiorno" Disse lui sorridendomi:"Sei stata così dolce"
"Solo per te" Dissi sorridendogli: "Solo per te amore".

Fu un fine settimana bellissimo: sabato siamo usciti da quel letto solo per andare a cena. Ridemmo, scherzammo e la domenica mattina mi portò con lui per una crocera sull'Hudson. Fece tantissime foto. Foto di me, foto che parlavano di noi e di come ci eravamo ritrovati.
Fu la domenica più spensierata degli ultimi anni e io mi decisi che dovevo parlare con Edoardo o almeno prendermi del tempo per pensare, non ero ancora sicura, ma dovevo vedere dove sarei arrivata, se mi potevo fidare. Lo dovevo a tutti, anche a me stessa. Furono notti dolcissime quelle con lui, anche quella notte fu dolcissima e quando il lunedì ci dovemmo salutare il profumo di quelle notti di fine autunno non mi lasciò mai più.
 
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coccinellazzurra
CAT_IMG Posted on 1/9/2011, 14:33




Bellissimo!!Questa storia mi piace molto e loro sono così teneri ^_^ continua così che è bellissima questa ff!
Ire
 
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Bright star93
CAT_IMG Posted on 1/9/2011, 15:28




Grazie, grazie, grazie. Ci tengo così tanto a questa storia. Grazie :)
 
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CAT_IMG Posted on 1/9/2011, 20:09
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SN SENZA PAROLE!!!
meraviglioso questo capitolo!
e tu sei bravissima a scrivere!!
 
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Bright star93
CAT_IMG Posted on 2/9/2011, 09:57




CAPITOLO 7

CENE, LITIGI E INCOMPRENSIONI



Infine tra alti e bassi giunse anche Novembre e con esso la pioggia. Io e Lorenzo praticamente vivevamo insieme e ogni tanto allietavo la casa di Oliver con la mia presenza(lui non si lamentava visto che Jamie, il suo compagno, sembrava essersi stabilito in casa nostra). Era bello vivere con lui: io tornavo a casa verso le sette del pomeriggio se tutto andava bene, mettevo a posto, preparavo la cena(certe volte andavo in rosticceria...troppo stanca e con troppa poca voglia di cucinare) e lo aspettavo correggendo gli articoli e preparandone di nuovi. Mi sentivo come a casa qaundo stavo con lui. Edoardo lo sentivo per lo più in ufficio e quando ero a casa da Oliver. Mi dispiaceva per lui, ma avevo deciso di comunicarglielo di persona: dopo tre anni era il minimo. Dal canto suo Edoardo sembrava più distante, preoccupato, assente... sapevo che c'era qualcosa, o meglio, qualcuna nella sua vita: quando mi diceva che mi amava però sapevo che era sincero al contrario di me.
Un venerdì mattina Lorenzo mi diede la notizia: "Arrivano Giulia e Giorgio" Come al solito il caffè bollente mi andò di traverso: Dio, come ero teatrale!
"Bene, quando?" Chiesi guardandolo in cagnesco.
"Domani...oggi vado a prendere Riccardo all'aeroporto"
"Mi stai dicendo che devo sloggiare?"Gli chiesi con il tono di una zitella acida. Lorenzo sbuffò e si inginocchiò di fronte a me:"No, lui porta la donna..."
"Ah!"
"Che vuol dire ah?"Disse tirandosi su mentre io lo spingevo per passare.
"Se non avesse avuto..."
"Bea! Sono mesi che con Riccardo non mi vedo! Se pure ti avessi chiesto di concedermi un po' di giorni non sarebbe un dramma!"Mi disse. Ecco, lo rifaceva. Faceva sempre così: libertà, serata tra uomini. Cazzate.
"Tieniti la tua libertà! Per quanto mi riguarda puoi benissimo fare il terzo incomodo. Buonagiornata!" Dissi afferrando la borsa e sbattendo la porta per uscire.
Il fatto che Giulia, il mio passato bussasse ancora alla mia porta mi aveva fatto girare la luna. No, mi aveva fatto girare le palle, come frase era più appropriata.
Solo arrivata davanti alla redazione mi ricordai che avevo lasciato tutte le mie cose da Lorenzo! Cacchio! Sarei dovuta strisciare con la coda tra le gambe a casa sua! Povero orgoglio ferito.
Mi gettai sulla scrivania e misi la testa su di essa coprendomi con le mani.
"Giornata storta?" Mi disse Mike, il mio vicino di scrivania.
"Non sai quanto!" Dissi sconsolata.
"Capita! Io oggi ho litigato con Cindy" Disse lui ammiccando alla segretaria del capo. Lei lo guardava in cagnesco.
"Aspetta! Esci con lei?" Gli chiesi sbalordita. Lei era la solita segretaria sexy, bionda e con le gambe da fenicottero.
"Sì, certo!" Mi disse lui quasi offeso. Mike era un po'... era caruccio, un po' tonto con l'altro sesso e...
"Beh! Allora non lasciartela scappare!"Dissi sorridendogli. Lui ricambiò e si sedette.
Aprii il computer e lessi la posta. Un messaggio di mia madre, poteva aspettare. Un messaggio di papà, poteva aspettare. Uno di Laura, uno di Silvia, uno di Camilla, uno di Sara, uno di Concetta. Oh mio Dio! Ero una ricarcata. Aspetta! Uno di Robert?
- Buongiorno...invece di confabulare con il tuo collega, lavora! - Sollevai la testa e vidi Robert al computer.
- Non mi fissare - un altro suo messaggio. Emisi un gridolino. Ma che ero finita per sbaglio nel Diario di Bridget Jones!?
- Cena di lavoro questa sera, non accetto un rifiuto e...chiudi la bocca - serrai le mascelle e sollevai ancora la testa per guardarlo. Robert mi sorrise facendomi l'occhiolino.
Ero andata in iperventilazione. Calmati Bea, calmati! E' solo una cena di lavoro! Sì con uno che assomiglia a Colin Farrel e che ti si vuole portare a letto! Grazie! Dissi alla mia maledetta coscienza. Sarò professionale, sarò molto professionale! Molto....
"Oddio! Vai a cena con quel fico?"Urlò quasi Oliver a pranzo: "Scusa Becky!" Disse alla sorella dell'interessato. Rebecca rise e mi presa una mano.
"Dai! Ti rilassi e non pensi a Lorenzo!" Le avevo raccontato tutto e lei sarebbe stata molto felice di spaccargli la faccia di persona dopo quello che mi aveva fatto.
"Tu odi Lorenzo!" Le dissi sbattendo la faccia sul tavolino.
"No, penso sia uno stronzo mentre Edoardo mi sembra un morto!"
"Dillo che speri di diventare sua cognata!" Le disse Oliver dandole uno spintone. Becky fece finta di pensarci su e poi annuì contenta.
"Sei una vipera!" Le dissi con la faccia più cattiva del mondo. Becky mi sorrise e mi diede un bacio sulla guancia. Stava facendo come Satana nel deserto. L'unico problema era che...io non mi chiamavo Gesù Cristo.
Il resto del pomeriggio lo passai ad evitare ogni contatto con Robert. Lorenzo mi aveva chiamato si e no 5 volte ed io avevo accuratamente evitato di rispondere. Non avevo voglia di sentirlo. Mi sentivo in colpa. Per Edoardo non c'erano problemi, tanto quello era già cornuto. Oddio, ma che pensavo!? Stavo diventando isterica. Andai alle macchinette e cercai la camomilla.
"Agitata?" Robert. Feci un salto e presi una pila di bicchieri come arma. Idiota! Mi cascarono tutti in terra. Lui mi guardò accigliato e poi si chinò per raccoglierli mentre io ero lì, paralizzata e rossa come un peperone. Ero paranoica, isterica e pazza. La pazzia era un difetto di famiglia.
"Ehm, scusa!" Dissi riprendendo i bicchieri che mi mise nelle mani.
"Allora alle 8 e 30 è l'appuntamento, questo è l'indirizzo" Disse porgendomi un biglietto da visita. Mi guardò per un secondo: "Però...potrei passare a prenderti io e..."
"No!" Urlai. Maledizione: "Scusa...devo fare delle commissioni e non ti preoccupare" Robert mi guardò facendo spallucce. Mi sorrise e si avviò verso l'uscita. Che figura di merda! Sapevo che oggi sarebbe stata una giornata storta.

Arrivata di fronte casa di Lorenzo il cuore mi martellava nel petto. Tentai almeno cinque porte di citofonare ma il mio dito non voleva fare un passo di più. Mi passarono davanti circa 10 persone che mi guardavano male. Oggi era la giornata delle figure di merda.
"Se non suona lei suono io" Mi voltai. Una signora sulla sessantina stava aspettando che mi decidessi.
"Che numero è?" Disse spostandomi con dolcezza.
"Numero 10" Le dissi balbettando. Lei mi guardò e sorrise.
"Oh, tu devi essere Beatrice!" Dio ma mi conoscevano tutti?
"Sì... e..."
"Lorenzo mi ha parlato spesso di lei. Caro ragazzo. Un po' triste forse ma da quando è arrivata lei in ascensore ha sempre il sorriso sulle labbra" Disse ridendo.
"Forza, le apro io. Comunque mi chiamo Harriet Montgomery. Mio marito è spesso fuori per lavoro e i figli sono via. Lorenzo mi da spesso una mano" Disse aprendo il portone e facendomi strada. Era una signora gentilissima.
"Avete litigato eh!?" Mi disse appena entrati nell'ascensore.
"Si" Abbassai lo sguardo.
"Beh! Fate un po' di sesso" La saliva mi andò di traverso e Harriet mi diede della pacche sulla schiena.
"I ragazzi di oggi sono così bigotti. Tesoro io sono stata a Woodstock" Disse l'ex figlia dei fiori ed ora ricca borghese.
"Ha visite!" Dissi scurendomi in volto.
"Su, su...tempo per quello si trova sempre"
Arrivate ci salutammo. Rimasi 10 minuti di fronte alla porta. Poi suonai.
Non dovetti aspettare molto.
"Ce l'hai fatta a suonare. Sei stata fuori dalla porta un'eternità!" Disse Lorenzo cercando di trattenere un sorriso, per assumere una faccia severa. Era contento che fossi tornata, lo si vedeva. Mi fece entrare. Arrivati in salone vidi Riccardo che mi guardava. Accanto a lui una ragazza: biondina, con gli occhi verdi, non troppo alta. Riccardo si alzò e senza dire nulla mi abbracciò. Io e lui eravamo come cane e gatto ma alla fine ci volevamo bene. "Mi sei mancata!"Mi disse. Io gli sorrisi e mi presentai a Federica, la sua ragazza.
"Bene...allora aperitivo e poi cena!" Disse Lorenzo finalmente sereno.
"Impegno di lavoro" Dissi dirigendomi in camera da letto. Lorenzo mi seguì e si fermò davanti alla porta mentre io tiravo fuori la camicia nera di seta, jeans Armani e i tacchi.
"Perchè fai così?" Mi disse con voce triste.
"Perchè ho un impegno di lavoro"
"E vai vestita così!?" Era geloso. Sorrisi senza sollevare lo sguardo.
"Questa sera rimango qui, vengo per il dopo cena" Dissi.
"Usciamo e torneremo tardi."
"Allora vado a casa" Lo stavo ricattando? Ero io la più forte ora?
"Chiamami e ti passo a prendere" Disse dandomi un bacio sulle labbra. Lo ricambiai e lo abbracciai. Quanto avrei voluto fare l'amore con lui.
Perchè sapevo che avremmo litigato ancora quella notte?
 
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coccinellazzurra
CAT_IMG Posted on 2/9/2011, 18:40




Wow, sto Robert...mh, non so, ci prova e non mi piace...bea e lorenzo sono sempre teneri, soprattutto lui, si capisce che ci tiene a lei...posta che mi piace tantissimo questa tua storia
Irene
 
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Bright star93
CAT_IMG Posted on 3/9/2011, 19:25




CAPITOLO 8

CENA, DOPOCENA E ALTRI GUAI



Mi resi conto di essere la più forte. Questo delirio di onnipotenza mi stava accecando: finalmente ero io che conducevo il gioco! Gioco? Non era un gioco e mi sentivo di fare la parte della stronza e della ragazzina. Forse lo ero o forse la mia smania di vendetta mi aveva accecata. Vendetta o no il mio amore per lui era molto più forte e io lo sapevo. Appena tornata in Italia avrei parlato ad Edoardo e quella sera avrei fatto la brava. Non volevo tradire nessuno e ,malgrado Robert fosse un dio, non mi attraeva. Nel cuore e nella testa avevo solo Lorenzo.
"Allora ci vediamo dopo" Dissi salutando gli altri ospiti che mi guardavano a bocca aperta.
"Riccardo è confuso" Mi disse Lorenzo all'orecchio.
"Non deve. E' una cena di lavoro... e " Lo baciai con così tanta foga che le parole non riuscivano ad esprimere quello che avrei voluto dirgli.
"Continuiamo il discorso questa notte?" Mi disse lui sorridendomi provocante.
"Assolutamente" Dissi uscendo e avviandomi per prendere un taxi.

Il ristorante era fantastico ed io...ero in ritardo! Robert mi aspettava fuori: era stupendo. Completo nero senza cravatta e lo sguardo più seducente che avessi mai visto. Mi sorrise e mi diede un bacio sulla guancia.
"Stai benissimo" Mi disse abbassando gli occhi.
"Anche tu stai molto bene" Che cacchio era quella voce da cascamorta? Oddio! Torna indietro.
"Molto professionale volevo dire" Imbecille. Robert rise e mi fece accomodare dentro. Voleva un aperitivo: un po' tardi ma lo gradivo volentieri, mi dovevo sciogliere.
"Bene un martini liscio e un..."
"Aperol per me grazie" Dissi nervosa e tremante. Dio! Non ero una liceale da tempo e il primo appuntamento era superato.
"Bene...come ti trovi a New York?" Mi chiese accomodandosi sulla poltrona. Era molto naturale, sereno e sicuro di se. Non un'ombra di imbarazzo nel suo volto.
"E' grande e...non so, non mi ci trovo molto" Gli dissi sorseggiando l'aperol.
"Davvero? Mi sembra che tu ti muova molto bene"
"Ho senso dell'orientamento" Ridemmo. Sembrava piacevole parlare con lui e il fatto che avesse corca dieci anni di più mi attirava. Un uomo di fronte a me che sapeva come andava il mondo. La sicurezza per me era la prima cosa, ma là finiva. Era troppo bello per essere pure dolce e fedele.
"Davvero; ti ho mandato nei posti più sperduti di questa città e non mi hai mai telefonato per dirmi che ti eri persa"
"Certo: non telefonerei mai a te!" Dissi quasi urlando.
"Perchè?" Disse accigliandosi un poco. Quanto poteva essere sexy. Così disinvolto e sicuro e...no, profilo basso Bea, profilo basso.
"Perchè tu mi manderesti a quel paese!"
"Certo che sì! Una intelligente come te non può fare la figura della provinciale" Mi accorgevo di quanto lui e la sorella fossero diversi. Becky era decisamente più alla mano e solare. Era molto carina ma non lo dava a vedere, non ostentava mai. Robert dava invece l'idea di sapere benissimo l'effetto che procurava e se ne beava. Che urto.
"Il tavolo è pronto" Disse un cameriere scortandoci al tavolo.
Chiedemmo per l'antipasto e attendemmo. Stavo bevendo decisamente troppo.
"Quindi? Il lavoro?" Chiesi esasperata: la conversazione verteva su tutto meno che su quello per cui ero venuta.
"Tu non ti rilassi mai" Mi disse spocchioso.
"E tu adotti sempre il tono dell'-uomo che non deve chiedere mai- ?" Chiesi rispondendo alla provocazione. Non ci prendevamo proprio: lo potevo stimare come capo o come lavoratore ma uno così non lo tolleravo. Ero una persona forte e orgogliosa. Certi giochetti non si confacevano alla mia indole. Robert mi guardò quasi a sfidarmi. Perfetto! Viva la diplomazia.
"Sono sicuro di me stesso. Tu forse..." Disse accennando una smorfia quasi di disgusto. Voleva la guerra? L'avrebbe avuta.
"Io sono sicura. Forse fai così con me perchè mi temi?"
"No." Disse serio e iniziando a gustare l'antipasto.
"No?"
"No. Ti senti invisibile. Preferisci lavorare dietro le quinte. Pensi forse che non sappia che correggi gli articoli degli altri o suggerisci delle domande?" Quello stronzo di Mike faceva la spia. Bastardo!
"Domande argute, provocanti, scritti impeccabili ma preferisci fare la parte dell'aminenza grigia"Continuò lui bevendo un sorso di vino. Ero imbarazzata e non sapevo che dire.
"Pensi che sia contento di doverti affibiare la pagina culturale?" Chiese avvicinandosi al mio viso. Mi scostai lievemente. Il suo respiro, il suo profumo...avevo bevuto troppo.
"Non so che..."
"Hai talento, grinta e intelligenza. Sei anche ambiziosa malgrado tu non voglia farlo vedere, ma sei una sognatrice, vivi in un mondo tutto tuo e...devo farti scendere dalle nuvole" Perchè era da quando avevo 5 anni che mi dicevano che ero svagata? Dannazione.
"Non posso farci nulla e..."
"Carriera universitaria?" Mi disse lui porgendomi dei fogli.
"Sono lettere di raccomandazione per ottenere una cattedra" Ero sbalordita. La carriera universitaria? Sarebbe stato fantastico, veramente. Insegnare all'università ma...io volevo viaggiare, scrivere libbri e...
"Sarebbe l'ideale per te. Potresti scrivere articoli, libbri, fare conferenza in giro per il mondo e..."
"Io voglio fare l'inviata!" Dissi quasi in un attacco isterico. Robert mi guardò soppesando le mie parole.
"Allora rimani con i piedi per terra" Sembrava una minaccia. La minaccia più carica di desiderio del mondo.
"Lavorerai con me. Ti insegnerò. Un favore personale per il tuo capo inglese." Disse sorridendomi maliziosamente. Avvampavo. La cretina ero io che continuavo a bere. Sciogliersi sì, ma così era troppo.
"Parliamo d'altro ti va?" Ridemmo, sorridemmo, ci divertimmo parlando del più e del meno.
"Sarà ma....il fatto che tu sia intelligente e bella mi attrae" Disse ad un tratto avvicinandosi al mio viso. Io risi come una cretina e... PORCA MISERIA! LORENZO!
Mi voltai appena in tempo per evitare un bacio del tutto indesiderato e...lo vidi a cinque tavoli da me che mi guardava. Ma da quanto tempo era lì? Che cosa aveva visto? Una cretina ubriaca che flirta con il capo? Mi scostai da Robert e tossicchiai. Riempii un bicchiere di vino e me lo scolai tutto mentre continuavo a guardare Lorenzo negli occhi. Era incazzato come una belva. Lo sguardo era duro e picchiettava sul tavolo con le mani. Dov'era una vanga quando ce ne era bisogno?
"Tutto bene?" Mi chiese Robert posando una mano sulla mia. Io la ritirai e nel ritirarla quasi caddi dalla sedia. Robert rise e la situazione tornò più o meno alla normalità. Lorenzo mi guardava ancora ed io ero terririzzata: mi fece cenno di venire da lui mentre si alzava per andare al bagno. Cristo! La cazziata con scenata aggiunta non qui.
"Scus...vado, vado in bagno" Dissi alzandomi cercando di non barcollare troppo visibilmente. Mi avviai verso l'uscita: Lorenzo era lì, seduto su una poltrona con le braccia incrociate e il volto scuro. Appena mi vide si alzò, venne vicino a me e mi afferrò il braccio.
"Una cena di lavoro?" Disse strattonandomi. Quasi mi faceva male e io non riuscivo a tenermi in piedi.
"Mi fai male così...Lo mi fai male!" Dissi quasi sull'orlo dello svenimento.
"Quella non è una cena di lavoro" Disse non mollando la presa. Così arrabbiato non lo avevo mai visto e mi faceva paura. Stavo per piangere lo sapevo. Aveva ragione quella non sembrava una cena di lavoro e per Robert non lo era.
"Quello è il mio capo e si abbiamo parlato di lavoro. Lo so che non semb..."
"No, non sembra" Disse lui continuando a fissarmi con quello sguardo crudele.
"Sono ubriaca razza di idiota!Ho bevuto troppo e lo sai che non reggo l'alcol. Sento che sto per svenire e l'unica cosa che ho pensato è che sapevo che ti stavo facendo del male e che volevo tornare da te"
"Perchè? Perchè?" Diceva lui che ancora non si fidava.
"Perchè ti amo! E ora lasciami che concludo questa serata" Mi aveva lasciato appena gli avevo detto quelle cose. In vino veritas. Mi scostai e me ne andai arrabbiata e ubriaca, lasciandolo lì con i suoi pensieri.
Quando mi sedetti di nuovo al tavolo Robert sembrava non essere intenzionato a smettere di provarci.
"Robert senti..." Ero incazzata e abbastanza lucida.
"Tu mi piaci" Il suo volto si illuminò. Bevvi un sorso d'acqua.
"Ma la mia vita è incasinata e il mio cuore è di un altro. Mi attrai, mi attrai molto ma siamo colleghi e amo un altro. Non posso." Dissi con tono quasi crudele. Robert mi guardò e sorrise: infondo la sua era stata una vittoria. Nessuno gli poteva resistere.
"Io non mi arrendo" Disse prendendo la mia mano e baciandola. No, non si sarebbe arreso, ma io neanche. Amavo Lorenzo e non pensavoa nessun altro malgrado trovassi sexy un altro uomo.
Chiedemmo il conto e io cercai con lo sguardo Lorenzo: se ne erano andati. Controllai il cellulare, un messaggio: "Siamo a casa". Lorenzo. Riposi il cellulare e aspettai che Robert pagasse.
"Posso riportarti a casa?" Mi chiese sperando di continuare la serata altrove.
"Ci vediamo domani Robert" Dissi scoccandogli un bacio sulla guancia e avviandomi verso il taxi.
"Beatrice, io non mi arrendo" Un urlo e il texi partì. Volevo solo dimenticare.

Lorenzo mi aprì subito la porta: lo sguardo più sereno, pensieroso. Mi diede un lieve bacio sulla bocca e mi fece accomodare. Riccardo e Federica erano sul divano che ridevano guardando le foto dalla macchinetta di Lorenzo.
"Ciao." Dissi abbozzando un sorriso. Mi avviai in cucina alla ricerca di qualcosa che mi calmasse il mal di testa. Mi tremavano le mani.
"Faccio io" Disse Lorenzo spostandomi delicatamente. Ora mi dava ai nervi lui. Gli avevo detto che lo amavo e faceva così?
Mi diede il medicinale e io lo bevvi in un sorso. "Lorenzo senti..."
"Dopo" Disse duro senza guardarmi.
"Ma..."
"Ho detto dopo o non senti. Non sei nella posizione di decidere." Ora l'incazzatura era all'apoteosi.
Sbattei il bicchiere sul banco e mi avviai in salotto, dove avrei dovuto conversare e ridere anche se non avevo voglia. Una tortura che sapevo non sarebbe finita presto.

Due ore dopo eravamo finalmente soli. Riccardo mi aveva invitato a passare la giornata con lui. Voleva una rimpatriata e...in relatà mi stava dispensando dal vedere Giulia. Era tanto caro e forse, finalmente, mi sarei potuta sfogare con un amico.
Lorenzo era seduto in poltrona e non accennava a parlare. Sbuffai e mi diressi in bagno per darmi una rinfrescata. Presi una maglietta di Lorenzo per pigiama e mi chiusi in bagno. Perchè non mi parlava? Non gli dovevo dire che lo amavo? Che dovevo fare? Ero in preda all'angoscia e più rimanevo chiusa in bagno e più la tensione cresceva.
Mi feci coraggio e mi diressi in salotto dove lorenzo era rimasto nella medesima posizione. Mi sedetti sul divano vicino alla poltrona, attendendo. Nessuna risposta.
"Dì qualcosa!"Dissi quasi urlando. Lui sollevò lo sguardo e mi trapassò. Era freddo, crudele, impassibile. Mi avrebbe ucciso? Deglutii e attesi.
"Che ti devo dire?" Come che mi devi dire? Dimmi che mi ami pure tu e facciamo l'amore no?
"Che ne so io..."
"Fai la puttanella per tutta la sera con quello, poi mi sputi quelle parole così, a cuor leggero. Che pretendi? Mi volevi far calmare? Hai peggiorato la situazione."
"Non ho detto quelle parole a cuor leggero." Dissi alzandomi di scatto dal divano: "Io no ho mai smesso di amarti, mai. Mi sono umiliata per te ricevando continui insulti" Urlai quasi. Avevo detto una cosa bella eppure...
"Allora è una vendetta?" Mi disse calmo ma duro.
"Cosa?"
"Se non ti fossi accorta che ero lì tu te lo saresti portato a letto!"Disse mettendosi in piedi e sovrastandomi. Gli ammollai un ceffone. Mi feci male alla mano. Lorenzo rimase basito per alcuni secondi poi il suo volto cambiò: era furente. Mi afferrò la mano ancora alzata e la strinse.
"Lo sai che con me hai chiuso?" Disse strattonandomi.
"Sei uno stronzo! Ti amo. Ti amo" Dissi cercando di liverarmi.
"Lasciami!" Mi liberai e mi allontanai. Sembrava una belva. Avevo paura. Io indietreggiavo e lui avenzava.
"Non ti avvicinare." Dissi accelerando il passo. Ero in mutande, dove potevo andare?
"Perchè altrimenti?" Disse accorciando le distanze. Poi mi afferrò le braccia e...mi baciò. Un bacio appassionato. Mi prese a cavalcioni e mi portò in camera da letto. Mi strappò letteralmente i vestiti, con violenza entrò in me. Ero eccitata e lo volevo. Gli tolsi i vestiti: una battaglia d'amore. La più violenta e dolce battaglia che si potesse combattere.
Tra morsi, graffi e urla consumammo tutta la nostra rabbia e il nostro desiderio. Lorenzo, venuto poco dopo di me, si accasciò sul mio corpo. Respirava a fatica e io con lui. Uscì e si mise di fianco a me trascinandomi con lui. Lo guardi negli occhi e lui mi sorrise.
"Ti amo" Mi disse baciandomi. I miei occhi si riempirono di lacrime. Mi baciò gli occhi e mi accarezzò.
"Ti amo. Ho amato solo te. Ti amo da sempre." Mi disse trascinandomi, più dolcemente, in nuove acque. Un nuovo orizzonte. Un nuovo amore.
"Ti amo".
 
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coccinellazzurra
CAT_IMG Posted on 3/9/2011, 20:19




AHAH lo sapevo!!!Beccato il capo...menomale che l' amore con lorenzo è più forte...brava!posta
ire
 
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Bright star93
CAT_IMG Posted on 3/9/2011, 23:51




CAPITOLO 9

SONO TORNATA



Ci baciammo dopo quelle parole così dolci. Era bello sapere che avevamo tutta la notte e la mattina per noi. Era stupendo.
"Non mi far più ingelosire." Mi disse accarezzando il ventre. Gli sorrisi e allongai le braccia per potermi stringere in un abbraccio.
"Adoro dormire con te" Disse dandomi un bacio sul naso.
"Anche io...meglio! Io adoro vivere con te" Dissi ridendo contenta. In effetti da casa passavo solo per prendere vestiti o quando Lorenzo doveva stare dei giorni fuori per lavoro.
"Te la ricordi la casetta bianca?" Mi disse guardando il soffitto. Non pensavo che se la ricordasse. La casa che avevamo progettato e che avrebbe dovuto accogliere il nostro amore: la bolla di sapone.
"Certo che me la ricordo" Dissi incupendomi.
"Che c'è?" Disse dolcemente cercando il mio sguardo. Appoggiai la testa sul petto e sospirai. Il suo odore penetrò nelle narici: il passato era passato e lo volevo dimenticare. Ora avevo il futuro per me e non volevo altro.
"Nulla, mi piacerebbe averla un giorno"
"L'avremo" Mi disse spostandomi il mento per darmi un bacio.
"A Natale devo tornare in Italia" Dissi con un morso allo stomaco.
"Uhmmm...mia madre e mia sorella vengono qui. Quando torni?"
"Prima di Capodanno."
"Quindi per il tuo compleanno sei qui?" Disse entusiasta.
Mi arrampicai sopra di lui, mettendomi a cavalcioni. Sollevai le braccia di Lorenzo sopra la testa.
"Certo" Dissi iniziando a baciarlo. Prima il collo, mordicchiandolo, le orecchie e lì lo sentii più vivo che mai. Lui iniziò a muoversi. Poi scesi lungo il petto, i fianchi e infine l'inguine. Lo guardai prima di assaggiarlo: teneva gli occhi chiusi, inspirando profondamente. Infine lo assaggiai ed era bello: era un atto d'amore. Stava cedendo e sapevo che presto avrebbe preteso di avere le mie labbra sulle sue.
Mi prese la testa e con dolcezza mi baciò sollevandosi un poco: "Ti amo" Mi disse in un sussurro pieno di piacere.
"Ti amo anche io" Dissi rapendo le sue labbra.
Spinsi sul suo sesso che finalmente entrò in me. Mi mossi con lentezza assaporando ogni suono che produceva, ogni sguardo, ogni gemito.
"Voglio che tu venga" Mi disse.
"Prima tu e..."
"Sai che mi eccita guardarti" Disse cercando di bloccare il mio ritmo frenetico. Obbedii. Adorava guardarmi nel momento di maggior coinvolgimento e io adoravo quando lo stesso accadeva a lui. Eccolo, lo sentivo, stava arrivando.
"Ecco così..." Disse mentre io sospirando mi ancoravo con le unghie alla sua pelle: "E' bello sentirti". Venuta nessuno mi poteva fermare. Lo guardai piena di desiderio. Gli concessi finalmente quello che lui aveva concesso a me. Amore.

Mi svegliai con il suo profumo nelle narici. Tastai l'altra metà del letto: vuota. Mi sollevai di scatto e trovai il suo biglietto - Amore sono a colazione da Ricky. Ha detto che vi vedrete nel pomeriggio tardi quando io vado a prendere Giù e Gio. Non fare nulla; vorrei rimanere ancora un po' accoccolato con te. Ti amo.-
Mi stiracchiai. Dovevo chiamare Edoardo e lo dovevo chiamare ora. Non sapevo da dove mi fosse venuta tutta quella forza di volontà. Io e Lorenzo ci eravamo ritrovati e niente e nessuno ci avrebbe fermati.
Conposi il numero ed inspirai.
"Pronto?" Era sveglio, troppo sveglio per quell'ora.
"Disturbo?"
"Bea?" Disse tra l'imbarazzato e il sorpreso. Che succedeva?
"Si, ti disturbo?"
"No, dimmi" Era distaccato. Un moto di gelosia mi avvolse. Chi era con lui? Dovevo far tacere quelle sensazioni, non erano giuste.
"Credo che tra noi si sia rotto qualcosa" Silenzio.
"Forse conviene..."
"Posticipare le nozze, sì" Ero sorpresa, sorpresa quanto lui del resto.
"Prenderci una pausa Edo io..."
"Lo so Bea. Ti capisco io...ti amo però" Si affrettò a dire. Sapevo che era sincero.
"A Natale?"
"Cerchiamo di mantenerli calmi. Nessuno sa che ci volevamo sposare quindi finchè non chiariamo..." Silenzio. Era così semplice per entrambi interrompere un rapporto di più di tre anni?
"Ti amo comunque Bea qualsiasi cosa accada" Mi disse serio e sincero.
"Anche io Edo" Ed era vero, ma come una sorella può amare un fratello, nulla di più.
"Ci sentiamo poco prima delle vacanze per metterci d'accordo"
"Sì, buonanotte Edo"
"Buongiorno Bea. Ti amo" Chiuse la chiamata. Mi sentivo vuota. Non sapevo il perchè ma...mi sarebbe mancato un po'.
Sentii il portone di casa aprirsi.
"Ehi!" Mi disse Lorenzo entrando nella stanza:" Mi do una rinfrescata e sono tuo" Disse baciandomi le labbra. Mi accasciai sul letto: mi veniva da piangere. Ero felice, serena finalmente. Tra le lacrime iniziai a ridere.
"Ehi tutto bene?" Mi chiese Lorenzo solo con i boxer addosso mettendosi di fianco a me.
"Tutto bene amore mio" Gli dissi abbracciandolo e continuando a ridere.
"Lo vedo"
"E' bello con te"
"Ti amo". Mi disse guardandomi.
"Mi è mancato essere con te". Dormimmo, ci amammo, ridemmo. Tutto in una mattinata ed io, io ero di nuovo me stessa: libera, sensuale, pronta ad amare. Era tornata Beatrice e io non l'avrei più lasciata scappare.
 
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CAT_IMG Posted on 4/9/2011, 07:28
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ODDIO
questi ultimi tre capitoli : FAVOLOSI!!!
ma quanto ti adoro!!!!!!
 
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coccinellazzurra
CAT_IMG Posted on 4/9/2011, 09:34




Buongiorno ragazze! ^_^ Grazie del bellissimo risveglio, capitolo molto bello!Era ora che Bea parlasse con Edoardo!
Posta presto e buona giornata
Irene
 
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Bright star93
CAT_IMG Posted on 4/9/2011, 09:52




Buongiorno ad entrambe e grazie a voi per i bellissimi commenti. Spero di riuscire a postare presto. Un bacio grande.
 
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CAT_IMG Posted on 4/9/2011, 10:42
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figurati!
mi è piaciuta molto la parte dell' attacco di gelosia di Lorenzo! :wub:

sisi posta presto, nn riesco a stare molto senza leggere un tuo cap!
 
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52 replies since 25/8/2011, 21:03   650 views
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