ok ultimo capitolo pe roggi....TANTO PER MANDARVI IN PARANOIA ANCORA UN PO'...CAPITOLO TERZO
Non appena fummo nella sala principale incontrammo Christopher e Ralph, stavano parlando animatamente riguardo non so quale ragazza, Reiko affrettò il passo spostandosi davanti a me. Non compresi in un primo momento, poi vidi Ralph guardarci improvvisamente attento. Gli occhi di Christopher erano rosso fiamma come quelli che Viktor aveva mostrato poco fa.
- Sangue..- Christopher sussurrò, guardando oltre Reiko. Ralph allungò subito una mano sul braccio di Chrsitopher, Reiko lo fissava pronto.
- Sto bene..- Christopher disse calmo, poi chiuse gli occhi e li riaprì di nuovo azzurri come il mare più calmo che esistesse.
- Mi dispiace Chris... un piccolo incidente..- dissi mortificata, superandolo.
- Viktor dove è?- chiese a Reiko.
- Sta arrivando, era dietro d noi.- Reiko ed io ci inoltrammo nel corridoio, e dopo pochi passi vidi Mina venirci incontro.
- Syria! Stai bene!?- corse verso di me.
- Sì sì, non è nulla...- le sorrisi.
Reiko si fermò aspettando, poi disse:
- Andiamo comunque in infermeria.- Mina annuì, poi ci disse:
- Raggiungo gli altri nella sala principale, tuo padre ci ha chiamati.- Guardai Reiko, ma lui non si mosse, aveva evidentemente deciso di accompagnare prima me e poi raggiungere gli altri, nonostante fosse chiaro che si erano riuniti nella sala principale per sapere cosa fosse accaduto quella notte.
- Arriviamo subito.- Dissi a Mina, poi proseguimmo per l'infermeria. Arrivammo davanti alla porta ed entrammo, mi misi seduta sul lettino e la dottoressa Rendall arrivò subito; il nostro reparto medico era, ovviamente, costituito interamente da umani.
- Che tipo di vampiro ti ha morsa?- mi chiese cominciando a sfasciare la ferita.
- Elementare.- disse Reiko guardando verso l'alto come se potesse attraversare il suolo e vedere al di fuori dei sotterranei.
- Vediamo..- scoprì la mia ferita.- direi di medicare e poi di ricoprire, non voglio tu vada in giro con queste ferite, non qui.- mi sorrise ed io ricambiai.
- Avrò dei problemi?- chiesi lievemente in imbarazzo per la mia stessa domanda, Reiko si voltò immediatamente verso di me, la dottoressa mi rispose mentre mi medicava.
- No, solo i puro sangue possono trasformare un umano in vampiro, lo sai.- mi rassicurò.
Mi rialzai e lasciai l'infermeria, camminavo sempre al fianco di Reiko.
- Non c'era bisogno che mi accompagnassi.- dissi senza nascondere una certa compiacenza.
- Come no!- disse sorridendo,- non mi sei sembrata al massimo stanotte!- cominciò a prendermi in giro di nuovo.
- Ma smettila!- accelerai per lasciarlo indietro di proposito.
- Arrogante!- lo rimproverai. Sentii la sua mano, prendere improvvisamente la mia, e avvertii, velocissimo, il suo corpo raggiungere la mia schiena. Dischiusi le labbra prendendo un respiro profondo, sentivo i miei capelli castani, lievemente mossi dal suo respiro, sopra la mia testa.
- Aspetta..- la sua voce mi sembrò vellutata quanto quella di Leonard: forse avrei dovuto ammetterlo, senza fingere oltre, almeno con me stessa: quello che sentivo per Reiko, era mutato in quei quattro anni, crescendo, quella amicizia, era diventato altro per me, un'attrazione senza dubbio.
- Cosa..?- chiesi restando ferma, sentii la sua mano stringere la mia, un brivido mi scosse improvviso. Era dietro di me, sentivo il suo corpo come un mantello attorno alle mie spalle, e il suo respiro accarezzava caldo il mio collo.
- Hai avuto paura?- mi chiese abbassando la voce.
- No..non per me almeno..- confessai stupendomi del mio stesso coraggio.
Il petto, vasto e muscoloso di Reiko si gonfiò mentre inspirava, poi lasciò andare la mia mano, restando alle mie spalle.
- Paura per me?- si spostò lentamente al mio fianco, ora era più difficile mantenere la calma, ora che davanti ai miei occhi.
- Sì.- dissi e girai lentamente gli occhi verso i suoi, alzandoli.
Mi sorrise.
- Non devi..- continuava a sorridermi, poi disse calmo
- Andiamo...- chiese cambiando tono. Cosa? chi? Tornai in me il più velocemente possibile.
- Sì, andiamo.- riacquistai un aspetto normale o quasi, il rossore sulle mie guance ero certa fosse evidente anche nella semioscurità del corridoio.
Appena entrammo nella sala principale, trovammo tutto il consiglio. Mio padre, Leonard, i cacciatori di primo livello, Ralph, Mina e Julian e i vampiri nobili che facevano parte del consiglio, Viktor, Valerie e Cristopher.
Leonard guardò verso di me.
- Stai bene Syria?- mi guardò cercando di mantenere un distacco che di solito dimenticava di conservare quando era me.
- Sì, benissimo.- mi misi seduta, mio padre mi stava fissando, poi guardò Reiko e chiese:
- Che cosa è successo?-
Viktor iniziò a parlare:
- Ne abbiamo eliminati cinque, compreso l'infante. Tutti elementari.- Valerie guardò verso Leonard, che ascoltava in silenzio.
- Bisogna tornare a pattugliare.- Mio padre concluse.
- Andiamo noi.- Ralph disse guardando Mina che annuì subito.
- Veniamo con voi.- Valerie aggiunse subito.
- Bene.- Leonard si alzò, con estrema calma.
Reiko, che fino a quel momento era rimasto in disparte, si voltò.
- Come facciamo ad essere certi che quei vampiri elementari non siano stati creati in questi ultimi anni da uno dei puro sangue rimasti?- si rivolgeva a Leonard.
- Non possiamo, forse se bevessi il loro sangue avrei una qualche possibilità, ma sono elementari Reiko, non hanno la capacità di ordinare i propri ricordi perchè siano leggibili..- Ascoltai Leonard e notai lo sguardo di mio padre che non si spostava da Reiko.
- Ma tu sembri essere certo che non sia possible. Sei sicuro di poter riporre la tua fiducia in Nicolas o Stephan? O Lucille?-
- Basta così Reiko!- mio padre si alzò dalla sua poltrona.
Leonard abbassò lo sguardo poi lo rialzò su Reiko.
- Sei pieno di sospetti Reiko...- Guardai verso di lui e lo vidi irrigidirsi.
- Forse perchè c'è così poca chiarezza anche dentro di te.- Leonard lo inchiodava letteralmente con lo sguardo, verde smeraldo.
Reiko indurì la sua espressione, ma prima che potesse dire qualcosa mio padre intervenne.
- Noi siamo il cuore di questa alleanza, se cediamo noi, sarà molto difficile che possa esserci speranza anche per gli altri.-
Reiko inspirò e annuì, cedendo.
Valerie, Viktor, Mina e Ralph, lasciarono la stanza e i sotterranei per uscire all'aperto.
Julian e Christopher si diressero verso il giardino ricreato per tutti i momenti in cui avremmo ricercato un'illusione di parco anche lì, sotto il sottosuolo.
Leonard si avvicinò con il passo fluttuante che lo contrastingueva da tutti gli altri vampiri, quell'eterea grazia che i suoi movimenti di puro sangue possedevano, in maniera naturale. Non aveva l'aspetto di un anziano, nonostante sulle sue spalle ampie, gravassero secoli e secoli, e sul suo cuore statico, il dolore della perdita più grande che potesse colpire anche un vampiro: l'amore.
- Mostrami la mano Syria.- disse gentilmente, Reiko puntò gli occhi su di noi, immediato, all'erta.
- Ti fa male?- prese la mia mano tra le sue, e il mio cuore accelerò di colpo.
- No, affatto.- risposi, non riuscendo a guardarlo negli occhi.
- Bene. Quando tornerà Valerie lascia che sfiori le tue ferite ed anche il bruciore, che non confessi di sentire, sparirà.- Mi irrigidii, sapeva che mi bruciava, nonostante lo avessi taciuto. La maggior parte delle volte, Leonard, sembrava sempre sapere molto di più di ciò che noi tutti potevamo anche solo immaginare
Valerie aveva quel potere: lenire il dolore, eliminarlo del tutto se voleva. Leonard mi sorrise, poi rivolgendosi a mio padre.
- Artes, ti prego di raggiungermi tra poco.- Mio padre annuì, poi Leonard uscì dalla stanza.
- Padre? Esiste davvero il rischio di un nuovo scontro tra vampiri puro sangue?- gli chiesi.
- Dobbiamo sperare di no.- guardò verso Reiko, - E tu..Cerca di pensare un po' più positivo per favore!-
- Come vuoi.- Reiko disse semplicemente poi andò verso la porta per uscire dalla sala, lo seguii con lo sguardo e notai immediatamente i suoi passi arrestarsi di colpo.
- Reiko.- mi alzai dalla sedia, mio padre guardò subito verso di lui.
Reiko sbarrò gli occhi, trattenendo un lamento, posò la mano contro la parete alla ricerca di un sostegno e portò l'altra alla testa, premendo contro la fronte. Scivolò a terra chiudendo gli occhi.
- Reiko!- corsi verso di lui, anche mio padre si affrettò, chinandosi accanto a Reiko, ma lui sembrava non sentirci neppure, spalancò gli occhi fissi a guardare qualcosa che noi non potevano vedere.
Sangue ovunque, odore di ferro arrugginito, fino alla nausea, una chioma di capelli scuri, e un lamento. Che diavolo era?! Un colpo rimbombò al centro del mio petto, scuotendo le mie costole, premetti la mano contro il torace, dolorante. Una stanza vuota, un ritratto sopra un grande camino antico, nel legno intagliati dei fiori...gigli...al di sopra di esso, un ritratto: una donna dai capelli chiarissimi. Cercai di respirare regolarmente ma più tentavo, più mi sentivo soffocare. La voce di Syria...mi chiamava. Syria...Di nuovo la sala principale, la sua mano sulle mia, delicata, il polso fasciato...un altro colpo nel mio petto, la stanza sembrò tremare scossa dalla stessa percussione, avvertii una fortissima pressione alla gola. Gemetti, chiusi gli occhi, dovevo tornare in me! La sala con il camino. Un uomo, sembravo io, stavo parlando con qualcuno... trattenni un lamento, ogni arto sembrava indurirsi, paralizzando i miei muscoli. Ancora Syria, la sua voce...aprii gli occhi. Il suo viso...era spaventata. Ritrovai la cognizione di dove fossi, riuscivo a respirare nuovamente...incontrai i suoi occhi, il mio cuore sembrò fermarsi e riprendere il suo battito naturale, calmo di nuovo.Edited by Moon_Girl - 23/4/2009, 13:34