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Caratteristiche dei vampiri, quelli originali

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Sognofobia***Tania***
CAT_IMG Posted on 11/9/2009, 13:47




in effetti quella del riso mancava pure a me....ad ogni modo...siccome alcune di queste caratteristiche non mi piacciono...tipo il non riflettersi allo specchio o di odiare i simboli religiosi dichiaro che al momento i miei vampiri preferiti son quelli di Charlaine Harris.......dai cui libri è tratta la serie tv true blood...

rispecchiano più o meno tutte queste caratteristiche,però si riflettono allo specchio non temono l'aglio e possono tranquillamente entrare in una chiesa e osservare simboli religiosi...volendo anche tenerli in mano......
 
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CAT_IMG Posted on 17/8/2020, 21:37
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Leggo una serie di inesattezze che mi appresto a correggere, riservandomi la possibilità di replicare per blocco tematico:

bloodrose




1) I vampiri sono sterili & 12) I vampiri vampirizzano con il "bacio del vampiro", che è un leccare la ferita dopo il morso (una sorta di rito mistico) e, quindi, non hanno nessun veleno



I vampiri suggono il sangue delle vittime e lo trattengono all'interno del loro corpo per disporre di linfa vitale. Da qui il mito afferma che, dopo molti anni, tali creature siano capaci di "canalizzare" il sangue ingerito in un dato punto del corpo (ad esempio, le guance) per poter aumentare il proprio colorito e innalzando la propria temperatura epidermica passando, quindi, inosservati.
Questo è da ricercarsi nel fatto che il sistema nervoso potenziato regolamenterà, tra le altre cose, l’osmosi tramite cui il vampiro controlla le proprie riserve. Grazie anche al sangue che potrà essere fatto affluire, selettivamente, in quantità maggiori laddove vi sia la necessità, si acquisirà maggiore forza, resistenza ossea alle fratture e plasticità motoria.
Prendendo per vera questa supposizione, allora sarebbe anche possibile per loro incanalare quanto ingerito negli organi sessuali (soprattutto se si parla di creature di sesso maschile), così da simulare il rapporto umano. Non implica però il raggiungimento del piacere, né la produzione di secrezioni organiche (ergo, incapacità di eiaculazione e non di erezione, come molti dicono).
Semplicemente, renderebbe possibile l'imitazione del turgore umano.
Non è chiara, però, quale possa essere l'utilità di tale pratica, in quanto, nella visione più comune, i vampiri non hanno la necessità di provare piacere (perlomeno non in quel modo. È il sangue, infatti, a rappresentare il massimo dell’estasi) e vedono l'essere umano come una creatura praticamente insulsa.
In tal senso, vi è un doveroso parallelo: Incubus e Succubus, figure molto simili tra loro, ma differenziati nel modo in cui sono immaginati e rappresentati.
L'Incubus si nutre della forza vitale e del desiderio sessuale delle giovani donne, che aggredisce durante il sonno. Le vittime vengono così private della loro energia e al risveglio sono fortemente indebolite e, talora, muoiono di consunzione. Quindi l’Incubus possiede carattere demoniaco, ma anche vampirico solo il lato psichico.
Discorso simile per i Succubus, di aspetto femminile: con fattezze sensuali, seduce gli uomini durante il sonno e intraprende con loro rapporti sessuali, assorbendo la sua energia per alimentarsi. Come nel caso precedente, la vittima è indebolita e, spesso, muore di consunzione. Quindi, cibandosi di energia, sono anche da considerare vampiri psichici.
Molti li definiscono demoni; altri vampiri. Personalmente, in visione prettamente mitologica, li definirei demoni-vampiri.
In definitiva, sì: i vampiri sono impossibilitati a procreare in termini convenzionali, poiché le donne vampiro non hanno più le mestruazioni e il loro corpo non sarebbe in grado di mantenere il bambino.
Ne consegue che la generazione di un nuovo vampiro è data dall'Abbraccio, e non vi dovrebbe essere altro modo.
Patti con il Maligno, rinnegare Dio e quant’altro sono frutto di leggende nate in seno alle religioni monoteiste (le tre rivelate, le abramitiche); i connotati citati, infatti, sono beceri tentativi per spaventare l'uomo, maledicendo la Conoscenza, nonché l'allontanamento dallo stesso concetto di Dio.
Già dagli Etimmé babilonesi la trasformazione avviene per scelta dei vampiri capostipiti, coloro che conosciamo come Anziani. L'Abbraccio avviene esclusivamente perché il vampiro decide che un mortale possiede i requisiti e la fedeltà tale da poterlo accompagnare lungo tutta l'eternità, procurandogli sostentamento e sorvegliando il suo sonno diurno. Infatti esso è un evento più unico che raro, anche perché bisogna tener conto che, a ogni mescolamento con la vitae umana e per ogni persona trasformata, il sangue originario della Stirpe si diluisce, ovvero depotenzia (al contrario, se un vampiro non ha mai trasformato nessuno, ne potrebbe derivare – però non è tassativo – un essere molto potente), ma comunque egoisticamente utile al vampiro, il quale continuerà a spadroneggiare sulla creatura, che vivrà in sudditanza del suo signore, tranne se Egli non decida di affrancarla, ossia liberarla.
Potrebbe decidere di non farlo mai e ciò significherebbe non potersi allontanare dall’area in cui il Creatore risiede o che Egli sia chiamato a rispondere delle azioni del neovampiro, qualora infranga il codice comportamentale, ad esempio. Ipotizzo che, per i traditori, sia prevista la morte indotta per mancanza prolungata di sostentamento o il fronteggiare l’alba, benché a volte potrebbero essere così magnanimi da chiudere un occhio.
In ogni caso la nuova creatura dovrà abbandonare e non avere più contatti con la famiglia d’origine, anche se talora il Creatore può concedere di dare uno sguardo in lontananza, così da rendere l’evento meno traumatico ad ambo le parti. Abbracciare anche il resto della famiglia naturale incrinerebbe il rapporto d’isolamento dai legami passati e sarebbe un’azione punibile con la morte, tanto per la creatura quanto per l’intero nucleo familiare.
Non sarebbe consentito, inoltre, trasformare chi non ha compiuto la maggiore età, né gli animali.
Anche su questo punto, credo c’è chi infrangerebbe le regole giacché, se tutti le rispettassero per filo e segno e se fosse facilmente evitabile ogni reato che le violi, non perderebbero forse valore ed efficacia? Del resto, la pena da scontare non sarebbe forse la medesima, che se ne trasgrediscano dieci o una soltanto?
Per quanto riguarda gli animali, in passato (se non erro, venne nominato per la prima volta nel 1995) balzò agli onori della cronaca la notizia sul Chupacabra, che qualcuno ipotizzò essere un animale vampirizzato. Se ciò corrispondesse al vero, in punto di morte basterebbe bere il suo sangue e saremmo vampiri. Altre teorie, invece, sostengono che in certi momenti possano aprirsi dei varchi dimensionali, nei quali dimensione materiale e spirituale si intrecciano, facendo entrare nell’una e nell’altra realtà creature terrene o spirituali. Nello specifico, nel caso del Chupacabra, si vocifera che possa trattarsi di un tipico esemplare di cane-demone e provenire dalla dimensione infernale.

Ciò che tu chiami in maniera impropria “bacio del vampiro” consiste in uno scambio equivalente in cui il morso non sarebbe neanche indispensabile, ma è probabile che dia loro gusto (tutto, in realtà, si basa sulla reciprocità del sangue. Se un morso fosse sufficiente, saremmo tutti vampiri o, viceversa, la specie umana sarebbe stata sterminata da un pezzo).
Il procedimento è il seguente: essere morsi provando un dolore lancinante, quasi salassati, condotti perciò in fin di vita (ripeto, affinché sia chiaro: in fin di vita. La mutazione può avvenire solo se non ti uccide, ossia se non priva completamente il corpo materiale della sua linfa vitale) e poi ricevere il sangue del vampiro, ingerendolo a partire da una vena del braccio o dal petto, se si desidera maggiore intimità, dopodiché perire fintanto che nelle vene dell’umano scorre quel fuoco, sangue morto, eppure vivo, sangue della Madre d’ogni vampiro.
Il loro sangue sostituisce in parte quello perso, come una specie di trasfusione, e con esso dona in aggiunta una parte della loro energia vitale, quella che poi porta alla mutazione del corpo materiale ma soprattutto della stessa anima, mutandola in qualcosa di diverso. E comunque, una volta bevuto, ciò che capiterà a seguire non potrà essere interrotto.
Il corpo sarà in preda agli spasmi, talmente forti da provocare una sincope, con conseguente rilascio degli sfinteri e, quindi, fuoriuscita di fluidi biologici (urine, feci…) e talvolta rigetto di materiale biliare (vomito), subendo una sorta di reset e la conseguente modifica di determinate caratteristiche fisiche, ad esempio la scomparsa di cicatrici e tatuaggi, per citarne una.
Dopo si andrà in torpore e, se si è baciati dalla Dea Bendata, per un periodo di tempo circoscritto che potrebbe già interessare la notte seguente fino settantadue ore al massimo, avverrà il risveglio (meglio nota come “fase di transizione”).
Non è, infatti, detto che tutti riemergano e riaprano gli occhi.
Infine, per alimentare il processo metamorfico e portarlo a compimento, sarà imprescindibile per il designato o la designata nutrirsi di sangue umano. Nel caso in cui non lo facesse, o meglio decidesse di non farlo in quanto fortunatamente si disporrebbe del libero arbitrio anche in una circostanza così delicata, andrebbe incontro all’eterna dipartita.
“Twilight” non fa altro che dipingere una realtà differente: i vampiri non secernono “veleno”, bensì una sostanza anti-coagulante che permette di mantenere il sangue liquido per il tempo necessario atto a suggere.
In più la loro saliva è un ottimo cicatrizzante. Nel corso del tempo il loro potere aumenta e addirittura, se si parla di un vampiro non più giovane, i segni del morso – i due classici forellini per intenderci – si richiuderebbero nel giro di breve, senza lasciare traccia.

2) I vampiri odiano l'aglio e le rose selvatiche & 9) I vampiri sono pallidi perché il sangue è rappreso e contenuto in una sacca posta nel basso ventre & 11) I vampiri hanno i canini più lunghi



L’aglio fa parte delle piante soffuse di crudo zolfo e, dunque, di essenza “sulforata” (si tenga presente questo carattere per ciò che scriverò in seguito circa il sale). Considerata tradizionalmente pianta infera (in sanscrito l’aglio è detto bhutaghna «distruttore di dèmoni»), la sua caratteristica azione “che brucia” o “che punge” [allium dall’agg. celtico all = caldo, che brucia, pungente; CFR. inglese garlic da ingl. ant. garleac = gar «spear» (lancia) + leak «leek» (aglio, porro)], per la quale in medicina è un forte antisettico contenente garlicina e allina, sembra presentare qualche controindicazione tradizionale anche in ambito strettamente spirituale (A. Cattabiani Florario, p. 213: «Alfonso di Castiglia nutriva verso questa piantina tale ripugnanza che, istituendo il suo ordine cavalleresco, ordinò di non comparire a corte né comunicare con altri cavalieri per un mese intero, se avessero commesso l’imprudenza di mangiare aglio o cipolle»).
Nelle tradizioni popolari d’Italia, si crede che «...a Benevento, sul noce di Belzebù o Satana che si voglia dire, le streghe tengono un notturno banchetto, nel quale tutto si trova fuorché il sale, che, più ancora dell’aglio ha forza contro le maliarde e le malie. Tutte le vivande perciò sono insipide, perché le streghe mangiano senza sale e sentono per esso profondo orrore. Il solo nome di sale porta a sciogliere quel convito» (G. Cocchiara Storia della famosa noce di Benevento, p. 195; CFR. anche l’usanza popolare in caso di spreco di sale di gettarne un pizzico dietro la propria spalla sinistra).
Un chiaro esempio scritturale del rapporto analogico tra il saale e lo spirito è il passo evangelico Mt 5, 13: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale diventa insipido, con che cosa si dovrà dare sapore ai cibi?».
Nonché la stretta relazione esistente in natura tra il sale e l’acqua, sale e sapore [in lingua francese saveur «sapore» ha la stessa radice sap presente in sève «linfa» e in savoir «sapere», in virtù dell’analogia esistente fra l’assimilazione nutritiva nell’ordine corporeo e quella cognitiva negli ordini intellettuale e mentale, CFR. René Guénon, L’uomo e il suo divenire secondo il Vêdânta, p. 72].

In alcuni Paesi dell'Est Europa si crede che il profumo delle rose sia in grado di allontanare tutte le creature maligne, compresi streghe e lupi mannari; i petali di questo fiore brucerebbero le carni dei vampiri e, quando si temeva che una persona potesse diventarne uno, si deponeva un mazzo o una ghirlanda di rose selvatiche sul corpo del defunto o sopra alla sua tomba, perché queste, sempre secondo la leggenda, avrebbero confinato il vampiro sottoterra.
Inoltre la rosa è il fiore da ricondursi anche a Gesù: la corona di spine (di rosa) è simbolo della Sua sofferenza per gli altri; la corona dentale del vampiro è simbolo del suo piacere per la sofferenza degli altri.

La loro pelle è distesa similmente a seta (nei giorni successivi alla morte l’epidermide va assottigliandosi), piuttosto pallida, abbastanza rigida e fredda, tant’è che potrebbero benissimo venir scambiati per anemici o per un pezzo di marmo.
Sfatiamo il mito della bellezza: alcuni di loro sono brutti, cosi come lo erano da vivi, tuttavia il ritorno dalla morte potrebbe aver donato loro un misterioso charme. Avete presente quando incontrate individui non bellissimi dal punto di vista estetico, ma dai quali vi sentite attratte e vi intrigano, suscitando interesse e curiosità inspiegabili?
Nel momento in cui si nutrono, coloriscono e ammorbidiscono appena (una persona di colore, per esempio, acquisirà una carnagione appena più “dorata”) e i loro occhi appaiono molto più luminosi, quasi iridescenti.

I canini sono più lunghi rispetto ai nostri di alcuni millimetri, acuminati e dotati di retrattilità. Essi si estendono completamente durante il morso, per il resto del tempo rimangono nella propria sede all’interno delle cavità gengivali, grazie alla contrazione del tessuto elastico che si trova alla base del dente; in tal modo quindi possono celare la propria vera natura, poiché la loro dentatura non presenterà differenze con quella umana.
Non sono, però, in stile “cannuccia”: i denti lacerano la pelle e il vampiro lappa quel che fuoriesce con la bocca. Ecco perché, spesso e volentieri, potrebbe ritrovarsi con le labbra macchiate di rosso.
Il collo è come il fianco sguarnito: facilmente raggiungibile, ovverosia a portata di denti, simbolo di sottomissione verso il più forte, tendenza che si può riscontrare soprattutto nel regno animale, ad esempio nei cani.
Punto prescelto dall'immaginario collettivo perché zona erogena del corpo umano, se vogliamo, è anche un mischiare piacere e morte, Eros e Thanatos. Un vampiro, comunque, può nutrirsi mordendo la vittima ovunque vi siano vene e/o arterie abbastanza evidenti: braccio, polso, spalla, gamba.
A livello anatomico, parlando dell'arteria carotidea, potrebbe risultare prescelta in quanto il sangue è più puro e ossigenato e, al tempo stesso, molto vicino al cuore. Per questo, se dilaniata, provoca l’arresto in un minuto. Viceversa l’arteria femorale ha più sangue ma, essendo ubicata più lontano dalla testa, i tempi di sopravvivenza aumentano fino a due minuti.
Giacché poi si racconta che i vampiri non possano bere il sangue dei morti, per loro la seconda, che consentirebbe di avere più sangue e tempo, rappresenta la scelta migliore.
Inoltre la sensualità data dall'ubicazione dell'arteria femorale, che passa sull’inguine, è indiscutibile. Solo, meno accessibile. Ecco perché si avrà un occhio di riguardo per il collo e per punti più in rilievo.
Ciò che dà loro vita è l’anima, che non ha ancora abbandonato il corpo, mentre il resto degli organi continua sì a esistere al loro interno, ma non sono funzionanti, apparendo come “essiccati”.
Tuttavia, come la visione comune ci impone e come ho scritto in risposta alle prime domande, possono convogliare il sangue in determinate parti e perché no, farlo affluire e conservarlo nello stomaco che, a maggior ragione, diventerà un punto vulnerabile.
Non è finita qui.
All’occorrenza e con lo scopo di uniformarsi maggiormente a noi, possono ingerire cibo umano e bere bevande umane, rigettandoli con accortezza in un secondo momento. Per loro, saranno insipidi: il gusto risulterà atrofizzato, in quanto le papille gustative perderanno la capacità di discernere i sapori fondamentali, a favore di una maggiore e migliore degustazione delle varie componenti del sangue, mentre gli altri sensi percettivi saranno acuti.

Il sangue è l’unica e vera fonte di sostentamento per un vampiro.
A grandi linee, ricorda il vino corposo e fruttato.
Anche se il sapore varia da persona a persona, tra uomo e donna non sussistono grosse differenze, si narra che preferiscano il sangue di vittime innocenti – quali vergini e bambini – poiché incorrotto e dunque più raro, ricercato e sopraffino, non sempre ha lo stesso valore energetico: a volte il bisogno è maggiore; a volte minore.
Non c’è una maniera inequivocabile per determinare in che quantità ne dovranno assumere, se non quella di andare “a sentore”, ossia nutrirsi fin quando non si è sazi, cercando possibilmente di sottrarre l’indispensabile (vi ricordo che la nostra incolumità inizia già a essere a rischio se veniamo privati di due litri di sangue…).
L'astinenza dal bere sangue caldo può renderli poco razionali, liberando tutto ciò che di mostruoso c'è in loro... Non solo in senso figurato. Presumo che, già all’atto di mordere in normali condizioni, i lineamenti si alterino, provocando smarrimento e sgomento nella vittima, figuriamoci se per un periodo più o meno lungo, che potrebbe riguardare anche due mesi di fila, non si alimentano: il corpo ne sarebbe debilitato e più sensibile, quindi in tal stato sarebbe nel loro interesse non uscire nemmeno se il sole è coperto dalle nuvole e/o se piove per non tentare troppo la sorte.
Assumerebbero un aspetto incartapecorito, emaciato, gli occhi diventerebbero vitrei, comparirebbero zone violacee al di sotto di essi a segnalare una disidratazione tanto più grave quanto più sono evidenti le occhiaie, con il rischio di estinguersi a causa dei morsi della fame.
In astinenza di sangue sono come un drogato che non prende la sua dose. Non sapendo resistere alla sete, possono compiere gesti che vanno contro il loro volere (dissanguare il primo che incrociano?) e pentirsene amaramente, se la morale e il rimorso non li hanno ancora abbandonati del tutto.
Inoltre quella del drogato non è una similitudine campata tanto per aria… Se per caso si trovassero a cibarsi del sangue di una persona che fa uso di sostanze stupefacenti o con elevato tasso alcolemico, sconterebbero gli effetti, finendo anch’essi per ubriacarsi/drogarsi.
Proseguendo il discorso, il sangue umano li rigenera; quello animale li appaga poco: sarebbe come dare a un cavallo un cioccolatino… Uno spuntino e niente più. Il suino, essendo di costituzione più simile a quella umana, è l’unico a donar loro un’autonomia leggermente superiore rispetto ai restanti animali, ma non mi sorprenderebbe se un vampiro insoddisfatto, bevuto il sangue animale, decidesse poi di “correre ai ripari”, gettandosi su quello umano.
Esiste pure il sangue sintetico, altrimenti denominato “artificiale”, che su di loro non ha effetto.
Del resto, sono “nati” con noi, e “nascono” da noi da tempo immemore: è la nostra linfa che permette loro di vivere, o meglio, non-vivere.
Ragion per cui ci sarebbe un'altra classificazione da fare: bevitori di sangue umano (quelli che non esitano a uccidere solo per saziarsi) e bevitori di sangue misto (quelli che bevono sangue animale per nutrirsi – o quantomeno cercare di nutrirsi – e usano il sangue umano solo in caso di grave necessità).
Ah, il sangue di un morto può nuocere loro, come suggerito anche dal film “Intervista col vampiro” che, nel panorama della vasta produzione incentrata sulla figura del vampiro, risulta il più attendibile a differenza di “Twilight” e “True Blood”.
Non necessariamente uccidono per nutrirsi, anche se alcuni di loro potrebbero per il gusto di veder morire. Se un vampiro dovesse rivelarvi la sua natura, iniziate a preoccuparvi, perché significherebbe che avete i giorni contati.
No, non vi trasformerebbero. Non hanno motivo di volere altra concorrenza sulla strada.
Ciononostante, ci sono per fortuna valide alternative oggi come oggi, senza per questo indirizzare necessariamente i malcapitati lungo il “viale del tramonto”.
I vampiri possono prelevare il sangue dagli ospedali (sacche e provette), da gente senziente o, al contrario, da passanti, ignari turisti, senzatetto, stranieri o persone rimaste sole al mondo, più facili da circuire.
Cavalcare l’onda e la moda che tanto spopola dei Real Vampire/Human Living Vampire, spacciandosi per uno di loro, o per anemici a cui la trasfusione in endovena non fa né caldo né freddo, perciò costretti ad assimilarlo oralmente.
Chi lo sa, alcuni laboratori di analisi e l’AVIS stesso potrebbero non essere altro che una riuscita copertura per reperire nutrimento ai vampiri.
La loro scelta potrebbe ricadere pure su disagiati e sofferenti mentali in quanto, se mai dicessero di aver incontrato un vampiro, quale reazione sarebbe la più probabile, se non una grassa risata o una sprezzante battutina di scherno? Già si fa fatica a credere a chi è “normale” e se ne esce con un’affermazione simile, figuriamoci se a dirlo è una persona con un disturbo conclamato, considerata da tutti folle, quindi benché mai attendibile.
Concludo il capitolo, lasciandovi con tre domande retoriche: quante persone sono scomparse e spariscono tuttora senza lasciare traccia e mai essere ritrovate?
Viceversa, quante persone vengono rivenute prive di vita, delle quali non riescono a stabilire di che cosa siano morte, scrivendo sui giornali “giallo sulle cause del decesso”?
Quanti morti si annoverano nei Paesi in guerra, caratterizzati da un’alta instabilità politica e una dilagante povertà, dove nessuno fa caso a loro?

3) I vampiri non possono entrare se non sono stati invitati & 8) I vampiri temono la croce perché hanno ceduto l'anima al demonio


La Regola della Casa è, in parte, falsa: i vampiri possono penetrare nelle abitazioni liberamente, senza disporre del permesso di chi vi risiede, a meno che queste non siano state consacrate a una Divinità che entra in conflitto con loro.
In aggiunta, anche se esistesse qualcosa di vagamente simile al concetto di invito propinato dalle serie TV “Buffy” e “Angel”, rimane il fatto che il vampiro è dotato della facoltà di plagiare le menti, ivi a grandi distanze, dunque otterrebbe a prescindere il consenso, entrando dove vuole e quando vuole.

L’affermazione n°8 è piuttosto becera: non c’è concessione dell’anima, poiché sono creature ripudiate finanche dal Demonio.
Malgrado il loro rapporto con il Dio cristiano sia deteriorato, si narra di un tempo remoto in cui essi e la Chiesa – una Chiesa diversa da quella che tutti oggi conosciamo, tuttavia non meno macchiatasi di orrendi misfatti – strinsero un accordo: i vampiri non si sarebbero palesati agli umani e avrebbero garantito alla Chiesa protezione dagli attacchi di eretici, pagani, scettici, satanisti e chi più ne ha, più ne metta. In cambio essa non solo avrebbe smesso di perseguitarli, ma anche contribuito a sfasare la loro figura, trasformandola in leggenda.
C’è una ragione molto semplice, per cui la “Santa” Sede è loro complice: come potrebbe essa giustificare la sua devozione a Cristo, se poi collabora con esseri immondi (da Lei così definiti) come i vampiri, ordinando di eliminare altri uomini, ossia i satanisti? Alcune sètte sono state sterminate proprio dai vampiri in virtù del fatto che, con le loro azioni, attiravano troppa attenzione su qualcosa di scomodo.
La grande maggioranza delle persone davanti all'inconcepibile, al mistero o alla paura reagisce distruggendo. Non prova neanche a comprendere il perché di un dato atteggiamento o cosa si possa provare a vivere un’esistenza rinchiusa nelle tenebre, nella più totale solitudine, vedendo quel poco che amano crescere e morire.
Sarà scontato, infarcito dei soliti cliché, ma penso che se, rivelassero la loro esistenza, si aprirebbe una caccia spietata. Un Paese come l'Italia, dove il potere della Chiesa è ancora molto forte, l'accettare l'esistenza di creature considerate diaboliche scatenerebbe un’epurazione contro il presunto male anche se, in realtà, non ci sarebbe nulla da respingere. Basti rammentare le atrocità perpetuate dalla Santa Inquisizione con la caccia alle streghe e, nonostante i tempi siano cambiati da allora, dubito ci troveremmo in una situazione tanto differente. Con questo non voglio dire che, se arrivasse un’orda di spietati vampiri o demoni bisognerebbe lasciarli agire indisturbati, tutt'altro, ma sarebbe sufficiente azionare il cervello, capire che sono poche, le mele ammaccate della cesta, e che la loro corruzione non giustifica l'annientamento dell’intera Razza.
Senza contare che, con alte probabilità, salterebbe fuori lo scienziato di turno desideroso di studiarli come cavie da laboratorio, benché non costituirebbe di certo un enorme problema… Come potrebbe un essere dotato di elevato potere fisico e psichico permette a un umano di ispezionare il corpo dove la sua vera natura giace? Nulla si troverebbe, anche perché il corpo è solo l’involucro che contiene l’animo e la Bestia (gli impulsi ferini che minacciano di trasformare il vampiro in un mostro disumano) che incombono in ogni individuo.
Detto questo, se fossi un vampiro anch’io preferirei optare per l'oblio, piuttosto che presentarmi a un mondo che non è pronto ad accettare l'esistenza di creature diverse dalla specie dominante.

Riguardo ai simboli religiosi per eccellenza, be’, i vampiri non svengono alla vista del crocifisso, del rosario, dei santini ecc… ecc… tantomeno ne sono terrorizzati. Essi potrebbero divenire un’arma, qualora chi li brandisca, sia un vero credente.
Non è concesso loro visitare i luoghi consacrati a Dio né possono oltrepassare nulla che sia stato sigillato con mezzi di fede benigna. Le preghiere, innalzate a una qualsiasi Divinità positiva e protettrice, li infastidisce; i rituali di depurazione (esorcismi) e l’acqua santa, se benedetta con appositi riti, ferisce i loro sensi e oserei quasi dire li ustioni.
Il vampiro, proprio per la sua peculiarità di avere un corpo materiale ma nello stesso tempo sfuggire alle normali regole del tempo e dello spazio, può esistere sia in questa dimensione sia nell'altra (ma non l'Aldilà, dove risiedono gli Déi). Al sopraggiungere della morte perdono il corpo terreno e tornano a essere ciò che erano in origine, perdendo quindi anche la sete.
A ogni modo, ho un’interpretazione tutta mia: essendo convinta che in ognuno di noi si celi la propria vera natura, comunemente chiamata "anima", quella parte di sé che non si mostra mai pienamente al mondo e spesso neanche a se stessi, ma che alcuni sono in grado di percepire come entità rinchiusa in un corpo fatto di carne, il morso diventa un mezzo attraverso il quale essa può essere liberata dalla sua prigionia.
È un ragionamento un po’ contorto, ma vediamo di srotolare la matassa…
Se un vampiro morde, uccidendoti, le possibilità sono due: la tua anima diventa sua, finendo chissà dove, oppure viene liberata dalle costrizioni terrene, raggiungendo la piena libertà. Considerando che queste affascinanti creature sono in grado di vedere dentro di noi come un libro aperto, non risulterà difficile per loro comprendere chi si cela veramente dentro a un corpo e se quell'anima sia meritevole di prendere il sopravvento sulla natura, dandole la possibilità di acquisire il comando sul corpo morto per divenire ciò che è sempre stato, cioè una creatura degna di dominare la notte e affrontare l’eternità in qualità di vampiro.
In parole povere, il morso del vampiro è un mezzo tramite il quale un essere umano può liberare il proprio Io, sia nel bene sia nel male, perché penso che questo sia l'unico punto in comune fra tutte le credenze, le certezze e le supposizioni che si possono fare su tale argomento: la morte del corpo fisico del soggetto e il conseguente vincolamento o liberazione dell'anima.
Inoltre le emozioni dei vampiri, che siano odio, felicità, rancore, tristezza... non sono attutite, bensì simili alle nostre, amplificate al punto tale che certi Iniziati poco dopo la trasformazione fanno una brutta fine, dato che le loro sensazioni sono talmente intense da indurli alla pazzia e, di conseguenza, alla perdita della ragione. Per quanto riguarda il dolore, sia fisico sia emotivo, ne provano però, essendo in grado di assumere il controllo del proprio corpo, come abbiamo già detto, saranno in grado di escludere parte delle proprie terminazioni nervose, riuscendo a ridurlo.
Passando oltre, hanno eccome un’anima.
Ebbene sì, un vampiro è un'anima dentro a un corpo che ha un’ampia aspettativa di sopravvivenza, pertanto con il passare dei secoli psiche e soma si evolvono con aumento, di pari passo, delle doti psichiche e fisiche.
Non a caso, è proprio questa parte di loro che matura, mentre il corpo rimarrà dell’esatta età in cui sono stati trasformati e gli anni si conteranno a partire dalla data dell’Abbraccio, appunto.
Diffidate, però, di coloro che si fanno chiamare satanisti e promettono la vita eterna: l’anima sarà dannata, ma il corpo continuerà a variare nel decorso vitale umano.

4) I vampiri non possono mostrarsi alla luce perché si ridurrebbero in cenere & 7) I vampiri dormono nelle bare che, di giorno, li protegge dal sole


Di solito, durante il giorno, cadono in trance e sono inavvicinabili.
Avvicinarsi a un vampiro in fase diurna costerebbe la vita pure al suo migliore amico: scatta un'autodifesa spontanea per cui strangolerebbe chiunque senza accorgersene.
Tuttavia, volendo, possono passare svegli tutta la giornata, sempre stando lontani dalla luce.
Come conseguenza, non avranno altro che un accumulo di stanchezza...Un po’ come succede a noi quando trascorriamo una notte insonne.
Tra l’altro, non sono rilegati alla notte nel senso più classico del termine… Possono uscire, di giorno, se la giornata è cupa e uggiosa o se si hanno condizioni metereologiche avverse in cui il sole non fa capolino (nuvolo, pioggia, neve, nebbia…).
Penso che, per loro, l’isola britannica potrebbe costituire una valida alternativa di soggiorno, viste le favorevoli condizioni atmosferiche.
Comunque, basta che stiano al riparo dal sole e dalle fonti di luce artificiale vivida, di conseguenza potrebbero circolare in tutta tranquillità nei luoghi pubblici all’ombra e, per dirne un’altra, in Giappone non di rado c’è chi passeggia coprendosi grazie all’ombrellino parasole. Al che, in certi Paesi, potrebbe essere un ottimo suggerimento e far illuminare la lampadina a un vampiro!
Inoltre, per quel che può importare, il telefilm “Buffy” sembra lanciarci con la fionda un’eventualità non così sciocca: di giorno, potrebbero pure aggirarsi indisturbati nelle fognature o con la giacca a mo’ di protezione sulla testa.

Quella delle bare è perlopiù una credenza, in quanto servono solamente ad assicurare un buio totale che, spesso, le nostre abitazioni non forniscono.
Seguendo questo ragionamento, al limite alcuni potrebbero dormire in un sottoscala, in un garage, in una cantina o cripta ristrutturati a luoghi abitabili; altri in un comunissimo e comodissimo letto, che non sia investito dai raggi solari (ergo, lontano dalle finestre), magari all’interno di una casa di campagna distante dal caos cittadino o, al contrario, nei modesti centri abitati, in cui è possibile mimetizzarsi meglio, recandosi sovente nelle città più grandi e affollate.
Arriviamo al nocciolo della questione: il sole è Tabù, come ormai chiaro, ma non nell’immediato fatale. La dipartita è più lenta e dolorosa di quanto ci aspettiamo.
Se esposte in maniera prolungata al sole, le loro carni ardono. Poi è normale che inceneriscano, subendo una sorta di autocombustione… Accadrebbe lo stesso a noi nell’arco di cinque minuti, se fossimo avvolti dalle fiamme.
Un Anziano, se protetto accuratamente, può uscire durante le ore più calde di una giornata assolata, anche se per un periodo di tempo limitato.
Comunque, se malauguratamente i vampiri vengono feriti dal sole o se ritengono per tutta una serie di ragioni che l’epoca in cui (soprav)vivono non sia di stimolo alcuno, lasciandoli pressoché delusi e passivi, potrebbero decidere di sparire per anni, cadendo di volontà propria in un sonno analogo al coma nel quale non proverebbero nulla e chiedendo di essere svegliati solo se sorgeranno questioni urgenti che presuppongono la loro immancabile presenza.
Da precisare che non sia qualcosa di essenziale, né messo in atto al fine di preservare le energie.
Questa stasi manterrà inattiva la loro sete/il loro sistema nervoso, li porrà in una condizione di vulnerabilità, pertanto necessiteranno di qualcuno che sorvegli il loro riposo e ne assicuri l’incolumità. Una volta ridestati, pagheranno il prezzo di aver bisogno di più sangue di quanto una comune situazione avrebbe richiesto che, a sua volta, si tradurrà in un maggior dispendio per procacciarselo.


5) I vampiri, se viene buttato del riso dinnanzi a loro, devono contare tutti i chicchi uno per uno


È una credenza popolare diffusa secondo cui, per arrestare l’avanzata di un vampiro, sia necessario mettere davanti alla porta di casa o davanti alle finestre: semi, riso, sassolini, fascio di rametti, un mazzo di carte o altri piccoli materiali.
Il vampiro si fermerà a contarli uno per uno, ordinandoli alfanumericamente e distraendosi quindi dall'attaccare le vittime nell'abitazione.
Si crede anche, con fare sciocco, che contare ucciderà il vampiro se questi, tanto preso dal compito, non si avveda dell'arrivo dell'alba e, quindi, venga incenerito dal sole nascente.
Insomma, più che vampiro, direi è realistico pensare di trovarsi difronte una persona affetta da DOC!

6) I vampiri possono creare una nebbia dietro cui nascondersi


Rifacendomi alla mitologia, non solo sarebbero in grado di trascendere il proprio corpo e diventare tutt'uno con il proprio spirito, tramutandosi così in elementi inafferrabili come la nebbia fluttuante che a discreta velocità si infiltra sotto porte e finestre o il pulviscolo sui raggi di luna, ma anche di controllare gli stessi fenomeni atmosferici, provocandoli.

10) I vampiri non possono essere fotografati né ripresi & 12) I vampiri non si riflettono negli specchi


Mera leggenda.
La non riflessione sugli specchi è stata cercata di spiegare come segue: essendo creature non vive, ma neanche tecnicamente morte e non conoscendo la corruzione del corpo, quindi avendo a disposizione una base molecolare e della materia differente da quella umana, è possibile che il riflettersi della luce sul loro corpo agisca in modo diverso.
In sintesi: i vampiri rimangono impressi nelle foto, sono riproducibili nei video e lo specchio rimanda il loro riflesso, nonché la voce risulta nitida nelle registrazioni.
Si ha, però, bisogno di luce solare per riflettere la loro immagine in uno di essi e ho ragione di credere che ciò comporti molta fatica per un vampiro: egli dovrà esporsi in maniera più o meno diretta alla luce perché spesso potrebbe non essere sufficiente/abbastanza forte da riprodurre le sue fattezze, guardare nell’obbiettivo e scattare la foto.
Capirete da soli che è un procedimento attuabile con preferenza verso un luogo al chiuso, tranne se il vampiro non stia cercando di attentare alla sua non-vita, cosa che comunque non credo gli consentirebbero di portare a conclusione… Sono in numero esiguo, manca solo che tra le loro fila inizino a meditare il suicidio, estinguendosi con le proprie mani!
Tornando in tema, se praticassero il procedimento all’aria aperta, non avrebbero il tempo di accertarsi che il tutto vada a buon fine, il dolore sarebbe duplicato e straziante a causa della perpetuata esposizione ai raggi solari, rischiando infine di incorrere nella Morte Ultima.

blodrose




Mi pare ovvio, ma sarà meglio specificare, onde evitare di venire assaltata (e assillata) di domande via posta…
Mi spiace mandare in frantumi le vostre più recondite aspettative: NON sono un Vampiro o chissà quale bizzarra creatura non meglio identificata come, spesso e volentieri, ad alcuni farabutti piace spacciarsi per il Web (giusto per citarvi un esempio, tempo fa lessi di un individuo che si proclamava ibrido lycan-vampiro…).
Tuttavia, in una decina d’anni ho messo mano su svariati saggi – anche in lingua straniera – e altrettanti romanzetti, trastullandomi in stravaganti supposizioni, come potete constatare. :P
Non solo.
Ho incentrato la tesina di maturità sulla Morte, presentato la tesi sui Vampiri e sono più che mai intenzionata ad affrontare il medesimo argomento per la magistrale, seppur in chiave diversa, scampando così all’autoplagio (incredibile ma vero, esiste!).



P.S. Qualora facciate copia-incolla del presente intervento, siete pregati cortesemente di citare la fonte per una questione di correttezza e rispetto, dato che ho impiegato tempo e buona volontà a cercare di rispondere punto per punto nella maniera più completa possibile.
Grazie.
 
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16 replies since 6/9/2009, 15:53   649 views
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