| Ecco finalmente il nuovo chappy!!! Spero vi èiaccia ^.^ BUONA LETTURA!!!!!!!!
4. Se ho voi, il resto non conta
POV LOUREN
Due cadaveri ricoperti di sangue distesi su un lettino da obitorio. Aria pesante e tetra. Un volto conosciuto distorto dalla pazzia. Un ghigno orrendo. Dei colpi di pistola. Sangue ovunque. Buio. Urla. Lacrime. Una corsa senza tempo, ormai conclusa. Il dolore racchiuso in lacrime di rabbia e impotenza. Un altro corpo ricoperto di sangue e disteso a terra: Klaus.
Mia alzo di scatto a sedere sul letto spaventata e con il volto pieno di lacrime. Mi guardo attorno spaesata e terrorizzata. E la mia nuova camera, quella che ho dagli zii. Guardo fuori dalla finestra, ancora con il fiatone. Cerco di calmare il respiro e di smettere di piangere. Era solo un incubo…in parte… Mi friziono i capelli lisci e castani nella penombra della stanza. Faccio un lungo sospiro. Mia alzo come un automa e mi dirigo verso il mio bagno personale, collegato alla mia stanza. Mi faccio una veloce doccia e mi cambio di vestiti. Indossavo ancora i vestiti di scuola. Devo essermi addormentata non appena sono salita su in stanza. Mi tocco istintivamente il punto che il mio professore personale mi ha toccata per non farmi cadere. Un brivido di repulsione mi sale alla schiena. Mi ributto sul letto e affondo il volto nel cuscino. Vi odio. Vi odio tutti. Una lacrima mi scende di nuovo ma la faccio scomparire subito. Mi rialzo e scendo giù al piano di sotto. Mi dirigo verso la cucina. Non ho cenato, ma non ho fame. Sto morendo di sete. Uhm, forse è meglio che mi costringa a mangiare, altrimenti farò preoccupare la zia, ed è l’ultima cosa che voglio. Apro il frigo e ci entro quasi dentro. Prendo un succo e mi disseto. Vedo anche un invitante budino al cioccolato fatto con Klaus il giorno prima, con un bigliettino di suo pugno accanto. “Per la mia cuginetta – sorellona ” Sorrido a tale scritta. Come minimo Klaus avrà stressato Trevor perché gli scrivesse la frase, per poi ricopiarlo di suo pugno. Come non accettare l’invito del mio pulcino? Afferro con leggero languorino il budino e mi dirigo verso il salotto, da dove sento provenire delle voci. Mentre passo dal corridoio vedo l’ora. 22:45 Uhm…non è poi così tanto tardi come pensavo. In salotto trovo Trevor a vedersi un film in poltrona. Mi siedo sul suo bracciolo. << Cosa è successo? >> mi chiede senza staccare gli occhi dal film e mettendo un braccio intorno alla mia vita. Mi faccio forza e parlo. << Certo che a te non sfugge mai nulla…>> butto così, prendendo tempo e mettendomi un boccone in bocca. << Come non notare la faccia che avevi quando sei uscita da scuola? O la tua corsa in camera? >> ritenta. Mi blocco fissando anche io il film. Faccio finta come lui di vederlo, ma in realtà non lo sto davvero vedendo. << Lauren >> mi richiama. Mi volto verso di lui e ricambio il suo sguardo. Mi allarga anche l’altro braccio. Un chiaro invito. Poggio il piattino mezzo pieno sul tavolino davanti, e gli siedo in collo, girandomi di lato, appoggiando i piedi con i fantasmini sui soffici cuscini del divano, e mi appoggio a lui. Lo sento abbracciarmi e stringermi forte. Mi accomodo sulla sua spalla e struscio la mi testa alla sua leggera barba. Sorrido nostalgica. Quando ero piccola, papà mi prendeva sempre così in collo,e per dispetto strusciava sempre la sua barba leggermente incolta sulla mia testolina, con io che fingevo sempre di lamentarmene. Quanto mi manca… Soffoco un gemito di dolore. << Promettilo >> gli chiedo come sempre. << Telo prometto. Non ti lascerò mai. Potrai sempre contare su di me >> e mi da un bacio sui capelli. Sospiro soddisfatta e un po’ più tranquilla. << Allora cosa è successo a scuola? >> insite ancora. Mi arrendo. << Ho reagito male ad una contatto con il mio professore dei corsi extra scolastici. Tutto qui >> finisco incerta. << Cosa?! >> lo grida quasi. Lo guardo sorpresa. << Che diavolo è successo? Che ti ha fatto? >> parla ringhiando. Lo vedo muoversi a disagio. << Nulla, ero inciampata all’uscita e mi fa sorretto per il braccio >> mormoro debole. Il ricordo è ancora bruciante nella mia mente. Sento ancora il suo tocco bruciante della sua presa. Un marchio indelebile e invisibile… Un singulto di disgusto mi sale alla bocca dello stomaco. << Mi ha dato fastidio il contatto. Mi ha fatto ricordare >> dico con le lacrime di già agli occhi. Lo sento muoversi più tranquillo e sospirare. Alla prima lacrima che mi scende me la toglie, e mi stringe forte a se. << Mi dispiace tanto >> mormora dolente. Lo fisso negli occhi piangendo. << Non ce la faccio più. Vorrei che fosse solo un brutto incubo…>> parlo trai singhiozzi che già mi hanno contagiata. << Lo vorrei tanto anche io…>> e mi accarezza la testa. Sospiro a quel contatto leggero e affettuoso. << Mi mancano >> gli ricordo. << Anche a me >> e mi da un altro bacio sulla testa. … << Ti voglio bene, non scordarlo mai >> gli dico guardandolo negli occhi, per poi girarmi completamente verso di lui e salendogli in collo completamente, gli circondo completamente i fianchi e lo abbraccio a mia volta, per affondare il volto nella sua spalla. << Anche io, e non sai quanto >> mi sussurra nell’orecchio e mi massaggia la schiena in una carezza continua e dolce. Poi all’improvviso si piega in avanti e poi torna dritto, trascinandomi con se e poi mi stacca da se e mi guarda. Mi sorride furbo. Lo guardo perplessa tra le lacrime. Mi para davanti un cucchiaino con il budino e mi sorride smagliante. << Apri la bocca, su. O sennò ti chiamo Klaus che fa meno capricci di te e ti faccio imboccare da lui! >> mi minaccia affettuoso. Gli accenno un sorriso. Cosa farei senza di lui. Come farei senza il mio Trevor a tirarmi su di morale, quando affondo nel mio dolore? Apro la bocca, imitando un Klaus di pochi mesi e mi faccio imboccare da lui. E tra uno boccone e uno sbafo e l’altro, mi fa ritornare il sorriso quel ragazzaccio di mio cugino, e mi rimpinza pure come un maialino!
*** GIORNO SEGUENTE ***
<< Signorina! …Signorina si fermi! >>. Mi giro curiosa verso quelle grida,e mi fermo sul posto. Vedo la segretaria della scuola venirmi incontro. Che cosa avrà di così urgente da dirmi? Fisso la sua curiosa e ridicola corsa sui trampoli che porta, denominati tacchi a spillo. Se cade si stronca mezza…questo è certo… Meglio andarle in contro, non vorrei che accadesse per davvero. Mi incammino con tutta calma verso di lei, poi mi raggiunge. Mi porge un foglietto. << Le hanno cambiato l’orario. Questo è quello nuovo >> mi informa tra un affanno e l’altro. << Fantastico – esclamo prendendo il foglietto – Grazie mille >> . << Di nulla cara. Se ha i bisogno chiedi pure >> e mi sorride accompagnando il tutto con uno sguardo che orami conosco bene. Compassione. Faccio una smorfia e le do le spalle. Entro nell’edificio scolastico che qui hanno il coraggio di chiamare scuola e mi metto in un angolo a guardare il mio nuovo orario. … Mi hanno praticamente sconvolto tutto l’orario. Ma chi gli ha chiesto nulla? Stupidi dirigenti scolastici! Mi imbroncio e poco manca che batta uan boccata a terra, salendo le scale per andare alla fantomatica lezione di topografia, nel legge cosa mi avevano messo come ore alle ultime due. Educazione fisica. Ma qui scherzano. Ma a che cavolo serve educazione fisica? Non credo che per progettare una ferrovia o un palazzo, mi servano saper giocare a basket oppure saper saltare la corda. Arrivo in classe e mi accomodo in uno degli ultimi banchi, appoggiando sotto il mento le mani. Sospiro affranta. Stupido orario scolastico!
*** Driiiiiiiinnnnnn Esco dall’aula velocemente dirigendomi verso l’uscita della scuola, per poi uscire in cortile e avviarmi verso la palestra dell’istituto per le mie due ore di educazione fisica. Fantastico… Alzo gli occhi al cielo pensando cosa mi aspetti. Poi d’un tratto sento qualcuno osservarmi e mi giro attorno, alla ricerca di quell’occhiata indiscreta. Sorry…c’è un errore non è una ma sono due,e sono quel Clauser e un altro fantomatico prof che sembra…uscito dalla copertina Jack! Non che legga certe riviste, ma si sa quando mamma ti manda a comprare il suo inseparabile Vouge, ti ritrovi sempre accanto quella rivista… Mamma… Di colpo mi arriva una fitta al petto che mi mozza il respiro, al suo ricordo. Mi appoggio un attimo alla ringhiera del cancello, come se nulla fosse. Respiro cauta. Cerco di calmarmi ricordandomi di ieri sera e di quello che è successo con Trevor. Calma, devo stare calma. Devo sempre ricordarmelo: se ho loro, il resto non conta. Ripetendolo incessantemente mi calmo, con l’immagine di Trevor e Klaus e di zia e zio, davanti agli occhi. Quando capisco che la fitta non arriverà nell’immediato futuro, lascio perdere le occhiate di quelle due comari e mi dirigo verso la palestra, con nel cuore solo la mia famiglia che mi da la forza di andare avanti, nonostante tutto.
SPOILER!
Mi lancia un occhiata maliziosa alla quale non rispondo. << Appena arrivato, e già ci provi? >> e si mette a ridere. Alzo gli occhi al cielo. Certe volte mi chiedo se c’è o ci fa. << Max…è una cosa seria >> ci riprovo. Ora mi fissa serio. << Non è che l’hai messa incinta vero? >> mi chiede preoccupato. Mi do una manata in volto. No, ne sono sicuro, è un deficiente. << Ma ti senti? Sei impossibile! >> sbotto già con la pazienza sotto i piedi.
--- ANGOLINO AUTRICE --- Ecco a voi il nuovo chappy! Spero tanto che sia di vostro gradimento! Nel prossimo avremo una bella svolta… E mi raccomando, commentate!!! ^.^ KISSES!!!!!!!!!!!
|