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Bella Swan: The Edge Of Reason, Almeno Bridget Jones non doveva scegliere fra un vampiro e un licantropo!

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skannibal pitti™
CAT_IMG Posted on 30/6/2008, 09:50 by: skannibal pitti™




Ragazze ma è troppo poco dire che vi amo??? LOL.
Un regalino per voi :)


Capitolo 4
A Little Less “Dangerous Vampire”, A Little More “Touch Me!”


“Diciamo che ho afferrato il concetto di Astinenza da Femmine
Soprattutto se la femmina in questione sei tu”
(Edward Cullen)



Oh, merda. Oh, merda, merda. Non poteva essere tornato. Non adesso, almeno. L’immagine di Edward in pose da calendario sexy mi passarono davanti agli occhi: dovetti serrare bene la mascella per evitare di sbavare come un cagnolino davanti ad una bistecca.
Certo, come se adesso uscisse dalla macchina tutto ignudo gridando “Sorpresa!” come fanno gli spogliarellisti gay che escono dalle torte di compleanno giganti.
Mi avvicinai cauta e la portiera si spalancò.
«Bella!»
Quella voce. La sua voce.
Mi corse incontro. Era di un bello mozzafiato. Le mie intenzioni erano di spiaccicargli in faccia un bel sorriso accattivante, ma evidentemente mi uscì un’espressione inebetita, dato che scoppiò nella sua solita e irresistibile risata cristallina.
Mi prese per i fianchi e mi attirò a sé, baciandomi la fronte.
Edward era tornato: un misero e sobrio bacio sulla fronte. Una scena molto distante dalle fantasie degli ultimi giorni.
Senza dubbio la delusione mi si leggeva in faccia, perché Edward si avvicinò pericolosamente, respirando sulle mie labbra. La testa cominciava a girare.
«Mi sei mancata, mia piccola e attraente fidanzata umana», sfoderò uno dei suoi sorrisi sghembi, mentre appoggiava la sua fronte fredda sulla mia.
Il mio cuore batteva all’impazzata.
Alla fine, riuscii a calmarmi e a formulare una semplice domanda senza balbettare «Perché sei tornato così presto?» chiesi con voce flebile, mentre Edward mi metteva a sedere sul cofano della Volvo e cominciava a tracciare il contorno delle mie labbra con la sua lingua gelida. Riformulai la domanda, ansimando debolmente.
Non rispose, troppo occupato a perdersi nel mio profumo, da cui era stato costretto a separarsi per troppo tempo.
Fortunatamente mi ricordai del succhiotto che troneggiava sul mio collo, e scesi dal cofano di botto. Non sapevo come l’avrebbe presa se avesse saputo quello che avevo fatto con Jake a La Push.
«Che hai? Ho fatto qualcosa di male?» mi chiese Edward, prudente.
Io coprii il misfatto con una mano, facendo finta di grattarmi «No, devo solo andare…Al bagno. Aspettami qui!»
Lui alzò un sopracciglio con fare circospetto.
Mentre mi avviavo verso la porta, lo sentii sospirare.
«Ah, le ragazze!»
Sorrisi compiaciuta.
Decisi di riparare il danno con una crema per curare gli ematomi. Sicuramente Edward avrebbe mosso sul “fronte collo”, e non volevo si ritrovasse in bocca due chili di make-up.
Parve funzionare, almeno la macchiolina non era così evidente e si poteva benissimo confondere con un foruncolo.
Avevo ancora i vestiti umidi, quindi passai per l’armadio a mettermi addosso un top bianco e la giacca di pelle.
Edward era tornato.
Quando uscii sul vialetto lo trovai appoggiato alla portiera della Volvo, con i suoi capelli scompigliati e la camicia nera che metteva in risalto i muscoli tesi: era bello come un dio.
«Risolto il piccolo contrattempo?», mi prese in giro.
Lo guardai, insolente «Non mi hai ancora detto perché sei tornato così presto»
«Abbiamo finito prima del previsto. Esme e Carlisle sarebbero felicissimi di poterti avere da noi, questo pomeriggio», mi guardò esitante «…abbiamo ancora parecchi arretrati da recuperare»
Edward che mi propone di infrangere le convenzionali regole fra umani e vampiri? Era sicuramente una presa per i fondelli.
Mi mordicchiai un labbro, insicura.
«O in California ti hanno fatto la lobotomia, o davvero non riesco a capire la natura di questo cambiamento» affermai tranquilla, mentre Edward seguiva con un dito gelido lo scollo della mia canotta.
Rise piano al mio orecchio, facendomi sospirare debolmente.
«Bella, sai che sono assuefatto da te…Stare in astinenza per tutte queste settimane non è stata una grande idea. Mi sono ritrovato più volte a stringere la mano ad Emmett con più enfasi del dovuto: pensava fossi passato all’altra sponda!», esclamò divertito.
Spostai di lato la testa, mostrando il collo pallido, e lo guardai «Quindi tutti quei discorsi sull’autocontrollo…Avresti l’intenzione di ritrattare?»
«Non esattamente…Ho solo esteso un po’ i termini. Andiamo, Bella: la carne è debole…» sussurrò compiaciuto sull’incavo del mio collo.
Una vocina prepotente si faceva largo dentro di me. Non so perché, ma aveva una terribile somiglianza con quella di Jessica Stanley.
Via libera! Via libera! E’ tutto tuo!
Edward cominciò a baciarmi il collo.
Idiota! Non sprecare la situazione!
Risalì piano con le sue labbra gelide fino all’incavo del mento.
Hai intenzione di rimanere lì impalata come una bambola gonfiabile?
L’unica cosa che riuscii a fare fu portare le mani di Edward dietro la mia schiena.
Chiusi gli occhi, mentre le sue labbra marmoree incontravano impetuose le mie, calde e morbide.
Il campanello d’allarme nella mia testa mi avvisò che se non mi appoggiavo a qualcosa sarei ruzzolata per terra come un’idiota. Mi gettai con le spalle contro la portiera della Volvo, mentre le labbra di Edward si socchiusero insaziabili sulle mie.
Ecco, ora mi avrebbe allontanata e tutto sarebbe finito.
Invece continuò, le mani dalla schiena si spostarono più in basso.
Non respiravo più. Da quando era diventato così intraprendente?
Fui io, ansimante, a spostare la testa all’indietro per riprendere fiato.
«Sapevo che non avresti resistito» aveva biascicato.
Feci una smorfia «Questo è davvero tutto quello hai imparato in un secolo di attività, ragazzo?» lo punzecchiai sarcastica.
Scoprì insolente i canini affilati «E’ solo l’inizio…» e mi spinse in auto con un gesto delicato. Mi diede un fugace bacio sulla fronte «Ora andiamo, sono tutti ansiosi di vederti»
Durante tutto il tragitto tenne la sua mano gelida sulla mia gamba.
I ritorni a sorpresa hanno sempre qualcosa di intrigante, mi dissi. Sotto la fasciatura stretta della stoffa del jeans, la mia pelle fremeva a contatto con quella del vampiro.

***


Ci fermammo davanti al garage dei Cullen, e i restanti componenti della famiglia erano tutti in giardino alle prese con piante e fiori.
Tutti quei mesi di inattività delle mani sagge di Esme non avevano di certo fatto bene alle sue aiuole.
«Bella!! Oh, come sono contenta di rivederti…Hai fame? Carlisle ha appena portato una guantiera di dolci che gli ha regalato un suo paziente e non sa più come smaltirla» esclamò Esme, che cercava sempre di rimpinzarmi come se fossi un grasso e lentigginoso bambino nelle mani della sua vecchia prozia.
Declinai l’offerta, e dopo aver salutato ogni membro dei Cullen, Alice mi trascinò verso il giardino sul retro con l’intenzione di “farmi ammirare le bellezze del paesaggio circostante”. Ovviamente, era per parlare di suo fratello.
«Allora?» mi scrutò, avida di sapere.
Io, di tutta risposta, le lanciai uno sguardo interrogativo. «Allora cosa?»
Si avvicinò ad un tavolo prendendo un pesante vaso di ortensie.
«Allora, hai intenzione di rimanere a cena per stasera o preferisci che organizzi una cenetta romantica solo per voi due, per favorire un po’ il corso degli eventi?»
Corso di cosa? Alice aveva avuto qualche visione intima mia e di Edward?
Come attirato dai pensieri della sorella, il bel vampiro fece capolino nel giardino per vedere cosa stavamo tramando. Contemporaneamente Alice mi ficcò tra le braccia il vaso di ortensie.
«Tieni, Bells, mettilo su quella mensola…!»
Colta alla sprovvista dal peso del vaso, persi l’equilibrio e lo feci ruzzolare sotto il tavolo, dove si spaccò.
Mortificata, mi lanciai a raccogliere i cocci.
«Dio, Alice, scusami! E’ tutta colpa mia, ora pulisco subito…» dissi scivolando sotto la superficie di marmo.
Edward, che in tutto questo era rimasto con uno sguardo interrogativo disegnato sul volto angelico, guardava la sorella come se le potessero spuntare da un momento all’altro due grandi e pelose orecchie gialle.
Lei troncò qualunque domanda con un risolino «Ehm, ci stavamo dando un po’ al giardinaggio, vero Bella?»
Raccogliendo i cocci, risposi da sotto il tavolo «Oh, si certo…Anche se non si è rivelata una grande idea!»
La pianta, intatta, era scivolata qualche centimetro più in là. Mi sporsi per raccoglierla, e solo dopo pochi attimi mi accorsi di aver fatto la più grande figuraccia di tutta la mia vita.
Il mio jeans, già abbastanza stretto di suo, si era abbassato per il movimento, e ora scopriva un triangolino di pizzo fucsia. Diciamo che non era stata l’idea più brillante del secolo indossare un regalo stravagante di Renée proprio il giorno in cui Edward aveva deciso di comportarsi da playboy navigato.
«Eh, hai capito Bella che sfoggia il suo ultimo pezzo di intimo supersexy…» esclamò divertito Emmett passandomi accanto, guadagnandosi così un pugno da parte di Edward, che non riusciva a staccare gli occhi dal mio, oh, Dio!, beh, insomma, dal mio fondoschiena, ecco.
Dopo aver recuperato tutti i pezzi del vaso di ortensie, riemersi da sotto al tavolo, paonazza.
Mi trovai di fronte la faccia divertita di Alice, e dietro di lei, Edward, che aveva sfoderato un sorrisetto malizioso che lasciava ad intendere parecchie cose.
Di tutta risposta, mi finsi molto interessata alle macchie di terra sulle mie scarpe, e abbassai lo sguardo imbarazzata. Oh, ora si che ero davvero molto sexy.
«Penso che per oggi ne abbiamo avuto abbastanza, di giardinaggio» disse Alice, che tratteneva a stento le risate.


Allora?? Che ve ne pare???
 
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95 replies since 29/2/2008, 13:46   4751 views
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