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Bella Swan: The Edge Of Reason, Almeno Bridget Jones non doveva scegliere fra un vampiro e un licantropo!

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Rawr! at the Disco
CAT_IMG Posted on 29/2/2008, 13:46 by: Rawr! at the Disco




Ok, è la mia prima fanfiction su Twilight. Farà fare tanti bisognini a tutti, sapete non tutti sono bravi come chi scrive su questo forum *_* e non sto facendo ironia.
Insomma. Ho tentato di creare una FF romantica, poi ho abbandonato l'idea e l'ho adattata al mio stile, più comico-commedia (Naturalmente non mancheranno le frasi dolciose e gli sguardi languidi, ma ho cercato di alleggerilo il più possibile).
Un grazie particolare al film "Che Pasticcio, Bridget Jones!" per avermi dato l'ispirazione per alcune scene =D
E grazie soprattutto alle vostre FF che mi hanno spinto a scrivere, o almeno a provarci ._.
Ho inglobato il primo capitolo al secondo, in modo da evitare parti morte.
Se fa schifo non mi offendo, mi butto solo dal balcone.


Rating: Giallo.

Genere: Commedia, Romantico, a tratti comico.

Personaggi: Bella Swan, Edward Cullen, Jacob Black, EdwardxBella, JacobxBella, un po' tutti i personaggi (comparse minori)

Note: Per quanto già lo sia, ho cercato di rendere Edward un po' più "bello e dannato". Ed estremamente divertente.

Bella Swan: The Edge Of Reason.
Prologo:
“Mi basterà sapere, ovunque mi troverò, che mi amerai sempre. Sarà questo che mi aiuterà a sopravvivere lontano da te, Bella.”

Sono arrivati ordini dall’Italia per la famiglia Cullen. Una nuova schiera di neonati invade la costa occidentale degli Stati Uniti, seminando il panico. Pare che i ribelli non siano intenzionati ad attaccare una cittadina precisa, ma che agiscono più per sfida. I Volturi hanno incaricato i vampiri di Forks e quelli di Denali di dividersi il territorio per controllarlo, ogni mese per sei mesi, concedendo pieni poteri di azione. L’unico dettaglio: i vampiri di Volterra hanno intimato ai Cullen di compiere la missione tra simili, di conseguenza Bella è costretta a rimanere a Forks. Edward è preoccupato dall’idea di lasciare Bella da sola, ma alla fine parte per l’incarico convinto dalle rassicurazioni della stessa Bella.

Capitolo 1
Bad Things
“Fa’ la cosa sbagliata
Metti via il tuo anello di fidanzamento
Fammi sprecare il tuo tempo”
(The Bad Thing – Arctic Monkeys)


Sembrava passata un’eternità da quando Edward e gli altri Cullen erano partiti per il loro incarico. Tutti, a Forks, pensavano che il dottor Carlisle fosse saltato sul primo aereo per San Francisco, attirato da un’offerta di lavoro molto allettante in uno dei più prestigiosi ospedali americani, trascinandosi dietro la sua famiglia.
I più maliziosi avevano azzardato persino che il dottor Cullen stesse fuggendo da qualcosa, o che si fosse addirittura infastidito della piega che aveva preso la storia d’amore fra suo figlio, l’aitante Edward Cullen, adorato come un dio dalle ragazzine del paese, e me, Isabella Swan, la docile e imbranata figlia dell’ispettore di polizia locale.
Naturalmente, nessuno poteva mai immaginare che la famiglia in realtà stava vagando per la California in cerca di vampiri riottosi da fare a brandelli. Tutto questo, ovviamente, veniva messo in atto mentre io me ne stavo apaticamente spalmata sul mio letto, fissando il soffitto, nell’attesa dell’aggiornamento periodico di un membro della famiglia di vampiri.
Ogni mese, puntualmente, uno dei Cullen (di solito Alice o Esme) tornava a Forks per controllare la situazione, e per aggiornarmi di come proseguiva la “missione”.
«…Abbiamo preso più neonati nell’ultima settimana di quanti ne abbiamo fatti a pezzi negli ultimi quattro mesi!» squittiva Alice emozionata.
Di solito i suoi racconti mi interessavano, ma quel giorno ero alla ricerca di informazioni ben diverse.
Aspettavo sue notizie.
Alice osservò per un attimo la mia espressione speranzosa, e parve cogliere nel segno.
«Ho un messaggio per te da parte di Ed…Dice che quando torna dovrete recuperare tutti gli arretrati» mi informò maliziosa «Ha avuto a che fare con parecchie vampire ultimamente, fossi in te gli farei un bell’interrogatorio quando tornerà a casa!» aggiunse con aria divertita. Poi guardò la mia faccia scioccata «Comunque non preoccuparti, il nostro turno finisce ad Luglio, il resto del lavoro può finirlo benissimo Tanya. Quindi…Tra due mesi ci avrai di nuovo tra i piedi!»
Era il massimo che potevo chiedere. Solo due mesi schifosi e poi avrei rivisto il mio Edward! Questa notizia mi aveva dato la forza per resistere ancora un altro po’.
«Alice, è fantastico!! Non vedo l’ora di riabbracciarvi tutti»
Lei mi guardò commossa «Scommetto che per mio fratello non ci sarà solo un semplice abbraccio…»
Le tirai una cuscinata, e poi ridemmo di gusto per due minuti buoni.
«Sta arrivando Charlie, penso che gli verrà un colpo vedermi seduta alla tua scrivania e non a San Francisco» disse Alice sorridendo. Per evitare sospetti inutili, ogni mio informatore arrivava di nascosto.
La abbracciai per congedarla, mentre spariva dalla finestra.
“Vizio di famiglia” pensai sorridendo.
In quel momento, come secondo la previsione di Alice, Charlie entrò in camera mia.
«Ehi Bells, sei pronta per stasera?»
Lo guardai stralunata. Avevo per caso un impegno?
Poi ricordai: due sere prima, mentre io ero persa nei miei pensieri -con Edward come protagonista- mio padre aveva blaterato qualcosa su una serata giù a La Push. Io, indubbiamente, avevo annuito senza capire un tubo, tanto che ero persa nelle mie fantasie.
«Oh, si. Ehm, metto addosso qualcosa di decente e scendo, ok?» risposi nervosa, per mandarlo via.
Ora che avevo capito che una parte di me, sebbene microscopica, era attratta irreversibilmente da Jacob, era ancora più difficile reprimere i miei sentimenti, e a quelli si sommava il mio estremo bisogno di attenzioni maschili. Soprattutto quando, prima della partenza, Edward mi aveva concesso un po’ di tempo per riflettere sul nostro imminente matrimonio. Ok, amavo Edward più di ogni altra cosa al mondo, ma mi sentivo in dovere di capire cosa stavo per lasciare. Una sorta di addio al nubilato prolungato, ecco.
Giusto per alleggerire un po’ il concetto di unione immortale.
Edward era stato estremamente sollevato dalla mia decisione, anche perché questo avrebbe significato posticipare la data della mia vampirizzazione, e questo non poteva che dargli un conforto immane.
Oltre che cominciavo a pensare seriamente che anche lui fosse un po’ titubante riguardo al nostro matrimonio. Infondo, è pur sempre un maschio.
Nel frattempo, per non impazzire dalla noia e dalla solitudine, passavo quasi la metà del mio tempo giù a La Push, in compagnia di Jacob. So che questo può sembrare perverso, ma avevo bisogno della sua compagnia. Ero come una vittima della sua presenza, quasi come lo era per Edward. Giocare con i sentimenti degli altri è un comportamento terribilmente irresistibile, soprattutto quando hai deciso di vivere i tuoi ultimi mesi di vita umana comportandoti da ragazza cattiva. Tirai fuori dall’armadio un jeans scuro che risaltava le forme, un top nero abbastanza sobrio e le mie amate scarpe da tennis sgualcite.
Lasciai che i capelli ricadessero sulle spalle, ribelli, e che un ciuffo scendesse docile sulla fronte.
Uscii di casa che Charlie mi aspettava già sul sedile del pick-up, suonando il clacson spazientito.
«Sbrigati o faremo tardi da Billy, sai che non voglio perdermi neanche un minuto di questa serata!»
Il pick-up si accese tuonando, e dopo due minuti eravamo già in viaggio verso la riserva.

***


«Bells!» Jacob mi corse incontro. Il viso disteso in un sorriso sereno, i capelli ricadevano ribelli e incorniciavano il viso attraente e anche un po’ sfacciato, la t-shirt nera che metteva in risalto i muscoli: era quanto più bello si potesse desiderare –escludendo Edward, ovviamente-.
«Jake! Che bello rivederti» mi avvicinai e lo abbracciai. Decisione alquanto scorretta, visto che negli ultimi mesi ci eravamo promessi di evitare qualunque contatto fisico informale, per evitare disordini ormonali.
Fra le mie braccia, Jacob si irrigidì. Mi accorsi della sua reazione, e passai a salutare gli altri giovani Quileute.
Sentii Jake riprendere fiato, accaldato, e sussurrare qualcosa all’orecchio di Embry. Poi si allontanò svelto.
Uno alla volta, prendemmo posto alla lunga tavolata all’aperto. Paul e Jared arrostivano le salsicce, tronfi, fino a quando una vampata della brace non incendiò le sopracciglia dei due licantropi, e dovettero correre in bagno sotto le risate degli altri.
L’atmosfera familiare, la spensieratezza, l’aria allegra e calorosa che si respirava tutt’intorno erano solo alcuni dei tanti motivi per cui adoravo le serate a La Push.
Bevemmo qualche birra e mangiammo delle buone salsicce, poi i più maturi si riunirono attorno al tavolo a giocare a carte e a discutere del più e del meno, mentre noi ragazzi sedevamo sul prato.
«Ehi Bella, lo sai che Jake ha un terzo capez…» Quil fece per sfottere l’amico licantropo, ma quest’ultimo gli diede un buffetto –non proprio lieve- dietro la testa e lo intimò coloritamente di smetterla.
Accennai un sorriso, divertita da quella scena, mentre Jacob arrossiva. Poi si venne a sedere sull’erba vicino a me, troppo vicino.
Mi sentivo lo sguardo di Sam addosso, che teneva Emily sulle gambe, entrambi sulla vecchia sedia a dondolo di Billy.
«Che ne dici di andare a fare un giro?» mi sussurrò Jacob all’orecchio, in modo che gli altri non potessero sentire.
Un brivido mi percorse la schiena. Non mi sembrava il caso di appartarci da qualche parte, noi due da soli, soprattutto dopo aver bevuto qualche birra in più del dovuto.
Ma dopotutto ero un’essere umano, cosa mai mi avrebbe fatto una passeggiata col mio migliore amico?
Ci sarebbe stato un sacco di tempo per farmi perdonare da Edward, e dopo questo pensiero non riuscii a non farmi scappare un sorrisetto compiaciuto, che Jacob interpretò come un si.
Mi prese per mano e mi condusse verso la scogliera. Riconoscevo quel posto, avevamo passato tante giornate insieme su quel tronco scolorito…Mi ci sedetti, come tante altre volte, e Jake fece lo stesso.
«Avremmo delle misure di sicurezza da rispettare, signorina Swan» imitò così bene la voce di mio padre che per un attimo ne rimasi sorpresa.
«Signor Black, non è forse lei che ha proposto di appartarci?» lo stuzzicai.
Arrossì. Era estremamente piacevole passare il tempo con il mio amico licantropo, anche perché non mi sentivo mai a disagio. Tranne in casi particolari.
Mi passò un braccio attorno al collo, il suo calore era piacevole ora che si era alzata una brezza pungente.
«Potremmo…Fare a meno delle regole, solo per stanotte» sussurrò, quasi a sé stesso.
Mi voltai, per guardarlo negli occhi. Ennesima mossa scorretta: i nostri volti si ritrovarono pochi millimetri di distanza, la punta del mio naso che sfiorava la sua, occhi negli occhi. Situazione alquanto imbarazzante.
La cosa più saggia da fare sarebbe stata distogliere lo sguardo ed avviarmi in silenzio verso casa, ma non so quale istinto mi portò a sussurrare, in tono di sfida «Quali regole?».
Un inconveniente inaspettato ruppe quel momento: un’onda abbastanza violenta si abbattè fragorosa sulla scogliera, spruzzando ovunque getti d’acqua salata, che mi colpirono in pieno; Jacob fu così veloce da scansarsi.
«Merda!!! Ci mancava solo l’onda», strillai affranta.
Jake mi stava davanti, visibilmente divertito dalla scena.
«Lo sai, tutta bagnata sei molto più sexy»
Lo fissai indispettita. «Lo sai, quando sei umano sei molto più idiota, Jake»
Venne di nuovo a sedersi accanto a me, spostando una ciocca fradicia dal mio viso.
«Come cavaliere sei una frana»
«E tu come dama pretendi troppo», mi sorrise.
Fissai il terreno, mentre lui mi sollevava il viso con una mano calda.
Arrossii, non mi piaceva quel contatto. Di solito con Edward precedeva sempre un bacio.
«Sento…Sento che è tardi, dovrei andare» farfugliai.
Jacob mi sollevò il viso. «Non posso aspettare domani, dopodomani e il giorno dopo ancora per rivederti, Bells, sapendo che da un momento all’altro tu possa diventare il mio nemico per antonomasia. Non posso rischiare di perderti ancora, non riuscirei a sopportarlo. Voglio averti mia, almeno per stanotte»
Il mio cuore fece un tuffo. Non ero pronta a quel tipo di proposta!
«Jake, non capisco…Sono sempre qui non c’è bisogno di…» non riuscii a finire la frase, che le sue labbra scivolarono sulle mie.
Cercai di opporre resistenza, ma era inutile. Perché dovevano essere tutti più forti di me?
Mentre uno strano calore mi esplodeva nel corpo, e pian piano mi abituavo a quella situazione assurda, surreale, mi abbandonavo a quel richiamo irresistibile che erano le labbra di Jake.
Affondavo le mani nella sua chioma ribelle, mentre le sue mani si muovevano sapienti sul mio corpo, ancora fradicio per l’incidente con le onde.
Il mio cervello aveva ormai smesso di pensare, nulla aveva senso in quel momento, l’unica cosa che volevo fare era prolungare quel momento il più a lungo possibile; il campanello d’allarme che fino ad un attimo fa squillava fastidioso nella mia mente si era arreso, di fronte al volere del corpo.
E il mio corpo, in quel momento, desiderava Jacob.
Lo sentivo ovunque, sulle mie labbra, fra i miei capelli, sul mio petto, sui fianchi…Non smetteva un attimo di cercarmi con le sue mani calde e abili, mentre le nostre labbra interrompevano quel bacio solo per concederci di respirare.
Stavo facendo la cosa sbagliata, ed era estremamente eccitante.


Vi prego non mi lapidate per il cane rognoso ç.ç
Ma non sapevo come far tornare alla carica Edward :rolleyes:
 
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