@ bella and edward italian forum -

Cosa accadrebbe se...

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*°Jo CuLlEn°*
CAT_IMG Posted on 11/1/2009, 13:33




belo belloooooooo!stupendo...ma ora sn confusa...ora ki è quello-a che all'inizio dice "o mia caro amiko Carlisle!una kosa del genere??Io pensavo fosse laurent e ke edward fosse arrivato prima e kosi....ecc. no?
Ma ora Sono davvero sbigottita perkè nn so kosa immaginarmi...quindi...
POSTA PRESTOOO PLEASEEE!:D:

baci Jooo
 
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lachesi86
CAT_IMG Posted on 11/1/2009, 16:56




CITAZIONE (*°Jo CuLlEn°* @ 11/1/2009, 13:33)
belo belloooooooo!stupendo...ma ora sn confusa...ora ki è quello-a che all'inizio dice "o mia caro amiko Carlisle!una kosa del genere??Io pensavo fosse laurent e ke edward fosse arrivato prima e kosi....ecc. no?
Ma ora Sono davvero sbigottita perkè nn so kosa immaginarmi...quindi...
POSTA PRESTOOO PLEASEEE!:D:

baci Jooo

ogni cosa e ogni mistero sarà svelato a tempo debito non temete. Abbi solo un po' di pazienza.
SPOILER (click to view)
Va bene diciamo molta pazienza


Forse se tutto va come deve andare e io risco a ritrovare l'ispirazione posterò stasera.
 
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*°Jo CuLlEn°*
CAT_IMG Posted on 11/1/2009, 16:58




ok...ma ti avviso gia ke sto morendo....e SOLO TU MI PUOI SALVARE:D:

i'm waiting i'm waiting....AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAPoVErA MEEeEE
 
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lachesi86
CAT_IMG Posted on 12/1/2009, 16:11




Ed ecco a voi un nuovo capitolo spero vi piaccia.
COMMENTATE PLEASE image

CAPITOLO 4
JACOB



Rimanemmo in silenzio per un bel po’. I licantropi che mi facevano da guardia non mi perdevano di vista un attimo.
«Pensano che potrei farti del male?» chiesi a Jacob indicando i suoi amici. Lui si voltò leggermente per osservarli.
«Be’ sai com’è? Ora sei un vampiro e non eravamo sicuri di poterci fidare di te, dopotutto dovresti nutrirti di sangue…» era in imbarazzo mentre parlava della mia dieta, sul volto apparve un lieve rossore che fece avvampare di fuoco la mia gola, ma non fu nulla di incontrollabile.
«Anche tu non ti fidavi di me?» domandai. Jacob spostò lo sguardo di lato.
«Io mi fido di te Bella e di quello che sei diventata che non mi fido» rispose spostando lo sguardo sul mio volto e poi sul mio corpo.
«Tranquillo» lo rassicurai «Non voglio nutrirmi di umani, non è nelle mie intenzioni»
«Vuoi seguire l’esempio dei Cullen?» chiese. Arricciai il naso al sentire pronunciare quel nome. Non riuscivo ancora ad abituarmi al dolore che si era oltremodo amplificato dopo la mia trasformazione.
«Sì» risposi secca. «Seguirò il loro esempio. Il branco non ha nulla da temere da me»
«Bene» concluse. Restammo in silenzio ancora e ancora, ognuno perso nei suoi pensieri. Io pensai al mio futuro. Cosa avrei fatto ora che non avevo più un posto dove andare? Come avrei passato l’eternità ora che avevo tutto il tempo del mondo davanti a me? Cominciai a preoccuparmi, ogni mia certezza era caduta in tre soli giorni. La disperazione mi assalì. Ero sola, un vampiro in mezzo ai licantropi ecco cos’ero. Come avrei vissuto da quel giorno in poi? I Cullen. Avrei cercato i Cullen per chiedergli di tenermi con loro, oppure non era necessario cercarli? Probabilmente sarebbero stati loro a trovarmi. Sicuramente Alice mi aveva vista trasformata e sarebbe venuta a cercarmi per portarmi con loro. Sì ne ero certa Alice mi aveva visto, aveva già visto la mia nuova natura e sicuramente era già in viaggio per venirmi a prendere e con lei probabilmente c’era anche Edward. Cosa avrebbe detto una volta che mi avrebbe vista immortale? Cosa avrebbe fatto vedendomi cambiata?
Il panico si impossessò di me. Lui non mi voleva più e perché mai doveva cambiare idea ora che ero diventata un vampiro? Ora ero incredibilmente bella, almeno credevo, e forte, sarei stata in grado di stargli accanto e di tenerlo legato a me. Era su questo pensiero che dovevo continuare a sperare. Saremmo tornati insieme una volta che sarebbero arrivati per portarmi via. Non potevano lasciarmi li così, no io ero importante per loro. Alice era la mia migliore amica e per Carlisle ed Esme ero come una figlia, Emmett mi vedeva come una sorella e a Jasper non ero poi così antipatica. Loro non mi avrebbero abbandonata. Sarebbero venuti a prendermi e io sarei andata con loro. Dovevo credere nell’affetto che li legava a me e poi avrei presto rivisto Edward. Cercai di ricordare il suo volto. Quelli che avevo erano ricordi umani. Affatto nitidi, i contorni del suo volto non erano delineati e gli occhi erano poco più che visibili, anche i volti degli altri non errano ben definiti. Perché? La mia memoria umana stava scomparendo piano piano senza che io riuscissi ad oppormi. Feci un enorme sforzo per riuscire a mettere a fuoco almeno il colore degli occhi. Chissà se anche i miei occhi erano ambrati in quel momento oppure erano neri per via della sete che attanagliava la mia gola?
«Jake?» chiamai distraendolo dalla sua fila di pensieri. «Sono cambiata molto fisicamente?» gli domandai. Da quando ero diventata così diretta? Aspettai che la mia faccia diventasse rossa per la vergogna ma non accadde nulla. Lui mi osservò a lungo fissandosi in fine sul volto.
«Sembri più robusta» cominciò in imbarazzo. «e più resistente ma tutto sommato non sei cambiata molto a parte…» si bloccò.
«A parte?» lo incitai.
«Il colore della pelle e gli occhi»concluse. Certo sapevo di avere la pelle bianchissima e gli occhi color oro, ma volevo sapere se ero più bella di prima.
«Sono migliorata o peggiorata rispetto a quando ero umana?» Jake alzò gli occhi al cielo.
«Direi che sei migliorata, sotto certi aspetti, ma anche peggiorata sotto altri» rispose. Panico. Non ero bellissima come credevo. Ero peggiorata in cosa? Jacob lesse la paura nei miei lineamenti e si affrettò a spiegare. «Bella non era un offesa. È solo che non sei più umana, non sento più il tuo cuore e il sangue non ti fa più arrossire la pelle. Era questa la tua bellezza ora ti ritrovi con una forza sovraumana una bellezza immortale e gli occhi iniettati di sangue».
Occhi iniettati di sangue? Non erano dorati come quelli dei Cullen? «Che vuoi dire con occhi iniettati di sangue?» ero ancora più confusa di prima.
«Bella hai gli occhi rossi come quelli dei vampiri e sinceramente fanno paura. Sono terrificanti» disse accompagnando un brivido alle parole. Occhi rossi? Come era possibile? Dovevano essere dorati o neri, ma non rossi. Sapevo che gli occhi rossi erano caratteristici dei vampiri normali, quelli che prediligevano una dieta a base di umani, ma io non avevo ancora toccato sangue dal mio risveglio. A quel pensiero la sete tornò a farsi strada nella mia gola ancora più impetuosa di prima. Dovevo cacciare e dovevo farlo il prima possibile se non volevo attaccare Jake o uno dei suoi amici.
Jacob mi conosceva troppo bene, per questo era il mio migliore amico. Riusciva a leggere il tormento sul mio volto ancora prima che ne parlassi.
«Hai bisogno di qualcosa?» mi domandò osservandomi. Ero imbarazzata, mi vergognavo a parlargliene ma ne avevo assolutamente bisogno. Cosa avrebbe pensato di me dopo la richiesta che stavo per fargli?
«Jake…» abbassai lo sguardo di nuovo in imbarazzo aspettando un rossore che non arrivò «ecco io ho…» non riuscivo a trovare il coraggio, mi avrebbe odiato per quello, mi avrebbe vista con disgusto. Presi un profondo inutile respiro per calmarmi e continuai. «Ho bisogno di cacciare» guardai la sua reazione. Esattamente come mi immaginavo apparve il disgusto sul suo viso accompagnato nuovamente da un tremore incontrollabile. Possibile che avesse avuto delle convulsioni? Sentì il ritmo del suo cuore aumentare e il respiro farsi più profondo e corto. Cosa gli stava succedendo? Jacob portò le sue mani tremanti sulle tempie. Il ritmo cardiaco diminuì e il respiro rallentò, sul viso una smorfia deformava i suoi lineamenti. Poi il tremore diminuì pian piano fermandosi alle mani. Lo guardai sconvolta. Cosa gli era successo? Lui alzò lo sguardo su di me era furioso glielo si leggeva in volto.
«Cosa è successo Jake?» non riuscivo a darmi una spiegazione per quell’improvviso attacco di spasmi.
«Devo mantenere il controllo delle mie emozioni per evitare di trasformarmi in un lupo» rispose. Guardai le sue mani ancora tramanti e mi pentì di aver avanzato la mia richiesta. Doveva essere una sofferenza per Jake vedermi in quello stato, schiava del sangue. Ma ormai era fatta non potevo tornare in dietro. Avevo svelato la mia natura. Volevo seppellirmi sotto metri di terra.
«Se per te è così necessario, aspetteremo che cali la notte, la foresta è piena di esseri umani che ci stanno cercando, non sarebbe una buona idea andare a caccia ora» rispose acido. Esseri umani che ci stavano cercando? Certo sicuramente Charlie non doveva essersi arreso e mi stava cercando in lungo e in largo per le foreste che circondavano Forks insieme ad una squadra di volontari. Cosa avrei fatto per rassicurarlo? Dovevo fargli mettere l’anima in pace, fargli capire che non doveva più cercarmi che tutto quello che stava facendo era inutile. Solo il tempo l’avrebbe guarito, dovevo convincermi di questo. Il tempo avrebbe guarito la ferita della mia perdita. Cercavo di convincermi ma non ne ero del tutto sicura, dopotutto il tempo non era riuscito a guarire la ferita che Edward con la sua partenza mi aveva inflitto perché doveva alleviare il dolore della perdita di una figlia per i suoi genitori? Feci un altro respiro. Sangue e puzza di lupo arrivarono alle mie narici. All’improvviso il sangue di Jacob non era più così ributtante. No. Dovevo pensare ad altro, controllarmi. Dovevo e potevo farlo. Quanto mancava ancora al calare del sole? A giudicare dall’inclinazione dei raggi del sole e dalla vita che popolava la foresta attorno al nostro rifugio doveva essere pomeriggio presto. Le tre o le quattro al più tardi, mancava poco al calare delle tenebre. Potevo resistere.
«Jake chi è Embry e chi è Jared?» domandai indicando i lupi dietro di lui. Era un ottimo modo distrarmi.
Jake mi guardò pensieroso poi rispose «Embry è quello grigio scuro, mentre Jared è quello marrone. Ma come fai a sapere chi fossero?»
Alzai le spalle «Ho sentito Sam dire che avrebbe mandato Embry e Jared a controllarti» risposi ripensando alla conversazione che si era tenuta tra lui e Sam. Fece un cenno con la testa e ritornò nel suo silenzio.
Embry era anche lui un licantropo. Certo era stato reclutato nel gruppo di Sam prima di Jacob dovevo averlo capito. Ricordavo certe conversazioni sfilacciata riguardo la preoccupazione di Jacob per il suo amico. Ora doveva essere più tranquillo visto che sapeva la verità?
«Com’è essere un licantropo?» domandai curiosa dei nuovi esseri che facevano parte dell’immaginario collettivo. Jacob mi guardò per pochi attimi indeciso se parlarmi o no. «Non dirmelo se è un problema parlarmene» mi scusai. Probabilmente per lui era dura parlarne, con un nemico per giunta. Lui fece un respiro e arricciò il naso. Il mio odore non doveva essere il massimo per lui, proprio come il suo non era gustoso per me. Di nuovo la mia gola arse pensando al sangue. Il veleno inondò la bocca cercando di mettere sotto controllo il fuoco. Jacob cominciò a parlare ma io ero concentrata sul bruciore della mia gola. Mi concentrai su quello che il mio amico stava dicendo nella speranza si distrarmi, mentre continuavo a tenermi sotto controllo. Era tutto così assurdo. Potevo concentrarmi su varie cose contemporaneamente.
«Non è male» stava dicendo Jacob. «Ci sono molte cose interessanti la velocità ad esempio» sorrise probabilmente ad un piacevole ricordo. Anche io lo feci era bello rivederlo sereno.
«Quanto siete veloci?» domandai. Potevano essere veloci quanto un vampiro?
«Abbastanza. Molto più veloci di voi vampiri!» disse con aria di sfida. «Ci scommetterei»
Sghignazzai «Vuoi scommettere?» lo provocai. Anche lui sorrise beffardo.
«Certo, certo» era una risposta accomodante. Non credeva che fossi in grado di sconfiggerlo in una gara di velocità?
«Appena saremo fuori voglio vedere» lo incalzai. Lui scoppiò a ridere fragorosamente. Sì non mi credeva in grado di batterlo «Okay. Staremo a vedere» era così facile parlare con lui. Era come se non fosse accaduto niente fra noi come se non fossimo nemici mortali.
«Dimmi qualcos’altro della tua nuova vita» lo incitai a continuare. Mi stava distraendo anche se in parte. L’altra metà dalla mia mente era concentrata a resistere all’arsura. Avevo smesso di respirare. Senza il respiro non sentivo la leggera traccia di sangue provenire da Jacob. Ma smettere di respirare non era affatto piacevole, non sentivo altri odori.
«Be’ poi c’è la forza»
«E quanto…»
Mi bloccò «Quanto siamo forti?» continuò «Abbiamo battuto quel vampiro che…» lasciò la risposta in sospeso. Stava parlando di Laurent, ma non mi soffermai molto a pensare al mi creatore. Tornò a tremare ancora più di prima. La testa scuoteva avanti e indietro e il suo corpo fremeva.
«Vacci piano Jake» quasi urlai «Vedi di calmarti. Tranquillo» ero nel panico. Ad ogni suo attacco di convulsione mi veniva l’ansia. I vampiri potevano avere l’ansia? Mi domandai.
Jacob poteva perdere il controllo in qualsiasi momento e attaccarmi su due piedi, mettendo fine alla mia nuova esistenza.
«Sì» sospirò «Mi calmo» dopo un istante il tremore rimase solo alle mani.
«Oddio Jake è così brutto? Voglio dire senti dolore o qualcos’altro?»
«No, no. Ora non più. Prima era molto più difficile. Ora invece riesco a controllarmi meglio» rispose, poi restò in silenzio. Dovevo farlo parlare, avevo bisogno di distrazioni fino al crepuscolo.
«Qual è la parte più difficile?» sussurrai.
«Be’ la sensazione di non potersi fidare di se stessi. Perdere il controllo e non riuscire a fermarsi» a chi lo diceva. Stavo tentando di controllarmi da quando avevo riaperto gli occhi. «Il fatto che io sia più veloce e forte degli altri poi non mi aiuta. Mi rende ancora meno umano del resto del branco»
«Perché per te è così?»
«Perché ho avuto certi bisnonni a differenza degli altri» rispose. Bisnonni? Cosa centravano ora i suoi antenati.
«Non capisco?» confessai.
«I miei bisnonni erano gli ultimi lupi della tribù, ce l’ho nel sangue, senza via di fuga»
«È difficile ritrovarsi? Tornare te stesso?»
«Le prime vote sì ma con un po’ di allenamento». Guardò in basso. Perché continuava a non volermi guardare.
«Oltre alla velocità e alla forza c’è dell’altro?» domandai desiderosa di saperne di più e di farlo parlare ancora, la sua voce mi trasmetteva serenità e mi faceva dimenticare anche se per poco il bisogno impellente di sangue.
«Be’ c’è la libertà» continuò assorto. «Il senso di famiglia. È bello avere una famiglia numerosa» disse sorridendo. Sorrisi anche io, il viso felice di Jacob era sempre contagioso per me. Fu un sollievo vedere che il nostro rapporto e il legame che ci univa non erano cambiati malgrado le nostre nuove vite.
«Quanti siete? Cioè oltre te Sam Embry e Jared ci sono altri…» dire licantropi era così difficile? Erano ciò che erano proprio come io ero un vampiro ora. Ma non continuai.
«Per la verità non posso dirtelo. Non posso darti questo genere di notizie» mi accigliai, mi aveva rivelato altre notizie perché quello no? «Editto del capobranco» spiegò vedendomi in difficoltà. Un editto del capobranco? Wow che cosa seria e complicata. Quindi dovevano sottostare agli ordini di un capo. Dov’era il senso di libertà allora? Scrollai le spalle, forse era meglio non chiedere.
«Anche il fatto che sei diventato così grosso è roba da lupi?» a questa poteva rispondermi o no?
«Sì sono cresciuto così in fretta. Assurdo vero? Sembro un sedicenne?» mi domandò osservando le braccia.
«Un sedicenne? Sembri un uomo di mezza età» sghignazzai «Ora hai davvero trent’anni» continuai sfacciata ricordando la conversazione che avevamo avuto quella domenica mentre stavamo recuperando i pezzi di ricambio per le moto. Anche lui se ne ricordò e ghignò con me.
Diedi un’occhiata fuori dalla grotta. Il sole era tramontato finalmente,perché, non ce la facevo più a resistere. Il mio corpo continuava ad urlare sangue, sangue, e la mia volontà cominciava a vacillare seriamente.
«Jake il sole è tramontato» gli ricordai. Lui guardò fuori e si accigliò pensieroso. «Qualche problema?»
«Penso che dovremo chiamare Sam. Non dovresti cacciare da sola. Non si sa mai» disse guardandomi di sottecchi. Già meglio di no. Se c’erano umani nei paraggi non sapevo se sarei riuscita a controllarmi.
«Vuoi accompagnarmi tu?» sgranò gli occhi impallidendo. Il cuore cominciò a battere di nuovo frenetico. Un nuovo attacco di cresi? «No. Meglio di no» mi affrettai a dire.
«Embry chiama Sam. Fallo venire qui» disse rivolto al lupo grigio. Il lupo si alzò e uscì dalla grotta e ululò a lungo. Il suono si propagò nella silenziosa sera.
 
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*°Jo CuLlEn°*
CAT_IMG Posted on 12/1/2009, 16:25




oh-oh...BELLO BELLO BELLO!!coMPLIMENTI DI NUOVOO!!
e cosi bella va a caccia.....un bel lupakkiotto arrostitooo??npooo povero il mio jakeee!!!:(....grande grande...continua pleaseeeeeeeeeeeeeeeeeee

JooOo
 
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Bauci_Selvi
CAT_IMG Posted on 12/1/2009, 17:14




Uauuuuu..cavoli sta ff si sta rivelando sempre più bella! Coinvolgente nella lotta interiore tra i ricordi del passato, la coscienza umana e l'istinto vampiresco..per non parlare del rapporto-dialogo con l'amico-nemico jacob..brava brava brava!Attendo con ansia i prossimi chappy bax
 
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lachesi86
CAT_IMG Posted on 14/1/2009, 11:09




CITAZIONE
*°Jo CuLlEn°*
oh-oh...BELLO BELLO BELLO!!coMPLIMENTI DI NUOVOO!!
e cosi bella va a caccia.....un bel lupakkiotto arrostitooo??npooo povero il mio jakeee!!!....grande grande...continua pleaseeeeeeeeeeeeeeeeeee

CITAZIONE
Bauci_Selvi
Uauuuuu..cavoli sta ff si sta rivelando sempre più bella! Coinvolgente nella lotta interiore tra i ricordi del passato, la coscienza umana e l'istinto vampiresco..per non parlare del rapporto-dialogo con l'amico-nemico jacob..brava brava brava!Attendo con ansia i prossimi chappy bax

Grazie per il sostegno riuscite a farmi andare avanti parola dopo parola. Continuo solo perchè c'è sempre qualcuno che la leggerà. E continuerò fino alla fine, fino a quando ci sarà sempre uno di voi a le leggerla.
GRAZIE image
 
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lachesi86
CAT_IMG Posted on 14/1/2009, 21:41




^_^ ragazze scusate, ma è che sono in uno stadio di ispirazione incredibile, scrivo come una macchinetta.
posto un altro capitolo. mentre il prossimo è gia pronto, non riesco a fermarmi aiuto :wacko:

CAPITOLO 5
CACCIA



«Jake che sta facendo?» domandai tappandomi le orecchie per il baccano.
«È un’altra cosa da lupi» rispose alzando le spalle. Fare baccano nel mezzo della sera era una cosa da lupi?
«Cosa vuoi dire?» domandai cercando di sovrastare il baccano degli ululati.
«Sta dicendo a Sam di raggiungerci»
«Ah!» che stupida. Erano lupi quindi dovevano conoscere la lingua dei lupi. E l’ululato era un mezzo di comunicazione. Molto chiassoso però. Non attesi molto prima di accorgermi che stava arrivando qualcuno. Altre zampe enormi correvano nella foresta. Che fosse Sam?
Mi concentrai mettendomi in ascolto. Erano in due e a giudicare dal suono che emettevano le loro zampe quando toccavano il suolo e il battito del cuore erano molto grossi. Embry e Jared uscirono dalla grotta per andare in contro ai nuovi venuti.
Riuscivo a vedere benissimo ogni dettaglio anche da molto lontano, l’unica differenza che aveva portato la notte era il colore delle cose, erano di tutte le sfumature del viola. Apparvero di corsa. Erano veramente enormi. Il lupo nero come la pece era alto quasi due metri e muscoloso, mentre quello argentato era leggermente più piccolo, ogni volta che incrociava i raggi della luna che uscivano da uno spiraglio lasciato dalla foresta il mantello luccicava.
Raggiunsero in un attimo il luogo dove eravamo rifugiati. Il lupo argentato ringhiò nella mia direzione, mentre io mi accucciai e gli sibilai contro. Erano venuti per farmi fuori? Guardai Jacob e lui alzò gli occhi a cielo. Be’ se era così tranquillo voleva dire che non avevano cattive intenzioni. Il lupo nero azzannò l’aria in corrispondenza del muso del suo compagno.
«Sta tranquilla Bella non ti farà del male» disse Jacob per rassicurarmi. Tutti e quattro i lupi ringhiarono nella sua direzione. Non scorreva buon sangue tra i membri del branco o mi sbagliavo?. «Aspettami qui»
Jacob si alzò, uscì dalla grotta e andò incontro ai licantropi. Si sentì un rumore di strappo e poi avvertì quattro zampe toccare il suolo. Jacob si era trasformato in lupo, ero curiosa di vederlo. Vedere di che colore fosse il suo mantello e quanto fosse alto e possente, ma mi trattenni nella caverna.
Dall’esterno arrivavano brevi ululati e ringhi alcuni anche minacciosi. Mi preoccupai per Jacob, forse era in pericolo, ma a preoccuparmi ancora di più era la mia sete. Ero diventata impaziente, non vedevo l’ora di mordere un morbido collo e nutrirmi. Ancora qualche minuto e sarai stata accontentata, continuavo a ripetermi per calmarmi, ma era inutile. Stavo diventando schiava del mio istinto. Così per distrarmi ripensai a quello che mi aveva detto Jake. Ripensai ai miei genitori. Dovevano soffrire parecchio in quel momento, se solo fossi stata in grado di controllarmi meglio sarei andata da loro per vedere come stavano, ma non potevo metterli in pericolo. Forse avrei trovato un modo per tranquillizzarli e togliere Jake dai guai. Ripensai ai Cullen. Alice era in viaggio per venirmi a prendere. Sorrisi a quell’idea, ero al settimo cielo alla prospettiva di rivedere Alice e Carlisle e tutti gli altri, sarei stata felice anche di vedere Rosalie, ne ero certa, e poi c’era Edward. Avrei rivisto anche lui e le immagini indefinite che avevo in quel momento nella testa sarebbero state sostituite da quelle che avrei avuto con i miei nuovi occhi da vampira. Chissà se avrei colto molta differenza? Jake entrò in forma umana nella grotta. Portava solo un paio di pantaloncini ed era a torso nudo, non me ne ero accorta prima.
«Bella» cominciò agitato. Dovevano essere tutti nervosi nel lasciare un vampiro a caccia. «Caccerai dove ti porteremo noi e ti creeremo un perimetro sicuro per impedirti di intercettare gli umani. Sai per precauzione» si scusò. Per me andava benissimo l’importante era cacciare il prima possibile.
«Nessun problema» dissi alzandomi in piedi per la prima volta da quando mi ero svegliata. Fu uno scatto fulmineo che sorprese persino Jacob. «Scusa» sussurrai. Lui scosse la testa e andò verso l’uscita. Finalmente lasciavo quella grotta fetida di lupo. Appena varcai l’uscita fu come essere rimessa in libertà. Presi una bella boccata d’aria pura. Riuscì a catturare ogni odore della foresta. L’odore di muschio, di resina, di fiori, muffa e foglie e tutto era uno spettacolo perfettamente dettagliato anche nel buio della sera.
Mi guardai intorno, i lupi erano veramente enormi, mi sentì a disagio ad essere accerchiata. Mi chiesi se ce l’avrei fatta in caso di battaglia.
Cercai di non scivolare nella posizione di difesa vedendo l’aria minacciosa con cui mi guardavano i quattro lupi. Non dovevano essere contenti di avermi li con loro e ancora meno farmi da balie per la caccia. Doveva essere una prova dura per loro stare accanto a un vampiro come lo era allo stesso tempo per me.
Ai quattro lupi se ne aggiunse un altro. Doveva essere Jacob. Non aveva nulla da invidiare al lupo nero erano quasi della stessa corporatura, solo che Jacob aveva cinque centimetri in meno. Il pelo rossiccio si faceva più scuro man mano che scendeva lungo il corpo e la stazza imponente metteva in soggezione. lo osservai avvicinarsi al resto del branco e mettersi alla destra del lupo nero. Quello doveva essere il capobranco: Sam.
Jacob ricambiò lo sguardo con i suoi occhi neri e famigliari. Era più facile convincersi che fosse lui vedendo gli occhi, sembrava più umano. Rimasi completamente stupefatta dalla sua nuova forma gli sorrisi e lui ricambiò con un vero sorriso lupesco mostrando i denti affilati e la lingua che penzolava da un lato.
«Allora?» gli domandai. Lui guardò il lupo nero al suo fianco e attese. Il lupo sbuffò, non sembrava molto contento, e si incamminò nella foresta. Lo seguì senza dire nulla dietro di noi il resto del branco chiudeva il corteo.
Era piacevole sgranchirsi le gambe, mi trattenni dal scattare in una corsa irrefrenabile anche se le gambe me lo chiedevano insistentemente. Sospirai preoccupata per come funzionava la mia nuova mente, era difficile da tenere a bada. Anche se avevo pensato ad altro, l’arsura della gola non si era minimamente placata e continuavo a pensarci. Riuscivo a concentrarmi sul percorso che stavamo facendo, a valutare la minaccia dei lupi alle mie spalle, osservare la vita che ci circondava nella foresta anche se era sera e pensare alla mia sete contemporaneamente. Era incredibile quanti pensieri piombavano improvviso. Camminammo per buona parte della sera. Il lupo nero guidava, io lo seguivo e il resto del branco teneva d’occhi me. Volevano portarmi il più lontano possibile de Forks in un altro stato magari.
Sam si bloccò all’improvviso e si girò verso di me e arretrò senza darmi le spalle fissandomi con quei occhi neri e intensi, mi mostrò i denti prima di sparire nel buio della notte. Mi guardai intorno anche gli altri licantropi si erano allontanati.
Dovevamo essere arrivati. Quello era il posto in cui dovevo cacciare. Subito m’invase l’eccitazione e il mostro che covavo dentro cominciò a ringhiare pronto a farsi liberare, avevo l’acquolina in bocca pensando al sangue che avrei bevuto da un momento all’altro. Ero eccitata dalla mia prima caccia, ma anche intimidita. Come si faceva a cacciare? Nessuno me l’aveva spiegato, né Edward, ne Alice, tanto meno Emmett che si divertiva a raccontarmi i suoi scontri con grizzly inferociti. Persi mezzo secondo a passare in rassegna alcune conversazioni umane in cerca di informazioni sulla caccia. La mia mente le stava dimenticando, fu più difficile ricordare di qualche ora prima. Ricordai solo una vaga informazione che mi aveva dato Edward. Avevo l’impressione che l’eco che associai alla sua voce non fosse il suono giusto. Era la nostra prima conversazione forse. Parlavamo di Emmett e dei grizzly.
«Sto cercano di immaginare... ma non ci riesco. Come fate a cacciare gli orsi senza armi?»
«Be’ qualche arma l’abbiamo» disse mostrando i denti.« Non il genere di strumenti che i legislatori prendono in considerazione quando stendono regolamenti di caccia. Se hai visto un documentario su come attaccano gli orsi, dovresti essere in grado di visualizzare Emmett»
Non ricordai altro. Non ci riuscivo, ero distratta dalla sete assillante. Mi rattristì, pensai a Edward, doveva essere lui a spiegarmi come si faceva se solo fosse stato accanto a me in quel momento, ma non c’era e io dovevo arrangiarmi con quello che la natura mi aveva dato: l’istinto e i denti.
Chiusi gli occhi e cercai di rilassarmi e trovare delle tracce vitali gustose. All’allungai il raggio d’azione dell’udito in cerca di cuori palpitanti. Sentì la brezza notturna soffiare tra i rami degli alberi, scompigliare l’erba; sentì il lieve pulsare dei cuori di piccoli roditori nascosti nelle cortecce degli alberi e degli uccelli appisolati nei nidi sopra i rami, nulla di ciò mi attirava cercavo qualcosa di più soddisfacente. Continuai seguendo la direzione della brezza, poi lo sentì. Era un cuore potente e forte che pulsava denso e appetitoso. Amplificai l’olfatto una miriade di odori m’invasero, sentì gli odori dei licantropi, non dovevano essere molto lontani, l’odore dell’erba bagnata, di muschio, di foglie secche e poi l’aroma caldo dei piccoli roditori mischiato al profumo di legna umida e ancora il suo. Era l’odore più appetitoso che avessi sentito fino a quel momento. Una fragranza ricca e calda che subito riempì di veleno la mia bocca per calmare l’arsura. I miei muscoli si tesero pronti per l’attacco come molle messe in tensione.
Aprì gli occhi e seguendo la scia di quel profumo delizioso cominciai la mia corsa verso la mia preda. Registrai di sfuggita la potenza che avevo acquistato dopo la mia rinascita ero concentrata sulla mia caccia. Saltai su un ramo per avere una migliore visuale della scena. Continuai a sentire i battiti del cuore della mia preda, mi stavo avvicinando ad una velocità inaudita, sembrava che il suo cuore mi stesse chiamando.
Scesi dal ramo e mi nascosi dietro un albero. Sentì le sue zampe fermarsi. Doveva essere enorme dato la forza di pulsazione del cuore e il peso che sentivo nella sua camminata. Un venticello leggero portò il mio odore nella sua direzione.
Dannazione mi ero fatta scoprire come una poppante. Lo sentì distintamente alzarsi in piedi e respirare profondamente, sentì anche un rantolo uscire delle sue zanne. Ma ero pronta.
Appena sbucai da dietro l’albero mi bloccai, impaurita dalla visione che i miei occhi mi pararono davanti. Era enorme, ritto sulle zampe posteriori era tre volte più grosso di me e alto il doppio.
Era un orso bruno e anche lui doveva essere a caccia quella notte. Mi guardava imbestialito, feci un passo indietro dalla paura, ma il mio istinto combatteva contro la debolezza umana e diceva di procedere svelta e letale. L’orso vedendomi arretrare ringhiò. Un ringhio che si propagò per tutta la foresta. Aprì le fauci e si fece avanti deciso a sbranarmi. Mi si avvicinava a passo di carica e io gli rimanevo di fronte immobile. Combattuta contro l’istinto di attaccare a testa alta e quello di darmi alla ritirata.
“Attacca” pensai e nello stesso momento cominciai ad andargli incontro emettendo anch’io un brutale ringhio che mi nacque dal petto. Gli girai attorno per confonderlo. Appena notai il suo sguardo seguirmi mi piombai davanti a lui e saltai alla gola dove il flusso di sangue era più denso, aggrappandomi al collo. Affondai i miei denti nella carne attraverso il pelo, era morbido come burro, ma non riuscì a raggiungere la vena. Pensavo che si sarebbe arreso e mi rilassai un attimo, ma mi diede una possente zampata scagliandomi contro una roccia. Mi rialzai come se mi fossi scontrata contro un materasso di piume, ero ancora intera, mentre l’orso si era accasciato a terra in preda ad un dolore inspiegabile. Non attesi un attimo e approfittai del suo momento di debolezza saltandogli di nuovo al collo. Questa volta l’animale non reagì e io rintracciai il segno del precedente morso infilando di nuovo i denti nella carne, nei muscoli e trovando il mio nettare divino. Mi riempì la bocca di caldo e denso sangue che scese lungo la gola domando il fuoco che ne era padrone, lo sentì scendere e ridarmi calore fino alla punta dei piedi. Cominciai a dissanguarlo e man mano che le mie forze ritornavano le sue perivano. Finì prima di ritenermi soddisfatta del tutto.
Mi alzai, mi pulì le labbra con il dorso della mano leccando le ultime tracce di sangue, poi mi diedi una controllata. Ero un disastro.
I capelli erano pieni di foglie, la maglietta era sporca di sangue e i pantaloni strappati sotto il ginocchio, sul lato avevo il segno della zampata che l’orso mi aveva inflitto, non aveva fatto nulla alla mia pelle dura e liscia come il marmo, ma la maglietta era ridotta male. Ero stata una stupida a perdere la concentrazione durante l’attacco. Oramai non potevo fare più nulla, scrollai la terra bagnata dei pantaloni e cercai di ridarmi un contegno. Avevo ancora sete non riuscivo a sedare il fuoco che continuava ad imperversare nella mia gola. Mi concentrai di nuovo per cercare nuove prede e trovai un intenso numero di cuori pulsanti poco più a sud di dove mi trovavo. Affinai l’olfatto per catturare il loro profumo e arricciai il naso, non era accattivante come quello dell’orso ma nemmeno disgustoso come quello dei licantropi, decisi di seguire la scia. Mi imbattei in un branco di alci, fu facilissimo abbattere quello più grosso, non dette battaglia come invece aveva fatto l’orso. Mentre dissanguavo l’alce il resto del branco si disperse nella foresta, ma non mi creò alcun problema; dopotutto ero un vampiro. Trovai altri due alci e finì anche loro combinando lo stesso disastro combinato con l’orso.
Ero sazia, mi sentivo quasi ubriaca, non ero sicura di quanto sangue potesse contenere il mio corpo, ma la mia sete era per il momento sedata. Feci un gran sospiro e mi sdraiai sopra il corpo dell’ultimo alce dissanguato, non era più appetitoso e caldo, era freddo quasi come me. Osservai il cielo, stava schiarendo ad est. Avevo passato l’intera notte a caccia avevo corso come una forsennata qua e la per la foresta e dovevo essere assonnata oltre che affaticata, ma il mio perfetto corpo da vampira non provava nulla di tutto questo. Sorrisi ripensando allo scontro con l’orso ero anche diventata forte e veloce. Rievocai la sensazione di indistruttibilità che avevo avuto quando mi ero rialzata dopo aver sbattuto contro la roccia e la velocità con cui avevo confuso l’orso. Gongolai meravigliata da quelle nuove emozioni e per di più non ero caduta una sola volta mentre correvo per raggiungere l’alce che era morto sotto di me. Se fossi stata umana sarei rovinosamente inciampata ovunque, ma ora avevo un equilibrio invidiabile. Ero felice di quel mio nuovo modo di vivere. Non avevo dubbi ero nata per essere un vampiro. Alle mie spalle sentì il rumore di grosse zampe e il tanfo di licantropo. Mi girai per accogliere Jacob. Avevo capito che era lui dallo strisciare delle sue zampe. Gli sorrisi ero felice di rivederlo, ma lui non alzò lo sguardo fino ai miei occhi. Non mi guardava affatto, sembrava deluso. Una copia della delusione umana ma in versione lupesca.
Sam abbaiò per attirare l’attenzione e poi s’incamminò. Voleva che lo seguissi. Ero di nuovo circondata dal branco che mi accerchiava. Sospirai e seguì Sam, il mio buon umore era finito sotto terra ripensando alla grotta in cui stavo tornando.
Durante il tragitto incontrammo un fiume, volevo dare una ripulita ai miei indumenti visto che il corpo non ne aveva bisogno, non avevo sudato minimamente, ma l’odore del sangue rimasto sulla maglietta era insostenibile.
«Sam» chiamai il lupo nero. Lui si girò e tutto il branco alle mie spalle si fermò. «Il fiume. Possiamo fermarci un attimo?» domandai. Sam ci pensò poi si diresse verso il letto d’acqua. «Farò in un attimo, prima che diventi giorno» promisi avvicinandomi alla riva del torrente. Mi levai la maglietta e la immersi nell’acqua strofinando le macchie di sangue delicatamente tra le mani, una volta che queste se ne furono andate indossai la maglietta bagnata. Non sentì alcun cambiamento sul mio corpo, sicuramente doveva essere più freddo dell’acqua del fiume.
Mi affacciai alla riva del letto per immergere i miei capelli. Anche se ero una vampira i capelli rimanevano un tratto umano e li sentivo sporchi e puzzolenti. Mi rispecchiai nell’acqua. Fu la prima volta che vidi il mio volto da vampira.
La prima reazione fu di meraviglia, la ragazza che si rispecchiava nell’acqua era senza dubbio bellissima, il viso perfetto, pallido, lievemente illuminato dal sole nascente, incorniciato da un groviglio di capelli neri e qualche foglia incastrata. Anche conciata in quel modo non perdeva il suo fascino. In un attimo la meraviglia fu sostituita dall’orrore.
Quella non ero io. Gli occhi poi erano spaventosi, quasi come carbonelle accese. Erano iniettati di sangue, cosa era successo? Cosa era andato storto? Perché i miei occhi mettevano paura persino a me? Mi portai una mano sotto l’occhio destro per osservarlo meglio. Sì era rosso fuoco. Il volto della ragazza rimase impassibile anche di fronte a quel tumulto interiore.
Perché gli occhi erano rossi e non dorati come quelli di Edward? Cosa mi era successo? Possibile che fossi realmente un mostro? Certi indistinti ricordi umani mi apparvero nella testa. Gli occhi di James, di Victoria, di Laurent erano identici ai miei. Rosso scarlatto. Loro li avevano di quel colore perché prediligevano una dieta ordinaria a base di umani, ma io non ne avevo toccato nemmeno uno. Come era possibile?
Sentì un ringhio alle mie spalle. Sam era impaziente di tornare indietro. Mi diedi una ripulita ai capelli e mi alzai, ma non smettevo di preoccuparmi per i miei occhi. Erano veramente paurosi.
L’unica spiegazione che riuscì a darmi era che essendo stata morsa da Laurent probabilmente avevo ereditato il suo colore degli occhi. Che disdetta se fosse stato Edward a mordermi, come doveva essere avrei avuto caldi occhi color miele, invece mi toccava vivere con due paia di occhi rossi in eterno.
Ritornai dal branco e ci incamminammo verso la strada del ritorno

Aspettatevi presto il prossimo ma vi prego commentate
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Ainigriv
CAT_IMG Posted on 14/1/2009, 22:01




Che bella la tua idea! Scrivi benissimo e la storia è molto intrigante.
Posta presto perfavooooreeeeee!!!!!!!!
 
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hermione Granger94^^
CAT_IMG Posted on 14/1/2009, 22:26




Bellissimo!!!!sei molto brava ti prego posta prestooooooo
 
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Bauci_Selvi
CAT_IMG Posted on 15/1/2009, 10:01




Lo dico e lo ripeto: sei una scoperta!!Ogni chappy è più bello del precedente:la scena della caccia è stata coinvolgente, ben descritta, scorrevole. La tua Bella mi piace un sacco e sono curiosa di sapere che fine hanno fatto i Cullen, Ed..e victoria? I lupi,anche se di malavolgia, accetteranno Bella vampira? E i suoi genitori, Charlie e Renè la rincontreranno??Attendo con ansia i nuovi chappy..dato che scrivi a macchinetta POSTA!bax
 
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lachesi86
CAT_IMG Posted on 16/1/2009, 22:46




Sapete una cosa, dovrei farvi attendere di più tra un capitolo e l'altro, creare la suspance. ma proprio non ce la faccio.
Quindi avanti con il prossimo. Ecco a voi.
Buona Lettura:

CAPITOLO 6
RICORDI


Entrai nella grotta all’alba, fu come essere rinchiusa in una cella buia appena dopo aver rivisto il sole. Mi risistemai nel mio angolino abbracciando le ginocchia. Ero ancora sconvolta dall’immagine che avevo visto riflessa nel fiume. Due occhi rossi, gli occhi di un mostro. Jacob mi aveva seguita nella grotta, ma non era solo, con lui c’era anche Sam in forma umana. Era così alto che quasi toccava con la testa il soffitto della caverna, la pelle bronzea, i capelli corti, i tendini delle braccia tesi in un evidente sforzo di autocontrollo, quello era l’unico particolare che tradiva la calma e la serenità stampati sul suo volto. Portava un paio di pantaloni sbrindellati e aveva il torso nudo proprio come Jacob. Possibile che soffrissero tutti il caldo?
Si fermò a due metri da me e mi osservò dall’alto della sua stazza. Jacob era alla sua destra fermo ma tradiva inquietudine, continuava a non rivolgermi lo sguardo. Perché?
«Bella» cominciò Sam, la voce profonda, ma dura, non era la stessa voce che sentì la notte in cui mi trovò nella foresta. «Sai che non puoi restare qui?»
Certo che lo sapevo. L’avevo intuito dal comportamento che avevano nei miei confronti e in quelli del mio unico protettore Jacob.
«Certo Sam non sono stupida. Avevo capito che non gradite la mia presenza»
«Bene. Volevo sapere cosa hai intenzione di fare da adesso in poi?» mi chiese scrutandomi. La voce non perdeva il tono serio e minaccioso «Non puoi tornare da Charlie lo sai?»
Certo sapevo anche questo. Ero pericolosa per lui eppure pensa di non poter più rivedere mio padre e mia madre fu come accoltellarmi il cuore. Risposi con un cenno della testa.
«Cosa farai allora?» proseguì duro.
«I Cullen» risposi. Sam guardò Jacob e storse il naso emettendo un ringhio umano. «Verranno a prendermi» continuai monocorde.
«Come hai fatto ad avvertire i Cullen della tua situazione?» s’informò Sam adirato la rabbia e il disgusto più totale nella voce.
Loro non sapevano dei poteri speciali di Alice
«Non li ho avvertiti, ma sono sicura che sappiano già cosa mi è successo»
Erano confusi entrambi, Sam cominciava a perdere colpi, anche la faccia lo stava tradendo oltre alle braccia. «Alice» continuai paziente «la più giovane dei Cullen è una veggente, sicuramente mi avrà vista in una visione. A quest’ora saranno già sulla strada per Forks per venirmi a prendere» continuai. Dall’esterno sentì i ringhi sommessi dei lupi.
«Poteri speciali» sbottò Sam strofinandosi un pugno.
«Ne sei sicura?» mi domandò Jacob. Sembrava ancora più agitato di prima. Scossi la testa.
«Quanto pensi che ci metteranno per arrivare?» chiese Sam circospetto. Alzai le spalle, non avevo alcuna idea di dove fossero. Per quanto ne sapevo potevano essere dall’altro lato del mondo oppure dietro l’angolo. Quanto tempo avrebbero impiegato per raggiungermi?
«Non lo so» confessai. «Non ho idea di dove siano in questo momento»
«Bene terremo gli occhi aperti» continuò. «Li porteremo qui appena arriveranno. Ma poi ve ne andrete lontani da Forks. Siamo intesi?»
Non lo ascoltai più. Mi immaginai con chiarezza quel momento. Sarei corsa tra le braccia di Edward e lui cosa avrebbe fatto? Mi avrebbe accolta oppure mi avrebbe allontanata? Cercai di figurarmi il volto di Edward dolce e felice di rivedermi ma nulla. Non riuscivo proprio a ricordarmi nitidamente i suoi lineamenti, erano sfocati.
“Non preoccuparti. Sei un essere umano… la tua memoria è poco più che un colino”
Colino ecco cosa era diventata la mia mente. Stavo perdendo tutti i miei ricordi umani, ma come era possibile? Mi aveva detto che la memoria dei vampiri era infallibile allora perché non ricordavo il volto di Edward e nemmeno quello di Alice, ne quello di Carlisle ne Esme tantomeno Emmett, Jasper e Rosalie? Li vedevo tutti sfocati e indefiniti. Facevo fatica a metterli a fuoco, e ricordavo ancora peggio le conversazioni.
Mi stava accadendo quello che avevo temuto più di qualsiasi altra cosa, quello contro cui avevo lottato fin dalla prima sera. Stavo dimenticando.
«Okay» risposi alla domanda che aveva fatto Sam. «Resterò nella caverna» la mia mente aveva seguito la conversazione tra Sam e me. Mi aveva chiesto di restare li e non uscire per nulla al mondo.
«Jacob penso che tu dovresti tornare a La Push con me» continuò Sam rivolto al ragazzo.
«Ma Sam non credi che…» cercò di protestare
«Jake è un… vampiro» quasi si strozzò pronunciando l’ultima parola, era così difficile dire Vampiro? «Se la saprà cavare. Ora l’importante è tenere all’oscuro del nostro segreto Charlie,ed è difficile visto che continua ad assillare Billy in attesa di tue notizie»
Charlie assillava Billy sperando di avere notizie su di me e Jacob i due fuggiaschi. Jake mi guardò preoccupato.
«Tranquillo Jake starò bene, Sam ha ragione devi tornare a casa e mettere al sicuro Charlie. Cerca di farlo…» rassegnare era la parola perfetta, ma fu difficile da dire. «… tranquillizzare poi ritorna. Io me la caverò»
«Poi ci saranno sempre due di noi a tenerla d’occhio» continuò minaccioso Sam. Eravamo due contro uno, sospirò rassegnato abbassando le spalle. Non mi preoccupavo più di tanto per Charlie ormai era inevitabile la nostra separazione, ero concentrata sui miei ricordi che stavano andando persi. Mi misi a tormentare il labbro tra i denti, perché non riuscivo più a ricordare? Edward mi aveva detto che con il tempo la memoria umana di un vampiro si perde, ma non credevo che il processo fosse così veloce.
«Bella» Jacob era ancora nella grotta mi stava fissando. «Sei ansiosa? Se vuoi resto» mi disse tranquillo. Gli sorrisi Jacob sarebbe rimasto l’unico in grado di leggermi fin nel profondo con una sola occhiata.
«No. Tutto bene. Va Jake e saluta Billy…» il padre di Jacob sapeva quello che ero diventata? Oppure era all’oscuro di tutto proprio come Charlie?.
«Vado allora.» riprese il ragazzo lanciandomi un ultimo sguardo e uscendo dalla caverna.
Rimasi immobile nel mio angolino. L’immobilità non mi dava fastidio anzi la sentivo del tutto normale e concentrai la gran parte della mia mente nel tentativo di recuperare immagini e dialoghi della mia vita umana. Percepì chiaramente la presenza di due licantropi fuori dalla caverna, ma non me ne preoccupai più di tanto, Edward era la mia preoccupazione principale e con lui tutti gli altri Cullen. Non riuscivo a focalizzarli, era snervante, mi concentrai sulle conversazioni. I primi momenti che avevo trascorso con Edward divennero il mio obbiettivo primario. Riuscì a recuperare spezzoni della nostra prima conversazione durante l’ora di biologia, e tutto quello che mi disse prima di andarsene per sempre. Quell’ultimo momento era l’unico marchiato nitidamente nella mia testa e accompagnato da sensazioni e sentimenti. Gli altri li ricordavo come vaghi sogni, senza senso. Perché? Perché il ricordo della mia vita umana con Edward era ricoperto da un velo di finzione? Come se in realtà non fosse esistita realmente? Edward era reale oppure era il frutto di una mia fantasia, e Alice, Carlisle, Esme, Emmett, Jasper e Rosalie anche loro erano reali? Era vero quello che provavo per Edward oppure anche quello era un’altra delle mie fantasie? Dovevo fare qualcosa. La mia memoria mi stava scivolando via come sabbia tra le mani, dovevo provocare dei ricordi ma come? Creare le allucinazioni della voce di Edward era stato facile ma pericoloso e la mia trasformazione ne era la prova lampante, ma come potevo provocare i ricordi? La casa. Casa Cullen sicuramente era piena di ricordi legati a noi due, e alla sua famiglia. Dovevo rivederla e dovevo ritornare anche alla radura. Appena sarebbe ritornato Jacob gli avrei chiesto ti accompagnarmi a casa Cullen e alla radura.
Mi ridestai dal mio stato di immobilità quando percepì dei movimenti provenire da fuori la grotta e l’odore di Jacob schiantarsi contro di me. Era tornato.
«Jacob» lo salutai entusiasta di rivederlo.
«Bella» ricambiò il saluto ma non nello stesso modo. Era addolorato e più vecchio, sembrava che dovesse cadere in una crisi emotiva da un momento all’altro.
«Cosa è successo?» domandai pensando al peggio. Era successo qualcosa a Charlie?
«Charlie» rispose confermando le mie teorie. Mi bloccai sul posto come una statua di marmo. «Non riesco a vederlo in quello stato. Sembra delirare, non si da pace e da quando mi ha rivisto è peggiorato. Caduto in catatonia almeno così ha detto il dottore. Billy e Sam sono con lui ora, non lo lasciano mai. Anche Reneè è a pezzi. Ma per fortuna con lei c’è Phil. Sono tutti distrutti» la voce si spezzò sull’ultima parola. Dalla mia gola uscì un singhiozzo e sentì gli occhi strani e asciutti e cercavo inutilmente di togliermi quel fastidio sbattendo le palpebre. L’aria mi rimase impigliata in gola, volevo scoppiare in lacrime, ma dai miei occhi non sgorgò nulla. Mi passai la mano sugli occhi, ero sicura di star piangendo, ma nulla, la mano era asciutta. Non riuscivo a piangere. Non ero più in grado di piangere.
«Jake» lo chiamai con la voce rotta dal pianto invisibile. Lui mi guardò spaurito dall’espressione che doveva essere disegnata sul mio volto. «Guardami Jacob. Non riesco più a piangere. Non verso più lacrime» non riuscì più a trattenermi scoppiai in gemiti asciutti.
Con mia grande sorpresa Jacob si avvicinò a me e mi cinse le spalle con un braccio. Era bollente, ma non ci badai, la nuova condizione in cui mi trovavo occupava tutto lo spazio della mia mente.
«Bella sta tranquilla. Vedrai che tutto si sistemerà per il meglio. Charlie e Reneè sono due persone forti. Continueranno a lottare per andare avanti e io starò con loro. Ti prometto che mi prenderò cura di loro al posto tuo» mai parole furono più confortanti. Jacob nonostante la mia natura avversa per lui continuava ad essermi vicino.
«Oh Jacob grazie. Grazie mille» risposi tra i singhiozzi.
«Perché non dormi? Ti sentirai meglio»
«Non dormiamo. Non ne sentiamo il bisogno» dissi cercando di controllare i singulti.
«Mai?»
«No mai» Jacob sciolse l’abbraccio. Aveva la pelle d’oca per il contatto prolungato con il mio corpo ghiacciato. Ebbe un brivido. «Jake sei così bollente. Sembri una fiamma vivente. Non avrai la febbre forse?» domandai cercando di calmare gli spasmi della mia voce. Lui scoppiò a ridere.
Confusione. Io era preoccupata per lui e invece mi rideva in faccia.
«Perché ridi?» sbottai accigliata.
«Cose da lupi» rispose tra le risa. «Ho una temperatura corporea che varia dai quarantatre ai quarantaquattro gradi. Non sento più il freddo a parte il freddo emanato dai vampiri»
«Wow» non sapevo cosa rispondere.
«Senti Bella. Questa mattina hai detto che una dei Cullen è una veggente. È vero?» scoppiava di curiosità, gli traboccava dagli occhi.
«Sì. Alice riesce a vedere le conseguenze delle azioni intraprese degli uomini e dai vampiri» uno stralcio di conversazione tra me e Jasper durante la fuga per salvarmi da James, riapparve nella mia mente.
«Quindi la storia dei poteri speciali è vera» disse tra se. Si immerse nei suoi pensieri per un minuto buono, poi mi guardò intensamente. «Qualcun altro aveva poteri speciali?» sorrisi a tanta curiosità ma rispondere sarebbe stato un bene? Non erano forse nemici dei vampiri? Poi osservai Jacob. Non erano nemici, Jake era mio amico.
«Be’ Jasper riusciva a manipolare le emozioni, calmare o eccitare qualcuno. Era forte! Edward invece, leggeva i pensieri» conclusi malinconica ripensando alle inutili immagini a cui li associavo.
«Leggeva i pensieri?» domandò irritato. Sorrisi era buffo guardarlo.
«Sì»
«Tu che potere hai?» domandò osservandomi con molta più curiosità. Non ci avevo pensato fino a quel momento. Io non avevo alcun potere, ero normale, un ordinaria vampira. Scrollai le spalle.
«Non ho alcun super potere purtroppo» niente vista a raggi X o saette che uscivano dalle mani, nulla di nulla.
«Peccato. Sarebbe stato forte»
«Già» ero delusa. Credevo di essere diversa invece mi ritrovavo una normalissima vampira.
«Mi dici una cosa?» domandò. Acconsentì con un cenno della testa. «La radura in cui ti ha trovato quel succhiasangue… era quella che stavi cercando?».
Abbassai lo sguardo per terra. «Sì» sussurrai.
«Perché era così importante?» cosa gli avrei dovuto rispondere. Non volevo dimenticare Edward e stavo facendo di tutto per riuscire a rievocare un debole eco della sua voce e che anche le moto erano un pretesto che servivano a quello scopo?
«Quel luogo mi ricordava Edward. È stato lì che siamo andati al nostro primo appuntamento. Era importante» risposi senza guardarlo.
«Non hai mai tentato di dimenticarlo vero?» scossi la testa.
«Non potevo dimenticarlo, lui era tutta la mia vita, e lo è ancora. Sopravvivo soltanto perché so che lui è vivo ed è su questo pianeta, in questo mondo. Non volevo dimenticarlo, non dovevo. Ma ormai è inutile. Tutto è andato perso. Ora come ora ho persino dimenticato come è fatto il suo volto. Credevo che quella fosse l’unica cosa sicura di tutta la mia vita, invece…»
«Come mai?»
Strinsi le spalle. Non conoscevo la natura vampira. Carlisle sicuramente mi avrebbe saputo dare delle risposte, ma lui non c’era ero sola con un licantropo.
«Ho perso gran parte della memoria umana. Mi avevano detto che col tempo, i decenni … si tende a perdere alcuni ricordi, ma io dal giorno della mia trasformazione fino ad oggi ho dimenticato quasi tutti i miei ricordi con Edward e con i Cullen»
«Mi dispiace» rimanemmo in silenzio per un po’. Ognuno perso tra i propri pensieri «Casa farai ora?»
Cosa farò ora? Già bella domanda. Cosa avrei fatto?
«Volevo chiederti un favore riguardante i miei ricordi. Potresti accompagnarmi a casa dei Cullen? Sono certa che lì ricorderò qualcosa» mi guardò come se stessi farneticando.
«Andare a casa Cullen? Sei impazzita?»
Sì avevo indovinato.
«Entrare nel loro territorio… se arrivano e mi trovano lì finisco male» sbottò alzando la voce.
«Starai con me. Non correrai pericoli te lo giuro. Non ti attaccheranno» lo supplicai. «Hai sentito cosa ha detto Sam, non posso uscire per nessun motivo al mondo. Ma se uno di voi» tu sottolineai nella mia mente «mi accompagna non dirà nulla. Ti prego Jacob è importante per me» cercai di utilizzare il più abbagliante degli sguardi. Ricordai che Edward riusciva ad ottenere quello che voleva quando lo utilizzava con me. Il respiro di Jacob allargò le pupille degli occhi, e cominciò a fare respiri veloci e brevi, mentre il cuore pompava più velocemente. Ero riuscita ad abbagliarlo?
«Va bene, ma faremo in fretta. Non mi piace l’idea di essere beccato nel loro territorio» gli feci un enorme sorriso e scattai in piedi.
«Jacob Black sei il migliore dei migliori amici che si possano avere»
«Certo, certo» acconsentì.
Uscimmo dalla grotta. Possibile che fosse già passata un giorno dall’ultima notte? Tutto taceva. Era una notte nuvolosa, carica di pioggia, sentì dei tuoni in lontananza, un temporale in avvicinamento. Come un flashback mi ritornò alla mente qualche immagine della partita di baseball. Sarei andata anche li se riuscivo a ritrovare il luogo.
Jacob mi affiancò in forma animale, guaì verso i due lupi di guardia alla grotta e si incamminò nella foresta con me al suo fianco.
«Jake ricordi che abbiamo ancora una scommessa in palio» il lupo rossiccio tossì una risata. Se ne era ricordato. «Al mio tre?» proposi. Si fermò.
«Fino a casa Cullen. D’accordo?» alzò gli occhi al cielo. «Okay. Uno» Jacob ringhiò qualcosa. Doveva essere il suo due.
«Tre» urlai scattando in avanti e cominciando a correre.
Fu spettacolare, volavo sul terreno morbido come velluto e il vento caldo sulla mia pelle scompigliava i capelli.
Corsi beandomi della mia nuova condizione. Jacob mi stava dietro senza difficoltà. Sfrecciammo come fulmini per la foresta scansando rami e scavalcando cespugli. Non rallentai e non cedetti il passo a Jacob, fino a quando non saltai per quaranta metri superando il fiume; dopo di che mi bloccai.
Eravamo arrivati. Davanti a noi nella notte buia si stagliava la grande casa bianca. Silenziosa e imponente proprio come l’avevo vista l’ultima volta che ero stata li quando ancora ero umana. La nostalgia mi assalì all’istante. Cosa avrei trovato li dentro? Polvere, mobili ricoperti di lenzuola bianche, il degrado causato dall’abbandono.
Jacob mi si avvicinò e guai.
«Tutto okay» lo rassicurai incamminandomi nel prato immerso dalle felci selvatiche. Arrivai al porticato, salì i gradini e mi fermai davanti alla porta. Polvere ecco cosa sentivo nell’aria. Polvere e lievi sentori di profumi più dolci che non riuscivo a raffrontare talmente erano leggeri. Dovevano essere gli odori dei Cullen, ma erano troppo lievi e impercettibili, segno che ormai da tempo nessuno di loro era ritornato. Mi girai verso il licantropo che mi accompagnava, era rimasto sulla sponda del fiume.
«Jake» lo chiamai. «Vieni non c’è nessuno» guai nuovamente alzò gli occhi al cielo ma mi raggiunse. «Grazie. Avrò bisogno di te» gli disse riconoscente.
Misi la mano sulla porta. Era aperta. Entrai nell’enorme salone. Tutto era silenzioso e l’odore di abbandono era ancora più forte. Mi guardai attorno, c’erano tutti i mobili, il televisore al plasma, i divani candidi, le suppellettili e persino i fiori nei vasi. Fiori che erano ormai appassiti segno che erano partiti in gran fretta. La mia vista si soffermò sullo splendido pianoforte a coda bianco posizionato sul rialzo accanto alla porta. Mi avvicinai era ricoperto di polvere come tutto nella casa. Non veniva usato da parecchio tempo. Suonai uno dei tasti d’avorio e il suono di propagò lugubre per tutta la casa, poi di nuovo il silenzio. Un sentore famigliare accompagnò quella nota. Era una canzoncina dolce, la mia ninna nanna, ma non riuscivo a ricordarla tutta. Era come se il disco della mia memoria che conteneva quella dolce melodia fosse graffiato e la puntina saltasse in continuazione. Non riuscì a ricordare che poche battute. Non sentivo quella melodia da tempo ormai. L’ultima volta era stato la sera del mio diciottesimo compleanno. L’inizio della fine. Salirono a galla tutti i ricordi riguardante quel giorno. L’attacco di Jasper, i regali ricevuti, la disastrosa conclusione, poi l’unica cosa che realmente ricordavo nitidamente come nessun’altra memoria. Le sue ultime parole. Ne avevo un ricordo più vivido. Perché?
Andai nella sala da pranzo. Osservai il tavolo. C’era qualcosa che mi sfuggiva in quella stanza, era logorante sentirla incombere ai margini della memoria ma non esserne in grado di afferrarla. Lasciai infastidita la stanza, ogni cosa in quella casa rievocava vaghe memorie ma nessuna di quelle erano chiare. Jacob mi seguì silenzioso per tutta la casa. Mi fermai al secondo piano ed entrai dentro quella che all’epoca doveva essere uno studio. Forse.
Diedi un’occhiata alla stanza e mi soffermai sulla collezione di quadri appesi alla parete. Risentì nella mia mente stralci di una storia, era quella di Carlisle. La voce che la raccontava non era altro che un lieve sussurro. Mi soffermai sul quadro più grande e colorato. Fu un lampo.
“Aro Caius e Marcus, i protettori delle arti.” Poi non senti nient’altro.
Arrivai al terzo piano, nella vecchia camera di Edward. Lo sapevo, di questo ero certa, non ne avevo dubbi. Anche li l’abbandono la faceva da padrone. L’impianto stereo era ancora li, ma i Cd erano spariti. Gli scaffali che in passato erano colmi di dischi ora erano vuoti.
Non stavo ricordando, nulla in quella casa mi sboccava la mente, stavo solo soffrendo e rimpiangendo di essere ritornata li. Ogni brandello che riaffiorava dall’oceano del passato era una pugnalata inflitta al mio cuore silenzioso. Ogni dolore che avevo provato da umana lo sentivo amplificato al massimo in quel nuovo corpo. Era un bene che il mio cuore avesse smesso di battere perché probabilmente non avrebbe resistito a quella prova. Sarei morta di crepacuore.
Restare li dentro divenne insopportabile, ricordare divenne ancora più difficile, le uniche cose che riempivano la mia mente erano le sue ultime parole.
“Addio Bella”
Ma quello non era un addio. Presto l’avrei rivisto fu solo quel pensiero che mi permise di non desistere nella ricerca dei miei ricordi. Sapevo che se anche ora soffrivo, ne sarebbe valsa la pena e a quel punto avremmo ricordato insieme. Mi avrebbe aiutata a recuperare il passato.
«Andiamo Jake, da questa casa ho ottenuto tutto quello che potevo. Ora devo andare in un altro posto» dissi a Jacob che paziente mi seguiva come un’ombra. Uscimmo dalla casa e mi lasciai alle spalle la dimora, diretta dove era nato il mio amore.
 
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Ainigriv
CAT_IMG Posted on 17/1/2009, 07:37




Noooo troppo bello il capitolo! Ehi, crei già tanta suspance così non serve che rallenti anche il ritmo dei capitoli! Non puoi farlo T-T Scoppierò a piangere se lo farai!
Voglio sapere cosa succede adesso, cosa farà Bella? E i Cullen quando arriveranno? Cosa succederà nel frattempo?
Ti preeeeeeeeeeeeeeego posta presto!
 
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hale_y
CAT_IMG Posted on 17/1/2009, 14:31




Oddio come un 'idiota mi stavo perdendo tutta la tua ff!!! :o:
Non immaginavo aggiornassi così spesso , ma non temere ho già recuperato tutto!!! ^_^ :B):
Come ha detto Bauci sei una scoperta , ogni capitolo è più bello dell'altro e l'ultimo è stato il più toccante :(
Bella che non riesce a ricordare Edward...la casa vuota , la ninnananna interrotta...mi hai fatto venire un groppo in gola.
Ma soprattutto lui dov'è????? Bella resistiiiii!!

Sei brava brava brava a scrivere , coinvolgente e originale , nuova accanitA fan presente! Non ti azzardare ad abbandonare la storia!
Ciao!! ^_^
 
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Bauci_Selvi
CAT_IMG Posted on 17/1/2009, 16:09




Beeeeeellooooooo!!LA..mi illumi tu!cavoli mquantosei brava?quanto caspiterina sei brava??mannaggia...posta posta posta..e nn ti azzardare a farci attendere solo x essere sadica intesi??Un bacione
 
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528 replies since 25/12/2008, 18:29   19287 views
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