Capitolo 2
Non so per quanto tempo rimasi lì immobile a guardarmi allo specchio. Non riuscivo ancora a credere che qualcosa di così meraviglioso fosse accaduto.
C'era però qualcosa che non era chiaro e che mi preoccupava anche se non riuscivo a capire cosa. Quando la mano massaggiò il mio ventre capii cos'era. Erano passati solo sette giorni e già la mia pancia sembrava quella di una donna incinta di tre o quattro mesi. Non era biologicamente possibile che una gravidanza andasse così veloce. Poi però mi venne in mente che Edward era un vampiro e che quindi era logico che anche il bimbo doveva avere qualcosa di diverso.
«Edward è un vampiro!» esclamai d'un tratto e mi fiondai verso il computer. Se era davvero una creatura mitologica non morta, come era possibile che potesse darmi un figlio?
Tamburellai nervosa sul tavolo mentre aspettavo che il mio computer ormai deceduto si accendesse. Dovevo cercare nuovamente su quel sito per vedere se diceva qualcosa su questo argomento.
Quando finalmente anche la connessione internet diede segni di vita cliccai in tutta velocità sull'icona di internet. Arrivata al sito lo sfogliai velocemente e quello che trovai mi bloccò. C'erano dei tipi di vampiri, gli Incubs, che potevano dare figli alle loro vittime. Quindi Edward era un Incubo?
Sentivo la testa girare così spensi il computer e andai a dormire. Ero incredibilmente stanca e affamata così mi ripromisi di ricominciare a mangiare il mattino dopo.
Stavo pensando al bambino quando le braccia mi Morfeo mi accolsero nel loro abbraccio.
Il mattino dopo mi svegliai stanca e affamata. Anche se avevo dormito tutta la notte avevo molto sonno. Pensai che dovessero essere i sintomi della gravidanza così non me ne preoccupai.
Mi alzai piano dal letto e guardando verso il basso vidi che la pancia era cresciuta ancora. La osservai allibita e sorpresa.
«Tutto bene Bells?» urlò Charlie dal piano terra e in quel preciso istante mi ricordai una cosa che la sera prima non avevo considerato. Come potevo dire a Charlie che ero rimasta incinta e siccome Edward era un vampiro la gravidanza sarebbe stata strana e veloce?
Capii che dovevo andarmene di casa per proteggere Charlie e anche il mio bambino. Tutta la città avrebbe capito che c'era qualcosa che non andava e io non volevo attirare troppo l'attenzione.
«Certo papà! Tutto bene» risposi iniziando a frugare in giro per la stanza per fare le valigie. Dovevo fare alla svelta e fuggire quanto prima.
«Bene Bella io allora vado a lavoro, ci vediamo» urlò ancora Charlie e sentii il rumore della macchina che partiva. Tirai un sospiro di sollievo e iniziai a preparare le mie cose con ancora più fretta. Presi vestiti, il beautycase, del cibo, i soldi e le tutti i documenti che potevano servirmi e fui sul pick-up. Partii a tutto spiano verso casa Cullen. Sapevo che era abbandonata e contavo proprio su questo. Mi serviva un punto di partenza.
Ci arrivai poco dopo e appena vidi l'enorme casa bianca mi si strinse il cuore. Era lì che abitava la mia vecchia famiglia, era lì che vorrei aver vissuto con loro. Mi mancavano moltissimo, tutti non solo Edward. Avrei voluto averli vicini a me, per aiutarmi in questo momento di crisi.
Fermai il pick-up e rimasi qualche secondo a guardare la casa. Sospirai piano e sentii delle lacrime rigarmi il volto. Non volevo piangere, non ora. Volevo essere forte e affrontare tutto con coraggio per il mio bambino. Volevo una vita meravigliosa per lui e avrei fatto di tutto.
Mi asciugai le lacrime e scesi dalla macchina. Afferrai la valigia che avevo preparato e mi avviai verso la casa. Ad ogni passo mi venivano in mente dei ricordi, dal momento in cui avevo conosciuto Edward fino al momento in cui mi aveva lasciato. Tutto il mio passato mi vorticava davanti gli occhi, ma appena toccai il pomolo della porta vedevo solo il presente. Solo il presente e il futuro contavano ora e nient'altro.
Entrai nell'enorme casa e senza guardarmi attorno andai in camera di Edward. Era lì che mi sarei accampata, così forse il bimbo avrebbe sentito un po' dell'influenza paterna.
Cercai qualcosa da mangiare perchè sentivo i crampi allo stomaco. Presi una barretta di cereali al cioccolato e la sgranocchiai tranquillamente passeggiando per la stanza. Tutti i cd di Edward erano ancora lì e anche il suo divano. Mi chiesi come mai non avesse preso tutto, tutte le cose che adorava. Poi però fui grata che lo avesse fatto e mi alzai dal divano. In quel momento però un attacco di nausea mi investì e fui costretta a correre in bagno per non vomitare sul tappeto.
Rimasi lì qualche secondo ad ansimare. Come potevo nutrire il piccolo se tutto quello che mangiavo veniva espulso? Scossi il capo disperata e mi alzai in piedi. Avevo bisogno di sfogarmi così decisi per una passeggiata nel bosco. Sapevo che sarei inciampata ovunque ma non mi importava.
Scesi i piani di scale che mi separavano dal piano terra e mi affrettai ad uscire di casa. Sentire il terreno sotto i piedi e i muscoli che lavoravano per poter camminare senza inciampare mi fece sentire meglio. L'aria fresca della foresta mi soffiava sul viso agitando i miei capelli e cullandomi come una ninna nanna. Mi venne in mente quella che aveva scritto Edward per me.
A distrarmi da quei pensieri fu un buon odore nell'aria. Era metallico e dolce. Senza pensarci mi diressi verso quella direzione e trovai un coniglio a terra sanguinante. Gli rimanevano solo gli ultimi secondi di vita e stava agonizzando. Mi chinai su di lui per aiutarlo, ma appena avvicinai il volto al sangue una strana frenesia mi possedette. Volevo leccare il sangue e cibarmene fino all'ultima goccia. Volevo sentire i miei denti perforare quella tenera carne e così feci. Presi il coniglio con le mani e lo portai alla bocca. Posai le labbra sulla ferita e succhiai avidamente il nettare che vi usciva. Sentivo il sangue scendere giù per la gola e ne volevo ancora.
Succhiai senza sosta fino a quando non sentii più niente. Allora caddi a terra lasciando la carcassa del povero roditore ai miei piedi. Lo guardavo con angoscia e terrore. Ero davvero stata io a fare quel gesto?
Sentii un rumore nella foresta e d'un tratto vidi spuntare tre enormi lupi. Il primo, il più grande, aveva il mantello nero pece e mi fissava negli occhi con un aria intelligente. Mi spaventai ed arretrai fino a scontrarmi con un albero dietro di me. Ero terrorizzata e istintivamente portai la mano alla pancia per proteggere il mio piccolo.
Il lupo seguii il mio movimento e mi sembrò di vederlo sobbalzare dalla paura. I due lupi dietro di lui iniziarono a guaire e questo mi stupii. Io avevo paura dei lupi, ma come mai loro avevano paura di me?
Non potei pensare alla risposta perchè il lupo nero iniziò a tremare e in un attimo al suo posto comparve una figura. Aveva la pelle bronzea e i capelli corti erano neri, come i suoi occhi profondi. Era alto e muscoloso e potei osservare tutto il suo corpo poiché era nudo.
«Bella?» chiese con una voce profonda e in quell'istante lo riconobbi come Sam Uley. Lo guardai negli occhi e annuii. Lui si chinò su di me e guardò i miei occhi color cioccolata.
«Non sei un vampiro quindi?» la sua voce sembrava sollevata e le sue labbra si tesero in un sorriso.
«No, non lo sono» gli risposi, poi però il mio sguardo si posò sul coniglio lasciato a terra ai nostri piedi e in un attimo tutto fu nero e persi i sensi.
Ecco il secondo capitolo! Spero che vi piaccia!
x •giù*¤°•
Grazie milla! Si è un po' triste e anche se diventerà più allegra con il passare del tempo rimmarrà sempre un velo di malinconia...
Bene spero veramente che vi piaccia!