@ bella and edward italian forum -

Io, Renesmee Cullen

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Shiri
CAT_IMG Posted on 8/7/2009, 16:50




Ecco a voi il quarto cap! Buona lettura! Kiss..

4 Capitolo -
Da quel momento in poi, come se avessi un radar o cose del genere, cominciai a vedere i due "forse vampiri" da ogni parte.
In mensa mi sedetti al mio solito tavolo e appena cominciai a mangiare dalla porta li notai mentre entravano. Lui non mi guardò nemmeno per sbaglio. Abbassai lo sguardo e cercai di non pensarci. Eppure sapere che c'erano due vampiri nella scuola, mi mandava in ansia. E la cosa che mi faceva impazzire di più era non sapere se fossero bravi o cattivi. Nel primo caso avrei potuto avvicinarli e finalmente poter guardare negli occhi quello splendido “ragazzo” mentre nel secondo caso, sarei dovuta stare molto attenta, avvisare la mia famiglia e prendere seri provvedimenti. Anche se, pensandoci bene, non credevo fossero cattivi, altrimenti come facevano a resistere agli umani e stare con loro così tranquillamente? A meno che non fosse tutta una tattica per adescare qualche preda...Scossi la testa velocemente, non volevo nemmeno pensarci. Alzai lo sguardo per un millesimo di secondo e li vidi in fondo alla mensa, seduti ad un tavolo. Naturalmente avevano del cibo davanti ma non toccavano nulla. Si limitavano ad osservare i ragazzi e a bisbigliarsi parole tra loro. Spostai lo sguardo per qualche secondo e notai Natalie andare al cestino e buttare una lattina di coca. Mi alzai dal tavolo e lasciando il mio pranzo, la raggiunsi. Non so perché, ma volevo scusarmi con lei. In fondo, ero stata davvero scortese. Solo quando mi avvicinai a lei mi accorsi che le pattumiere erano accanto al tavolo dove si trovavano i due "ragazzi misteriosi" che non mi toglievano gli occhi di dosso. Non ci badai.
“ Natalie?” la chiamai picchiettando un dito sulla sua spalla. Lei si girò tranquillamente e mi guardò con quei suoi occhioni blu.
“ Oh, ciao” mi salutò con un sorriso forzato.
“ Ciao” dissi con difficoltà. “ Come stai?” continuai per spezzare l'imbarazzo.
“ Lo so che tanto non t'importa” mi disse fredda.
“ Non è vero..” cercai di dire.
“ Lascia perdere” disse facendo per andarsene. La fermai per il braccio.
“ Volevo...volevo scusarmi” dissi prendendo coraggio.
“ Scusarti?”
“ Sì, l'altro giorno ti ho davvero trattato male...mi dispiace. Ero un po'...nervosa, era il mio primo giorno di scuola...ma tu sei stata così gentile, anzi, l'unica ad esserlo...mi dispiace” ripetei confusa dalle mie stesse parole. Le lasciai il braccio sperando che potesse perdonarmi. Inconsciamente volevo che lo facesse. Era stata l'unica a rivolgermi la parola, non potevo lasciarmela alle spalle.
“ Okay” disse guardandomi. “ Perdonata”.
I miei occhi si fecero grandi dalla sorpresa. Era davvero stato così facile?
“ Ma...” ricominciò. “ Non possiamo essere amiche”.
Subito ritornai seria.
“ Come...”
“ Sei troppo strana per me. Io...non mi trovo. Mi dispiace” disse interrompendomi.
“ Ma mi conosci da pocchissimo tempo!”
“ Sono abbastanza brava ad inquadrare le persone e so che tipo sei”
“ E sarebbe?” chiesi con la paura di saperlo.
“ Tu sei quel tipo di persona che non è capace di essere amica, è troppa abituata a stare da sola. Scusami". Furono le sue ultime parole, poi se ne andò. Rimasi qualche istante a fissare il vuoto.
Non sei capace di essere amica...
Sentii un vuoto allo stomaco e lentamente mi girai. Certo che gli essere umani sapevano davvero come ferire le persone. Questa parte di loro non mi piaceva. Sperai che la mia metà umana non fosse capace di questo, non me lo sarei mai perdonato.
I due "forse vampiri" mi stavano guardando ancora. Poi iprovvisamente sentii una lacrima bagnarmi il viso. (Sì, io piango, ma credetemi, ne farei a meno).
Subito me l'asciugai e impercettibilmente vidi un cambio d'espressione nel “ragazzo vampiro”, quasi come se fosse...preoccupato? No, probabilmente era quello che volevo vedere io.
Abbassai lo sguardo e andai a buttare il mio vassoio. Mi si era chiuso lo stomaco.

Quando uscii da scuola vidi una macchina molto famigliare parcheggiata vicino al marciapiede. Mi avvicinai: era Jake
“ Che ci fai qui?” chiesi mentre tirava giù il finestrino.
“ Sono venuto a prenderti, salta su”.
Alzai gli occhi al cielo ma poi ubbidii.
“ Perché sei venuto?” chiesi ancora mentre faceva retro marcia.
“ Ho aspettato questo momento da un sacco di tempo”
“ Quale momento?”
“ Quello dove tu andavi a scuola e io ti venivo a prendere” rispose come se fosse la cosa più ovvia.
Mentre uscivamo dal parcheggio notai i due "ragazzi vampiri" dirigersi verso una jeep nera, luccicante. Mi girai con tutto il corpo per cercare di vedere il viso del "ragazzo" ma non ci riuscii, era già entrato in auto. Sfortunata!
" Che guardi?" mi chiese Jake seguendo il mio sguardo.
" Nulla" risposi rimettendomi dritta e sorridendogli.
" Com'è andata oggi?"
" Come ieri"
" Quindi...male?"
" Jake, ti prego, possiamo non parlare di scuola?" lo pregai.
" D'accordo" rispose con una smorfia. " Ti va di andare a fare una passeggiata sulla spiaggia a La Push prima di andare a casa?” mi propose.
“ Perché no?”
Arrivammo in meno di quindici minuti.
Quel giorno il tempo era brutto, come sempre d'altronde e l'oceano era agitato, proprio come me.
Cominciammo a camminare e Jake mi mise un braccio attorno alla vita. Notai che era diventato di colpo silenzioso, non era da lui.
“ Stai bene?” gli chiesi stranita.
“ Certo!” esclamò. “ Stavo solo pensando a quando eri piccola”
“ Davvero? E che cosa pensavi?”
Sorrise malinconico. “ A quanto mi facevi impazzire. Eri davvero una peste!”
“ Una peste io? Ma se ero un angelo!” esclamai difendendomi.
“ Oh, certo. Chiedilo a tua madre”.
Risi insieme a lui poi ci sedemmo su una roccia fredda, poco distante dagli scogli.
“ Sei ancora triste?” mi chiese dolce accarezzandomi una mano.
“ Un po'” ammisi.
“ E posso sapere il perché?”
“ Un po' di motivi”
“ Sempre sul vago, eh? Ci sarà mai una buona volta in cui mi dirai come ti senti realmente?”
“ Scusa Jake, io sono fatta così. Dovresti saperlo, non mi apro con nessuno”
“ Dovresti invece. Parlare fa bene”
“ Davvero? Io non sono d'accordo. Tanto le persone non ti capiscono mai”
“ Forse io potrei capirti, perché non ci provi?”
“ No...senti Jake non mi va” dissi guardando l'oceano.
“ Va bene, allora parlerò io” disse sospirando.
Lo guardai di scatto. “ Che mi devi dire?”
“ Una cosa molto...importante” continuò abbassando lo sguardo sulla sua mano che in quel momento si trovava sopra la mia.
“ Ti ascolto” lo incoraggiai.
“ Tua madre e tuo padre ti hanno mai parlato di una questione che riguarda noi licantropi?”
“ Ah...non saprei...che questione?”
“ Questione di cuore” balbettò
Lo guardai sgranando gli occhi. Poi scoppiai a ridere.
“ Questione di cuore? Ma che cos'è il titolo di un cartone animato?” dissi non smettendo di ridere.
“ Ecco lo sapevo”
“ Che cosa?” dissi cercando di trattenere le risate.
“ Che mi avresti preso in giro”
“ Non ti sto affatto prendendo in giro!”
Mi lanciò un'occhiataccia.
“ E va bene, forse un pochettino sì. Dai scusa, vai avanti”
“ Non importa” disse in fretta.
“ Come non importa?”
“ Lascia perdere, era una stupidata” continuò alzandosi. “ Dai che ti riporto a casa”
“ Sei sicuro?”
“ Sì, certo, più che sicuro” disse prendendomi per mano e facendomi alzare. Improvvisamente mi ritrovai a un centimetro dal suo viso. Mi teneva la vita e potevo sentire il suo calore attraversarmi la maglia.
“ Jake...” sussurrai preoccupata.
“ Scusa” disse allontanandomi mentre scuoteva la testa.
Comportamento molto strano. Ripensai alle parole di prima: questione di cuore...chissà cosa intendeva?
“ Andiamo” mi disse sorridente. Lo seguii senza obbiettare.
Arrivammo a casa poco dopo e mia madre invitò Jake a fermarsi a cena. Io mangiai molto di fretta ascoltando solo distrattamente i discorsi che facevano. Poi mi alzai dal tavolo.
“ Dove vai?” mi chiese mio padre.
“ Sono davvero molto stanca, oggi a scuola è stato pesante” risposi sbadigliando.
“ Hai ragione, ogni tanto dimentico che tu ti stanchi” sussurrò ridendo fra sé. Mi avvicinai a lui e lo bacia sulla guancia.
" Tranquillo" gli sussurrai sorridendo.
“ Notte, ci vediamo presto" dissi rivolgendomi a Jake mentre lo abbracciavo.
“ Notte Nessie, sogni d'oro”.
Lo guardai male a quel nome ma lui scoppiò a ridere.
“ Notte amore mio” mi salutò mia madre.
Poi prima che potessi andare in camera mi voltai ancora una volta verso di loro.
“ Che c'è?” chiese mio padre notando che lo stavo fissando.
“ Non è che per caso sai se qualcuno di nuovo è arrivato qui a Forks?”
“ Con...qualcuno di nuovo, intendi qualcuno come noi?” mi chiese stranito.
Annuii.
“ No, che io sappia”
“ Anche zia Alice non ti ha detto nulla? Non ha visto arrivare nessuno?"
“ Non ho paralto con le di recente, ma non credo. Perché?”
“ Semplice curiosità. Sai, siamo sempre solo noi, sarebbe bello conoscere qualche nuovo vmapiro” mentii.
“ Per ora siamo solo noi” ribadì mio padre.
“ Okay, grazie!” esclamai sorridendo e dirigendomi in camera.
Per fortuna mio padre non riusciva a leggermi nel pensiero, proprio come avveniva con mia madre. E per lui era davvero un incubo: con una poteva anche sopportarlo, ma con due...sorrisi a quel particolare.
Finalmente mi lasciai cadere sul letto e ripensai ai due misteriosi ragazzi. Forse il giorno seguente gli avrei parlato.
Forse.


Edited by Shiri - 8/7/2009, 18:18
 
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****Sakura****
CAT_IMG Posted on 8/7/2009, 17:21




Mi piace questa ff..anche se non è la reneesme del libro XD...sono troppo curiosa di sapere cosa succede nel prossimo capitolo..povero jake, va a finire che nessie si innamora del vampiro e addio imprinting XD
 
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Shiri
CAT_IMG Posted on 9/7/2009, 17:45




Gustatevi il quinto cap!!

5 Capitolo -

La mattina dopo ero stranamente di buon umore. Anche mia madre se ne accorse, continuava a fissarmi stranita.
“ Ti piace la scuola?” mi chiese mentre facevo colazione.
“ Sì..” risposi incerta.
“ Meglio così” commentò sorridendo.
“ Mi raccomando, impegnati. Fai vedere a tutti di che pasta sono fatti i Cullen!” mi disse prima che uscissi di casa. Ed era quello che ero intenzionata a fare, soprattutto con i due "forse vampiri".
Appena arrivata al parcheggio mi guardai attorno ma non vidi nessuno di famigliare. Così entrai distrattamente mentre la campanella suonava. Arrivavo sempre giusto in tempo.
La prima lezione volò come non mai. Non l'ascoltai nemmeno. Cominciai a pensare a come avrei potuto iniziare il discorso con uno dei due ragazzi misteriosi.
“ Ciao, io sono Renesmee Cullen, voi come vi chiamate?”
Nah, troppo semplicistico.
“ Ciao, io sono una Cullen e so riconoscere i vampiri da un miglio di distanza e credo proprio che voi due lo siate, è così?”
No, non ci siamo.
“ Ehi, ho capito chi siete. Perché non facciamo due chiacchere?”
Ecco, così poteva andare. Ora dovevo solo attuare il tutto.
Quando la campana suonò non presi nemmeno nota dei compiti che c'erano da fare per il giorno seguente e corsi fuori dall'aula. Ero quasi emozionata all'idea di dover rivolgere la parola a uno dei due. Dovevo essere coraggiosa, una vera Cullen, proprio come mia madre mi aveva detto...
“ Ah!” urlai andando a sbattere contro qualcosa.
Mi caddero i pochi libri che avevo in mano e non feci nemmeno in tempo ad abbassarmi per prenderli che qualcuno l'aveva già fatto al mio posto. Alzai lo sguardo e capii che non ero andata a sbattere contro qualcosa ma qualcuno e quel qualcuno, era il mio qualcuno.
“ Ti sei fatta male?” mi chiese il meraviglioso ragazzo-vampiro che avevo davanti. Mi porgeva i libri e mi guardava dritto negli occhi. La sua voce era incantevole.
“ Sì..no” balbettai prendendo i libri. Lo vidi sorridere. Il più bel sorriso che avessi mai visto in vita mia.
“ Grazie” sussurrai confusa da tanta bellezza ed eleganza. Cavoli, mi giravano sempre vampiri per casa, ora perché dovevo scompormi in questo modo?
Rimasi qualche secondo a fissare i suoi occhi, il suo viso, la sua bocca...poi scossi la testa e mi ripresi.
“ Devo..devo andare” mormorai oltrepassandolo. Non gli diedi il tempo di parlarmi che ero già scappata. E tutto il mio coraggio dov'era andato a finire? A farsi benedire, lo sapevo!
Entrai addirittura nell'aula sbagliata e dovetti rilassarmi e concentrarmi prima di entrare in quella giusta e fare finta di ascoltare.
Per tutto il giorno non pensai ad altro. ( Com'ero prevedibile! ). La sua voce, il suo sguardo, erano fissi nella mia testa. Ma prima di tutto dovevo almeno sapere come si chiamavano e da dove venivano. Ma come potevo farlo se ogni volta che mi si avvicinava diventavo un imbecille? Poi pensai che forse avrei potuto sapere qualcosa anche senza chiedere direttamente a loro. Così, un'idea mi balenò per la testa. Una volta entrata in mensa, all'ora di pranzo, mi guardai attorno e cercai un tavolo con due o tre persone. Ne scelsi uno dove due ragazze dall'aria gentile chiacchieravano allegramente fra loro. Mi avvicinai lentamente.
“ Salve!” salutai con un sorriso.
“ Ciao” mi salutarono un po' stranite.
“ Vi dispiace se mi siedo con voi? Sapete mi sono stufata di stare da sola”. Fecero entrambe spallucce e mi fecero posto. Contenta mi sedetti.
“ Comunque io sono Renesmee” dissi presentandomi.
“ Noi siamo Iris e Hope. Tu sei nuova giusto?” mi disse la ragazza che probabilmente si chiamava Hope, se non avevo capito male.
“ Esatto”
“ Sei una Cullen, giusto?” mi chiese Iris.
“ Sì”
“ Come mai non sei mai venuta in questa scuola?” continuò.
“ Studiavo privatamente prima, poi mi sono stufata e ho deciso di iscrivermi qui” mentii.
“ Oh” commentarono insieme.
“ E voi, siete di Forks?” chiesi.
“ Sì” esclamarono in coro. Si misero a ridere entrambe. Io con loro, molto forzatamente. Non capivo che cosa ci fosse di tanto divertente.
“ E ditemi...c'è qualcosa che devo sapere in particolare di questa scuola? Segreti, amori...pettegolezzi” disse cercando di fare la ragazza di mondo.
“ No, niente di così interessante. Devi sapere che qui non succedono grandi cose” mi rispose Hope.
“ Capisco...e ditemi” cominciai schiarendomi la gola. “ Ho notato che con me a letteratura ci sono due tipi veramente...strani” dissi facendo la vaga.
“ E chi?” mi chiese Iris curiosa.
“ Non lo so. Non ho capito chi fossero...aspetta, magari sono a mensa, così te li faccio vedere” dissi cercandoli con lo sgaurdo. In realtà sapevo già dove fossero seduti, ma dovevo fingere fino in fondo.
“ Eccoli” dissi poco dopo indicandoli appena con il dito. Le due ragazze si girarono appena per guardare.
“ Intendi proprio loro!” esclamò Hope.
“ Chi sono?” chiesi curiosa.
“ Lei si chiama Violet e lui è...”
“ Meraviglioso” finì la frase Iris, con gli occhi a forma di cuoricino.
“ Come si chiama?” chiesi non badandoci.
“ Jayson...non lo trovi bellissimo?” continuò Iris guardandomi.
“ Sì, è molto bello” risposi distrattamente.
“ E da dove vengono?” aggiunsi.
“ Massachusetts, mi pare. Non parlano molto di sè”
“ Da quanto sono qui a Forks?”
“ Sono arrivati quest'anno” mi rispose Hope.
" E come sono? Io li ho trovati un po'..particolari”. Ero proprio curisoa di sapere come li trovassero loro.
“ Sì, in effetti lo sono. Però Violet è davvero gentile, lei si farebbe anche in quattro per aiutarti anche se non ti conosce. Ha davvero un animo buono. E lui, bè, lui è Jayson!” esclamò Hope.
“ Il più bel ragazzo al mondo, credo. Qui tutti i ragazzi sono gelosi di lui. Da quando è arrivato ha mandato in crisi tutti e tutte” mi spiegò Iris.
“ Bè, anche Violet non è da meno. Piace a parecchi ragazzi anche se pochi, ho sentito, ci farebbero un pensierino. Vedi, loro sono solitari. Se possono aiutarti lo fanno ma stanno solo tra di loro. All'inizio pensavamo stessero insieme, poi abbiamo scoperto che erano fratelli” intervenne Hope.
Fratelli, pensai. In effetti non sembravano una coppia. Niente atteggiamenti romantici.
“ Ah, e c'è da aggiungere che sono davvero bravi a scuola. Hanno il massimo dei voti in quasi tutte le materie. I professori li adorano. Però, Hope a ragione, sono solitari. Più di tanto non danno confidenza ed è un peccato. Quanto mi piacerebbe dare un po' di confidenza a Jayson...”
“ Iris, riprenditi!” esclamò Hope ridendo.
“ Devi scusarla, è cotta di lui. Bè, d'altronde chi non lo sarebbe?” continuò facendomi l'occhiolino.
Sì, non aveva tutti i torti. Ora avevo abbastanza informazioni. Le rimisi in ordine nella mia testa: si chiamava Jayson e probabilmente veniva dal Massachusetts, solitario e non dava confidenza quasi a nessuno, però se avevi bisogno di aiuto lui c'era. Wow, mi sembrava la descrizione di mio padre! Sì, dovevano per forza essere dei vampiri. O almeno non erano umani, di questo ne ero certa.
Mi girai per guardarli mentre andavo a buttare il vassoio e notai che Violet mi stava fissando. Abbassai lo sguardo imbarazzata e quando lo rialzai vidi che stava sorridendo in modo angelico a Jayson. Lui scosse la testa ridendo e per un nano secondo mi guardò dritto negli occhi. Il nano secondo più strabiliante di tutta la mai vita.
Sto esagerando, mi dissi sospirando. Eppure era più forte di me, ogni volta che i suoi occhi entravano nei miei il mondo spariva. Entravo in un'altra dimensione e poco importava che fosse un vampiro, in fondo, solo per metà, lo ero anch'io.
 
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****Sakura****
CAT_IMG Posted on 9/7/2009, 18:01




bello questo capitolo..ogni volta mi fate restare tutte con il fiato sospeso..chi sa cosa accadrà nel prossimo capitolo. Mi state facendo diventare euforica per queste ff
 
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Naby twilightiana
CAT_IMG Posted on 9/7/2009, 18:18




Ciao shiri! La tua storia è bellissima!
spero ke continui presto.
mi piace qsta nuova versione di nessie!!
posta presto! kiss
 
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Shiri
CAT_IMG Posted on 9/7/2009, 18:38




Grazie mille naby e Saku!! Sono contenta che vi piaccia...Posterò presto don't warry!!
 
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Elly4ever...
CAT_IMG Posted on 9/7/2009, 19:11




Ciaaaaao!!!
Molto bello questo capitolo!!!
Mmm Jayson chissà che succederà!
Non vedo lora di leggere il prossimo! ^_^

kiss
 
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Miss caterina cullen
CAT_IMG Posted on 9/7/2009, 19:18




Belli i chappy! Mi ero persa qualcuno...Ma sono fantastici :) spero posterai presto

kate
 
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fravampire
CAT_IMG Posted on 9/7/2009, 21:01




qst ff mi sta appassionando tantissimo..mi raccomando continua baci
 
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Shiri
CAT_IMG Posted on 10/7/2009, 12:32




Ragazze, oggi ecco a voi il sesto cap..mi racc continuate a seguirmi..kiss!!

6 Capitolo -

Nel pomeriggio tra una lezione e l'altra, stranamente, cercai di concentrarmi su quello che spiegavano i professori ma ogni tanto ritornavo a vagare su Jayson e Violet, bè, soprattutto su Jayson, ma è irrilevante.
La scuola finì in fretta e immediatamente uscii sotto la pioggia che quel giorno era forte. Non avevo l'ombrello, così corsi ( a passo d'uomo ) sotto il tetto della segreteria, sperando in un momento di calma per tornarmene a casa almeno non inzuppata.
" Cavoli, proprio ora!" esclamai già nervosa.
" Hai biosgno di un passaggio?". Mi girai per vedere chi aveva parlato e mi ritrovai alle spalle Iris.
" Oh...grazie" risposi sorridente.
Mi prese sotto il suo ombrello e ci dirigemmo verso una monovolume rossa. Sperai con tutte le mie forze di non beccare Natalie. Quando mi aveva chiesto lei il passaggio, avevo risposto di no, ora Iris aveva fatto la stessa cosa e avevo risposto di sì. La differenza? Non la sapevo nemmeno io, forse perchè odiavo la pioggia ( ereditato da mia madre ) o forse perchè semplicemente Iris m'ispirava fiducia.
Per fortuna non vidi Natalie e appena entrai in macchina mi feci piccola piccola dietro al sedile. Iris mi presentò sua madre. Una donna molto bella, con capelli neri e occhi dello stesso colore, vestita di tutto punto.
" Lei è Renesmee" mi presentò Iris. " È nuova nella scuola"
" Ciao!" mi salutò allegra la donna.
" Salve" risposi semplicemente.
" Dove abiti?" mi chiese Iris.
" Oh, mi potete lasciare davanti al negozio di alimentari, da lì arrivo a piedi, sono vicina". Bugia. Ma che cosa avrei potuto dirgli?
" Io abito vicino al bosco ma potete lasciarmi vicino al negozio di alimentari, tanto con la mia corsa fulminea arrivo in un attimo..."
E così fecero, mi lasciarono vicino al negozietto e per fortuna la pioggia cessò. Con la mia corsa, arrivai a casa in meno di due minuti.
Appena entrai, mia madre stava parlando con qualcuno in salotto. Seguii le voci e vidi Alice con Jasper seduti sul divano, poi notai delle tazzine di tè. Tazzine di tè? Capii all'istante: era venuto a trovarci anche il nonno. Non, Carlisle ma Charlie. Ancora non sapeva di mamma, di papà di Alice di me...insomma di tutta la famiglia. Mamma ha semrpe detto che per lui sarebbe un trauma, una cosa impossibile da capire.
"Nonno!" esclamai appena lo vidi.
" Oh, guardala qui la mia nipotina preferita"
" Ci credo, sono anche l'unica che hai!" esclamai. Charlie rise e mi venne ad abbracciare, ricambiai allegra. Era da parecchio che non lo vedevo e mi faceva sempre piacere stare in sua compagnia.
" Ciao Alice" salutai poco dopo. Mi fece l'occhiolino mentre mi sedevo sul divano.
" Mamma, papà, Jasper" salutai con un cenno di mano.
" Ciao Nessie" mi salutò allegro lo zio. Lo guardai male a quel nome, poi presi una tazzina di tè. Almeno io non dovevo far finta di bere. Con me era tutto molto più facile per il nonno. Non sospettava nulla.
" Com'è andata la scuola?" mi chiese mio padre.
" Solito" risposi vaga.
" Ma lo sai che diventi ogni giorno più bella?" si intromise il nonno.
" Non esagerare" dissi alzando gli occhi al cielo.
" No, no, è così...hai preso tutto da tua madre" disse sorridendole.
" E anche dal papà, anzi, forse di più da lui" precisò lei mentre mio padre la prendeva per mano. Rimasi qualche istante a fissare le loro dita intrecciate. Ogni tanto pensavo a quanto mi sarebbe piaciuto esserci, quando mia madre era umana. Mi avevano raccontato parecchie cose, ma tra sentirle racontate e viverle, c'è una grande differenza.
Mi risvegliaia dai miei pensieri quando Alice mi chiese se avevo fatto nuove amicizie. Immediatamente pensai a Natalie e la scartai. Poi mi vennero in mente Iris e Hope.
" Sì" risposi allegra.
" E chi sono? Racconta, racconta" mi disse con la sua voce squillante.
" Sono due ragazze del secondo anno, mi pare...sono gentili" spiegai in breve.
" E come si chiamano?" mi chiese mia madre.
" Iris e Hope" risposi guardandola.
" Di cognome come fanno? Magari conosco i loro genitori" disse mio nonno.
" Ah, non lo so" risposi con una smorfia finendo il mio tè.
" Scusate, vi lascio. Ho delle cose da studiare e sono un po' stanca" dissi alzandomi dal divano. Mio nonno fece lo stesso venendomi a dare due baci sulla guancia.
" Stammi bene, tesoro. E vienimi a trovare qualche volta"
" Lo farò" dissi con un sorriso. Poi prima di entrare in camera sentii che avevano ricominciato a parlare. Rimasi in ascolto.
" Ma è sempre così distante?" chiese mio nonno.
" Distante?" ripetè mio padre.
" Sì, sulle sue. Le risposte bisogna tirargliele fuori con la pinza..." continuò.
" Ha ragione" disse Alice.
" È il suo carattere, non è mai stata molto espansiva" mi difese mia madre.
" Questo è vero" aggiunse mio padre.
" Bè, troverà prima o poi qualcuno con cui parlare" concluse mio nonno.
Andai in camera mia e a malincuore pensai che non avevano tutti i torti. Non ero una di quelle persone che parlano, parlano e parlano. Avevo bisogno dei miei silenzi. Certo, mi dispiaceva non far partecipare la mia famiglia alla mia vita ma, per me, era difficile condividere le cose con gli altri. Ma forse mio nonno aveva ragione, prima o poi con qualcuno mi sarei aperta...bisognava solo aspettare.

Passò circa una settimana da quando avevo scoperto di Violet e Jayson. Non ero ancora riuscita nè a parlare con loro e nè a parlare con i miei della loro esistenza. Mi sembrava che non sapessero nulla a questo proposito. Nessuna famiglia di vampiri si era trasferita a Forks. La cosa mi sembrava molto strana ma per tutta la settimana non ci pensai. Mi limitavo ad osservarli da lontano quando eravamo in mensa e a lezione facevo finta di nulla. Solo ogni tanto beccavo Jayson a fissarmi. Ma appena capiva che avevo capito, scuoteva la testa e ritornava nel mondo reale.
Nel frattempo con Iris e Hope si era instaurato un qualcosa. Avevo quasi paura a definirla amicizia. Diciamo che ci trovavamo bene insieme e che, a differenza di Natalie, loro non pensavano che non fossi capace di essere un'mica. Erano davvero simpatiche e spesso ridevamo per quasi tutta la pausa pranzo. Con loro mi sentivo leggera. Era come diventare parte di loro. La mia umanità usciva fuori completamente, quasi dimenticavo di averne un'altra mezza vampira.
Poi improvvisamente il mio mondo impazzì. Anzi, più che il mondo, impazzii io stessa. Jayson, quel Jayson mi rivolse la parola. Bè, tecnicamente l'aveva già fatto quella volta che ci eravamo scontrati, ma quel pomeriggio, fu diverso. Stesso inizio ma sostanza diversa.
Ero appena uscita dalla segreteria, Hope aveva biosgno di un permesso per uscire prima da scuola e le feci il favore di andarglielo a prendere. Lo piegai in due e lo misi dentro a un mio libro. Avevo abbassato lo sguardo solo per trenta secondi ma quando lo rialzai era troppo tardi. Ero andata a sbattere contro qualcuno, un'altra volta. Ma cos'era, una congiura contro di me?
I miei libri finiro per terra.
" Cavoli!" esclamai mettendomi in ginocchio per raccoglierli.
Una mano me li porse.
Alzai lo sguardo e lo vidi, naturalmente Jasyon. Mi sorrideva angelico e al tempo stesso divertito.
Presi i libri cercando di ricompormi.
" Tutto bene?" mi chiese tranquillo.
" Certo" sussurrai.
Avanti, aggungi qualcosa, non fare la figura dell'idiota...
" Scusa è che...sono sempre distratta" riuscii a dire guardandolo negli occhi.
" Tranquilla, sono io che sbuco sempre fuori quando non devo" disse ridendo. La sua risata mi colpì in pieno petto. Perfetta, cristallina e meravigliosa.
" Se mi dici dove stavi andando ti accompagno e ti porto anche i libri, per farmi perdonare"
Com'era dolce!
" Oh, stavo solo uscendo, devo aspettare la mia amica". Sorrise e in un baleno mi prese i libri dalle mani e cominciò a camminare in direzione dell'uscita. Per tutto il corridoio rimanemmo in silenzio. Con la coda dell'occhio vedevo che ogni tanto mi guardava. Io cercavo di non badarci e di tenere lo sguardo fisso davanti a me.
Appena uscimmo mi sedetti su una panchina. Sperai che Hope arrivasse in fretta. L'idea di dover sostenere una conversazione con lui mi faceva tremare.
Si sedette accanto a me riporgendomi i libri.
" Grazie" dissi con un mezzo sorriso.
" Di niente" rispose guardandomi negli occhi. Quasi mi fece perdere l'orientamento.
" Sono Jayson comunque" riprese subito dopo.
" Lo so sei con me a letteratura" precisai.
" Sì, è vero..la libertà è un diritto e un dovere. Ma può essere anche un inganno. Alcuni credono di essere liberi invece sono prigionieri di loro stessi e non esiste cosa più triste al mondo" disse sorridendo.
Lo guardai basita. Come faceva a ricordasi tutto quello che avevo detto?
" Mi è piaciuta molto" continuò tranquillo.
" Davvero?" non riuscii a dire altro.
" Certo, la libertà dovrebbe essere un dovere, invece molte volte non è nemmeno un diritto e sono d'accordo con te, è triste essere prigionieri di se stessi" mi disse serio. Ricambiai lo sguardo nello stesso modo. Sembrava che anche lui ci fosse passato. In effetti essere un vampiro in un mondo normale, era come essere dentro ad un'ingiusta prigione.
" Tu invece sei Renesmee, giusto?" disse ritornando ad essere allegro.
" Sì" risposi semplicemente.
" Hai uno strano nome"
" È l'insieme di due nomi. Renee ed Esme, le mie nonne" spiegai.
" Interessante" disse affillando lo sguardo.
Guarai davanti a me e cominciai a giocherellare con la zip della mia felpa, avanti e indietro come un' ansiolitica.
" Ti sto mettendo a disagio, vero?" mi chiese serio, con un velo di preoccupazione mentre fissava la mia zip.
Alzai di scatto gli occhi, incrociando il suo sguardo.
" No, no, per niente" balbettai ritirando le mani dalla zip e mettendomele in tasca.
" Scusa, lo so che faccio questo effetto, puoi dirmelo tranquillamente"
" Ti ripeto che non è così, davvero!" dissi cercando di essere convincente.
Sorrise e poi mi disse:
" La tua amica sta arrivando".
Guardai verso l'entrata e vidi Hope correre verso di me.
" Bè, graz.." mi girai da lui ma non c'era più. La panchina era vuota: che mi fossi immaginata tutto? Che in realtà non avessi parlato con lui? No, era impossibile. Il suono della sua voce era così chiaro nella mia testa, non poteva essere diversamente.
Hope arrivò con un grosso sorriso sul viso.
" Me l'hai preso il permesso?"
" Sì, tieni" dissi porgendoglielo.
" Grazie, sei un'amica. Andiamo?".
Fissai ancora per qualche istante il posto vuoto accanto a me.
" Stai bene?" mi chiese la mia amica stranita. La gaurdai senza battere ciglio.
" Certo! Andiamo" dissi alzandomi mentre mi prendeva a braccietto.
Non potevo credere di averlo avuto a pochi centimetri da me, eppure era successo...


Edited by Shiri - 21/7/2009, 10:04
 
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****Sakura****
CAT_IMG Posted on 10/7/2009, 14:08




Bellissimo,...uno strappo alla regola anche tu (come hanno fatto per 2 volte wicked e marekiara) non puoi farlo, postando oggi l'altro capitolo??? *__*..

* me scongiura e supplica shiri*..

sono troppo curiosa. :P
 
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Naby twilightiana
CAT_IMG Posted on 10/7/2009, 14:34




Ciao shiri!! Ke bel capitolo!!
Mi dispiace solo x Jake..lui ha l'imprinting, ma lei nn ne sa nnte e mi dispiace ke poi Jake ci rimane di nuovo x sotto se Renesmee si innamora di Jayson...
sn d'accordo cn Sakura, cerca di fare un'eccezione!!
 
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Elly4ever...
CAT_IMG Posted on 10/7/2009, 14:45




Ciaaaaaaaaaao!!!
Che bello questo capitolo!!!
Curiosissima di leggere il prossimo!
Complimenti ^_^
kiss
 
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Shiri
CAT_IMG Posted on 10/7/2009, 16:24




Lo faccio giusto per voi..eh..ma non ve ne approofittate... :lol:
Ecco il settimo cap, non è molto lungo ma spero vi piaccia!

7 Capitolo -

Quella stessa notte non riuscii nemmeno a dormire. La sua voce, il suo viso, il suo sorriso mi impedivano di addormentarmi. Non mi sembrava vero di averci parlato insieme. La mattina seguente ero davvero uno straccio. Ero la tipica persona che se non dorme la notte, il giorno seguente, è intrattabile e a pezzi. Cercai di restare tranquilla e di riprendermi in qualche modo. Mi feci fare da mia madre un caffè forte e mi concentrai sulle mie attività.
Quando uscii di casa, vidi Jacob arrivare con la sua auto.
" Ciao" lo salutai senza tanto entusiasmo.
" Che hai fatto stanotte?" mi chiese scendendo dall'auto.
" Nulla, perchè?"
" Non hai una bella cera..."
" Grazie" borbottai con una smorfia. Jake mi prese per il braccio.
" Ma rimani comunque bellissima, questo lo sai vero?"
" Oh, sicuramente" dissi ridendo. " Sei venuto a trovare mamma?" gli chiesi curiosa.
" Veramente sono qui per te. Ti va stamattina di saltare la scuola e di venire a fare un giro con me? Avrei anche una cosa importante da dirti"
Immediatamente mi venne alla mente Jayson: l'idea che avrei potuto parlargli di nuovo mi tentava troppo.
" Mi dispiace Jake, verrei volentieri ma...ho una...verifica importante". Jake guardò oltre le mie spalle pensieroso.
" Sai, tutti sanno che sei molto furba, dicono che a differenza di tua madre, tu le bugie le sai davvero dire..."
" Che c'entra?" chiesi confusa.
" Lo so benissimo che non hai nessuna verifica, è una bugia. Io ti conosco troppo bene e mi accorgo quando menti, a differenza degli altri"
" Bè, ti stai sbagliando!" esclamai indispettita. " Ho davvero una verifica"
" Non mi freghi" disse strafottente.
" Pensa pure quello che vuoi Jake, ora devo andare" e dicendo questo mi allontanai.
" Vuoi un passaggio?" gridò.
" No, grazie. Sono più veloce io della tua stupida auto" urlai a mia volta sparendo dalla vista di Jacob.
Arrivata a scuola, ero ancora più irritata di quanto già non lo fossi per non aver dormito tutta la notte. Feci un respiro profondo ed entrai nel parcheggio che notai quasi vuoto. Probabilemente ero arrivata troppo presto.
" Perchè Jacob deve sempre trattarmi in quel modo? Che cosa vuole da me?" borbottavo nervosa. " Non se ne può stare con i suoi amici lupi e non stressarmi la vita? E poi di cosa diavolo vuole parlarmi ogni volta? Sembra che solo a me deve dire le cose..." sbuffai.
" Parliamo da sole?".
A quella voce mi bloccai sulla strada e mi girai. Davanti mi ritrovai Jayson, bello come il giorno prima ( anzi forse di più ) che mi sorrideva allegro. Beato lui che era così felice.
" Sì, ogni tanto mi capita di parlare da...sola" risposi imbarazzata dalle mie stesse parole. Perchè glielo avevo detto?
Lo vidi sorridere divertito.
" Che ci fai qui così presto?" gli chiesi.
" Che cosa ci fai tu così presto? Io e mia sorella arriviamo sempre a quest'ora" mi disse indicando la jeep nera infondo al parcheggio. Dentro c'era Violet che parlava al telefono. Anzi, sembrava sbraitasse.
" Sta bene tua sorella?" chiesi guardandola sbuffare e gesticolare.
" Sì, non farci caso" disse con una smorfia.
Mi sedetti sul marciapiede con la testa fra le mani.
" Va tutto bene?" mi chiese sedendosi anche lui.
" Oh, sì..è solo che stanotte non ho dormito". Lo guardai in faccia e vidi la sua espressione cambiare. Diventò serio e pensieroso.
" Ho detto qualcosa di sbagliato?"
" No, no, assolutamente" mi rispose frettoloso sorridendomi. " E come mai non sei riuscita a dormire?" mi chiese subito dopo.
" Non lo so...bè, ho un po' di pensieri per la testa"
" Tipo?"
" Un...ragazzo" dissi pentendomene subito dopo. Oddio, non riuscivo a controllare i miei pensieri, perchè glielo avevo detto?
" Un ragazzo?" ripetè. " Di questa scuola?"
" Più o meno" risposi mettendomi le mani in tasca.
" E...ti piace?" mi chiese guardandomi.
Non dirglielo, non dirglielo...
" Credo..di sì".
Cavoli!
" Resm". Mi girai a quel nome e vidi Hope venirmi incontro.
" Ciao" la salutai alzandomi dal marciapeide mentre anche Jayson faceva lo stesso.
" Come mi hai chiamata?" chiesi stranita.
" Resm? Non ti piace? Il tuo nome è troppo lungo"
" Resm" ripetei.
Meglio di Nessie, questo era certo.
" Sì, mi piace" dissi sorridendo.
" Non mi presenti il tuo amico?" chiese Hope guardando da parte a me.
" Piacere Jayson" rispose lui con un sorriso da far invidia a chiunque.
" Io sono Hope"
" Scusate, devo lasciarvi" disse Jayson gaurdandomi. Lo fissai per qualche istante. Non avrei voluto che se andasse, avrei voluto contiuare a parlargli, sapere...
" Okay" risposi quasi triste.
" Ci si vede in classe" disse prima di lasciarci.
" Mio dio! Stavi parlando con lui?" esclamò Hope prendendomi sotto braccio mentre ci incamminavamo verso l'entrata. In quel momento mi accorsi che la scuola era già piena di ragazzi.
" Mi stava solo facendo compagnia" dissi distrattamente.
" Meglio che Iris non lo sappia, altrimenti ti stresserà finchè non glielo presenti"
" Sì, meglio non dirle nulla" dissi entrando in aula con Hope.

Non li vidi più per tutto il giorno, nè violet e nè Jayson. Probabilmente ero troppo intenta a dare spiegazioni ad Iris. Hope si era lasciata scappare che lo conoscevo. Mi aveva chiesto scusa un centinaio di volte.
" Tranquilla, non è successo nulla" contniuavo a ripeterle mentre tra una lezione e l'altra spiegavo ad Iris che non ero affatto amica di Jayson e che non lo conoscevo neanche. Ma niente, lei imperterrita disse che dovevo farglielo conoscere. Non avrei saputo nemmeno come fare, sperai che prima o poi si stanchesse di chiedermelo.
" A mensa me lo fai conoscere, fine della discussione" mi disse mentre la campanella suonava.
Sperai di non arrivare mai a mensa, che qualcuno sbucasse fuori da qualche parte e mi portasse via.
Appena entrai in mensa, il mio stomaco si chiuse. Avevo già visto Jayson e Violet seduti ad un tavolo sempre con il vassoio pieno ma senza mai toccare cibo.
" Su, su...vai avanti, noi siamo dietro di te. Mi raccomando, presentami in modo decente" mi disse Iris spingendomi nella loro direzione.
Con molta difficoltà li raggiusi e con il vassoio in mano mi piantai davanti al loro tavolo. Violet alzò lo sguardo curiosa mentre Jayson mi guardò stranito.
" Hai biosgno di qualcosa?". Era la prima volta che sentivo la voce di Violet e anche la sua, proprio come il fratello, era meravigliosa.
" Io...bè..." cominciai a balbettare.
Calmati! esclamai a me stessa.
Mi girai da Jayson.
" Mi puoi fare un favore?" gli chiesi quasi pregandolo.
" Dimmi"
" C'è una mia amica che l'altro giorno ci ha visti parlare e pensa che siamo amici, vorrebbe conoscerti...non è che..."
" Non c'è problema" mi interruppe con un sorriso.
Poi guardò oltre le mie spalle e salutò le mie due amiche.
" Ciao!" esclamò allegra Iris avvicinandosi al tavolo.
" Tu devi essere Iris, giusto?" chiese Violet.
" Sai il mio nome?"
" Bè, siamo nella stessa classe a inglese, ricordi?"
" Oh, già...quasi dimenticavo. È un piacere conoscervi"
" Anche per noi" rispose Jayson. Notai che guardava me mentre pronunciava quelle parole. Io distolsi lo sguardo imbarazzata e mi rivolsi ad Iris.
" Andiamo" dissi prendendola sotto braccio.
" Ci si vede" disse squadrando Jayson. La dovetti spingere via con la forza e finalmente arrivammo al nostro tavolo. Avrei voluto morire, scomparire dalla faccia della terra. Non esistere più per i prossima cento anni...
" Grazie" mi sussurrò allegra Iris. Feci un mezzo sorriso.
Bè, almeno l'avevo fatta contenta.


Edited by Shiri - 10/7/2009, 17:49
 
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****Sakura****
CAT_IMG Posted on 10/7/2009, 16:43




Miiii la mia curiosità aumenta sempre di più..bello questo capitolo, però è pur vero che se non finisse sul più bello non avrebbe senso..domani ci fai un altro piccolo strappo alle regola?? Ok, adesso pretendo troppo
 
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188 replies since 6/7/2009, 09:34   17986 views
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