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Bella Swan: The Edge Of Reason, Almeno Bridget Jones non doveva scegliere fra un vampiro e un licantropo!

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skannibal pitti™
CAT_IMG Posted on 29/8/2008, 11:35 by: skannibal pitti™




Pappppàààà ppapppaparapà papàààààà
E' lo spazio dell'autrice (:
Allora, si questa ff è sottotitolata alla pagina 777,11 € del mediavideo col 50% di sconto senza pagare la maxirata finale perchè se compri adesso paghi a gennaio 2009.
No, davvero, prendete le dovute precauzioni edwardiane perchè questo capitolo può provocare attacchi cardiaci e ipertensione
[Mi dispiace per il tuo labbro Roby xD]
Comunque, scusate scusate scusate per l'assenza.
Sono stata in vacanza e avevo ispirazione meno uno :O grazie a tutte le lettrici <3
E ora, fanficcy!


Capitolo 5
Situations


“Le situazioni adesso sono irrilevanti
lei ama il modo in cui io la eccito
io amo il modo in cui lei respira”
(Situations – Escape The Fate)



Quella sera decisi di trattenermi a casa Cullen per la cena, tanto Alice aveva insistito per avvisare Charlie che sarei rientrata tardi e si era offerta di prepararmi da mangiare lei stessa.
«Bella preferisci dei crostini di paté in salsa al curry o delle tocchette di anatra pescatrice del sudest asiatico affogate in un intingolo di cren con un tripudio di gamberetti allo zafferano olandese?» mi domandò Alice leggendo da un libro di ricette, che per l’occasione si era ficcata in testa anche un cappello da chef.
Sbuffai.
«Alice, per me va bene anche un sandwich, non c’è bisogno di un “tripudio di gamberetti allo zafferano” per farmi mangiare, eh»
Si tolse il copricapo, delusa. «Edward mi ha detto che tu sei bravissima a cucinare, io volevo sorprenderti con qualcosa di speciale!»
Sorrisi, mentre entravano in cucina il mio fidanzato seguito da Jasper, discutendo sulla prossima battuta di caccia.
«Che ne dici di spingerci fino ad Albuquerque, la stagione di caccia è finita da un pezzo e ho sentito che lì c’è un sacco di roba…» propose Jasper.
«Non è un po’ troppo lontano? Ci vorrà un bel po’ per tornare…» rispose Edward, guardandomi affranto. Io di tutta risposta gli cacciai la lingua (facendo attenzione ad assumere una posa abbastanza provocante) e mi rivolsi ad Alice «Hmm, ti va di preparare qualcosa insieme?»
Per poco non mi saltò addosso dalla gioia. Sembrava quasi un tripudio di vampira allo zafferano olandese.
Optammo per un tortino ai funghi abbastanza semplice, che avrei fatto assaggiare anche a Charlie una volta tornata a casa.
«Bella Bella prendi la panna spray»
«A che serve?»
«Boh!!! Ma tu prendila lo stesso può sempre servire!»
Cucinare con Alice era un’impresa impossibile.
Intanto alle nostre spalle, i due vampiri e rispettivamente nostri fidanzati, se la ridevano sotto i baffi guardando le loro donne alle prese con i fornelli.
Ero davvero orgogliosa di me perché fino a quel momento non mi ero né scottata né avevo rischiato di morire soffocata da una tritatutto. Wow, stavo davvero imparando a domare la mia goffaggine!
«Alice, dove tenete le pentole?» le chiesi, cercando tra gli stipi di quell’angolo di casa pressoché inutile.
Lei si grattò la testa, pensierosa «Uhm, in quel mobiletto in alto affianco allo scolapasta ce n’è una antiaderente»
Presi una sedia per salirci sopra, e vidi Edward appoggiarsi alla cucina in modo che, se fossi caduta, sarebbe riuscito a riacchiapparmi in tempo.
Patetico.
Mi arrampicai sulla sedia rivolgendo al bel vampiro un’occhiataccia, alla quale rispose con il suo solito sorriso sghembo. Farmi andare fuori di testa con la sua bellezza mozzafiato non era di certo il modo migliore per proteggermi dalle insidie che una cucina può nascondere!
Cominciai a frugare tra le pentole, facendo un bel po’ di rumore.
Alice e Jasper si erano lanciati in un’accurata descrizione della loro ultima prestazione sessuale, probabilmente tra gli scaffali di un grande magazzino in centro, a quanto avevo capito da sopra il fracasso.
Intanto Edward aveva cominciato a seguire con un dito gelido il contorno del mio ombelico, lasciato scoperto dal top attillato. Cercai di concentrarmi sulle pentole.
Pentola a pressione…Edward…Pentola a vapore…Edward, cacchio con quelle mani!…Pentola antiaderente!
Acciuffai il manico e la estrassi come se fosse Excalibur.
Edward era scivolato silenzioso di fronte a me, sotto le mie braccia tese alla ricerca della pentola perduta.
Mi sentivo il suo sguardo bruciare addosso. Abbassai gli occhi e notai che mi stava guardando il seno!
Beh, a dire la verità non ne aveva tutti i torti: quella mattina avevo dimenticato di indossare il reggiseno, e ora dal top bianco si notavano chiaramente due areole colorite e sporgenti.
«Non sai adesso cosa ti farei…» aveva sussurrato impercettibilmente, forse più a sé stesso. Il cavallo dei suoi jeans era chiaramente gonfio. Cosa diavolo stava succedendo?
Distolsi lo sguardo, imbarazzata. A quanto pareva, Alice e Jasper avevano assistito alla scenetta, perché ora su entrambi i volti si era dipinta un’espressione di chiaro divertimento.
«Io vado in…bagno» annunciò Edward svelto uscendo dalla stanza.
«Mi raccomando, non fare troppi lavori manuali, capace che me lo consumi, quell’uccello…» gli gridò dietro Jasper, beffardo.
Il bel vampiro tornò indietro e lanciò in faccia al fratello la camicia che si era tolto poco prima con uno sguardo eloquente «Figlio di una gran…buona donna!»
L’indole da gentiluomo di altri tempi di Edward si faceva sentire anche in situazioni come quelle.
Io e Alice ridemmo di gusto, e tornammo al nostro tortino.
«Ehi Jasper, perché prima…beh si, insomma…perché hai fatto quella battuta?» cominciai un po’ impacciata, felice di dover dare le spalle al vampiro.
Lo sentii soffocare una risata. Alice, accanto a me, canticchiava stendendo la pasta sfoglia, fingendo che quella fosse una discussione come un’altra.
«Bella, e secondo te tu sei l’unica che ci rimette per i vostri “limiti”? Ma sai quante pippe si è tirato quando tornava dai vostri party supercasti e puri?» mimò il gesto con la mano. Dio, per poco non cadeva dalla sedia per come rideva a crepapelle.
Di questo passo le mie guance avrebbero preso fuoco.
Oh dio!! Edward, il mio Edward, il vampiro glaciale e innocente che si, mio Dio! , tocca!, pensando alla sua fidanzata umana?
Senza che la mia mente si controllasse, cominciò a balenarmi l’immagine di Edward in atteggiamenti non proprio morali.
La camera da letto…Luci soffuse…Le mani nei jeans…Edward ansimante che si morde un labbro…In preda al piacere butta la testa all’indietro…
Dovetti reggermi al piano da lavoro per evitare di cadere e sbattere la testa sul pavimento freddo.
«Bella?! Non dirmi che stavi pensando a qualcosa di brutto con quell’espressione là eh!» la voce di Alice mi svegliò da quella visione.
Mi accorsi solo in quel momento di avere la bocca socchiusa, la testa piegata di lato e gli occhi chiusi.
«Oh, no, beh, io…ehm…»
La vampira alzò un sopracciglio «Ho infornato il tortino, fra qualche minuto sarà pronto. Tu va’ pure a rinfrescarti un po’, ti ho messo una cambiata sul letto di Ed» mi informò premurosa. Doveva esserci qualcosa sotto quella vocina zuccherosa e gli occhioni dolci.
Mi diressi verso il bagno scuotendo la testa. Passare una serata a casa Cullen era una continua sorpresa!
Arrivai alla porta e la trovai accostata: un fascio di luce soffusa e vapore uscivano dallo spiraglio tra il muro e la porta. Mi accostai per vedere chi ci fosse dentro, anche se sapevo già la risposta.
La visione che mi si parò davanti era di quanto più incantevole ci si possa aspettare.
Edward, il mio fidanzato, se ne stava nel bel mezzo della sala da bagno, appena uscito dalla doccia, con un asciugamano stretta in vita.
I capelli ricadevano sulla fronte incorniciando quel viso angelico, delle goccioline scivolavano sinuose sulle spalle, sui pettorali scolpiti, lungo i fianchi, e una goccia scivolò audace giù, tra le pieghe dell’asciugamano.
«Bella?» la sua voce mi fece sussultare.
"Bella…uhh! Sei una bambina cattiva… Per stasera ti voglio solo mia, voglio strapparti i vestiti di dosso…"
In un attimo il vampiro mi fu vicino. Mi sollevò il mento con un dito gelido.
Prima che potessi opporre resistenza mi prese in braccio senza fare sforzo -malgrado il mio peso- e mi posò delicatamente sul lavello, cominciando ad armeggiare con la lampo del suoi jeans.
“Bella! Bella! Sei tutta un fuoco!”
“Bella…Uh…Sei tutta un fuoco…!”
Mi resi conto che la scena in cui mi veniva gettata l’acqua fredda in piena faccia non faceva parte della mia fantasia proibita.
A dire la verità, non era successo nulla di quello che avevo immaginato.
Edward mi aveva messo con la testa sotto il lavandino e ora stava tentando di infilarmi un termometro in bocca.
«Ma che ca…?» riuscii a sbraitare, prima che il mio ragazzo spingesse il termometro fino in gola, provocandomi conati di vomito.
«Oddio, oddio Bella scusa, non so come si manovrano questi oggetti di tortura…» si scusò Edward, sollevandomi in braccio e dirigendosi verso la sua stanza.
Mi depose sul suo enorme (e alquanto inutile, visto che non lo usava né per dormire né per altri scopi fisici) letto a baldacchino.
Prima che potessi chiedere spiegazioni, o meglio potessi riempirlo di improperi, Edward mi premette un dito freddo sulle mie labbra.
«Hai la febbre, non so come te la sei presa…Magari sarai stata fuori durante un acquazzone o cose simili, però ora hai bisogno di riposare.»
Febbre. Era il minimo! In meno di una settimana ero stata investita da un’onda anomala e finita in un fiume freddissimo in mezzo alla foresta: ero pur sempre un’umana!
Fortunatamente Edward non chiese spiegazioni, anche perché non sapevo come l’avrebbe presa se gli avessi raccontato delle mie scorribande a La Push.
«Alice mi ha lasciato una cambiata, anche se non la vedo…»
Il bel vampiro roteò gli occhi, sornione. «Stai forse parlando di queste
Quelle che teneva sospese tra l’indice e il pollice erano forse delle mutandine?
Ad un occhio pudico e razionale poteva sembrare un ammasso di nastrini trasparenti e bordini fuxia pelosi.
A giudicare dal tono cauto del mio ragazzo, avevo fatto una faccia parecchio inorridita «Se non ti piacciono non ti obbligo a metterle»
Alzai un sopracciglio, dubbiosa «Sono decisamente troppo succinte per i miei gusti», dissi prendendole tra le mani.
Edward non riuscì a trattenere una risata.
Mi girai su un fianco fingendo di essermi offesa mentre il mio fidanzato mi accarezzava i capelli.
«Smetti di prendermi in giro altrimenti quelle…cose lì non me le vedrai addosso neanche se campi per un altro secolo» lo provocai, mettendomi a sedere.
E me lo ritrovai lì, a mezzo centimetro dalla faccia, occhi negli occhi, il mio respiro sulle sue labbra: sapevo che lo faceva impazzire, ma credetemi non era mia intenzione.
«Sarà…meglio…che vada a cambiarmi…» sussurrò Edward, leggermente imbarazzato dalla sua mise insolita. E in un attimo fu sulla soglia.
Alzai un sopracciglio.
«Amore, questa è la tua camera. O vuoi per caso vestirti in cucina?»
Si morse un labbro «Hai perfettamente ragione…andrò a cambiarmi…da qualche parte!» chiuse la porta alle sue spalle, trattenendo dentro un lembo di asciugamano. Uno strappo, e Edward che tornava dentro a riprendersi quel che restava del suo “indumento”. Fece una faccia da finto scioccato, e sparì dalla porta coprendosi alla beneemeglio dopo avermi rassicurato con un occhiolino.
Dio, ma perché era maledettamente sexy anche quando doveva sembrare goffo, invece io sembravo la brutta copia del Gabibbo ogni qualvolta cercavo di essere provocante? A volte la natura è proprio ingiusta.
E mi addormentai su questo pensiero, annebbiata dalla febbre.




u.u
 
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